Percorsi sui Colli, a piedi o in bici

I Colli Euganei consentono di effettuare una gran quantità di escursioni, a piedi o in bicicletta, lungo affascinanti percorsi, sia sul piano sportivo-ricreativo che su quello turistico-culturale.

SUI COLLI, A PIEDI O IN BICI

GIANNI SANDON

Proposte per meglio
apprezzare un paesaggio che
sembra fatto a misura di
pedoni e ciclisti.

Uno dei molti percorsi nei Colli Euganei: dintorni di Torre al lago (Montegrotto).

Passeggiata nei dintorni di Torre al lago (Montegrotto).

Quando si parla di modalità di spostamento che non abbiano l’auto come protagonista, si è generalmente guardati con distacco e sufficienza, come se si appartenesse a un altro mondo.
È ora di cambiare mentalità: l’istituzione del Parco può dare un contributo decisivo in questa direzione. Non tanto perché il Parco debba richiamare concezioni romantiche e sorpassate, d’altri tempi, ma al contrario, perché deve imporre serie riflessioni sulla situazione attuale e sui problemi del futuro.
Una prima riflessione dovrebbe essere condivisa da tutti: in molte situazioni l’auto sta diventando ormai un intralcio, un mezzo scomodo per muoversi, fonte più di problemi che di soddisfazioni, sia per chi l’adopera che per chi la subisce, Ancora più chiaro è che, anche a prescindere da questi problemi, essa rappresenta in tanti casi un mezzo che riduce, non che esalta la possibilità di entrare in un ambiente e di esplorarlo.
Nessuno si sognerebbe di visitare una chiesa o una piazza storica in macchina! Senza voler spingere all’eccesso questo paragone, è tuttavia indubbio che il nostro territorio presenta una tal ricchezza di motivi di interesse che è impensabile di poterli cogliere dal finestrino di un’auto in corsa. È emblematico osservare che la nostra sensibilità collettiva verso il paesaggio è andata diminuendo proprio con l’affermarsi di mezzi di spostamento sempre più rapidi (e non per niente i popoli più attenti ai problemi del paesaggio sono quelli che amano di più girare anche a piedi!).
Per necessità dunque, ma anche per tornaconto, l’auto va in tanti casi lasciata in garage, o almeno parcheggiata appena possibile.
Non si può però, realisticamente, sperare di convincere la gente a farlo con le prediche o con i mezzi repressivi: l’unico modo per convincerla è quello di farle apprezzare i vantaggi di un uso più accorto dell’auto, sostituendola, quando conviene, con altri mezzi. Ben pochi reclamano oggi di riportare le auto dentro quei centri storici che sono stati liberati da questa invadente presenza. Si dovrebbe arrivare analogamente, al più presto, a organizzare sul territorio una rete di percorsi ciclabili e pedonali tali da consentire a ciascuno di utilizzarli agevolmente e con la maggior gratificazione personale possibile, A offrire cioè delle effettive possibilità di spostamento alternative all’auto: ne nascerebbe di sicuro un rapporto più intenso e profondo tra ciascuno di noi e l’ambiente che lo circonda.
I nostri Colli consentono in questo senso delle possibilità straordinarie. Proviamo a esemplificare, partendo dalla bicicletta.
Sono circondati, innanzitutto, questi nostri Colli, da corsi d’acqua che con i loro argini, alti e panoramici, consentirebbero di ricavare facilmente, solo con qualche intervento di finitura e di sistemazione, un percorso ciclabile tutto attorno all’isola collinare. Quanti non sarebbero i motivi di interesse, sia sul piano sportivo-ricreativo che su quello turistico-culturale, di un circuito come questo? Basterebbe citare gli stessi storici corsi d’acqua lungo i quali potrebbe snodarsi la pista: il canale di Battaglia, il canale di Monselice, il Bisatto, il Rialto (e altre volte in questa stessa rivista si è parlato dei tanti motivi che li rendono importanti); oppure si potrebbero esaltare i diversi paesaggi agrari attraversati, i mutevoli panorami sulle cime collinari, o l’attraversamento di centri storici come Battaglia, Monselice Marendole, Este, Vo’ Vecchio; o l’eccezionale varietà di ville (il Cataio, villa Selvatico, villa Emo alla Rivella, villa Pisani a Monselice, Ca’ Barbaro, villa Lando Correr a Lozzo, villa Contarin a Vo’ Vecchio: per dire solo di alcune delle principali che si incontrano proprio sul percorso); o gli splendidi parchi, come quello ex INPS a Battaglia, il Bosco dei Frati a Monselice, il parco di Frassanelle; o ancora i centri culturali come il museo della navigazione di Battaglia, il museo archeologico di Este, o quello geologico di cava Bomba…; o i monumenti come la Rocca del Ponte della Torre a Este, o il castello di Valbona, o l’abbazia di Praglia… Tutto questo (ma sono solo una parte delle emergenze citabili) renderebbe irresistibile il fascino di questo anello ciclabile, lungo una sessantina di chilometri.

Percorso ecologico in bicicletta lungo il canale di Battaglia, nei pressi di Lispida.

Pedalate ecologiche lungo il canale di Battaglia, nei pressi di Lispida.

Se realizzato come si deve, potrebbe sicuramente affermarsi come una delle iniziative più apprezzate in Europa (e qui nella zona termale abbiamo ogni anno circa 400.000 turisti che vengono prevalentemente da quelle nazioni dove l’uso della bicicletta è una realtà più che affermata, anzi quasi una necessità!). A consolidarne l’interesse potrebbero inoltre contribuire semplici interventi di arredo lungo il percorso e l’incentivazione di qualche piacevole attività ricreativa, come dei punti di sosta o di ristoro, magari in qualcuna delle tante, belle fattorie che impreziosiscono tutta l’area pedecollinare.
Da questo anello, come da una vera e propria “spina dorsale”, potrebbero staccarsi una infinità di collegamenti verso le zone collinari più interne, con percorsi, si può ben dire, per tutte le esigenze e tutti i gusti. Come quello, per evidenziarne almeno uno, che potrebbe staccarsi pressappoco all’altezza della Rivella e arrivare per tranquilli sentieri di campagna fino ad Arquà. Che emozione impagabile non sarebbe quella di partire da Padova o dalla zona termale, oppure da Monselice o da Este e arrivare, lungo suggestivi percorsi senza auto, fino alla casa del Petrarca?
Continui potrebbero essere d’altra parte i collegamenti di questo anello anche verso l’area esterna ai Colli. Da Este, lungo il Frassine si potrebbe arrivare alla magica Montagnana, oppure lungo il Santa Caterina si potrebbe arrivare alla storica abbazia di Carceri, uno dei gioielli culturali della Bassa Padovana, oppure addirittura fino all’Adige… Sono percorsi che si presterebbero ad essere effettuati anche in più tappe, favorendo così il sorgere di forme di ospitalità, come quella agrituristica, congeniali a questo tipo di spostamento.
Ma se queste schematiche considerazioni, qui appena abbozzate, possono dare un’idea di quali prospettive potrebbe avere, se appena incentivato, l’uso della bicicletta, ben più arduo è anche solo abbozzare le attrattive che si potrebbero proporre per favorire le escursioni e gli spostamenti a piedi, a partire da diverse località.
Se dei parcheggi (ovviamente con tanto verde e poco cemento e asfalto) fermassero le macchine all’ingresso del viale che porta a Praglia, o alle porte di Luvigliano (per fare due esempi tra i più significativi) quali percorsi si potrebbero offrire a tutti i turisti attorno a questi luoghi incantevoli, impreziositi nei monumenti e nel territorio da tanti segni della storia? Sarebbe un sacrificio, o non piuttosto un gradito servizio, un vero servizio di qualità, quello offerto loro? E non sarebbe un modo efficace per avvicinare più intimamente questi luoghi a chi li frequenta, facendoglieli conoscere e gustare meglio?
E non sarebbe così se al Rua (monte sacro!) si potesse salire, almeno fa domenica, non in auto, ma a piedi, lungo qualche bel sentiero opportunamente segnalato e arredato? E se si facesse lo stesso per quell’altro luogo affascinante che è il Gemola, con la villa Beatrice? In fondo non succede già ora proprio questo per esempio col monte Ricco, a Monselice, al quale si accede solo a piedi (con grande soddisfazione di chi lo frequenta)?
Una considerazione particolare la meriterebbero naturalmente, per un Parco come quello dei Colli, i percorsi più propriamente “naturalistici”, quelli cioè maggiormente legati alle particolarità botaniche, geologiche, faunistiche, ecc. dei rilievi collinari, La cosa più interessante sarebbe anche qui di partire concretamente da alcune iniziative esemplari, pensate cioè in modo tale da educare il turista con la forza della persuasione.
Non c’è dubbio che queste potrebbero interessare innanzitutto quelle aree che sono già di proprietà pubblica e che ammontano alla rispettabile estensione di circa 5 milioni di metri quadri, comprendendo località tra le più tipiche dei diversi ambienti collinari, come i monti Grande e della Madonna, Venda e Vendevolo, Rusta e Cinto, il monte Alto e altri ancora.

Cartina dei Colli Euganei, ricchissimi di percorsi sportivo-ricreativi e turistico-culturali.

Cartina dei Colli Euganei, ricchissimi di percorsi sportivo-ricreativi e turistico-culturali.

In ciascuno di questi colli potrebbero svolgersi, senza necessità di grandi interventi, percorsi ideali per far conoscere, come tante lezioni dal vivo, bellezze panoramiche, caratteristiche botaniche e geologiche, ccc., senza naturalmente trascurare i tanti segni lasciati dalla storia dell’uomo. Anche qui si presenterebbero favorevoli occasioni per collegare alla valorizzazione culturale di questi percorsi anche quella delle attività agricole, così indissolubilmente compenetrate col paesaggio naturale euganeo. Da questo collegamento potrebbero nascere ovviamente, come osservato per il turismo a due ruote, concrete prospettive di valorizzazione anche economica di tali attività. Potrebbe essere in questa direzione che l’agriturismo, diventando una importante attività economico-culturale, potrebbe recuperare una maggior credibilità, al di là di certe forme attuali piuttosto discutibili.
Come concludere? Forse facendo proprio il buon senso di un contadino dei Colli che osservando il serpentone di auto all’assalto di una delle località collinari più frequentate, ci ha salutati, qualche giorno fa, mentre passavamo lungo un sentiero confinante con la sua proprietà commentando saggiamente che ormai “chi ha testa deve far funzionare prima di tutto i piedi”!

Copertina della rivista: Padova e il suo territorio, n. 50.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero 50 (agosto 1994) della Rivista di storia arte e cultura PADOVA e il suo territorio, alle pagine 44-45.

La foto di copertina è di Francesco e Matteo Danesin.
La cartina dei Colli Euganei è stata aggiunta da BATTAGLIATERMESTORIA.