Speronella Dalesmanini

Chi era Speronella Dalesmanini, della quale si parla in diversi testi che riguardano la storia di Battaglia? Ne vengono qui narrate le vicende e ne viene riportato l’intero testamento. Speronella morì nel 1199 e fu sepolta, secondo le sue ultime volontà, nel Monastero di S. Cipriano di Murano; qui, dopo il 1671, fu istituita una «schola sacerdotum» (primo settennio di preparazione al sacerdozio), frequentata da Don Domenico Leonati.

Speronella Dalesmanini

Figlia di Dalesmano e di Mabilia da Curano, Speronella era nata primogenita nel 1150 presumibilmente a Padova, dove la famiglia possedeva case e palazzo nel quartiere del Ponte Altinate.
Le informazioni bibliografiche sulla stirpe di Speronella sono ricche di annotazioni; il Frizier dice che i Dalesmanini “furono richi nobili e antichissimi” e che “Artuso Dalesmanin havea nella Villa di Noventa una fortezza sopra la Brenta” 1. Altra proprietà (aggerem Dalesmani) situata nella bassa padovana, nella zona di Cona-Correzzola, risulta citata negli Statuti della Città di Padova del 1265; e nel territorio fra Ponte di Brenta e Vigonza sono nominati “i molini del signor Uberto Dalesmanini” 2. Infine risulta una proprietà a Grantorto nella seconda metà del Duecento, passata poi ai Carraresi 3.
Ma quello che faceva di Speronella un’erede davvero speciale era il rapporto di vassallaggio di cui fu investita, per tradizione famigliare, dal vescovo di Padova: ancora molto giovane divenne titolare della carica di gonfaloniere del vescovado; essa portando il gonfalone della diocesi patavina precedeva il vescovo nelle cerimonie e nelle processioni. Tale onore, che era stato in precedenza della madre, di Rolando da Curano e dei Sicherii, comportava anche la giurisdizione sulle terre del comitatus vescovile e della curia (corte) di S. Andrea oltre Brenta, altrimenti chiamata di Codiverno, nota come “feudo del Gonfalone” 4; chi deteneva queste terre era dunque vassallo del vescovo di Padova, con ampi poteri sul territorio sottoposto.
All’inizio era stato così; ma in seguito, a causa di una sempre maggiore indipendenza dei feudatari, i poteri reali erano divenuti più lontani dal vescovado e più vicini ai vassalli; per cui anche Speronella nel 1187 osava pretendere che la sua giurisdizione, che a volte ha il significato anche di proprietà, comprendesse la Villa di S. Andrea, la Pieve di S. Prosdocimo di Villanova, quella di Fiumicello e quella di Campopremarino (Campodarsego), quando invece quest’ultima era stata assegnata dal vescovo a Cumano, signore di Marostica 5. Che Speronella agisse come proprietaria delle terre è confermato anche da un documento citato dal Brunacci, il quale mostra come nel 1170 Speronella abbia investito di un feudo il giudice Aleosio de’ Lemironi 6.

I luoghi di Speronella Dalesmanini, nel Nordest del territorio Padovano. Particolare di una carta risalente al 1776.

I luoghi di Speronella Dalesmanini, nel Nordest del territorio Padovano. Particolare di una carta realizzata da Pietro Santini risalente al 1776.

(Raccolta privata)

Una serie di testimonianze, fatte nel corso di un processo svoltosi a Padova nell’agosto 1187, riguardano la figura di Speronella Dalesmanini e il modo in cui esercitava la signoria sui paesi della sua giurisdizione; sono conservate presso la Biblioteca Capitolare di Padova e furono pubblicate dal Bortolami. Esse sono molto illuminanti per capire i rapporti di proprietà e la “gestione dell’autorità” sul territorio; è dunque bene riportarne gli stralci più significativi, che faranno capire chi era davvero la nostra Speronella 7.

Testi di Musato da Campopremarino, contrario a Speronella.

Benzo figlio di Ramfredo da Campopremarino interrogato disse: Già sono 40 anni che sono a Campopremarino, da quel tempo in qua ho visto quelli di Marostica avere dal ponte di Mezzo verso sud tutti i diritti di comando in pace e quiete e ciò lo seppi dai miei antenati e vidi il gastaldo del vescovo di Padova riscuotere la tassa per la corte di S. Giorgio [delle Pertiche] perché il vescovo doveva quella tassa all’imperatore e ho visto e so che la signora Speronella per sé, e altri per lei, ugualmente riscuotono multe in Campopremarino e questo lo so perché fece tagliare le spine della mia botte […] e ho visto le sue bestie pascolare nel territorio di Campopremarino ma con la violenza e nessuno ha osato pignorarle.
Interrogato se sapesse che Giovanni Sicherio e Rolando da Curano e Dalesmano e Speronella tennero la terra di Campopremarino, rispose: No, se non per prepotenza e so che gli uomini di Dalesmano bastonarono Cipriano in Campopremarino, per cui se ne andò e non è più tornato e già sono passati 30 anni. So che gli uomini di Giovanni Sicherio presero Pietro Cane e rubarono i suoi averi e credo che ciò sia avvenuto 50 anni fa.
Interrogato se sa che gli uomini di Campopremarino vanno alla corte di S. Andrea a chiedere giustizia rispose: Sì, ci vanno ma fanno ciò a forza. So che Speronella ha fatto fare un bando perché nessuno possa pescare né uccellare nella Tergola senza il suo permesso e nessuno fa ciò senza la sua autorizzazione e so che gli uomini di Campopremarino vanno alla corte di Speronella a testimoniare ma non per propria volontà  […] e so bene che le acque di Campopremarino sono deviate da un luogo ad un altro per ordine di Speronella e ho visto che Speronella o i suoi uomini mandano soldati e cavalli a risiedere a Campopremarino e prendere fieno e vitto, come hanno fatto i suoi predecessori, e ho visto gli uomini di Campopremarino ritornare a S. Andrea con le loro bande, ma non le avevano portate da lì, perché le hanno prese a Campopremarino e portate a S. Andrea.

Crescenzio da Marostica interrogato rispose: Già da 50 anni ho visto i Signori di Marostica tenere Campopremarino in pace e quiete con diritto di comando, con facoltà di fare legna e pascolo e con ogni diritto per il feudo avuto dal vescovo di Padova e per la corte di S. Giorgio e ho visto e udito Giovanni Sicherio dire di non avere alcun diritto nel territorio di Campopremarino e ho udito similmente dire da Rolando da Curano dopo la morte di Giovanni Sicherio e ho udito Speronella dopo la morte di Rolando dire la stessa cosa e ciò avvenne in S. Andrea dove queste parole furono dette da Giovanni, da Rolando e da Speronella.

Bolpe da Marostica interrogato disse: Sono già 40 anni che vidi i Signori di Marostica tenere con diritto di comando Campopremarino in pace e quiete, eccetto quando la signora Speronella fa loro prepotenza e so che i Signori di Marostica tengono Campopremmino come feudo del vescovo di Padova e bo visto Enrico Teitonico avere questo feudo dal vescovo di Padova con la corte di S. Giorgio e so che Speronella manda soldati e cavalli ad alloggiare a Campopremarino con la forza e fa loro prendere vitto e fieno e brande ma con la prepotenza.

Martino fabbro di Campopremarino interrogato disse: Sono già 22 anni che vivo a Campopremarino, da allora in qua ho udito dire che Campopremarino è dei Signori di Marostica ed essi lo tengono come feudo del vescovo di Padova per la corte di S. Giorgio ed essi lo tengono e lo tennero con ogni diritto di comando, di far legna e di pascolo, se non quando Speronella usò prepotenza ad essi su questo. So che Speronella ha fatto tagliare le spine della botte di Bencio e dopo gli diede licenza di venderla, e so che nessuno ha osato pescare in quelle acque e prendere uccelli senza permesso di Speronella o dei suoi gastaldi e so che Zamboneto e Virisio figlio di Adriano resero testimonianza sul fatto di Bachoto, cioè che Zirimia andò a casa loro e ordinò alla madre dei ragazzi che andassero a testimoniare alla corte di Speronella sul fitto di Bachoto e so che Speronella ha dei soldati e che essa manda cavalli e soldati per le case degli uomini di Campopremarino e fa prendere brande e vitto e fieno con violenza e ciò essa fa da 22 anni in qua.

Omodeo di Campopremarino disse: Io sono il marigo [sindaco] di Campopremarino e do un quarto di denaro per la carica ai Signori di Marostica e se qualcuno non vuole dare la quota i Signori di Marostica vengono e trattengono sia i servi che gli uomini liberi di Speronella e fanno condurre da me coloro che non versarono la quota. So che Campopremarino appartiene alla corte di S. Giorgio e quando l’imperatore venne nella Marca, il gastaldo del vescovo di Padova venne a Campopremarino e prese le quote per la tassa e le portò alla corte di S. Giorgio e questa tassa fu data per lo stipendio dell’imperatore. Ma quelli di S. Andrea non hanno versato la tassa […] Allora io avevo un molino dal signor Adamo Maro e gli pagavo l’affitto. So che gli uomini di S. Giorgio venivano e andavano per la chiusa del molino e l’aprivano senza di me per lasciar passare i tronchi. Un giorno sono andato dalla signora Speronella e le raccontai il fatto. Allora essa rispose: “Bell’uomo, ne ho abbastanza a fare giustizia per i miei uomini, vai dai tuoi signori e chiedi giustizia ad essi, poiché non ho potere di fare ciò”. E sono passati otto anni da quando ciò avvenne in S. Andrea. So che essa mi fece interdire perché lasciassi il molino e fece distruggere la chiusa di quel molino, per cui non osai sistemarlo senza il suo ordine. Così rimase 3 mesi senza essere riparato finché non ebbi il permesso di Speronella e so che essa regge il distretto di Campopremarino, ma con la violenza. E gli uomini di Campopremarino vanno alla corte di S. Andrea a chiedere giustizia, ma con la prepotenza; e questo so, che se qualcuno non vuole andare su suo comando, lei gli fa dare un’ammenda e così vanno.
Interrogato anche se sa che quando gli uomini di Campopremarino vogliono vendere il vino nelle taverne, se il messo di Speronella manda per primo il vino da vendere; risponde che non lo sa e che il bando di non pescare e non uccellare non fu fatto da Speronella, né dai suoi messi se non per un uomo di Cumano. E so che gli uomini di Campopremarino vanno a rendere testimonianza davanti a Speronella per suo ordine con la prepotenza e se qualcuno non vuole andare a fare ciò essa gli fa dare una multa. So bene che le acque di Campopremarino sono mandate e trattenute per ordine di Speronella da un luogo all’altro e bene so che Speronella manda soldati e cavalli ad alloggiare a Campopremarino e i suoi uomini prendono fieno e vitto e brande non con ragione ma con prepotenza, come mi sembra. E disse: quando il patriarca era a S. Andrea i teutonici facevano portare dagli uomini di Campopremarino le brande a S. Andrea.

Testi di Geremia della signora Speronella.

Cesaria interrogato disse: So che Musato per un’ingiuria che mi fece diede garanzia a Geremia di fare quello che lui avrebbe deciso. Allora, data la garanzia, Geremia disse: “Andate e accordatevi se potete”. Interrogato se Cumano da Marostica e i suoi consanguinei abbiano tenuto e tengano la terra di Campopremarino da 40 anni in qua, rispose di non sapere.

Airaldino di S. Andrea disse: So ciò che mi ricordo da 30 anni in qua e vidi cavalli e uomini di Rolando [da Curano] alloggiare a Campopremarino. Morto Rolando, vidi Dalesmano e i suoi uomini fare così e alloggiare a Campopremarino per conto della signora Speronella, come facevano gli uomini di Rolando e ho visto la signora Speronella imporre la tassa ordinaria a Campopremarino e a S. Andrea in favore del castello di S. Andrea. Qualcuno di Campopremarino si tolse dal controllo di Speronella, perché quelli che raccoglievano la tassa non gli dessero la multa. So che Speronella mandò il suo gastaldo con i marighi alla casa di colui che non volle pagare la tassa e il gastaldo ci affidò il pegno di colui che era in contrasto. Interrogato come potesse conoscere ciò, rispose: perché allora ero ufficiale del suo castello e vidi A. messo della signora Speronella che andò alla casa del detto taverniere e gli tagliò le spine di una sua botte, ed essa aveva ordinato di fare questo perché aveva il dominio di quella terra e vidi uomini di Campopremarino chiedere giustizia e ottenerla subito e annullare ad essi la pena per un’offesa e già sono passati tre anni […] e vidi uomini di Campopremarino al servizio della signora Speronella con vanghe e carri, come fanno quelli di S. Andrea e vidi due uomini di Campopremarino che furono nella dimora della signora Speronella e la medesima li fece mettere ai ceppi, né vidi nessuno contrario.

Vindolino da S. Andrea disse le medesime cose di Airaldino, eccetto che la signora Speronella non pose nessuno ai ceppi e disse di avere visto una notte lui in carcere; disse inoltre di avere visto Giovanni Sicherio tenere i diritti di Campopremarino e già sono tre mesi che la garanzia predetta fu data e non disse che gli uomini di Campopremarino abbiano fatto lavori pubblici con vanghe e carri come fanno quelli di S. Andrea per la signora Speronella e disse che il signor Cumano è solito avere la terza parte delle ammende per i danneggiamenti dei boschi fatte dalle bestie e non disse di essere ufficiale del castello.

Marchesino da S. Andrea interrogato rispose: Ho visto la signora Speronella fare prendere le brande degli uomini di Campopremarino e farle usare e mandare cavalli alle case dei villani per farli accudire e trattenere gli uomini di Campopremarino che recano offese e sottoporli a giustizia. So che Sulimano da Campopremarino fu preso dagli uomini di Speronella e posto ai ceppi per un’offesa che fece e ugualmente fu preso il figlio di Sulimano per il ferimento di Beltramino e so che il signor Dalesmano prese a Lemizone 5 lire per un’offesa fatta in Campopremarino e lo portò davanti a sé per fare giustizia e ciò avvenne già da 20 anni e più […] e so che gli uomini di Campopremarino lavorano e fanno la guardia al castello di Speronella, come fanno quelli di S. Andrea; e non c’è alcuna differenza fra loro.

Tolomeo da S. Andrea disse: Mi ricordo da 25 anni in dietro e vidi la signora Speronella è i suoi gastaldi tenere per essa il dominio di Campopremarino e se qualcuno commetteva una mancanza la stessa Speronella o i suoi gastaldi facevano giustizia e vidi la signora Speronella riscuotere la tassa ordinaria per sé e i suoi marighi e ordinare i lavori pubblici a Campopremarino come a S. Andrea e prendere uomini di Campopremarino ed emettere sentenze su di loro e vidi Sulimano da Campopremarino essere preso e messo in ceppi da Speronella e suo figlio che le pagò l’ammenda per l’offesa fatta a Beltramino e diede la garanzia che avrebbe pagato l’ammenda e vidi Speronella prendere due donne di Campopremarino per un’offesa che esse avevano fatta e fare giustizia su di esse e vidi i cavalli di Speronella alloggiare presso le case dei villani di Campopremarino per conto di Speronella e i suoi messi prendere i letti degli uomini di Campopremarino e portarli alla casa di Speronella quando essa aveva degli ospiti, senza che nessuno facesse rimostranze e so che Fabbro, gastaldo di Cumano, annullò la multa a Geremia ma solo per sentito dire e Giovanni Dotto ugualmente e lo stesso fece Musato, perché sono stato là dove ridusse una parte della multa di Parisino e fui dove Rosso da Campopremarino garantì per sua moglie la multa alla signora Speronella e poi mi trovai dove gli uomini di Speronella tagliarono le spine di una botte di Benzolino e gli proibirono di vendere vino senza il permesso di Speronella e Benzolino non osò vendere il vino senza la sua licenza.

Giovanni figlio di Riprando disse: So che Gerardino giurò sopra il vangelo, davanti alla signora Speronella di non essersi mai giaciuto con Sorena moglie di Lapao. Poi Speronella fece frustare Goga da Campopremarino e io stesso l’ho Fustata per ordine di Speronella perché con inganno e ingistamente aveva accusato Seeena e vidi, quando i soldati vengono alla corte di Speronella che essa manda i cavalli dei soldati a stare a Campopremarino e poi gli scudieri prendono il fieno e le vettovaglie dalle case dei contadini. Quindi aggiunse: So bene che Cumano e i suoi parenti tengono la terra di Campopremarino e hanno la quarta parte della carica di capo villaggio e spesso ho sentito dire ciò che Speronella fa a Campopremarino e lo fa con spavalderia e si dice che quelli di Marostica hanno Campopremarino come feudo dal vescovo di Padova.

Rainaldino di Vasallo disse: Mi ricordo da 36 anni in dietro e vidi il signor Rolando [da Curano] mandare cavalli a risiedere a Campopremarino e i suoi scudieri prendere il vitto, il fieno e i letti da Campopremarino e portarli alla corte di Speronella e prendere fascine da Campopremarino quando occorreva e ciò facevamo per Rolando. In seguito andai col signor Rolando a Borgoricco per abitare colà. Allora ero canevaro di Rolando. Uno da Campopremarino lo offese, in conseguenza Parisino e Tiso gli presero un porco e lo portarono da me. Lo so perché lo abbiamo mangiato; e mai bo visto accordo su di esso. Morto Rolando la signora Speronella fece prendere Sageta e Sparviera ed Engledina da Campopremarino, perché si diceva che facessero stregonerie, ma non le ho viste ai ceppi. E la signora Speronella mi ordinò, in pena della fedeltà che io le portavo, che tagliassi il naso e le mammelle ad Engledina. Chi e perché abbia accusato quella donna non lo so. E vidi Sulimano ai ceppi di Speronella e fu preso per 100 lire e Speronella ne ebbe poi 50 e 50 ne ebbero altri per lei e vidi Speronella far mettere la tassa a S. Andrea e a Campopremarino nel medesimo tempo. Arnaldino e Filippo scoprirono le cauzioni degli ufficiali, per cui Speronella fece togliere loro le cauzioni della tassa e ho visto Speronella deviare le acque da un luogo ad un altro.

Vindolino ritornato disse: Mi ricordo che la signora Speronella prese Sparviera e Sageta ed Engledina e Coga da Campopremarino e ho udito dire che Speronella fece frustare Coga e si diceva che esse avevano fatto stregonerie e vidi Speronella innalzare le acque e farle andare da un luogo ad un altro e mi ricordo da 50 anni in qua e vidi Giovanni Sicherio mandare i cavalli a Campopremarino per farli alloggiare e si dice che due fanciulli si ruppero a vicenda la testa ed essa li fece prendere e mettere ai ceppi come ho sentito dire.

Tolomeo ritornato disse: Vidi Goga da Campopremarino presa di forza da Speronella e fu bastonata per un’offesa che aveva fatto e ugualmente Engledina e ho visto Speronella e altri per lei alterare le chiuse delle acque da un luogo all’altro sulle terre di Cumano.

Araldino ritornato disse: Vidi la signora Speronella trattenere tre donne di Campopremarino, cioè Engledina e Sparviera e Sageta. Ho sentito Speronella dire a Rainaldino che prendesse Engledina e le tagliasse il naso, le orecchie e le mammelle e si dice che Goga fu frustata nella corte di Speronella senza che nessuno avesse niente da dire.

Questo brano era noto agli studiosi, e risulta già riportato, anche se a stralci, in diverse pubblicazioni 8. Ma credo che sia di grande importanza averlo trascritto per intero, almeno per le testimonianze relative ai signori di S. Andrea. Si è potuto così verificare, attraverso le parole semplici dei contemporanei, villici o funzionari stessi dei Dalesmanini, molte situazioni reali, conoscere, i nomi degli abitanti dei borghi ove Speronella aveva giurisdizione, vera o presunta ma comunque esercitata, imbattersi in comportamenti di sopraffazione da parte della classe dominante e di sottomissione per i contadini, che nulla potevano opporre, nella loro ignoranza, alle diatribe sul potere legittimo che riguardavano solo gli aventi causa, comunque nobili e vescovi.
Speronella, con l’audacia che le deriva dagli antenati e dal carattere deciso e violento, può fare e disfare anche nel territorio che non le compete, approfittando della lontananza (Marostica) dei legittimi feudatari, del vescovo di Padova e della sostanziale indifferenza di quest’ultimo. Ella detta legge, anzi lei è la legge, impone le tasse ordinarie e straordinarie, commina le pene leggere (frustate e carcere) e quelle più gravi (il taglio del naso, delle orecchie e delle mammelle), obbliga i sottoposti a mantenere i suoi cavalli e i soldati, toglie anche i letti ai villici in caso di urgenza o per punizione.
Insomma Speronella appare da questi documenti come una violenta rappresentante del ceto nobiliare, che con molte sopraffazioni si sta arricchendo a spese dei più deboli, siano essi rappresentanti della sua stessa classe sociale o siano villici combattuti fra diversi padroni e costretti a subire in ogni modo.
Si viene a conoscere così una società ben strutturata e organizzata, con il suo marigo o sindaco e i suoi ufficiali e messi, ricca di rapporti umani verso l’esterno e verso il suo interno: bellissima l’accusa di adulterio rivolta da una donna ad un’altra che poi viene scagionata. Come è circoscritta l’area degli avvenimenti: da S. Giorgio delle Pertiche a Campopremarino (Campodarsego), da Villanova a S. Andrea, vero centro sociale e politico dell’area attraversata dalla Tergola, le cui acque Speronella usa a suo beneplacito.
Il paesaggio che si scopre è ricco di acque e molini, con le loro chiuse adoperate come arma di offesa, di boschi e di prati, di pascoli e di bestie allevate, di terre incolte e di poderi coltivati, allora chiamati mansi 9. E poi incontriamo vanghe e carri per i lavori pubblici sulle strade e sui canali di esclusiva competenza dei castellani feudatari, botti e tavernieri, colpiti dalle punizioni dei potenti per far pagare loro qualche offesa, pignoramenti e ammende per il mancato pagamento delle tasse; e l’obbligo di fare la guardia al castello di S. Andrea e di essere a disposizione in speciali occasioni, come la presenza non rara di ospiti illustri.
Dal castello di S. Andrea Speronella domina e comanda, riscuote le tasse le multe e i pegni, amministra inflessibile la giustizia, punendo severamente ladri e fattucchiere, perfino i ragazzi che si rompono la testa nelle zuffe. Essa era la regina del luogo, senza il cui permesso non si poteva neppure pescare i pesci dei fiumi, mettere le insidie agli uccelli e catturare la selvaggina.
E questi privilegi, che legittimamente le competevano nel territorio di S. Andrea, li aveva estesi anche alla villa di Campopremarino, che apparteneva alla corte di S. Giorgio delle Pertiche ed era stata data in feudo dal vescovo di Padova ai signori di Marostica.
Ma soprattutto Speronella appare come una donna crudele, quando ordina di tagliare naso orecchie e mammelle ad una donna accusata di essere una fattucchiera. Siamo con questa visione ben lontani dalla fantasiosa presentazione di Speronella fatta nell’Ottocento, tutta debolezza femminile e innocenza nelle mani di un bruto che la rapiva per fame il suo sollazzo. I documenti parlano chiaro e non si sbaglia a giudicarla feroce, così come la storiografia più recente ha messo in luce.

1 lvi.
2 Benetti, 1979, p. 99.
3 Camerini, 1925.
4 Bortolami, 1985, p. 8; essa lo ereditò dalla madre “ad un anno di età”; poi lo lascerà al figlio Jacopo da S. Andrea.
5 Bortolami, 1992, p. 20-26.
6 Brunacci, 1755, Vol. II, p. 1130.
7 Bortolami, 1992, passim; gli Atti del processo si trovano nel fondo Episcopi, Tomo I, n. 58. La traduzione dal latino è dell’autore di questa pubblicazione.
8 Brunacci, sec. XVIII, p. 946; Gennari, 1831, p. 11-12; Gloria, 1880, p. 16; Zorzi, 1930, p. 90; Benetti, 1979, p. 100; Bortolami, 1992, p. 20-26.
9 Bortolami, 1985, p. 8, e 1992, p. 17 -18: è stato calcolato che la famiglia Dalesmanini possedeva circa 4000 mansi fra S. Maria di Non e la laguna di Venezia, circa 80.000 campi padovani, e che riscuoteva le decime di quasi tutta la regione a nord di Padova posta fra il Brenta e il Musone; Gennari, 1831, p. 11-12.