S. Giacomo vecchia, altare e presbiterio

Analisi storico-artistica delle opere a carattere sacro che impreziosiscono la vecchia chiesa di S. Giacomo in Battaglia; in questa seconda parte del catalogo vengono esaminate le opere presenti nel presbiterio, dove si trova l’altare maggiore, e quelle della cupola.

Qui la prima parte.

La vecchia chiesa di S. Giacomo
Coro ligneo
Parete sinistra del coro
Altare maggiore e statue laterali
Parete destra del coro
Cupola

CATALOGO

(seconda parte)

Coro ligneo, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.
24

24.
CORO LIGNEO
Veneto, Sec. XVIII prima metà
legno di noce intagliato e lavorato
cm. 247 x 618 (una sezione)
condizioni: buone (lacune nei profili; elementi posteriori nei sedili a sinistra)

Le due sezioni del coro sono addossate alle pareti laterali della tribuna; gli schienali sono divisi da lesene sfaccettate ed hanno cartelle doppie in rilievo. Capitelli corinzi sorreggono la trabeazione decorata da cartelle con motivi floreali intagliati; la cornice terminale a dentelli.
Nella Visita del 1689 si lamenta che “scanna lignea sunt deformia, incomoda et magni impedimenti…” e si ordina che siano rifatti. Anche se non si fa esplicito riferimento ai postergali del coro, quando il vescovo Ottoboni visita la chiesa nel 1734 questa appare dotata di nuovi banchi di cui si loda la ‘magnitudinis’. La stessa semplicità nella spartizione degli spazi e della decorazione del coro, accreditano una datazione a questi primi decenni del secolo mentre la fattura, di una certa qualità nei particolari, fa pensare a una bottega padovana.

Sezione di coro, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

25

25.
SEZIONE DI CORO
Veneto, sec. XVIII prima metà
Legno di noce intagliato e lavorato
cm. 110 x 285
condizioni: buone (contorni sbrecciati, tarli)

Si tratta dei due pannelli che chiudono la tribuna all’incrocio con i muri della navata; sono sagomati sullo spessore del muro e presentano una maggiore ricchezza di motivi decorativi, rispetto ai postergali (doppie volute su fondo puntinato nei laterali e cartella con motivo curvilineo e festone). L’inserimento della porta a bussola, che ha provocato qualche danno, risale al 1923.

L'adorazione dei pastori, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.
26

26.
PITTORE VENETO
Sec. XVII (?)
L’adorazione dei pastori
olio su tela, cm. 220 x 210
parete sinistra del coro

La qualità modestissima del dipinto, fortemente ‘ritoccato’, non consente alcuna concreta proposta attributiva. II BRANDOLESE menziona una “nascita di Gesù Cristo nel quadro dirimpetto a questo (Adorazione dei Magi del Ridolfi) – lo credo della stessa mano” (c. 54), ma appare ardua un’identificazione col dipinto in oggetto.
Restaurato nel 1964 (Lazzarin).

La Trinità e un episodio biblico (?), vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

27

27.
PITTORE VENETO
Sec. XVII, metà
La Trinità e un episodio biblico (?)
olio su tela, cm. 280 x 205
parete sinistra del coro

Non se ne conosce l’ubicazione originaria; di qualità troppo modesta e di lettura difficile perché consenta una attribuzione meno generica in ambito veneto; il tema della Trinità, presente assieme ad un episodio che si svolge in due tempi nella fascia inferiore (un angelo che abbatte degli idoli e un gruppo di persone attorno a chi indica il numero Tre), appare di un certo interesse. Forse è legato alla presenza della Fraglia della S. Trinità, che nella sala contigua all’abside aveva il suo oratorio, con altare e pala fino all’abside dal 1655 (Vis., c. 159). Dalla lettura dei documenti allegati alle Visite Pastorali si misura l’importanza di questa istituzione che raggruppa un considerevole numero di fedeli e può quindi essere considerata una committente principale nelle scelte iconografiche per l’arredo della chiesa nel ‘600.
Anche la composizione si divide in due fasce parallele: il gruppo della Trinità è raffigurato entro uno schema orizzontale, slargato; mentre le scene di gruppo, affastellate, riecheggiano tipologie e moduli veneti.
Restaurato nel 1964 (Lazzarin).

Carlo Ridolfi, L'adorazione dei Magi, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

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28
CARLO RIDOLFI (Lonigo, 1594 – Venezia, 1668)
L’adorazione dei Magi
olio su tela, cm. 220 x 340
parete sinistra del coro

Dipinto menzionato dal BRANDOLESE (c. 54) che lo vede nella tribuna a sinistra e ne legge la firma e la data (1634) sul gradino del trono; non appare invece nelle Visite pastorali che ignorano il ciclo di tele forse nel 600 appese alle pareti della navata, e ora nel coro, e che illustrano episodi della vita di Maria e di Cristo; due sono incentrati sulla Trinità. Si conoscono altre due redazioni dello stesso tema che il Ridolfi eseguì per chiese veneziane; la tela battagliense si avvicina a quella di S. Giovanni Elemosinario, che ne ripete la composizione fin nella disposizione delle figure, ma rovesciandola.
Restaurato nel 1964 (Lazzarin).

Ambito di Michele Fabris, S. Pietro, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

29

29.
AMBITO DI MICHELE FABRIS detto l’Ongaro
S. PIETRO
pietra bianca; cm. 100 ca.
coro
sulla base: “HIERONIMI FH … UCSSM”
condizioni: mancanze alla mano destra

Su una base circolare, entro nicchia collegata alla porta laterale dell’altare maggiore da un motivo a peduccio; nella mano destra tiene le chiavi. L’esecuzione della statua (e del suo pendant) si colloca subito sopo l’erezione della nuova tribuna nel 1667 (cfr. scheda n. 2).
Le proporzioni delle figure, dalle piccole teste con occhi ‘bucati’, i panneggi resi con colpi rapidi o sgorganti a sbuffo, ma sintetizzati intorno alle gambe, l’andamento corto e serpentinato del corpo: sono tutti elementi che conducono ai modi di Michele Fabris (di cui si hanno notizie dal 1674 al 1684 tra Padova e Venezia) e, soprattutto, ai gruppi statutari degli altari di S. Massimo e di S. Felicita in S. Giustina a Padova (eretti e decorati nell’ultimo quarto del secolo). Una certa semplificazione eccessiva nella resa del modellato e del panneggio, non consente che un’attribuzione di bottega.
La scritta sulla base potrebbe riferirsi al committente come per la statua di S. Paolo, in pendant.

Ambito di Michele Fabris, S. Paolo, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

30

30.
AMBITO DI MICHELE FABRIS detto l’Ongaro
S. PAOLO (?)
pietra bianca
alt. cm. 100
condizioni: manca il simbolo del santo
sulla base: “MUNUS ANTONI SECATI”

Entro una nicchia, a sinistra dell’altare maggiore, sopra un basamento circolare. Nella mano sinistra resta solo l’impugnatura, probabilmente, della spada.
La scritta sulla base ci fornisce il nome del committente la cui famiglia viene registrata come depositaria di un legato all’altare del Crocefisso, nel 1747 (Vis., c. 209).
Per le notizie critiche, cfr. scheda precedente.

Altare di S. Giacomo apostolo, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

31

31.
ALTARE di S. GIACOMO APOSTOLO (già del SANTISSIMO SACRAMENTO)
Sec. XVII, datato al 1678
pietra; marmi vari
alt. tot. cm. 750 ca.
Presbiterio

Una epigrafe ora in sacrestia, ma un tempo murata a fianco dell’altare, riporta al 1678 la consacrazione della nuova mensa, dopo che si erano conclusi i lavori del presbiterio e della cupola. In quell’occasione venne utilizzato il legato di Cristoforo Stopazzolo, assai ricco e che interessava l’altare della Vergine del Rosario, avendo il Vescovo Barbarigo concesso la distrazione temporanea.
È un altare a muro con mensa e base delle colonne in marmi vari a motivi geometrici. Frontone circolare con testa di putto dorata alla chiave di volta; il terminale è a timpano, in pietra. Sulla mensa, tabernacolo a forma di tempietto (cfr. scheda n. 32). In data 1870 (Arc. Parr., Carte da evacuare e da conservarsi) si registra la liquidazione del lavoro di posa del nuovo pavimento della tribuna e della predella dell’altare. La balaustra che separa il presbiterio dalla navata venne a sostituire quella lignea, nel 1897.

Tabernacolo, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

32

Cena in Emmaus, tabernacolo, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.

32a

32.
TABERNACOLO
Veneto, sec. XVIII, fine
pietra; tarsia di marmi vari; commesso di pietre tenere
alt. tot. c. 220; la statua, cm. 50
Altare maggiore

A forma di tempietto ottagonale con due vani per il S.mo Sacramento chiusi da sportelli in metallo dorato, e sbalzato col motivo del calice con ostia raggiata e due putti. Il tamburo è diviso da volute in pietra; la sezione centrale raffigura la Cena in Emmaus (commesso di pietre tenere, foto 32a) mentre nei fianchi vi sono dei vasi di fiori sempre a tarsia. La statuetta del Cristo Redentore, in legno dipinto, è citata nella Visita del 1734 (c. 307), mentre da un elenco di arredi del 1822 apprendiamo che ne esisteva un’altra in legno dorato; venne rubata subito dopo la campagna di catalogazione insieme alla statuetta di S. Giovanni Battista sopra il coperchio del fonte battesimale.
Dalla Visita del 1689 (c. 2) apprendiamo che “super hoc altare adest tabernaculum ligneum vetustum… fiat ex marmore vel saltem ex ligneis… inauratis”. Venne probabilmente subito commissionato il nuovo tabernacolo in marmo, visibile ed ammirato dal vescovo Ottoboni Minotto nel 1734. Per struttura compositiva e per la decorazione a tarsie, si apparenta ai migliori prodotti delle botteghe padovane operanti nella seconda metà del secolo, a Padova (soprattutto al Santo e a S. Giustina).

La SS. Eucarestia con i Padri della Chiesa e quattro santi, vecchia chiesa di San Giacomo, Battaglia Terme.
33

33.
PITTORE VENETO
Sec. XVI, fine
La SS. Eucarestia con i Padri della Chiesa e quattro santi
olio su tela, cm. 370 x 175
altare maggiore
condizioni: mediodri

Nel 1587, tra le raccomandazioni fatte al curato Ludovico Massinoni per la sistemazione dell’altare maggiore (non consacrato e provvisto solo del tabernacolo ‘lapideum’ da collocare verso il fondo della cappella per dare più spazio alla mensa), compare quella relativa alla commissione di una “palla decenti”. Esisteva già la confraternita del S.mo Sacramento; prima della erezione del nuovo altare maggiore (1678) era questo il titolo della mensa.
Nella tela sono raffigurati in primo piano i quattro patroni della chiesa (Giacomo, Bartolomeo, Andrea e Domenico) ma il tema principale riguarda il sacramento dell’Eucarestia e conferma che la pala venne inserita nell’arredo dell’altare anche quando questo cambiò titolo. Appare di lettura difficoltosa; l’impianto in verticale, dove le figure si assiepano senza respiro, su tre piani, e la tipologia delle figure che grandeggiano alla ribalta con un certo respiro, rimandano alla cultura figurativa veneziana tra Palma e Tintoretto.