30 Marzo 1887
IL TERREMOTO IN LIGURIA
Alessandro Vecchi [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons con modifiche.
Samuele on English Wikipedia Samuele nella Wikipedia Italiana [Public domain], attraverso Wikimedia Commons.
Adunanza del giorno 30 Marzo 1887
Presenti | Assenti |
l. Mario Nob. Antonio | 1. Stefani Antonio |
2. Candeo Silvio | 2. Maggion Ezechiele |
3. Cavazzana Luigi | 3. Albergini Domenico |
4. Neri Giambattista | 4. Dalla Vecchia Pio |
5. Pamio Giuseppe | 5. Barbaro avv. Emiliano con giustificazione |
6. Bodon Giuseppe | 6. Sette Alessandro con giustificazione |
7. Allegri Luigi | 7. Freschi Co. Pietro con giustificazione |
8. De Saveri Odoardo | 8. Mincio Bemardo – defonto |
9. Giro Francesco | |
10. Maletti Giovanni | |
11. Salmaso Lorenzo | |
12. Bonetti Giuseppe |
Con questi pochi cenni, e con accenno ai caldi appelli ricevuti dalle Autorità Governative, la Giunta misurando la propria offerta anche su quelle di altri Comuni, propone la elargizione di Lire cento da prelevarsi dal fondo a calcolo.
Aperta la discussione, nessuno domanda la parola, e quindi messa ai voti la proposta stessa viene dal Presidente riconosciuta approvata per alzata unanime.
A. Mario
24 Settembre 1890
GLI INCENDIATI DEL COMELICO
2. Maletti Giovanni assessore effettivo
3. Cavazzana Luigi assessore effettivo
4. Candeo Silvio
5. De Faveri Odoardo
6. Giro Francesco
7. Neri Gio. Batta
8. Mincio Eugenio
9. Allegri Luigi
10. Salmaso Lorenzo
11. Vernoni Damiano
12. Rinaldi Francesco
Presiede l’Adunanza il Sig. Pio Dalla Vecchia e per malattia del sig. Piva Segretario Comunale viene assunto interinalmente il Sig. Carlo Corradin Segretario Comunale di S. Pietro Viminario.
Riconosciuta legale l’Adunanza il Presidente dichiara aperta la seduta invitando il Consiglio a deliberare dei seguenti oggetti e chiama all’ufficio di scrutatori i Signori Giro Francesco, Rinaldi Francesco, Candeo Silvio.
Aperta la discussione nessuno crede di muovere eccezioni od obbiezioni, trattandosi di una somma di poca entità.
Dopo lo scambio quindi di brevi parole fra i Consiglieri, il Presidente mette ai voti la
Per unanime alzata, dei 12 presenti, venne la proposta stessa approvata, dopo di che il Consiglio entra in seduta segreta ( ore 12 meridiane ) delegando alla propria Giunta l’approvazione del verbale e facendo avvertenza che i Consiglieri saranno invitati a domicilio per esaurire gli altri argomenti che sono a discutersi nella presente Sessione d’Autunno.
Pio Dalla Vecchia
3 Maggio 1893
L’ISTITUTO NAZIONALE UMBERTO E MARGHERITA
Seduta pubblica di prima convocazione
1. Maletti Rag. Giovanni Sindaco | 8. Vernoni Domenico consigliere | |
2. Cavazzana Luigi assessore | 9. Rinaldi Cav. Francesco ″ | |
3. De Faveri Odoardo ″ | 10. Mario Nob. Antonio ″ | |
4. Mincio Eugenio ″ | 11. Ceresoli Gaetano ″ | |
5. Moscon Francesco ″ suppl. | 12. Dalla Vecchia cav. Pio ″ | |
6. Allegri Luigi consigliere | 13. Piva Giuseppe ″ | |
7. Stefani Antonio ″ |
Senza giustificazione 6. Cavalli Co. Vittorio, 7. Maggio Ezechiele.
Assiste l’infrascritto Segretario Riccardo Tin.
Visto che il numero degli Intervenuti è legale, il Signor Giovanni Maletti Sindaco assume la Presidenza, e dichiarata aperta la seduta, chiama all’ufficio di scrutatori i Signori Cav. Dalla Vecchia, Cav. Rinaldi e Vemoni.
Aperta la discussione il Cav. Dalla Vecchia domanda se in occasione delle nozze d’argento dei Sovrani la Giunta ha fatto nessuna beneficenza.
Il Sindaco gli risponde negativamente: fu soltanto spedito un telegramma, esposte le bandiere ed alla sera illuminato a giorno il teatro a cura del Comune.
Il Cons. Dalla Vecchia loda moltissimo l’idea di un istituto nazionale per gli orfani di operai morti sul lavoro; ma crede che valga molto più la beneficenza fatta in comune. Egli quindi non propende ad accordare somme per l’istituto di Roma, propone invece che sia devoluta a favore dei nostri poveri.
Il Cav. Rinaldi aggiunge che qualora si accogliesse l’idea del Cav. Dalla Vecchia si potrebbe costituire una dote a favore dei poveri giovani che si maritassero il 22 Aprile, limitandola magari a un decennio per non vincolare in perpetuo il Comune.
Il Cons. Mario, osservando che la nostra offerta non potrebbe essere molto vistosa da portare un gran beneficio all’Istituto nazionale, ritiene egli pure che sia meglio fare una beneficenza temporanea e locale.
Il Cons. Piva è della stessa opinione anche perchè non ha molta fiducia che quel grandioso istituto possa erigersi, avendo le sottoscrizioni dato in generale poco buon risultato.
Il Presidente insiste sulla opportunità di un contributo, non trovando conveniente che il Comune di Battaglia non abbia a figurare per nulla fra gli oblatori. Allo scopo pertanto di conciliare le diverse idee, formula la seguente
Il Consiglio Comunale
a) Lire cinquanta a favore dell’istituto nazionale per gli orfani di operai morti sul lavoro da costituirsi in Roma col titolo di Umberto e Margherita. Questa somma sarà pagata nell’esercizio 1894 ed inserita in quel bilancio preventivo.
b) Lire cinquanta a favore della locale Congregazione di Carità da distribuirsi ai poveri del Comune. Questa somma sarà pagata nell’esercizio in corso e prelevata dalle impreviste.
Messa ai voti per alzata e seduta tale ordine del giorno è approvato ad unanimità come rileva e proclama il Presidente.
Gio. Maletti
1 Luglio 1896
LE TRUPPE DI TRANSITO
Giovanni Fattori, Il campo, 1895. L’accantonamento delle truppe del Regio Esercito di transito a Battaglia non doveva essere di molto dissimile da quello illustrato in quest’opera.
Giovanni Fattori [Public domain], attraverso Wikimedia Commons.
Regolarmente convocato il Consiglio Comunale a termini di legge, si è il medesimo riunito come appresso:
1. Mario Nob. Antonio | 8. Salmaso Giacomo | |
2. Candeo Sivio | 9. Piva Giuseppe | |
3. Dalla Vecchia Cav. Pio | 10. De Faveri Odoardo | |
4. Maggion Ezechiele | 11. Rinaldi Cav. Francesco | |
5. Maletti Cav. Giovanni | 12. Sette Giuseppe | |
6. Vascellari Giovanni | 13. Vernoni damiano | |
7. Bernardi Achille | 14. Canazza Spiridione |
1. Stefani Antonio | 4. Moscon Francesco | |
2. Turlon Giovanni | 5. Mincio Eugenio | |
3. Draghi Luigi per morte | 6. Ceresoli Gaetano |
Visto che il numero degli Intervenuti è legale, il Signor Maletti Cav. Giovanni, Sindaco, assume la Presidenza, e dichiarata aperta la seduta, chiama all’ufficio di scrutatori i Signori Dalla Vecchia Cav. Pio, Candeo Silvio e Sette Giuseppe.
Accenna all’ultimo passaggio di due batterie d’artiglieria, le quali lo indussero a fare una cortese pressione all’Amministrazione Wimpffen pur di ottenere la concessione per due giorni di un viale dei prati della fiera. Il viale s’ottenne, ma le conseguenze non furono certo molto promettenti, poi che si ha di fronte la domanda di rimborso di L. 40 per danni recati al prato, più una domanda di risarcimento di danni fatti dai cavalli alla riva e alla piantagione, con l’avvertenza che che l’Amministrazione Wimpffen non cederà mai più il prato per simili casi se non costrettavi dalla forza.
Per il passaggio della prima batteria s’era bene provveduto con l’accantonamento fra i viali dello Stabilimento Termale, ma anche di quella località non giova fare più assegnamento perchè il conduttore delle Terme, con apposita lettera, ne avvisò che in avvenire, per i danni subiti e per le troppe licenze presesi dai soldati, non concederà di certo volontariamente locale veruno.
Ora il Comune si trova nella condizione o di sobbarcarsi a questioni d’ogni sorta con le truppe col fornire ad esse un piazzale poco adatto come quello di Via Galzignana specialmente nella stagione estiva, o di usare dell’autorità che al Sindaco accorda la legge per ottenere con mezzi coercitivi l’uso dell’altrui proprietà. L’alternativa non è certo lusinghiera, tanto che la Giunta ha creduto di prenderne serio pensiero. Ed ha trovato conveniente che, innanzi si adottasse misure odiose a danno di singoli privati, il Comune debba esperire tutti i mezzi che sono a sua disposizione, usando di ciò che essa può liberamente disporre senza aggravio di alcuno.
Con questi criteri la Giunta ha accarezzato l’idea di usufruire per l’accantonamento delle truppe di transito del prato di proprietà comunale annesso allo Stabile Municipale, ed ora affittato annualmente al medico dr. Rossi; la qual cosa riescirebbe anche opportuna per il fatto che da quel prato si raccoglierebbe il fieno necessario per il cavallo addetto alla pulitura stradale, fieno che d’ora innanzi il Comune dovrebbe altrimenti acquistare con un certo utile. Dimostra poi il vantaggio della conduzione in via economica accennando alla qualità e quantità dei raccolti possibili da realizzarsi, soggiungendo infine che di fronte all’eventualità di cinque o sei domande di risarcimento di danni uguali a quella dell’Amministrazione Wimpffen, il Comune, anche perdendo tutta la raccolta, cosa assolutamente impossibile, verrebbe a risentirne un utile di circa un centinaio di lire.
Per tutto ciò la Giunta propone unanime al Consiglio di provvedere per l’accantonamento delle truppe di transito col tenere in economia il prato annesso allo Stabile Municipale per utilizzarlo per alloggio dei soldati e dei cavalli, collocando i carri e i pezzi d’artiglieria in Via Ortazzo o in Via Galzignana.
Aperta la discussione il Consigliere Mario ritiene che l’assegnare ai carriaggi un posto alquanto lontano dal luogo di accantonamento delle truppe e dei cavalli possa anche non riescire di piena soddisfazione dei comandanti.
Piva, Assessore, avverte che anche altrove, se non si può fare a meno, si adotta lo stesso sistema. Accenna al Comune di Padova, che pone i cavalli e la truppa in varie e sparse località, nel mentre che riunisce carri e cannoni nel Prato della Valle.
Il Presidente osserva che anche in Battaglia s’è fatto nell’istesso modo altre volte, e cioè collocando i cavalli e i soldati nei prati della fiera e i carriaggi e le batterie nel Piazzale di Via Galzignana.
Rinaldi sa che i danni che recano soldati e cavalli sono gravi davvero; e se a ciò si aggiungono le licenze che, senza il divieto ed anzi talvolta con la compartecipazione dei superiori, si prendono i soldati commettendo atti assolutamente di prepotenza, nessun privato può di certo accordare volontariamente il proprio permesso per l’accantonamento delle truppe di transito.
Mario approva l’idea di usufruire del prato comunale, ma non vorrebbe toglierlo al dr. Rossi, che certamente lo terrebbe di buon grado. Domanda al Sindaco se ci fosse un modo di conciliare la questione.
Il Presidente risponde che ha tenuto parola di ciò al dr. Rossi, il quale terrebbe volentieri il prato assoggettandosi alla servitù di alloggiarvi le truppe, purchè di volta in volta ne fosse liquidato il danno. Soggiunge che, sulla base di altre volte, ha offerto invece al dr. Rossi una riduzione nel prezzo di fitto, cosa che non fu accettata perchè, a suo avviso, non rispondente il ribasso all’entità del presunto danno.
Maggion trova più opportuna e conveniente la proposta della Giunta, ed anzi la ringrazia per averla fatta.
Dalla Vecchia pure crede sia miglior cosa la conduzione del prato in economia, sia per non incorrere nel pericolo di vedere scomparire l’intero affitto in compensi per danni, e sia anche per potere in un breve periodo di esercizio, tenere esatto conto e farne una media del danno che può arrecare la truppa al raccolto, in modo da potere in seguito riaffittare il prato per quel prezzo annuo che effettivamente si meritasse.
Esaurita la discussione il Presidente pone ai voti la proposta della Giunta di tenere in economia il prato annesso al Municipio dal 7 Ottobre 1896 in avanti allo scopo di provvedere per l’accantonamento delle truppe di transito, proposta che è approvata con voti unanimi espressi per alzata e seduta.
Letto e sottoscritto.
Gio. Maletti
24 Gennaio 1900
QUATTRO FESTE NAZIONALI
1. Candeo Silvio | 7. Vernoni Damiano | |
2. Maletti Cav. Giovanni | 8. Mario Nob. Ing. Antonio | |
3. Salmaso Giacomo | 9. Neri Vittorio | |
4. Piva Giuseppe | 10. Sette Giuseppe | |
5. Ceresoli Gaetano | 11. Vascellari Gio. Batta | |
6. Canazza Spiridione | 12. Volner Emilio |
1. Maggion Ezechiele | 5. Moscon Francesco | |
2. Stefani Antonio | 6. Canella prof. Giuseppe | |
3. Bernardi Achille | 7. Turlon Giovanni | |
4. Rinaldi cav. uff. Francesco | 8. Cavagnari prof. cav. Antonio |
Visto che il numero degli intervenuti è legale il Sig. Maletti cav. Giovanni, Sindaco, assume la presidenza e, dichiarata aperta la seduta, chiama all’ufficio di scrutatori i Signori Candeo Silvio, Volner Emilio e Vernoni Damiano.
Indi si passa all’ordine del giorno
Soggiunge che essendosi sciolta la Società Filarmonica subentrò ad essa la Fanfara, che ancor questa poi si spense per rinascere negli ultimi anni e che infine da breve tempo si è ricostituita anche la Banda, la quale si espose già al pubblico in occasione dell’ultimo Natalizio di S. M. la Regina e nel primo d’anno.
Continua dicendo che trova inutile tener presente quanto è educativa ed istruttiva per il paese la rinata istituzione, nè parla di sussidiaria come fanno molti altri Comuni della Provincia di Padova, fra cui parecchi di assai minore importanza di Battaglia per censo, per industrie e commerci; espone solo l’idea della Giunta di ripristinare il vecchio uso di solennizzare le feste Nazionali e i Natalizi dei Regnanti nella forma più decorosa che ci è consentito dalle condizioni locali. Dopo aver notato che una delle più geniali e nobili usanze è quella di rallegrare le festività con liete armonie, soggiunge che la Giunta amerebbe richiedere il concorso del Corpo Musicale cittadino per solennizzare le fauste ricorrenze della azione.
Conclude avvertendo che, con tale intento, ha conferito con la Presidenza della Società Filarmonica, ed è in grado di assicurare che la Banda si presterebbe volonterosa dietro il pagamento d’una tenue retribuzione.
L’Assessore Piva ricorda i precedenti compensi dati al Corpo Bandistico, i quali si aggiravano intorno alle L. 30 per servizio, e trova che per le quattro solennità del Natalizio del Re, dello Statuto, del 20 Settembre e del Natalizio della Regina, si potrebbe prestabilire la quota fissa per quest’anno di L. 100.
Il Consigliere Candeo trova molto conveniente il proposto modo di solennizzare le quattro ricorrenze innanzi accennate, specialmente nella considerazione che per quasi un trentennio si era adottato lo stesso sistema.
I Consiglieri Vernoni e Canazza trovano troppo tenue il compenso di L. 100 da darsi al Corpo musicale, e crederebbero fosse conveniente elevarli almeno a L. 200.
Parlano poi l’Assessore Neri e i Consiglieri Mario e Volner appoggiando le idee della Giunta. Quindi il Presidente propone di solennizzare le due feste della Nazione e i Natalizi degli Augusti Regnanti con l’esporre, come di solito, le bandiere Nazionali e col far suonare la Banda cittadina, corrispondendo però a questa una retribuzione comprensiva di L. 100 per il corrente anno, da pagarsi col fondo a calcolo per le spese impreviste.
Tale proposta è approvata con voti favorevoli dodici, nessun contrario, espressi per alzata e seduta.
Gio. Maletti
8 Agosto 1900
L’ASSASSINIO DI UMBERTO I
L’assassinio del Re Umberto I. Illustrazione di Achille Beltrame.
Achille Beltrame [Public domain], attraverso Wikimedia Commons.
Convocato il Consiglio Comunale per deliberazione di Giunta del 5 Agosto corr. si è il medesimo riunito in seguito ad invito della stessa data n. 997, nelle persone dei signori:
1. Candeo Silvio | 9. Sette Giuseppe | |
2. Candeo Sivio | 10. Vascellari Gio. Batta | |
3. Maletti cav. Giovanni | 11. Moscon Francesco | |
4. Bernardi Achille | 12. Canella prof. Giuseppe | |
5. Ceresoli Gaetano | 13. Turlon Giovanni | |
6. Vernoni Damiano | 14. Volner Emilio | |
7. Mario Nob. Ing. Antonio | 15. Cavagnari prof. cav. Antonio | |
8. Rinaldi cav. uff. Francesco |
1. Maggion Ezechiele giustificato | 4. Canazza Spiridione giustificato | |
2. Salmaso Giacomo giustificato | 5. Neri Vittorio giustificato | |
3. Piva Giuseppe giustificato |
dopo d’aver pregato i Sigg. Candeo Silvio, Rinaldi cav. uff. Francesco e Bernardi Achille.
Indi pronunzia le seguenti parole:
Signori!
Il Re buono, leale e generoso, Umberto Primo di Savoia, non è più! Mano assassina Gli tolse la vita in Monza nelle ultime ore del 29 Luglio p.p., gettando nel dolore, nell’immenso cordoglio la Nazione intera.
L’immane sventura che ci ha colpiti ha prodotto in noi un senso di raccapriccio, poichè la mente non afferra il pensiero che un braccio sacrilego possa protendersi armato contro la Maestà di un Re sì buono, sì leale, sì umanitario.
Si, o Signori, il grido di esecrazione che sfuggì all’Italia, a tutto il mondo civile, non fu meno violento fra noi, ove non è ignoto il Santo ideale della Patria e l’amore all’umanità. Si, in quest’ore mestissime dal palazzo signorile all’umile tugurio, fra le cadenti lacrime dal ciglio eruppe un grido d’infamia e di morte contro la belva umana, la quale in nome di una setta che la civiltà d’oggi dovrebbe distruggere, ha compiuto con la freddezza del calcolo il più barbaro, il più efferrato dei delitti.
Chi mai avrebbe potuto pensare che l’odio, sia pure l’odio settario, doveva scegliere a vittima Colui che era amato e benedetto da tutto un popolo, per la redenzione del quale Egli aveva combattuto e sfidato la morte nei campi di battaglia, là ove più forte ferveva l’urto delle armi nemiche?
Chi avrebbe pensato che un figlio, sia pure il più infame, avesse ad alzare la mano contro il Padre che l’amore il più intenso alla grande famiglia italiana, sua per volontà di popolo, aveva con costanza unica dimostrato sempre, ma segnatamente nei momenti più tristi delle patrie sventure, nelle disastrose calamità, nei flagelli delle epidemie?
Ma ciò avvenne: il fatto era ineluttabile!
Perciocchè stava segnato che il mondo intero dovesse inorridire, che la nostra patria avesse a provare il più grande dei dolori, che all’augustissima Margherita fosse amareggiata perennemente l’esistenza, che alla Regale Maestà di Vittorio Emanuele III fossero bagnati la corona e lo scettro col sangue paterno.
Noi infrattanto imploriamo pace alla grand’anima del Re defunto; e se la terra irrorata dal sangue d’un martire deve essere feconda di bene, venga, sì ben venga quell’unione fraterna, che conscia della sua missione, ammaestrata dalla sventura, sotto l’egida del nuovo Monarca, segni la luminosa via ascendente che dobbiamo percorrere affinchè l’Italia, la nostra Patria, raggiunga i suoi alti destini.
Comunica poi al Consiglio come, appena avuto il tristissimo annunzio, spedì il seguente telegramma:
” Sua Eccellenza Ministro Casa Reale – Monza
Pregola esprimere alla Reale Famiglia sentimenti di vivissimo cordoglio di questa popolazione addolorata profondamente dalla perdita dell’amato Re, fidente sempre nell’Astro di Casa Savoia per raggiungere gli alti destini della patria.
” Cittadini!
Un annunzio ferale ci giunse. La sventura cadde sulla nazione nostra gettando nel lutto chiunque ha ideali di patriota e senso di civiltà:
Il Re Leale, generoso, umanitario non è più! La Patria ha perduto il suo figlio diletto, ogni italiano un padre amoroso e giusto.
f.to Gio. Maletti “
” Sindaco Battaglia
S. M. la Regina ringrazia codesta cittadinanza della viva parte presa al gravissimo lutto della Patria e della Famiglia Reale
Dà poi la parola al Consigliere Mario.
Questi, interpretando le intenzioni dei colleghi, ringrazia la Giunta per quanto ha fatto nella luttuosa circostanza, e si associa interamente al Sindaco nell’espressione d’immenso cordoglio verso la Famiglia Reale e di esecrazione per l’atroce misfatto. Approva poi l’idea del funerale.
Il Consigliere Rinaldi parla dell’orrendo delitto che ha commosso il mondo. Ha dinanzi agli occhi lo strazio della Vedova Regina, la quale anche in quest’occasione ha dimostrato primeggiando come sempre tutte le virtù della donna italiana. Imagina il valore d’un Re che deve raccogliere la corona patema intrisa del sangue il più puro, il più generoso. Rammenta che la morte di Umberto I di Savoia non è il trapasso d’un Sovrano, ma l’assassinio nefando d’un Monarca il più buono, il più amoroso per il suo popolo. Per ciò vorrebbe che la rappresentanza comunale in questa solenne circostanza decretasse un’opera imperitura in memoria del fatto dolorosissimo, ma, rammentando le ristrettezze del Bilancio, amerebbe che almeno il Comune prendesse il lutto per non breve periodo di mesi.
Il Sindaco assicura che il lutto venne ammesso dalla Giunta per sei mesi, e che probabilmente in sede di Bilancio sarà fatta la proposta di onorare più degnamente la memoria del Re martire per la sua bontà e fiducia nel popolo. Parla poi della spesa di circa L. 300 occorrente per i funerali, somma da porre in bilancio sul p. v. esercizio.
l Consiglieri Rinaldi e Mario amerebbero che non si parlasse del limite nella spesa, e solo s’avesse la mira di rendere il più onorevolmente possibile le esequie funebri alla memoria dell’amato Sovrano.
L’Assessore Canella, condividendo l’idea espressa innanzi dal Consigliere Rinaldi, vorrebbe che la popolazione tutta di Battaglia desse un segno imperituro della sua esecrazione per l’orrendo misfatto e di affetto e devozione per il Buon Re assassinato, e in questo intento propone che il Consiglio deliberi di aprire una sottoscrizione popolare, con libertà di offerta, per l’acquisto di una corona di bronzo da appendere nella Sala Consigliare a perenne ricordanza dell’inaudito delitto.
Si approva in massima l’idea dell’assessore Canella e si discute sul limitare la contribuzione ad una quota uniforme, come amerebbe l’Assessore Cavagnari.
Il Consigliere Rinaldi crederebbe opportuno lasciare piena libertà di offerta specialmente per il fatto di poter utilizzare in un’opera di beneficenza, per assecondare anche le aspirazioni del defunto Re, quella somma che avesse a rivangare dall’acquisto della corona.
Il Consigliere Mario si dimostra favorevole per la offerta libera, però con uno scopo solo e ben definito per non creare delle incertezze e dei dubbi negli offerenti a detrimento dell’esito finale.
Così pure sono dello stesso avviso i Sigg. Canella e Cavagnari. Quest’ultimo però condivide l’idea del Consigliere Rinaldi, ma non trova sia questo il momento di parlare di un nuovo impiego delle oblazioni da raccogliersi. Così rimane stabilito
Il Consigliere Mario, sapendo che si celebrerà un ufficio funebre anche nella Chiesa di S.Pietro Montagnon, raccomanda l’intervento dell’autorità.
Il Sindaco risponde che la Giunta ha già deciso di prendere parte anche a quelle onoranze funebri se sarà data comunicazione del giorno in cui saranno eseguite. Propone poi l’invio di due telegrammi, uno di condoglianza e devozione al nuovo Re Vittorio Emanuele III, e uno di con doglianza e ammirazione alla Vedova Regina Margherita.
Il Consiglio approva per acclamazione.
Nel dare poi l’unanime approvazione per il proposto funerale, con incarico alla Giunta rendendo il più possibile degno dell’Illustre Estinto, delibera di pregare il Deputato del Collegio On. Luigi Luzzatti a voler rappresentare anche il Comune di Battaglia alle funebri onoranze che saranno domani rese alla grand’anima di Umberto I in Roma.
Il Sindaco quindi scioglie l’Adunanza con vivissimo rincrescimento d’aver dovuto riunire il Consiglio per sì luttuosa circostanza.
Letto e sottoscritto
Gio. Maletti
18 Settembre 1901
UNA LAPIDE PER IL RE
Convocato il Consiglio Comunale con avviso scritto in data dieci Settembre corrente n. 1221, in base a delibera di Giunta del 1 Settembre pure […], si è il medesimo riunito in
Seduta pubblica | Convocazione prima | Seduta prima |
1. Candeo Silvio | 7. Ceresoli Gaetano | |
2. Maletti Cav. Giovanni | 8. Mario Nob. Ing. Giuseppe | |
3. Piva Giuseppe | 9. Neri Vittorio | |
4. Rinaldi cav. uff. Francesco | 10. Volner Emilio | |
5. Sette Giuseppe | 11. Cavagnari prof. cav. Antonio | |
6. Canella prof. Giuseppe |
1. Maggion Ezechiele | 6. Canazza Spiridione | |
2. Stefani Antonio | 7. Vascellari Giovanni | |
3. Bemardi Achille | 8. Moscon Attilio | |
4. Salmaso Giacomo giustificato | 9. Turlon Giovanni | |
5. Vemoni Damiano |
Visto che il numero degli intervenuti è legale il Sig. Maletti Cav. Giovanni, Sindaco, assume la presidenza e, dichiarata aperta la seduta, chiama all’ufficio di scrutatori i Signori Candeo Silvio, Volner Emilio e Rinaldi cav. uff. Francesco.
Indi si passa all’ordine del giorno
Apre poi la discussione.
Il Consigliere Mario raccomanda solo che ciò che sarà per deliberare il Consiglio venga subito eseguito, poi che ha nella memoria le deliberazioni relative alle onoranze al Re Vittorio Emanuele II e al Generale Garibaldi non completamente eseguite.
Il Presidente osserva che si è ancora in tempo per rimediare alle ommissioni avvenute.
Il Consigliere Rinaldi si dimostra favorevole all’approvazione delle due lapidi già deliberate, ma più di tutto appoggia la raccomandazione del Consigliere Mario.
L’Assessore Cavagnari crede che per incominciare a star ligi alla precedente deliberazione convenga pensare solo alla corona.
L’Assessore Canella ritiene si soddisfi allo scopo della sottoscrizione qualora oltre alla corona si faccia la lapide dal momento che la somma raccolta lo permette. Troverebbe anzi più adatto che sulla lapide sorgesse un ramo di quercia o di alloro in bronzo.
Il Consigliere Mario rileva che l’esistenza della corona implica necessariamente quella della lapide.
Il Consigliere Rinaldi è più favorevole per la lapide col ramo d’alloro perchè più artistica la concezione.
Il Consigliere Candeo amerebbe meglio la corona con una targhetta, spiacente della mancanza delle due lapidi precedentemente deliberate.
I Consiglieri Mario e Sette sono più propensi per la lapide col ramo in bronzo.
L’Assessore Piva osserva al Consigliere Candeo come la commemorazione del Re Umberto I rivesta un carattere ben differente dalle precedenti.
Dopo ancora brevissima discussione, sulla precedenza della votazione, il Presidente pone ai voti la proposta dell’approvazione della corona con targhetta in bronzo, proposta che viene respinta con voti favorevoli quattro, contrari sette, espressi per alzata e seduta. Posta ai voti la proposta dell’apposizione di una lapide con ramo d’alloro si riscontra approvata con voti favorevoli sette, contrari quattro, espressi pure per alzata e seduta.
Il Consiglio dà poi incarico alla Giunta dell’esecuzione della suesposta deliberazione.
Letto e sottoscritto.
Gio. Maletti
L’autore ringrazia la dott.ssa Velia Bevilacqua, Sindaco di Battaglia Terme, per l’autorizzazione all’accesso all’Archivio Comunale e il ig. Gianni Pasetto per aver materialmente facilitato le ricerche.
Franco Marchioro, Echi di storia nazionale nei Consigli Comunali di Battaglia Terme, La Galiverna, Battaglia Terme, 2005 – pagine 11-52 (capitolo I).
Le immagini di questa versione digitale del capitolo I e le relative didascalie sono a cura di BATTAGLIATERMESTORIA.
Ringraziamo la moglie di Franco Marchioro, sig.ra Luciana, per averci dato il consenso alla pubblicazione.
Franco Marchioro
(Este, 1941 – Battaglia Terme 2015).
Laureato in Lettere all’Università di Padova, è stato per oltre tre decenni titolare della cattedra di Letteratura italiana e Storia negli Istituti Tecnici Statali.
Dal 1977 ha abitato a Battaglia Terme.
Ha pubblicato:
Il Museo Civico della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme, La Galiverna 2003.
Battaglia Terme: un piccolo, grande paese, La Galiverna 2004.
Battaglia Terme: paese d’acque, La Galiverna 2004