Echi di storia nazionale negli atti amministrativi del Consiglio Comunale di Battaglia Terme. Capitolo I: dal plebiscito alla morte di Umberto I (1866 – 1900).
ECHI
DI STORIA NAZIONALE
NEI CONSIGLI COMUNALI
DI BATTAGLIA TERME
I. DAL PLEBISCITO ALLA MORTE DI UMBERTO I ( 1866 – 1900 )
Indice
Nota
Documenti
Padova, 1866: Vittorio Emanuele II riceve una deputazione di Veneziani.
Sconosciuto [Public domain], attraverso Wikimedia Commons.
INTRODUZIONE
Non di rado accade di cominciare un lavoro in modo svogliato, quasi per gioco o per motivi del tutto occasionali. Poi, senza una precisa, apparente motivazione, ciò che era scontato e banale diventa interessante, assorbe la nostra attenzione, induce ad approfondire l’indagine, ad affinare l’analisi, a progettare un percorso di ricerca che mai avremmo immaginato all’inizio.
L’esperienza, non certo originale in sé, è tuttavia sicuramente piacevole e costituisce il punto di partenza della presente ricerca. Mi è capitato, recentemente, di leggere alcune deliberazioni del Consiglio Comunale di Battaglia Terme per la cui approfondita comprensione si rendeva necessaria la consultazione di altre che venivano citate con tanto di data, numero e oggetto. Ma, appena rintracciate queste ultime, il fenomeno si ripeteva puntualmente e occorreva consultarne altre ancora. La catena sembrava non avere fine.
Il desiderio di scoprire il primo anello mi ha condotto nell’archivio comunale e qui, accantonati i motivi che mi avevano spinto ad iniziare l’occasionale ricerca, invece di esperire piccole, frammentarie indagini, sollecitato anche dall’Amministrazione comunale, ho affrontato il problema nella sua totalità. Ho preso visione di tutti gli ordini del giorno dei Consigli Comunali di Battaglia, da quando essa è diventata italiana, all’indomani della Terza Guerra di Indipendenza, fino all’inizio del terzo millennio, riportate nei verbali conservati in Archivio.
L’elenco, che comincia il 21 Luglio 1866, abbraccia 136 anni e comprende esattamente 9.320 ordini del giorno. La compilazione in Excel del lunghissimo elenco è stata evidentemente affiancata dalla lettura dei relativi verbali, in particolar modo di quelli riguardanti gli argomenti più insoliti e stimolanti e, poco esperto com’ero di questioni e prassi amministrative, non ho potuto non stupirmi di quanto andavo scoprendo.
Ciò che colpisce immediatamente è innanzitutto il ritorno ciclico e ripetitivo, nell’arco di uno o due anni, dei medesimi argomenti, indipendentemente dallo scorrere dei decenni, dal modo di gestire il potere, dal succedersi delle Amministrazioni, degli uomini e delle impostazioni politiche rappresentate. Ben oltre il 95% delle delibere rientrano in questo quadro.
Altra caratteristica generale è l’estrema burocratizzazione del linguaggio usato dai vari segretari comunali, a partire da Giuseppe Piva, colui che ha compilato il primo verbale, fino a Giovanni Rigoni, il compilatore dell’ultimo testo esaminato. A questo proposito è interessante rilevare come, in generale, l’uso di formulari e di tecnicismi amministrativi sia andato crescendo negli anni ed abbia subito un ulteriore impulso quando alla penna si è sostituita la macchina da scrivere, ed abbia definitivamente trionfato con l’avvento di modelli prestampati. In moltissime delibere del Novecento uno stesso argomento è ripetuto, a distanza di qualche riga, con la medesima formula per tre o quattro volte.
Gli addetti ai lavori, ovvero i protagonisti della presente ricerca, sicuramente troveranno scontate tali osservazioni, ed è più che comprensibile dal momento che l’utilizzo di un certo formulario è fondato su motivazioni ben precise. Ma chi possiede maggior familiarità con altre forme di linguaggio non può non trovare insolito l’utilizzo ossessionante, meccanico e non sempre giustificato di formule che giungono non raramente a svuotarsi di significato. È frequentissimo, ad esempio, l’uso della frase Esaurita in tal modo la discussione riguardante …, quando non c’è stata alcuna discussione, ma solo una sintetica proposta del Sindaco, approvata, tra l’altro, per unanime alzata.
Il lessico è sostanzialmente conservatore, mutuato da tutta la pregressa normativa, e perciò comodo e tecnicamente ineccepibile. Parole come riparto, infante, luminaria, rinnovazione, defonto, indigente, diporto, cursore, scrivano, ecc., sopravvivono negli atti consiliari molto più a lungo che nel linguaggio comune, sempre aperto ad assorbire neologismi e ad abbandonare parole logore ed ingiallite.
La lettura dei verbali, a meno che non sia finalizzata alla ricerca di un argomento specifico, non è certo coinvolgente e suscita, soprattutto, una noia assoluta. Tuttavia, qua e là, in mezzo alle centinaia di delibere riguardanti i conti preventivi e consuntivi, i regolamenti normativi, il trattamento economico del personale, le tabelle di imposte e tasse, l’erogazione di contributi ad enti, la manutenzione di strade, ecc. ci si può imbattere in alcuni argomenti di più ampio respiro che, in qualche modo, si collegano a fatti e vicende di risonanza nazionale.
Sono questi i temi che costituiscono l’oggetto della presente ricerca. Utilizzando l’elenco compilato, sono stati individuati tutti i verbali, o le parti di essi, nei quali sono presenti, direttamente o indirettamente, gli eventi della storia e della cronaca italiana, a partire appunto dal 1866. Sono solamente 183, neppure il 2% dell’intero elenco. Va però precisato che sono stati omessi tutti quegli atti che, pur riguardando questioni che travalicano i confini comunali, si ripetono meccanicamente senza alcuno sviluppo degno di nota, come, ad esempio, la corresponsione di quote associative ad Enti o Associazioni nazionali. La percentuale di cui sopra si riduce praticamente a zero nelle decine di migliaia di delibere di giunta.
A questo punto si imporrebbe una serie di considerazioni molto articolata e chiarificatrice, ma, per non appesantire troppo la presente, sintetica ricerca, ci si limita solo ad alcune.
È evidente che i lavori di qualsiasi Consiglio comunale si svolgono all’interno di una normativa provinciale e nazionale e perciò, teoricamente, in qualsiasi decisione consiliare si riflettono e sono presenti vincoli sovracomunali o nazionali, ma la scelta operata va al di là di questo aspetto puramente legislativo e tende a porre in risalto l’eco che le grandi vicende della storia nazionale hanno suscitato all’interno dei Consigli comunali di Battaglia.
È importante sottolineare, inoltre, che anche questi ultimi argomenti, tranne rare eccezioni, entrano in Consiglio comunale non tanto per la loro importanza storica o culturale, quanto perché incidono sul bilancio che, in questo modo, sembra ergersi ad arbitro assoluto di ogni vicenda. Così accade, ma è solo un esempio, che per ben cinque volte si sia discusso, e anche animatamente, sulle celebrazioni per il V Centenario della morte di Francesco Petrarca, e che, di fatto, non trovino spazio adeguato eventi macroscopici come la presa di Roma, le avventure coloniali, il crollo del Fascismo, la nascita della Repubblica, ecc.
I Verbali sono stati riportati integralmente nella loro veste originale, sia per il doveroso rispetto nei confronti di una precisa e concreta realtà storica costituita da uomini e prassi amministrative, sia perché i mutamenti e l’evoluzione di queste ultime sono pur essi parte della ricerca. Gli omissis sono stati introdotti solo per togliere brani assolutamente estranei. Si potranno notare così l’uso disinvolto delle maiuscole e della punteggiatura, nonché la sintassi personalizzata e la struttura del periodo che rispondono, in parte, all’uso mutevole dei tempi, in parte alle inclinazioni specifiche dei vari Segretari comunali, più attenti sicuramente agli aspetti burocratici-amministrativi della loro funzione che a quelli linguistici.
Non va, inoltre, dimenticato che noi conosciamo l’andamento delle varie sedute consiliari solo attraverso il resoconto sintetico che i Segretari stessi ne hanno fatto, e non nella loro realtà effettiva. Si tratta, in definitiva, di un riassunto che, per quanto preciso, puntuale e completo, tranne i pochi casi che prevedono la riproduzione letterale di determinati documenti, è, per definizione, sommario ed essenziale. Su questi verbali lo scrivente è intervenuto solo raramente, introducendo il segno […] per indicare la presenza di una parola indecifrabile o per correggere qualche evidente errore meccanico.
La ricerca è stata attenta e rigorosa, ma non si possono escludere omissioni e carenze. I risultati mi auguro siano interessanti, perché permettono al lettore appassionato di storia locale di esaminare decine e decine di documenti che testimoniano i comportamenti e le reazioni dei Battagliensi, o meglio dei loro rappresentanti, durante l’ultimo secolo e mezzo, di fronte al succedersi degli avvenimenti italiani, pur con le riserve che ho esposto precedentemente.
L’intera documentazione è stata divisa in sei capitoli:
I. Dal plebiscito alla morte di Umberto I ( 1866 – 1900 ).
II. Il primo Novecento e la Grande Guerra ( 1901 – 1918 ).
III. Dopoguerra e Fascismo ( 1919 – 1939 ).
IV. Seconda guerra mondiale ( 1939 – 1945 ).
V. La Repubblica da E. De Nicola a G. Saragat ( 1946 – 1971 ).
VI. La Repubblica da G. Leone a C. A. Ciampi ( 1972 – 2002 ).
Ogni capitolo è costituito da una Nota introduttiva seguita dalla raccolta cronologica dei Documenti. Nella Nota introduttiva si è cercato di evidenziare il rapporto tra le discussioni consiliari e la storia e la cronaca italiana, nonché un nesso di consequenzialità logica e temporale tra di esse, pur nella consapevolezza che, come scrive Montale,
La storia non si snoda
come una catena
di anelli ininterrotta.
e che
In ogni caso
molti anelli non tengono.
Occorre ripetere, inoltre, che la presenza o meno all’interno dei lavori consiliari di determinati argomenti è quasi sempre vincolata all’incidenza da essi esercitata sul bilancio e perciò quanto sopra non può sicuramente avere un valore assoluto.
Un’ultima osservazione. I due capitoli conclusivi riguardano vicende i cui protagonisti godono tutt’oggi ottima salute. Lo scrivente ha cercato, nelle note introduttive, di mantenersi estraneo alla contesa politica e di muoversi su un piano di assoluta obiettività, ma, com’è noto, non è possibile spogliarsi delle proprie idee. Non c’è alcun problema: come chi scrive ha espresso le sue opinioni, altrettanto può fare chi legge.
F.M.
6 Febbraio 1867. La Gazzetta del Regno | 1 Maggio 1867. Una nuova bandiera | 8 Maggio 1867. Il casermaggio austriaco – Il passaggio di Vittorio Emanuele II | 5 Luglio 1867. I Battagliensi caduti nelle guerre di indipendenza | 20 Maggio 1868. Pier Fortunato Calvi | 13 Ottobre 1869. Pietro Paleocapa: una gloria italiana | 24 Novembre 1871. Il censimento generale del Regno – I fratelli Giovanni e Lodovico Canazza | 29 Maggio 1872. Relazione finale e compensi per il censimento | 30 Aprile 1873. Il padre della prosa italiana – Un Genio Sublime | 30 Aprile 1873. L’asta del casermaggio austriaco | 12 Settembre 1873. Il sommo Petrarca | 29 Ottobre 1873. Quinto centenario di F. Petrarca | 4 Febbraio 1874. La nuova letteratura nazionale | 3 Luglio 1874. Una festa per Francesco Petrarca – Un monumento per Giuseppe Giusti | 26 Aprile 1876. Le Feste Petrarchesche | 3 Gennaio 1877. Nuovo contributo per la commemorazione di Petrarca | 6 Febbraio 1878. La morte di Vittorio Emanuele II | 12 Ottobre 1878. Il monumento romano a Vittorio Emanuele | 21 Giugno 1882. In memoria di Giuseppe Garibaldi | 15 Ottobre 1884. L’anima del Nazionale riscatto | 30 Marzo 1887. Il terremoto in Liguria | 24 Settembre 1890. Gli incendiati del Comelico | 3 Maggio 1893. L’Istituto Nazionale Umberto e Margherita | 1 Luglio 1896. Le truppe di transito | 24 Gennaio 1900. Quattro feste nazionali | 8 Agosto 1900. L’assassinio di Umberto I | 18 Settembre 1901. Una lapide per il Re
I
DAL PLEBISCITO
ALLA MORTE DI UMBERTO I
( 1866 – 1900 )
Nota introduttiva
Padova, 1866: dimostrazione popolare a favore dell’annessione al Regno d’Italia.
Sconosciuto [Public domain], attraverso Wikimedia Commons.
Il giorno dopo l’infausta battaglia di Lissa, lo stesso giorno in cui Garibaldi vince a Bezzecca e alla vigilia dell’armistizio tra la il regno di Prussia e l’impero d’Austria, il 21 Luglio 1866, il Presidente del Consiglio Comunale di Battaglia, Alessandro Selmi, apre i lavori dell’Assemblea alludendo, davanti a ventidue persone, ai supremi momenti che si stanno vivendo e alla piena e vera libertà che cercammo e trovammo dopo sì lungo tempo.
Il 3 Ottobre, il plenipotenziario Luigi Menabrea firma a Vienna il Trattato di pace che pone fine a quella che gli Italiani chiamiamo Terza Guerra di Indipendenza e diciotto giorni dopo, il 21 e il 22 Ottobre, un plebiscito sancisce l’annessione del Veneto al giovanissimo Regno d’Italia. Su una popolazione di 2.603.009 abitanti i votanti sono 647.426. I voti contrari sono 69.
Battaglia dunque diventa italiana.
L’abbonamento alla Gazzetta Ufficiale del Regno e l’acquisto di una nuova, regolamentare bandiera nazionale sono i primi due atti che testimoniano lo storico avvenimento.
Ma, per alcuni anni, sono ancora le vicende della guerra del ’66 e, più in generale, dell’ex dominazione austriaca ad affiorare nei lavori del Consiglio. Vengono così pagati al Magazzino Idraulico 61.30 fiorini, pari a lire 151.35, per le torce a vento e altre luminarie utilizzate per festeggiare il passaggio del Regio Esercito e di Vittorio Emanuele II, presente a Venezia il 7 Novembre 1866, e sono messe all’asta e vendute le coperte, le brande, le rastrelliere, le stufe abbandonate dai soldati austriaci. Contemporaneamente si rende il doveroso omaggio ai soldati battagliensi caduti o feriti nelle guerre di indipendenza, tra i quali il capitano Lodovico Canazza, aiutante del generale Ferdinando Augusto Pinelli, ferito a Milazzo il 20 Luglio 1860.
L’anno successivo la presa di Roma, fatto storicamente assai rilevante, ma che lascia solo sbiadita traccia nei lavori consiliari, con Legge 20 Giugno 1871 viene indetto il censimento generale della popolazione del Regno. L’Amministrazione locale, forse colta di sorpresa e sicuramente preoccupata per le laboriose pratiche e fra le altre quella della numerazione di nuovo di tutti i fabbricati del Comune, ricorre all’aiuto di persona ritenuta idonea e capace, un certo Andrea Ferrari. Di costui, di come si siano svolte le operazioni e, soprattutto, dei risultati del censimento non vi sono altre notizie se non, come sempre, quelle riguardanti i compensi erogati al personale incaricato di espletare il servizio. Al segretario comunale Giuseppe Piva, responsabile dell’intera operazione, vengono corrisposte lire 300.
È questo il periodo in cui il neonato, fragile Regno d’Italia sente il bisogno di consolidare la sua identità politica e culturale e perciò costruisce monumenti dovunque. Il Consiglio viene letteralmente investito da una lunga serie di richieste di contributi per l’erezione di statue e la dedicazione di targhe commemorative: Pier Fortunato Calvi, Pietro Paleocapa, Giovanni Boccaccio, Tiziano, Giuseppe Giusti, Vincenzo Monti, Camillo Cavour e, più tardi, Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
Con particolare entusiasmo viene accolta la proposta riguardante la costruzione in Padova di un monumento a Pietro Paleocapa, Gloria Italiana … sommo Idraulico … valido Patriotta per merito del quale fu cessato quello spasimo a cui davansi i comunisti al frequente succedersi della irruenza di questi Canali da cui è bagnato il paese. Solo per Vincenzo Monti, pur incensato come precursore della nuova Letteratura Nazionale, la risposta è negativa.
Nel 1874 ricorre il quinto centenario della morte di Francesco Petrarca. Battaglia è uno dei cinque Comuni, insieme con Padova, Este, Monselice ed Arquà che versa il proprio contributo per commemorare degnamente il poeta. Per ben cinque volte il Consiglio discute sull’argomento, ma il motivo di tanta attenzione non è l’eccezionale levatura culturale e poetica del cantore di Laura, quanto la ripartizione delle spese tra i comuni interessati e i debiti contratti dal Comitato promotore. Una violenta epidemia di difterite, inoltre, obbliga gli amministratori a non allargare troppo i cordoni della borsa.
Sul finire dell’Ottocento l’economia del Comune non è florida e il bilancio ne risente, tuttavia Battaglia, già colpita colla epidemia del cholera e poi del vaiolo quest’ultima ancor dominante, non respinge le richieste d’aiuto delle popolazioni liguri colpite dal terremoto del 23 febbraio del 1887, durante il quale Diano Marina è pressoché distrutta, del comune di S. Niccolò del Comelico devastato da un drammatico incendio, e non si sottrae all’obbligo morale di offrire un contributo, se pur modesto e nonostante qualche perplessità, a favore dell’Istituto Nazionale Umberto e Margherita che si sta costituendo in Roma allo scopo di aiutare gli orfani degli operai morti sul lavoro.
Sono comunque le feste e i drammi dei Savoia che chiudono il secolo, al di là di una lunga discussione riguardante antiche servitù militari di origine napoleonica. Nella seduta del 24 Gennaio 1900, il Presidente del Consiglio, il Sindaco Giovanni Maletti, propone di festeggiare solennemente le feste nazionali, ovvero la presa di Roma e la concessione dello Statuto nonché i natalizi degli Augusti Sovrani, con sventolii di bandiere e al suono della banda municipale. Ma poco più di sei mesi dopo, l’8 Agosto, inizia con queste parole il suo commosso discorso funebre: Il Re buono, leale e generoso, Umberto Primo di Savoia, non è più! Mano assassina Gli tolse la vita in Monza nelle ultime ore del 29 Luglio p.p., gettando nel dolore, nell’immenso cordoglio la Nazione intera.
Nessuna eco, in questi trentacinque anni, neppure fioca, di Mazzini e di Pio IX, del tramonto della Destra storica e della questione romana, della nascita del socialismo e dell’avventura coloniale in Africa, di De Pretis e di Crispi. Sconosciuta la politica estera del Regno. È una conferma che solo ciò che pesa immediatamente sul bilancio è oggetto di attenzione. Unica, ma parziale eccezione, la morte di Umberto I, perché anche in questa occasione, dopo le dovute celebrazioni, dovendo fare eseguire nel modo più decoroso possibile le funebri esequie, di discute della spesa di circa L. 300 occorrente per i funerali.
L’incipit del verbale dell’8 agosto è impreziosito, però, da un piccolo ma accuratissimo disegno a penna: una bandiera nazionale abbrunata ed inchinata verso il centro della pagina.
Documenti
6 Febbraio 1867
LA GAZZETTA DEL REGNO
La testata della Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del 5 novembre 1866, in cui fu pubblicato il decreto di annessione del Veneto e di Mantova. Il 6 febbraio 1867 il Consiglio Comunale di Battaglia decise di associarsi alla Gazzetta del Regno.
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
L’anno 1867 mese di febbraio giorno 6 di mercordì ore 9 ant.
omissis
2. Neri Gio. Batta
3. Mengotto Giacinto
4. Meggiorato Bortolo
5. Mario nob. Francesco
6. Mincio Bemardo
7. Canazza Domenico
8. Cavazzana Antonio
9. Giro Marco Antonio
Dopo fatta dare lettura dal Presidente del Decreto stesso invita i Signori Consiglieri. Ed i Signori Consiglieri sulla mozione del sig. Antonio Candeo, deferiscono la loro facoltà ai Signori Assessori Municipali lasciando agli stessi di preferire quel mezzo che ottemperi al dovere dei Comuni derivato nell’argomento dall’art.115 allinea 16 evitando però una doppia spesa per lo stesso scopo. Frattanto ammettono la somma in via di avviso di lire 46.
Fu riconosciuta dal Signor Presidente … omissis … approvata la proposta con voti favorevoli 11 contrari niuno, resi col sistema dell’alzata e seduta.
B.Mincio
1 Maggio 1867
UNA NUOVA BANDIERA
La bandiera del Regno d’Italia (1861-1946), già bandiera del Regno di Sardegna (1848-1861).
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per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Questo giorno di mercordì primo Maggio 1867 ore 9 di mattina
Alessandro Sette Assessore Anziano
Bernardo Mincio Assessore
Nob. Francesco Mario Consigliere
Giobatta Neri Consigliere
Achille Perugini idem
Marco Antonio Giro idem
Antonio Candeo idem
Pietro Scapin idem
Nob. Giovanni Guerra idem e Assessore Supplente
Antonio Cavazzana idem
Bortolo Meggiorato idem e Assessore Supplente
Domenico Canazza idem.
Risultando legale il numero degli intervenuti per la regolarità delle deliberazioni il Signor Presidente dichiarò aperta la seduta d’oggi per poter occuparsi degli argomenti sopradescritti che fino da ieri mattina sono deposti nella presente sala.
Posta a votazione la parte così conchiusa è approvata con favorevoli 12 contrari niuno per alzata e seduta.
Antonio Sette
8 Maggio 1867
IL CASERMAGGIO AUSTRIACO
IL PASSAGGIO DI VITTORIO EMANUELE II
Il Re d’Italia Vittorio Emanuele II in una incisione del 1872.
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Regnando Sua Maestà Vittorio Emanuele II
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Questo giorno di mercordì 8 Maggio 1867 ore 9 di mattina
2. Sette Alessandro
3. Mincio Bernardo
4. Neri Gio.Batta
5. Mario nob. Francesco
6. Meggiorato Bortolo
7. Mengotto Giacinto
8. Cavazzana Antonio
9. Frigerio Giovanni
10. Canazza Domenico
11. Giro Marco Antonio.
Avviene adunque fra pochi giorni che l’Ufficio va ad entrare nel bisogno di occuparsi del modo di utilizzare di molta sostanza e che la Giunta avrebbe oramai pensato che fosse doveroso devenire alla vendita trattandosi che sono effetti per la maggior parte deperibili e secondo le nuove disposizioni non adatte nel caso eventuale che questa sostanza fosse ancora designata per acquartieramento militare. Il Presidente ha poi osservato essere dovere prima di tutto di trattenere alcuni di quelli effetti agli usi della Guardia Nazionale che sono già dalla Compagnia adoperati, cioè 12 coperte, due tavolati completi per uso dei due Corpi di Guardia, alcune rastrelliere per fucili ed inoltre quattro stuffe di ghisa che si venderebbero assai meschinamente e che al Comune costano enorme somma.
Nell’accarezzare la massima dell’alienazione il Municipio avrebbe fatto assegno di poter valersene onde provvedere all’acquisto già deliberato delle uniformi per quei militi della Guardia azionale che ne rifondono il prezzo, e che per ciò […] di caricare il bilancio di quest’anno già abbastanza grave di pesi. Del resto gli oggetti che il Comune possiede sono quelli descritti negli Inventari e Stime di cui si dà lettura per mezzo del Segretario Comunale.
Dopo poche discussioni e ritenuto che per il cambiato sistema di approvvigionamento delle caserme più non occorrano gli effetti di casermaggio si delibera la vendita per asta pubblica a lotti separati onde trame un moglior prodotto data facoltà alla Giunta di curarne l’esecuzione, meno quelli oggetti che possono essere utili di conservarli, […] sui conti di quest’anno l’introito.
Questa mozione venne unanimemente approvata con voti favorevoli 11 contrari niuno dati per alzata e seduta.
Si persuadono i Signori Consiglieri della necessità di desistere da ogni atteggio che non sortirebbe alcun effetto ed ammettono quindi in massima di effettuare il pagamento a carico del Comune. Sollevatasi la questione se dovesse ripetersi rifusione di n. 20 torci a vento usati specialmente dalla Società Filarmonica, e di altri n. 30 occorsi a fornire al Generale di Divisione Sig. Cosenz viene unanimemente deliberato in senso negativo per alzata e seduta, trattandosi di somma di poco momento e per uno scopo tornato ad onore del Comune.
Quindi è posta a partito la seguente mozione. E’ aperta in bilancio la partita di Lire 151,35 pari a f.ni 61,30 per dare pagamento degli effetti di luminaria e combustibile usati per festeggiare nel 1866 il passaggio di qui dell’Augusto Nostro Re e dell’Esercito. Autorizzato il Signor Sindaco a verificarlo sia contribuendo la somma che acquistando gli effetti da restituirsi al Magazzeno secondo esso trovarsi miglior interesse per il Comune. E’ approvata per alzata e seduta con voti favorevoli 10 contrari niuno
G.Guerra
5 Luglio 1867
I BATTAGLIENSI CADUTI NELLE GUERRE DI INDIPENDENZA
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
L’anno 1867 mese di Luglio giorno 5 venerdì ore 9 ant.
Consiglieri presenti
2. Alessandro Sette Assessore Anziano
3. Mincio Bernardo Assessore
4. Giro Marco Antonio
5. Perugini Achille
6. Neri Gio.Batta
7. Meggiorato Bortolo
8. Mengotto Giacinto
9. Canazza Domenico
10. Frigerio Giovanni
2. Scapin Pietro
3. Candeo Antonio
Questi giovani trassero quivi i loro natali e la loro gloria è gloria di Battaglia. Ad eternare la memoria ed onorarne il nome già da tempo alcuni cittadini nutrivano la idea di mandare ai posteri le gesta di quei valorosi connazionali con una lapide particolare da applicarsi in sito opportuno.
[…] Parecchi Cittadini in questo punto producono una preghiera che la funzione cioè vada unita al trasporto delle ceneri del compianto Capitano Canazza posto che vi è la opportunità giacchè il cadavere sia deposto in paese non lontano ed in località designata, sicchè non può effettuarsi per l’altro caduto Manfrè. Ed a conseguire un tale prelievo offrono di concorrere con una somma determinata che […] alleviamento del Comune.
Ciò premesso fra i Signori Consiglieri si convenne, facendo plauso alla iniziativa del Municipio, sulla seguente
A sovraintendere la contemporanea funzione e sostenere il dispendio viene dato incarico alla Giunta chiamando nel proprio tema i Consiglieri Perugini e Mengotto. Approvata unanimemente per alzata e seduta.
G.Guerra
20 Maggio 1868
PIER FORTUNATO CALVI
Il monumento a Pietro Fortunato Calvi eretto a Noale (VE). Il Consiglio Comunale di Battaglia deliberò di concorrere alla spesa del Monumento con la somma di L. 20.
Pivari.com [CC BY-SA 4.0], attraverso Wikimedia Commons con modifiche.
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Questo giorno di Mercordì 20 Maggio 1868 ore 9 di mattina.
omissis
2. Meggiorato Bortolo Consigliere
3. Sette Alessandro Consigliere
4. Mario nob.Francesco Consigliere
5. Neri Gio.Batta Consigliere
6. Giro Marco Antonio idem
7. Canazza Domenico idem
8. Giustiniani Girolamo idem
G.Guerra
13 Ottobre 1869
PIETRO PALEOCAPA: UNA GLORIA ITALIANA
Ritratto di Pietro Paleocapa.
Alzano_PPelliccioli_05.jpg: Ago76derivative work: Luigi Chiesa [CC BY-SA 3.0], attraverso Wikimedia Commons con modifiche.
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Questo giorno di Mercordì 13 Ottobre 1869 ore 9 ant.
2. Mengotto Giacinto
3. Perugini Achille
4. Alberghini Domenico
5. Neri Gio.Batta
6. Maggion Gio.Batta
7. Canazza Domenico
8. Sette Alessandro
9. Caonero Giuseppe
2. Scapin Pietro
3. Selmi Alessandro
4. Giro Gio.Batta
6. Bianchini Pietro.
Esternando tali sentimenti di piena riconoscenza il Consiglio per acclamazione incarica la propria Giunta di concorrere con 4 azioni ciascheduna di L. 5 e quindi allogando la complessiva somma di L. 20.
G.Guerra
24 Novembre 1871
IL CENSIMENTO GENERALE DEL REGNO
I FRATELLI GIOVANNI E LODOVICO CANAZZA
per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d’Italia
Sessione Ordinaria di Autunno 1871 del Consiglio Comunale. Seconda seduta.
2. Perugini Achille
3. Mengotto Giacinto
4. Giro Gio.Batta
5. Caonero Giuseppe
6. Maggion Gio.Batta
7. Meggiorato Bortolo
8. Neri Gio.Batta
9. Scapin Pietro.
Per questo lavoro occorre necessariamente l’assistenza di persona idonea che possa, colla responsabilità del Segretario d’Ufficio, dedicarvisi essendo impossibile che il Segretario stesso possa esclusivamente portare esaurimento anche ad un sì straordinario affare.
Si legge quindi la mozione presa dalla Giunta Municipale addì 19 Novembre 1871 di affermare come assunta da 22 mese stesso e per l’epoca a tutto Gennaio 1871 certo Sig. Andrea Ferrari persona capace, quindi si dà lettura delle preddette Ministeriali Istruzioni 1 Novembre 1871 n. 7044 e si conclude occorrere in via d’avviso la seguente spesa:
a) pel detto Impiegato Straordinario | L. 177.50 | |
b) per la nuova numerazione delle case | L. 105 | |
c) a 5 Commessi incaricati di diramare e ritirare le […] | L. 50 | |
d) Stampati e diverse | L. 67.50 | |
════════ | ||
Sono in tutto | L. 400.- |
Il Consiglio trova pienamente da approvarsi ed approva le misure prese dal Municipio, e mette a disposizione la somma richiesta da sostenersi con articolo apposito nel Bilancio 1872 salvo resa di conto colla quale si avrà contezza del risultato dell’importante operazione che fin d’ora si presagisce sarà per essere conforme al […] della legge.
Quale conclusione è ammessa per unanime alzata.
Sulla proposta del Presidente il Consiglio accetta in piena riconoscenza le fattegli offerte, incaricando la propria Giunta ad accettare i legati stessi, e dispone per la loro custodia. Ciò alla unanimità di voti.
Esaurito l’ordine generale per la Sessione di Autunno 1871, il Presidente la dichiara chiusa in via definitiva, e dopo lettura ed approvazione del presente scioglie l’Adunanza.
A.Selmi