Piante bibliche nel territorio euganeo (2)

Piante bibliche nel territorio euganeo. Seconda parte del catalogo realizzato a seguito della mostra allestita nel 2001 dapprima a Battaglia Terme e poi a Monteortone.
Qui la prima parte.

PIANTE BIBLICHE
NEL TERRITORIO EUGANEO

A cura di
Mariano Brentan
Marcello Milani
Antonio Todaro

4 Le piante della mostra

4.1 Alberi da frutto | 4.2 Le erbe dell’alimentazione | 4.3 Piante tessili | 4.4 Piante degli ambienti aridi | 4.5 Alberi del bosco | 4.6 Piante degli ambienti umidi | 4.7 Fiori del campo | 5 I dolci della mostra

4.1 Alberi da frutto

Vite – Olivo – Fico – Palma – Melograno – Noce – Mandorlo – Melo – Gelso – Cedro

Vite
Vitis vinifera L.
Vitaceae

Vite (Vitis vinifera), illustrazione.

Franz Eugen Köhler, Köhler’s Medizinal-Pflanzen, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Da un punto di vista botanico non si può definirla un albero, ma una pianta rampicante (sarmentosa); tuttavia il suo tronco può raggiungere dimensioni notevoli in piante molto vecchie. È da ricordare che la tradizione ebraica definisce come albero qualsiasi pianta in grado di produrre foglie da un fusto sopra la terra. Il suo areale di origine dovrebbe essere l’Asia mediterranea.
Sui colli Euganei, una vite secolare vive ad Arquà Petrarca sbucando dai muri quattrocenteschi della vecchia Osteria del Guerriero.

«Giunsero fino alla valle di Escol (= grappolo di uva; a nord di Ebron), dove tagliarono un tralcio con un grappolo d’uva, che portarono in due con una stanga (o una portantina), e presero anche melagrane e fichi. Quel luogo fu chiamato valle di Escol a causa del grappolo di uva che gli israeliti vi tagliarono».
(Numeri 13, 23-24)

Tralci, foglie e grappoli d'uva, mosaico, Ravenna, Basilica di S. Vitale.

Tralci, foglie e grappoli d’uva, Arte bizantina, mosaico, Ravenna, Basilica di S. Vitale.

Luca Sartoni from Vienna, Austria, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons, con modifiche.

Olivo
Olea europaea L.
Oleaceae

La pianta dell’olivo, il frutto e la raccolta.

La pianta dell’olivo, il frutto e la raccolta.
Olive e olio.

Olive e olio.

Attribuzioni. Gherardo Cibo, Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche. Foto di Pexels attraverso pixabay, con modifiche.

Albero sempreverde e assai longevo, ama la luce e i terreni aridi e calcarei; originario dell’Asia Minore, è coltivato da tempi antichissimi in tutto il Bacino del Mediterraneo per il valore economico, culturale e religioso. La sua età è difficilmente determinabile sia per la conformazione del fusto, spesso cariato, contorto e cavo, sia perché non forma regolari anelli di accrescimento annuale. Elemento terapeutico, serve a lenire le ferite (Luca 10, 34), a purificare i lebbrosi guariti (Levitico 14, 14-18), a “consolare” i malati (Giacomo 5, 13). In passato, l’olio di oliva mescolato con il vino costituiva il “Balsamo del Vangelo” ed era usato come cura contro le scottature e le escoriazioni superficiali. Nella Bibbia è attestato un uso molteplice dell’olio. per scopi quotidiani, terapeutici e religiosi. Serve ad alimentare le lampade (Levitico 27, 20; Salmo 132, 17; Matteo 25, 3); naturalmente è usato in cucina per il pane e le focacce (I Re 17, 12; Salmo 132, 17; Ezechiele 16, 13-19: unisce fior di farina, miele e olio, per fare probabilmente un dolce); è alla base dei profumi e degli unguenti (Salmi 23, 5; 104, 15; 141, 5; ecc). Molte offerte all’altare avevano l’olio come componente essenziale (Esodo 29, 40; Levitico 2, 4-8). Era simbolo di pace e alleanza (Osea 12, 2; Isaia 57, 7-9; Ezechiele 23, 40-41).
Per la festa delle capanne fu pubblicato questo bando in tutte le città ebraiche in Gerusalemme:

«Andate al monte e portatene rami d’ulivo, rami di olivastro (lett. albero dell’olio), rami di mirto, rami di palma e rami di alberi ombrosi per fare capanne, come sta scritto».
(Neemia 8, 15)

Tra gli olivi Gesù iniziò ad affrontare la sua passione.

«Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono».
(Luca 22, 39)

«Giunsero intanto in un podere chiamato Getsemani (= pressoio dell’olio), ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia…. Andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava …. E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però, non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”».
(Marco 14, 32-36)

Vincent Van Gogh, Oliveto, metà giugno 1889, olio su tela, Otterlo, Kröller-Müller Museum.

Vincent Van Gogh, Oliveto, metà giugno 1889, olio su tela, Otterlo, Kröller-Müller Museum.

Vincent van Gogh, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Fico
Ficus carica L.
Moraceae

Fico (Ficus carica), illustrazione.

Fico (Ficus carica), illustrazione.

User:Kilom691, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

È un albero molto antico che proviene dall’Asia Minore e che si è diffuso in tutto il Mediterraneo per le sue infruttescenze. Sui colli si diceva che il fico poteva essere raccolto quando aveva tre caratteristiche: “colo storto, pele sbregà, giossa in tel naso”.
Con il midollo, nel periodo pasquale, si preparavano le cosiddette colombine, che servivano per ornare il ramo di ulivo benedetto nella settimana santa.

«La donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese il suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture».
(Genesi 3, 6-7)

Wiligelmo, bassorilievo della Genesi, Il peccato originale, Modena, facciata del Duomo.

Wiligelmo, Il peccato originale, Duomo di Modena.
Adamo ed Eva dopo il peccato originale. Dio interroga Adamo ed Eva, Nîmes, facciata occidentale della cattedrale.

Dio interroga Adamo ed Eva, Nîmes.

Wiligelmo, bassorilievo della Genesi, Il peccato originale, Modena, facciata del Duomo.
Adamo ed Eva dopo il peccato originale. Dio interroga Adamo ed Eva, Nîmes, fregio della facciata occidentale della cattedrale.

Photo: Mongolo1984.Corrections: Paolo Villa (light, perspective, crop), CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.
GO69, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Palma
Phoenix dactylifera L.
Palmae

Palma da datteri (Phoenix dactylifera), illustrazione.

Palma da datteri (Phoenix dactylifera), illustrazione.

Descourtilz, J. Theodore.; Descourtilz, M. E.; Pichard., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Di questo albero si scrive nei testi di tutte le religioni e culture mediterranee. Forse è una delle prime piante coltivate. Il tronco esile slanciato può raggiungere una ventina di metri di altezza ed è sormontato da un ciuffo di grandi foglie. Oltre che per i suoi frutti (datteri), ricchi di zuccheri, sali minerali e vitamine, veniva coltivata per ricavare dalla fermentazione dei frutti acerbi una bevanda alcolica e dal fusto fibre tessili per funi, canestri e materiale edilizio. È simbolo di vittoria, di gioia, di resurrezione.

«Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio».
(Salmo 92, 13-14)

Palma (in ebraico Tamar è nome anche di donna, cfr. Genesi 38,6; 2 Samuele 13,1; 14,27). Famosa per le sue palme era Engaddi (sulle rive del Mar Morto):

«(Io, la Sapienza) sono cresciuta come una palma in Engaddi».
(Siracide 24, 14)

Albrecht Dürer, L'entrata di Cristo in Gerusalemme, c.1509-1510, xilografia.

Albrecht Dürer, L’entrata di Cristo in Gerusalemme, c.1509-1510, xilografia.

Nella domenica delle Palme i cristiani ricordano l’entrata festosa di Gesù nella città di Gerusalemme, che dà inizio alla Settimana Santa. La folla accolse Gesù agitando rami di palma, simbolo di vittoria già presso i greci e i romani; per i cristiani significa la vittoria sul peccato e il martirio. I santi che hanno testimoniato la propria fede nella persecuzione,  anche sino alla morte, vengono infatti solitamente raffigurati proprio con un rametto di palma in mano.

Albrecht Dürer, CC0, via Wikimedia Commons, con modifiche.

Melograno
Punica granatum L.
Punicaceae

Melograno (Punica granatum), illustrazione.

Melograno (Punica granatum), illustrazione.

Pubblico dominio, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

Albero originario dall’Asia Minore e naturalizzato in molte aree del Mediterraneo.
Sui colli si può trovare, inselvatichito, nelle siepi maggiormente esposte al sole. Il frutto contiene moltissimi semi di color rosso rubino, succosi e di sapore acidulo. Dalla loro spremitura si otteneva la granatina, una bibita rinfrescante e diuretica. Nelle religioni e culture di molti popoli, gli sono stati attribuiti valori simbolici e mitici: fertilità e discendenza numerosa (Grecia), segno di buon augurio (Asia), ecc.
Melograni stilizzati ornavano le vesti del sommo sacerdote.

«Come un nastro di porpora le tue labbra
e il tuo parlare è soffuso di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota,
dietro il tuo velo».
(Cantico dei Cantici 4, 3)

Sandro Botticelli, Madonna della Melagrana (Madonna col Bambino e angeli), 1487 circa, tempera su tavola, diametro 143,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.

Sandro Botticelli, Madonna della Melagrana (Madonna col Bambino e angeli), 1487 circa, tempera su tavola, diametro 143,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi.

Il Bambin Gesù e Maria Santissima tengono fra le mani la melagrana: la spaccatura del frutto e il color rosso vivo dei suoi semi prefigurano la Passione di Gesù Cristo e il Sangue versato per la nostra salvezza.

Sandro Botticelli, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Noce
Juglans regia L.
Juglandaceae

Noce (Juglans regia), illustrazione.

Noce (Juglans regia), illustrazione.

Brandt, Wilhelm; Gürke, M.; Köhler, F. E.; Pabst, G.; Schellenberg, G.; Vogtherr, Max., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Albero originario dell’Asia centro occidentale, è stato introdotto fin dai tempi biblici in Libano, dove si è naturalizzato. In primavera, prima delle foglie, si formano i fiori maschili e femminili (caulifloria). Da questi si sviluppano drupe rotonde, verdastre, al cui interno si trova la famosa noce commestibile, che contribuì a renderlo noto fin dall’antichità.
Sui colli, il 13 giugno, giorno dedicato alla festa di sant’Antonio, era consuetudine preparare la nosèta, un liquore in cui si immergeva in un litro di grappa una ventina di noci tagliate a pezzi.

«Nel giardino dei noci sono sceso, per vedere verdeggiare la valle».
(Cantico dei Cantici 6, 11)

Gerolamo Tessari, Il prodigio del frumento calpestato, XVI secolo, affresco, Santuario del Noce, Camposampiero (Padova).

Gerolamo Tessari, Il prodigio del frumento calpestato, XVI secolo, affresco, Santuario del Noce, Camposampiero (Padova).

Sant’Antonio, nel suo soggiorno a Camposampiero, desiderava meditare sopra un maestoso noce. Il Conte Tiso VI, che lo ospitava, costruì sopra a quell’albero una celletta fatta di canne. Molti accorrevano per sentire le parole del Santo, danneggiando il frumento che cresceva rigoglioso. Il contadino che coltivava quei campi protestò contro il Santo, che gli chiese di avere fede e di tornare all’indomani. Il mattino seguente il contadino ritrovò il frumento senza alcun danno. L’episodio si colloca nel 1231. Dove si trovava il noce vi è ora il Santuario del Noce.

Girolamo Tessari, detto Del Santo, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Mandorlo
Amygdalus communis L.
Rosaceae

Mandorlo (Amygdalus communis), illustrazione.

Mandorlo (Amygdalus communis), illustrazione.
Mandorlo.

Mandorlo.

Brandt, Wilhelm; Gürke, M.; Köhler, F. E.; Pabst, G.; Schellenberg, G.; Vogtherr, Max., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
Vulcano, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Albero originario dell’Asia occidentale, si è diffuso in tutte le regioni mediterranee, ove viene estesamente coltivato, nei terreni rocciosi ed aridi, per i semi ricchi di olio, proteine, lipidi. È il primo albero da frutto che fiorisce in Palestina dopo l’inverno.
Sui colli, con mandorle, miele e chiara di uovo si preparava il mandorlato.

«Il Signore disse a Mosè: “L’uomo che io avrò scelto sarà quello il cui bastone fiorirà e così farò cessare davanti a me tutte le mormorazioni che gli israeliti fanno contro di voi”.
I capi di Israele diedero a Mosè un bastone ciascuno, secondo i loro casati paterni, cioè dodici bastoni.
Mosè pose quei bastoni davanti al Signore nella tenda della testimonianza.
Il giorno dopo Mosè entrò nella tenda della testimonianza ed ecco il bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito: aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato mandorle».
(Numeri 17, 20-23)
«La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: “Cosa stai vedendo, Geremia?”. Risposi: “Un ramo di mandorlo sto vedendo».
(Geremia, 1, 11)

Cristo e gli Evangelisti, manoscritto, c.1220, Karlsruhe, Germania, Badische Landesbibliothek.

Cristo e gli Evangelisti, manoscritto, c.1220.
Pinturicchio, Assunzione della Vergine Maria, tra 1484 e 1492, Roma, S. Maria del Popolo.

Pinturicchio, Assunzione della Vergine Maria.

Jacopo da Montagnana, Assunzione di Maria, 1494-1496, affresco, Monteortone, Santuario.

Cristo e gli Evangelisti, manoscritto, c.1220, Karlsruhe, Germania, Badische Landesbibliothek.
Bernardino di Betto detto Pinturicchio, Assunzione della Vergine Maria, tra il 1484 e il 1492, Roma, S. Maria del Popolo, cappella Basso Della Rovere.
Jacopo da Montagnana, Assunzione di Maria, 1494-1496, affresco sull’arco dell’altar maggiore, Monteortone, Santuario di S. Maria.

Fino al Rinascimento nelle miniature, nei dipinti e nei bassorilievi, le figure di Gesù Cristo, di Maria Santissima e anche della Santissima Trinità erano spesso racchiuse in una forma a mandorla, che dà loro risalto e le rende solenni. Questa forma, chiamata mandorla mistica, può avere curvatura diversa, fino a divenire una ellisse, ed essere variamente composta. Il primo albero a fiorire in primavera è il mandorlo, che rappresenta così la resurrezione di Cristo. Il frutto, completamente racchiuso nel guscio, simboleggia la natura divina di Cristo nascosta dalla sua natura umana.

medieval, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
Sailko, CC BY 3.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.
Foto a cura di Battagliatermestoria.

Melo
Malus sylvestris Mill.
Rosaceae

Melo (Malus sylvestris), illustrazione.

Melo (Malus sylvestris), illustrazione.

Pubblico dominio, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

È un albero da frutto la cui specie selvatica vive sporadica nei boschi di latifoglie, ai loro margini, sulle pendici solatie e sassose, dal piano fino a circa 1500 metri. È perciò più nordico rispetto alla zona calda medio-orientale.
Sui colli esistevano molte varietà (dessi, rùsene, della rosa, bianconi, mussolini) che venivano mangiate cotte o crude, al termine della cena. Per i più piccoli vi era la pinsa, un dolce che sopravvive solo nei ricordi sbiaditi di chi ha i capelli grigi.

«Come mele d’oro in un vaso d’argento
è una parola detta a tempo debito».
(Proverbi 25, 11)
«Vite, fico, melograno, palma, melo
tutti gli alberi sono secchi, inariditi».
(Gioele 1, 12)

Gelso
Morus nigra L.
Moraceae

Gelso (Morus nigra), illustrazione.

Gelso (Morus nigra), illustrazione.
Gelso, illustrazione di Hieronymus Bock.

Gelso, illustrazione di Hieronymus Bock.

Attribuzioni. 1. Wikipedia Commons, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche. 2. Wikipedia Commons, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Il gelso nero è un albero coltivato per i suoi frutti. Probabilmente è stato portato in Palestina dalla Persia settentrionale insieme al melo, melograno, fico. Il gelso bianco, con le cui foglie si alimentavano i bachi da seta, è originario dalla Cina.
Sui colli era noto con il termine moràro e i bachi da seta come cavalieri. Da tempo i laboriosi cavalieri non si allevano più e il gelso è in via di estinzione L’infuso delle foglie veniva consigliato dall’erborista di Valle S.Giorgio per curare il diabete.

«Posero davanti agli elefanti succo (lett. sangue) d’uva (cf. Genesi 49,11) e di more per stimolarli al combattimento».
(1 Maccabei 6, 34)

Cedro
Citrus medica L.
Rutaceae

Cedro (Citrus medica), illustrazione.

Cedro (Citrus medica), illustrazione.

Biblioteca nazionale polacca, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Arbusto di origine asiatica, è coltivato nelle coste dei paesi mediterranei per il frutto (cedro) ellittico, più grande dei comuni limoni, di forma più appuntita, buccia non troppo liscia ma più tenera e spessa a svantaggio della polpa, che non è molto succosa e ha sapore acido e amarognolo.
Sui colli si faceva bollire a bagnomaria una quantità di succo mista al doppio di zucchero. Si otteneva uno sciroppo che l’erborista di valle S. Giorgio consigliava di bere per la sua azione digestiva.

«Il primo giorno prenderete frutti dell’albero del cedro, rami di palma, rami con dense foglie, e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio, per sette giorni».
(Levitico 23, 40)

4.2 Le erbe dell’alimentazione

Premessa
Per il ruolo di sutura della civiltà ebraica tra l’Oriente, ove è nata l’agricoltura, e l’Europa, ove l’agricoltura si arricchirà dei contributi provenienti da altri continenti, le pagine della Bibbia con i loro precetti, metafore, parafrasi agricole e pastorali, rappresentano il primo capitolo della storia della letteratura agraria occidentale e sono il preludio di quella scienza agronomica moderna che nascerà in Europa.

a) I Cereali

Frumento – Orzo – Sorgo – Panìco (Miglio comune)

Con il termine Cereale si indica una decina di piante appartenenti alla famiglia delle Poaceae (frumento, orzo, avena, segale, miglio, panìco, sorgo) e delle Polygonaceae (grano saraceno). Sono spesso sinonimo di civiltà poiché nelle prime società organizzate questi vegetali assicuravano alla popolazione residente gli elementi essenziali della dieta (grano ed orzo in Asia ed Europa; miglio e riso in Asia; mais in America). Per averli bisogna possedere un bagaglio culturale assai complesso e non scontato (riconoscimento, coltivazione, conservazione, molitura, ecc.) che si è venuto formando dopo una lunga e attenta attività nei paesi limitrofi al Mediterraneo orientale. I cereali e i loro derivati (farina, focaccia, pane), di cui scrive la Bibbia, sono quelli coltivati dai più antichi tempi in Israele, Egitto, Mesopotamia.
La storia della domesticazione di questi semi perciò si identifica con la più remota storia dell’uomo quando da cacciatore e pastore nomade ha ritenuto più opportuno divenire agricoltore stanziale. I recenti progressi delle scienze ausiliarie dell’archeologia, tra cui la datazione radiocarbonica e la paleobotanica, hanno consentito di datare le origini dell’agricoltura a oltre diecimila anni fa.
Ezechiele (4, 9) offre un quadro della nutrizione povera in tempo di carestia: è un’alimentazione monotona e razionata.

«Prendi grano, orzo, fave,
lenticchie, miglio e spelta/farro,
mettili in un recipiente e fattene del pane.
Ne mangerai durante tutti i giorni che tu rimarrai disteso sul fianco, cioè per 190 giorni.
Il cibo che prenderai sarà del peso di venti sicli al giorno (= meno di 200 grammi)».

Il seguente testo sintetizza il nutrimento fondamentale nei doni portati dagli amici in soccorso di Davide che fuggiva dopo il colpo di stato tentato dal figlio Assalonne.

«Quando Davide giunse a Macanaim (in fuga dal figlio Assalonne)… portarono [letti e tappeti: solo in greco], coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, miele, latte acido e formaggi di pecora e di vacca, per Davide e la sua gente perché mangiassero; infatti dicevano: “Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto”».
(2 Samuele 17, 28-29)

Frumento
Triticum durum Desf.
Poaceae

Varietà di frumento (Triticum), illustrazione.

Varietà di frumento (Triticum), illustrazione.
Piantagione di frumento (Triticum aestivum).

Piantagione di frumento.

Amédée Masclef, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
© Hans Hillewaert, CC BY-SA 3.0 da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea, annua, originaria dall’Asia Minore e coltivata da tempi antichi nell’area mediterranea. per i suoi frutti secchi, duri, oblunghi, di color giallo e a sezione triangolare. Dopo la mietitura, le pecore potevano cibarsi di tutto ciò che era rimasto.
Al genere afferiscono anche le specie monococcum (farro piccolo), dicoccum (grande farro), spelta (spelta) ed altre specie asiatiche oggi scomparse.
Isacco aspirò l’odore degli abiti del figlio e lo benedisse:

«Ecco l’odore del mio figlio come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
Dio ti conceda rugiada del cielo, terre grasse
e abbondanza di frumento e di mosto».
(Genesi 27, 27)

Orzo
Hordeum vulgare L.
Poaceae

Orzo (Hordeum vulgare), illustrazione.

Orzo (Hordeum vulgare), illustrazione.
Piante di orzo.

Piante di orzo.

Attribuzioni. Pubblico dominio, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.
4028mdk09, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea, annua, originaria dall’Asia Minore e coltivata da tempi antichi nell’area mediterranea. Le spighe, abbastanza simili a quelle del grano, venivano tagliate, subito dopo la raccolta del lino, nella parte apicale dello stelo, con una falce, un attrezzo agricolo a forma di mezza luna affilata nella parte interna. Precedentemente tale utensile era tutto di legno oppure si usava una mascella di animale e sul bordo interno venivano messe delle pietre taglienti. Da un punto di vista climatico, nei confronti del grano, l’orzo è meno esigente.

«Venne un individuo che offrì primizie all’uomo di Dio, venti pani d’orzo e farro che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: “Dallo da mangiare alla gente”. Ma colui che serviva disse: “Come posso mettere questo davanti a cento persone?”. Quegli replicò: “Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: Ne mangeranno e ne avanzerà anche”. Lo pose davanti a quelli che mangiarono e ne avanzò, Secondo la parola del Signore».
(2 Re 4, 42-44)

Sorgo
Sorghum Bicolor (L.) Moench
Poaceae

Sorgo (Sorghum bicolor), illustrazione.

Sorgo (Sorghum Bicolor), illustrazione.
Coltivazione di sorgo.

Coltivazione di sorgo.

Albert Meyer, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
U.S. Department of Agriculture, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea, annua, originaria delle regioni calde africane (ove è tuttora assai diffusa) e di facile coltivazione. Ha grosse pannocchie terminali. Non risulta sicuramente presente nella Bibbia, ma potrebbe talvolta aver rappresentato un’alternativa alimentare (Gower, 2000).

Panìco, Miglio comune
Panicum miliaceum L.
Poaceae

Panìco (Panicum miliaceum), illustrazione.

Panìco (Panicum miliaceum), illustrazione.

Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea, annua, originaria dall’Asia centro-orientale. È tra i primi grani minuti utilizzati dall’uomo poiché richiede poche cure e perciò particolarmente adatta ad essere coltivata da popolazioni primitive e seminomadi.

b) I Legumi

Lenticchia – Cece – Fava

Sono sempre stati tra i prodotti fondamentali dell’alimentazione umana per l’elevato valore nutritivo, legato all’alto contenuto proteico. Come piante alimentari sono seconde in importanza solo ai cereali. Il frutto, detto legume o baccello, contiene i semi ed è prodotto da migliaia di specie.

Lenticchia
Lens culinaris Medic.
Fabaceae

Lenticchia (Lens culinaris), illustrazione.

Lenticchia (Lens culinaris), illustrazione.

Johann Georg Sturm (Painter: Jacob Sturm), Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

È una delle leguminose di più antica coltura (un reperto, ritrovato nel Kurdistan, risalirebbe a circa 7000 anni fa) in Egitto e in India. Tra i legumi, i suoi semi sono quelli di minor dimensione. La pianta è poco esigente poiché cresce anche in terreni aridi e caldi. Talvolta la si trova spontaneizzata nel territorio euganeo.

«Giacobbe aveva cotto una minestra (di lenticchie) ed Esaù venne dalla campagna ed era sfinito. Esaù disse a Giacobbe: “Lasciami mangiare un po’ di questa (minestra) rossa, perché sono sfinito” per questo fu chiamato Edom (rosso) –.
E Giacobbe disse: “Vendimi subito la tua primogenitura”. Rispose Esaù: “Ecco io sto morendo: a che mi serve una primogenitura?”.
Disse Giacobbe: ‘“Giurami subito”; ed egli giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.
E Giacobbe diede a Esaù pane e minestra di lenticchie. Egli mangiò e bevve, si alzò e se ne andò: Esaù disprezzò la primogenitura».
(Genesi 25, 29-34)

Un curioso episodio durante le guerre di Davide e dei suoi prodi.

«I Filistei erano radunati a Lechì.
In quel luogo vi era un campo pieno di lenticchie.
Mentre il popolo fuggiva dinanzi ai Filistei, Samma, figlio di Aghé (in greco Asa) si piantò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i Filistei.
E il Signore concesse una grande vittoria».
(2 Samuele 23, 11)

Cece
Cicer arietinum L.
Fabaceae

Cece (Cicer Arietinum), illustrazione.

Cece (Cicer Arietinum), illustrazione.

Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea annuale, originaria dalle regioni asiatiche e mediterranee. Era molto coltivata per i semi ricchi di proprietà energetiche. Il nome latino del genere, “cicer”, deriva dal greco “kikis” e significa forza: quello della specie “arietinum”, allude all’ariete.

«Allora il Signore, al posto del pane dell’afflizione e dell’acqua della tribolazione, concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno, e pane, come prodotto della terra: sarà abbondante e sostanzioso. In quel giorno, il tuo bestiame pascolerà su un vasto prato. E i buoi e gli asini che lavorano la terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio».
(Isaia 30, 23-24)

Il passo richiama un’agricoltura efficace con accenno ai prodotti abbondanti del campo. Taluno identifica il frutto con i “ceci”. Sembra foraggio per animali, forse un tipo di “biada”’ saporita o salata. La Traduzione Ecumenica della Bibbia (TOB) ricorda un proverbio arabo:

«Il foraggio dolce è il pane dei cammelli, ma quello salato è il loro companatico».

Fava
Vicia faba L.
Fabaceae

Fava (Vicia faba), illustrazione.

Fava (Vicia faba), illustrazione.
Fava (Vicia faba).

Piante di fava (Vicia faba).

Migula, Walter; Thomé, Otto W., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
Nina Gerlach, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea annuale coltivata fin dalla preistoria nei climi temperati e utilizzata per l’alimentazione nel Medio Oriente e nel Mediterraneo. Richiede suolo argilloso, fresco, lavorato profondamente. Il legume è usato per preparare cibi freschi, cotti o sfarinati.

«Quando Davide fu giunto a Macanaìm… portarono letti e tappeti, coppe e vasi di terracotta, grano, orzo, farina, grano arrostito, fave, lenticchie, miele e latte acido, formaggi di pecora e di vacca».
(2 Samuele 17, 27-29)

c) Gli ortaggi

Aglio – Cipolla – Porro – Cappero – Rucola – Coriandolo – Aneto – Cicoria – Cardo – Atriplice – Cocomero

Nei campi e negli orti viene coltivata una grande varietà di verdure. Sono piante importanti, perché fonte di vitamine e di sostanze minerali.
Il popolo nel deserto si lamenta, ricordando il cibo saporito a cui aveva accesso in Egitto, pur nella condizione di schiavitù. La fame fa dimenticare la preziosa libertà guadagnata.

«Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo
dei cocomeri, dei meloni, angurie, dei porri
delle cipolle e dell’aglio».
(Numeri 11, 5-6)

Aglio
Allium sativum L.
Alliaceae

Aglio (Allium sativum), illustrazione.

Aglio (Allium sativum), illustrazione.
Aglio, illustrazione del XIV secolo.

Aglio, illustrazione del XIV secolo.

Attribuzioni. 1. SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
2. SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Il termine aglio deriverebbe dal celtico all, cioè urticante, con riferimento al sapore del bulbo. È una pianta erbacea, bulbosa, forse originaria del Mediterraneo orientale e conosciuta fin dalla più remota antichità per le sue proprietà toniche e antisettiche. Egiziani, Ebrei, Greci e Romani la consideravano un rimedio universale. Agli schiavi, che edificarono le piramidi, ne veniva dato uno spicchio al giorno. Sui colli, macerato in alcool, veniva usato per abbassare la pressione sanguigna.

Cipolla
Allium cepa L.
Alliaceae

Cipolla (Allium cepa), illustrazione.

Cipolla (Allium cepa), illustrazione.
Cipolla, illustrazione del XIV secolo.

Cipolla, illustrazione del XIV secolo.

Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.
SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Bulbosa ritenuta originaria dell’Asia occidentale e diffusamente coltivata per il sapore e l’odore piccante. È una pianta biennale, dotata di proprietà diuretiche, antisettiche e vasodilatatrici, di limitato valore nutritivo e basso contenuto vitaminico. Non sono da trascurare le qualità organolettiche e il sapore che conferisce ai cibi. L’erborista di Valle S.Giorgio la indicava come adatta per curare i calli.

Porro
Allium porrum L.
Alliaceae

Porro (Allium porrum), illustrazione.

Porro (Allium porrum), illustrazione.
Porro, illustrazione del XIV secolo.

Porro, illustrazione del XIV secolo.

Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.
SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta bulbosa, originaria dell’Asia centrale, ove vive allo stato spontaneo: è diffusamente coltivata fin da tempi assai remoti nelle regioni del Medio Oriente e del Mediterraneo per il sapore e l’odore piccante. È apprezzata anche per le sue proprietà diuretiche, toniche e anti-infettive. È spesso rappresentata anche nei dipinti delle tombe egizie.

Cappero
Capparis spinosa L.
Capparidaceae

Cappero (Capparis spinosa), illustrazione.

Cappero (Capparis spinosa), illustrazione.

Otto Wilhelm Thomé (1840-1925), Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta originaria della regione mediterranea e dell’Africa settentrionale, estende il suo areale fino alla Persia. È spontanea nell’Italia centrale e meridionale; nel distretto euganeo cresce subspontanea in zone soleggiate, su rocce calcaree e su vecchi muri.
Il noto cappero è costituito dalla gemma fiorale conservata sotto olio o sottaceto.

«(Nella vecchiaia) fiorirà il mandorlo (capelli bianchi) … e il cappero non avrà più effetto».
(Ecclesiaste o Qohelet 12, 5)

Rucola
Eruca sativa L.
Cruciferae

Rucola (Eruca sativa), illustrazione.

Rucola (Eruca sativa), illustrazione.
Piante di rucola (Eruca sativa).

Piante di rucola (Eruca sativa).

Johann Georg Sturm (Painter: Jacob Sturm), Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.
Leo Michels, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea annua, dal sapore caratteristico, diffusa, pur essendo pianta mediterranea, su tutto il territorio italiano. Vive spontanea qua e là, ai bordi di campi e strade, ed è coltivata anche negli orti poiché le sue foglie insaporiscono le insalate.

«Eliseo tornò in Gàlgala. Nella regione imperversava la carestia. Mentre i figli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli disse al suo servo: “Metti la pentola grande e cuoci una minestra per i figli dei profeti”. Uno di essi andò in campagna per cogliere erbe selvatiche e trovò una specie di vite selvatica: da essa colse oroth (rucola? Zohary Eruca sativa; Cultrera, pianta delle coloquintidi, cucumis colocynthis; CEI “zucche agresti”) e se ne riempì il mantello. Ritornò e gettò i frutti a pezzi nella pentola della minestra, non sapendo cosa fossero. Fu versato da mangiare agli uomini, che appena assaggiata la minestra gridarono: “Nella pentola c’è la morte, uomo di Dio!”. Non ne potevano mangiare. Allora Eliseo ordinò: “Portatemi della farina”. Versatala nella pentola, disse: “Danne da mangiare alla gente”. Non c’era più nulla di cattivo nella pentola».
(2 Re 4, 38-41)

Coriandolo
Coriandrum sativum L.
Apiaceae

Coriandolo (Coriandrum sativum), illustrazione.

Coriandolo (Coriandrum sativum), illustrazione.

Franz Eugen Köhler, Köhler’s Medizinal-Pflanzen, Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

È una delle spezie di più antico uso. Il nome, che in greco si chiama cimice, allude all’intenso odore, per taluni sgradevole e analogo allo scarafaggio schiacciato, che emana dalle parti verdi, quando vengono stropicciate. Al limitato profumo delle foglie si contrappone il delizioso profumo dei semi secchi, usati per aromatizzare i cibi.
Oltre all’uso culinario, veniva impiegato per preparare l’Acqua di Melissa, dalle proprietà toniche e digestive.

«La casa di Israele la chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele».
(Esodo 16, 31)

Aneto
Anethum graveolens L.
Apiaceae

Aneto (Anethum graveolens), illustrazione.

Aneto (Anethum graveolens), illustrazione.
Aneto, illustrazione del XIV secolo.

Aneto, illustrazione del XIV secolo.

Migula, Walter; Thomé, Otto W., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche. SconosciutoUnknown author, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

È una pianta erbacea annuale, aromatica, con una sottile radice a fittone. I semi, raccolti a perfetta maturità in estate, sono usati come aromatizzanti dei cibi e dei liquori. Stropicciati, emanano un odore gradevole; originaria dal Medio Oriente, da lungo tempo è coltivata come aromatica e medicinale.

«Guai a voi, che pagate la decima della menta e dell’aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
Guide cieche che filtrate moscerino e ingoiate il cammello».
(Matteo 23, 23-24)

Cicoria
Cichorium intybus L.
Asteraceae

Cicoria (Cichorium intybus), illustrazione.

Original book source: Prof. Dr. Otto Wilhelm Thomé Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz 1885, Gera, Germany, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

La cicoria è una delle piante che rinviano al gruppo biblico delle piante amare. Pianta annuale, erbacea, spontanea, cresce nei campi e nei terreni sabbiosi. Ha il rizoma a fittone e ingrossato, il fusto è aereo, i fiori azzurri e le foglie semplici e per lo più a margine frastagliato. Viene coltivata per le foglie e le radici che hanno azione tonica, depurativa e diuretica. Le radici essiccate, torrefatte e macinate venivano utilizzate come surrogato del caffè.

«In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco: la mangeranno con azzimi ed erbe amare».
(Esodo 12, 8)

Cardo
Silybum marianum (L.) Gaertn
Asteraceae

Cardo (Silybum marianum), illustrazione.

Cardo (Silybum marianum), illustrazione.

File:Illustration Silybum marianum0.jpg: PLEASE COMPLETE AUTHOR INFORMATIONderivative work: Kenraiz, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Con tale nome nella Bibbia viene citata una ventina di piante. Si tratta di piante spinose o cespugli spinosi selvatici, usati anche per formare siepi e barriere efficaci contro le bestie feroci. Sono di non facile riconoscimento. Simboleggiano il risultato di inutili sforzi, la testimonianza di un giudizio divino sugli empi.
Talora sembra che si intenda riferirsi al cardo mariano, che si trova ai bordi dei campi e che cresce rapidamente.

«Tu, figlio dell’uomo (Ezechiele), non temere le loro parole; saranno per te come cardi e spine, e ti troverai in mezzo a scorpioni; ma tu non temere le loro parole, non ti impressionino le loro facce, sono una genia di ribelli. Tu riferirai loro le mie parole, ascoltino o no».
(Ezechiele 2, 6-7)

Atriplice
Atriplex halimus L.
Chenopodiaceae

Atriplice (Atriplex halimus), illustrazione.

Atriplice (Atriplex halimus), illustrazione.

Penzig, O., Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Il nome rinvia all’idea del “salato” e allude al gusto della pianta, talora superficialmente incrostata di sali minerali, o al suo habitat (ambiente salino). È una delle piante più diffuse nelle zone desertiche e aride che si estendono dal Mar Rosso alla Siria Settentrionale.

Cocomero
Citrullus vulgaris (Thunb.) Mansfeld
Cucurbitaceae

Cocomero (Citrullis vulgaris).

Cocomero (Citrullis vulgaris).

Ibo, CC BY-SA 4.0, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Erba annuale, con fusti striscianti, ramificati, pelosi, e foglie larghe e pelose profondamente lobate. Fiori isolati, ascellari, unisessuali, con corolla profondamente lobata, giallo chiara. Il frutto è un peponide globoso o oblungo, verde uniforme o chiazzato di giallo o bianco, di varie dimensioni, polpa dolce, ricca di acqua, dissetante. Nativo e addomesticato in Africa, il cocomero era noto in Egitto fin dall’età del bronzo.

«Ci ricordiamo dei cocomeri e dei meloni(angurie) [che mangiavamo in Egitto]».
(Numeri 11, 5)

4.3 Piante Tessili

Lino – Cotone – Robbia

Lino
Linum usitatissimum L.
Linaceae

Lino (Linum usitatissimum), illustrazione.

Prof. Dr. Thomé’s Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz, in Wort und Bild, für Schule und Haus ; mit … Tafeln … von Walter Müller., Public domain, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

È una pianta erbacea, annua o bienne, conosciuta da tempi lontani anche in Palestina per le tenaci fibre contenute nel fusto e usate per la tessitura di vari tipi di tele, reti da pesca e carta. La tessitura avveniva usando il telaio che era in un primo tempo orizzontale e fissato al suolo mediante picchetti, poi verticale. In Palestina, il lino si raccoglieva a marzo o aprile, tagliando con una zappa gli steli a livello del terreno. Sui colli la sua coltivazione per uso domestico rimase attiva fino ad una sessantina di anni fa. Il frutto contiene semi ricchi di olio e di proteine che hanno proprietà rinfrescanti e lassative. Nel passato, era molto usata la farina di semi di lino per preparare le cosiddette panadèle, cataplasmi caldo-umidi a beneficio di bronchiti.

«Il lino(pistah) e l’orzo (se‘orah) erano stati colpiti (dalla grandine), perché l’orzo era in spiga e il lino in fiore.
Ma il grano e la spelta/farro non erano stati colpiti, perché tardivi».
(Esodo 9, 31-32)

Lino e orzo, grano e spelta/farro sono considerati nelle loro stagioni. Il testo tratta delle “piaghe” o meglio, dei “segni e prodigi” che Mosè compie con la forza del Signore per indurre il faraone a far partire il suo popolo.

«Di lino ricamato d’Egitto era la tua vela che ti servisse d’insegna (la nave di Tiro);
di giacinto e scarlatto delle isole di Elisà era il tuo padiglione».
(Ezechiele 27, 7)

Cotone
Gossypium herbaceum L.
Malvaceae

Cotone (Gossypium herbaceum), illustrazione.

Cotone (Gossypium herbaceum), illustrazione.

Pancrace Bessa (1772-1835), Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

L’areale di origine del cotone, coltivato per la produzione della fibra tessile, in Israele, è probabilmente la zona compresa tra l’Asia Minore e l’Arabia, da dove potrebbe derivare anche il lino. Oltre che come fibra tessile, nella fitoterapia popolare i peli dei semi, opportunamente depurati, venivano usati per ricavare materiale utile per medicazioni.

«Il cortile era decorato di cotone e porpora viola, sospesi di lino e di scarlatto, su sostegni d’oro e d’argento, sopra colonne di marmo e alabastro».
(Ester 1, 6 greco)

Robbia
Rubia tinctoria L.
Rubiaceae

Robbia (Rubia tinctoria), illustrazione.

Robbia (Rubia tinctoria), illustrazione.

Otto Wilhelm Thomé, Public domain, da Wikimedia Commons, con modifiche.

Pianta erbacea originaria dall’Oriente ove cresce spontanea nei boschi. In Europa è stata largamente coltivata. Dalla sua radice si ricavava un colorante rosso usato in tintoria. Altri coloranti erano ottenuti dalla buccia di melograno (indaco), dal cartamo (giallo), dalle uova di cocciniglie pestate e seccate (scarlatto), ecc. Nella letteratura post-biblica è una pianta vasta anche per le sue qualità medicinali.