Villa Selvatico a Battaglia Terme

LORENZO BEDOGNI E LUCA FERRARI DA REGGIO
A VILLA SELVATICO IN BATTAGLIA

Colle S. Elena, XVIII sec. (p. 122)
Veduta del “maestoso palazzo” Selvatico in una incisione del Giampiccioli. Si noti, a destra, l’oratorio dedicato a S. Elena.

(Biblioteca del Museo Correr di Venezia)
Pubblicato in Battaglia Terme. Originalità e passato di un paese del Padovano, a cura di Pier Giovanni ZANETTI, Comune di Battaglia Terme, La Galiverna, 1989, p. 122.

Premessa. Per questa nota vedi: Dott. Barbara Ramponi: L’attività veneta di Luca Ferrari, tesi di laurea, Università degli Studi di Venezia – Cà Foscari. Anno Acc.co 1992-1993. Vol. I Testo, Vol. II Illustrazioni fotografiche a colori. Per Villa Selvatico vedi Cap. V: La collaborazione con Lorenzo Bedogni, Vol. I pp. 146 ss., Vol. II figure da 70 a 77 b per il Ferrari, e da figura 156 a 159 per il Bedogni.

Dati Biografici del Bedogni. Lorenzo, figlio di Cristoforo, nacque a Reggio Emilia circa l’anno 1608 e vi morì nel 1670. Come valente architetto, decoratore, pittore e stuccatore, è nato a Padova e nel suo territorio dal 1638 al 1655; abitava in contrada del Morato (Ponte S. Daniele – via A. Locatelli). Dal 2 agosto 1652 al gennaio 1654 operò come architetto in Sassonia; dopo un breve ritorno a Padova, dal 2 gennaio 1654 al 29 gennaio 1655, ritornò in Germania, nel Baden, assunto alla corte di Giorgio Guglielmo di Hannover per la progettazione dei palazzi imperiali, fino al 1670 quando ritornò, non più a Padova, ma nella sua Reggio per morirvi. A Padova lasciò imperituro ricordo per la costruzione dell’Altare del SS.mo alla basilica di S. Giustina, per la ristrutturazione del coro a quella del Santo, per la decorazione con mirabili stucchi delle quattro cappelle (sul soffitto) nella chiesa di S. Tommaso M., per la decorazione sempre a stucco della chiesa del Palù a Conselve e specialmente per la progettazione e decorazione della Villa Selvatico a Battaglia.

Altare del Santissimo Sacramento realizzato su progetto di Lorenzo Bedogni, XVII secolo. Basilica di S. Giustina, Padova.

basilica di Santa Giustina, attraverso Wikimedia Commons / CC BY-SA, con modifiche.

Lorenzo Bedogni e Luca Ferrari lavorarono molto spesso insieme, il Bedogni come quadraturista, cioè come corniciatore, decoratore e stuccatore, il Ferrari invece come autore delle raffigurazioni pittoriche, a partire dal 1642, per gli affreschi (ora perduti) e stucchi (tuttora esistenti) sul soffitto della chiesa vecchia di G. B. Da Lazara in Palù di Conselve, sui soffitti delle cappelle della Chiesa di S. Tommaso martire in Padova, e poi altrove come a Battaglia.

BEDOGNI E FERRARI A VILLA SELVATICO DI BATTAGLIA

Il sito in cui ora sorge la splendida villa Sartori (già Emo Capodilista, Meneghini, Winpffen, Selvatico) con annesso Oratorio di S.Elena e grotta termale del Colle della Stufa, attualmente in fase di intelligente e radicale restauro, fu acquistato da Luigi Selvatico, arcidiacono della cattedrale di Padova, nella seconda metà del Cinquecento per sè e per la sua famiglia e nel 1596 celebrò la prima Messa nel ricostruito Oratorio dell’Ospizio di S. Eliseo.
La villa attuale invece fu costruita, su progetto di Lorenzo Bedogni architetto, eseguito dal Capomastro Tomio Sforzan, circa 50 anni dopo per commissione di Benedetto Selvatico il quale, oltre ad esser proprietario del Colle della Stufa era anche “Signore, o Massaro, dell’Arca del Santo” ( Cessi F. Aggiunta a Lorenzo Bedogni … Villa Selvatico, in “Padova” n. 4 aprile 1959 pp. 9-14). Il primo documento che attesta la presenza del Bedogni, come arredatore e pittore nella villa è del 12 aprile 1647 (Brunelli S., Callegari A. in Ville del Brenta e degli Euganei, Milano 1931 p. 288). Però “è probabile – afferma B. Ramponi a p. 150 della sua tesi – che il Bedogni instaurati rapporti di committenza con il Selvatico, abbia poi avuta una certa influenza nella scelta del Conte di affidare al Ferrari l’importante incarico di affrescare il salone della sua villa; tanto più se la natura dei rapporti tra il nobile padovano e Lorenzo Bedogni, secondo l’ipotesi del Cessi (Ibidem), consisteva in una presenza del pittore e architetto ‘in via amichevole accanto al Signore nella stesura e revisione delle sue idee’ relative alla realizzazione architettonica della villa …”. Tutto ciò si è verificato dal 1647 al 1650, quando entrò in funzione Luca Ferrari. È però molto probabile che – come pensa la dott. Ramponi p. 151 – il Bedogni debba ritenersi autore, oltreché della decorazione a fresco del Cupolino, al secondo piano, con la Rosa dei Venti, alle due Divinità Olimpiche: Giove e Giunone, e dei due ritratti: Un Re e un Angelo, il tutto datato 1648, e anche delle partiture decorative monocrome che incorniciano le scene allegoriche del Mito di Antenore e le figure allegoriche affrescate dal Ferrari nel 1650 sulle pareti del salone al primo piano della villa.
Al Ferrari spettano: Fuga di Antenore da Troia; La Prudenza; La Nobiltà; Licaone figlio di Antenore, consacra il pugnale ad Apollo in Delfi; Vittoria di Antenore su Valesio re degli Illiri; La Eloquenza; La Benignità; La Fondazione di Padova. I cartigli che, al centro dello zoccolo di finto marmorino, alla base di ciascun riquadro recano una scritta latina che illustra l’episodio rappresentato, sono di Lorenzo Bedogni.
Luca Ferrari (n. Reggio Em. 1605, m. Padova 1654) eseguì il suo primo lavoro a Padova in S. Benedetto Vecchio nel 1635, Lorenzo Bedogni (n. Reg. Em. 1608 c., m. 1670) eseguì il suo primo lavoro a Padova al Santo nel 1638; dopo aver lavorato spesso insieme, eseguite le rispettive opere a Villa Selvatico in Battaglia, si separarono nella loro specifica prevalente attività e mentre il Bedogni sarà assunto come proto per la ‘Voltura’ ossia la trasformazione del presbiterio e del coro vecchio nella basilica del Santo, prestigioso incarico architettonico dovuto a Benedetto Selvatico, anche in quell’anno Massaro dell’Arca, lo stesso Selvatico pagherà al Ferrari il 14 ottobre 1652, la pala della Deposizione dipinta per l’Altare della Addolorata in basilica; ma il Bedogni, sempre nel 1652, emigrerà in Germania come architetto delle residenze imperiali.
Per essere completi: nel quaderno spese di Benedetto Selvatico è registrato un pagamento del 23 marzo 1650 a Luca da Reggio per il ‘Quadro della città del ferro’; l’8 aprile 1650 vengono pagati gli intagliatori per le cornici di ‘Quadri del pittore’ (Luca da Reggio) non meglio identificati (A.S.P. Fondo Selvatico, busta 1179: Quaderno di spese 1649.1652. C.115 r. alle date) La dott. Ramponi li pone tra le ‘Opere perdute’ (Vol I p. 381).

Padova 19 IV 2001Sac. Guido Beltrame