14 Ottobre 1915
L’AFFONDAMENTO DELLA BENEDETTO BRIN
LA REFEZIONE DEI FIGLI DEI RICHIAMATI
LA SORVEGLIANZA AI FIGLI DEI RICHIAMATI
UNA REFEZIONE PARTIGIANA
SUSSIDI ALLE FAMIGLIE DEI RICHIAMATI
27 settembre 1915: la nave da battaglia della Regia Marina Benedetto Brin mentre sta affondando presso il porto di Brindisi.
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Sessione straordinaria
Seduta pubblica di prima convocazione
1. Cavazzani Nob. Ferdinando | 10. Stecca Gaetano | |
2. Carpanese Giuseppe | 11. Bisi Comm. Giulio | |
3. Braggion Agostino | 12. Milani Giuseppe | |
4. Baccarin Antonio | 13. Migliorati Cav. Giovanni | |
5. Draghi Gaetano | 14. Sgaravatti Ulisse | |
6. Pitton Raimondo | 15. Zannini Giovanni | |
7. Trescato Domenico | 16. Muneratti Odoardo | |
8. Gusto Valentino | 17. Vernoni Damiano | |
9. Turlon Giovanni | 18. Pellieri Giacinto |
Assiste l’infrascritto Segretario Merlo Dott. Ubaldo
Visto che il numero degli intervenuti è legale per adunanza di prima convocazione il Sig. Cavazzani Rag. Ferdinando Sindaco assume la Presidenza e, dichiara aperta la seduta.
Prima di iniziare la seduta mi sia permesso di rivolgere un commosso saluto ai prodi che caddero per la grandezza della Patria. La frazione di S. Pietro Montagnon conta già quattro dei suoi figli fra i caduti. Ad essi tutta la nostra ammirazione. E un commosso saluto alla lagrimata salma del valoroso Comandante Candeo perito nell’immenso disastro della Brin. Alla famiglia ho già fatto pervenire le espressioni di cordoglio dell’Amministrazione Comunale.
Il Comm. Bisi si associa alle parole del Sindaco ed esprime la certezza che il sangue di questi prodi formi il più sicuro auspicio per una grande vittoria delle armi Italiane.
Il cav. Miglioratti dice:
Risponde il Presidente:
Stà in fatto che con mandato in data 7 Settembre u. s. vennero pagate al Sig. Braggion L. 103,95 per refezioni fornite ai bambini dei richiamati appartenenti alla frazione di S. Pietro Montagnon, somma questa alla quale si fece fronte mediante storno dall’art. 101 del bil. ove figurano inscritte L. 200 per acquisto pompe da incendi. Le presenze a cent. 27 ciascheduna ammontano complessivamente a 385. La refezione ( della fornitura della quale venne incaricato l’Assessore Sig. Braggion poichè nessun altro poteva assumerla e che venne dallo stesso accettata fintantochè si fosse trovata altra ditta disposta ad assumere tale servizio ) continua il Presidente, non fu istituita anche a Battaglia poichè in questa frazione il bisogno non è sentito come a S. Pietro Montagnon ove essendo la popolazione molto sparsa ed eminentemente agricola nelle ore dei pasti i bambini sarebbero rimasti senza sorveglianza, poichè troppo disagevole sarebbe stato per le madri abbandonare i lavori campestri e fare qualche chilometro di strada per ritirare i loro figlioletti dall’asilo per ricondurveli quindi prima di ritornare al lavoro. Se così non si fosse provveduto, anche l’asilo sarebbe venuto meno al fine pel quale venne istituito.
A Battaglia, centro industriale ove la popolazione è agglomerata le famiglie possono comodamente e senza perdita di tempo ritirare per qualche ora i figlioli dall’asilo per ricondurli dopo la colazione.
Il Presidente crede pertanto che pel provvedimento in discussione nessun rimprovero possa muoversi alla Giunta tanto più che prima di proporlo egli chiese schiarimenti a persona pratica delle condizioni ed abitudini dei comunisti e che appunto in tal senso ebbe a consigliarlo. La Giunta poi si riservò di istituire la refezione anche nella frazione Capoluogo qualora venga chiesta da chi può avervi interesse.
Replica il Cav. Migliorati per dire che lo stesso sentimento che ha animato la Giunta per S. Pietro Montagnon doveva animarla anche per Battaglia il che sarebbe stato corretto anche in linea amministrativa, posto che la spesa è a carico della comunità, ed osserva che la Giunta esorbita dalla propria competenza perchè il soccorrere i figli dei richiamati è compito che spetta al Comitato di preparazione civile. Domanda quindi sia pronunciato il nome della persona cui accennò il Presidente e che tanto male ebbe a consigliarlo, poichè, continua se lo sapessi lo metterei alla gogna.
Il Presidente dichiara di non voler far nomi.
Il Comm. Bisi dice: Dal momento che il Presidente ha detto che ha seguito il consiglio di una persona e che non intende fare il nome io lo invito almeno a dichiarare se questa persona fa parte del Consiglio Comunale, perchè in questo caso trovo giusto o che il nome sia fatto o che sia allontanata ogni ombra da dubbio dalle teste dei consiglieri.
Il Cav. Migliorati insiste e chiede se qualcuno fra i Consiglieri conosca la persona in questione.
Il Sig. Sgaravatti dice: Poichè il Sindaco non vuol fare il nome lo farò io. Si tratta della Signora Maria Trevisan e lo seppi dallo stesso Sindaco quando a lui mi rivolsi per sapere il perchè della mancata istituzione della refezione.
Il Presidente protesta.
Il Sig. Draghi fa rilevare che è doveroso riconoscere le molte benemerenze della Signora Trevisan, la quale nell’esprimere il suo avviso deve essere stata indubbiamente in buona fede..
e condivide il concetto il Comm. Bisi.
Il Sig. Pellieri deplora che il Sindaco abbia preso consiglio da una sola persona. La discussione si ritiene esaurita e si passa alla quarta interpellanza.
Il Cav. Migliorati dice:
Stabilito il principio di avere custodia, e solo a S. Pietro Montagnon, dei figli dei richiamati era logico ricercare persona che vigilasse da mattina a sera questi bambini. Tale compito fu affidato alla figlia dell’Assessore Sig. Turlon Giovanni buon possidente del luogo. Questa ragazza compie il pietoso ufficio gratuitamente, o la Giunta le ha fissato un compenso? Dato che un assegno sia stato deliberato, quale ne è la misura?
Espone il Presidente che con deliberazione di Giunta del dì 7 Settembre u. s. venne incaricata della sorveglianza dell’Asilo infantile la Signorina Turlon figlia dell’Assessore Sig. Turlon Giovanni col compenso pari a quello fissato per la sorvegliante dell’Asilo del Centro e cioè in ragione di L. 400 annue pei mesi servizio effettivamente prestato. L’incarico, continua il Presidente, venne dato alla figlia del predetto assessore poichè era l’unica persona che poteva all’uopo prestarsi.
Ricorda il Comm. Bisi che gli assessori non devono profittare della carica per favorire se stessi o persone della loro famiglia, che in tal caso l’amministrazione del Comune verrebbe asservita agli interessi dei privati.
Il Sig. Turlon dichiara che la figlia sua non volle e non vorrà mai percepire alcun compenso essendo disposta a prestare l’opera sua gratuitamente.
Il Comm. Bisi dopo la fatta dichiarazione plaude alla dichiarazione dell’Assessore Turlon. Esaurita così la discussione il Consiglio passa alla quinta interpellanza:
Il Sig. Sgaravatti dice:
Signori Consiglieri
E’ stato unanime lo sdegno per il trattamento partigiano fatto alla frazione di Battaglia dall’amministrazione Comunale, quando istituì la refezione ai figli dei richiamati della frazione di S. Pietro Montagnon e non fece eguale equo trattamento anche ai figli dei richiamati di questo Centro. La spesa fu posta a carico del bilancio Comunale, che è bilancio cui tutti contribuiscono e al quale la frazione di Battaglia corrisponde nella misura maggiore.
Il Sig. Sindaco non può neanche giustificare la sua mancanza coll’affermare che Battaglia non ha fatto nessuna domanda, poichè io stesso fattomi interprete del comune sentimento, ho chiesto al Sig. Sindaco come e perchè si metteva un atto di si palese ingiustizia, ed egli mi assicurò che fra pochi dì si sarebbe provveduto. A Battaglia non mancano locali, nè persone volonterose a sorvegliare la refezione, a Battaglia si sarebbe fatto plauso ad un atto di giustizia distributiva, e sarebbe stato forse il principio di politica pacificazione in quest’ora torbida che chiama tutti gli animi alla maggior concordia.
Perchè il Sig. Sindaco prima non si è fatto giusto tutore del diritto di tutti a partecipare ai benefici dell’istituzione e perchè poi ha mancato alla fatta promessa di riparazione?
Il Presidente si riporta alle spiegazioni già date in merito alla terza interpellanza e conclude dicendo che coloro che della refezione sentono il bisogno facciano domanda e la Giunta vi provvederà.
Il Sig. Munerati dice:
Il Comando Militare, conosciuto l’ammontare presuntivo rimette al Sindaco vaglia bancari, il cui importo deve essere versato in Cassa Comunale e il confesso di cassa dell’Esattore viene rimesso al Comando. Il Sindaco deve fare i prelevamenti con regolare mandato ogni settimana fino all’esaurimento del fondo di posta, che viene poi reintegrato. La procedura è semplice. I mandati devono essere a favore del gestore dei fondi incaricato della distribuzione che ne assume la responsabilità. Così viene ribadito il concetto che nel maneggio e nella custodia dei denari del Comune niun altro si ingerisca all’infuori dell’Esattore o Tesoriere.
La minoranza consigliare, per il suo ufficio di controllo chiede al Sig. Sindaco se fu ottemperato nei modi esposti alla gestione contabile e chiede l’esibizione dei documenti relativi, approvando se furono adempiute le norme di legge, altrimenti invocando l’applicazione dell’ art. 209 della legge Comunale e Provinciale che testualmente dice: chiunque dall’Esattore o Tesoriere infuori si ingerisce senza legale autorizzazione del maneggio dei denari di un Comune, rimane per solo questo fatto contabile e sottoposto alla giurisdizione amministrativa, senza pregiudizio delle pene portate dal Codice Penale contro coloro che senza titolo, si ingeriscono in pubbliche funzioni. Dalle dichiarazioni del Sig. Sindaco, corroborate dai documenti, la minoranza prenderà motivo a decidere.
Risponde il Presidente che il servizio Cassa dei fondi provveduti dal Governo per sussidi alle famiglie dei richiamati avviene mediante invio per posta del Distretto Militare di Assegni Bancari i quali al loro giungere venivano da lui stesso riscossi e quindi erogati.
Il Cav. Migliorati dice che non è buona regola di contabilità maneggiare in tal modo il pubblico denaro, che è dovere del Sindaco fame la girata all’Esattore e quindi con regolari mandati ricorre a quel fondo per i fini cui è destinato di volta in volta a secondo del bisogno.
Replica il Presidente per dire che aveva chiesto all’Esattore se depositando presso di lui i sussidi che di volta in volta pervenivano dal Distretto egli fosse stato disposto a corrispondere per questi gli interessi legali. Essendosi l’Esattore rifiutato ha creduto nell’interesse del Comune di depositare la somma presso la Banca in Accomandita in Padova la quale corrispondeva l’interesse del 9.50 per %.
Il Commendatore Bisi rileva che queste operazioni sono molto arrischiate ed escono dalle competenze del Sindaco.
Il Cav. Migliorati aggiunge che anzi fanno ai pugni colle più elementari regole contabili per una pubblica Amministrazione ed invita senza altro il Sig. Sindaco a ritirare dalla Banca in Accomandita la suddetta somma e versarla alla Cassa Comunale, pregando il collega Commendatore Bisi di sincerarsi che il trapasso verrà eseguito.
Il Presidente assicura che verrà soddisfatto al desiderio del Cav. Migliorati e che la somma disponibile verrà trasmessa all’Esattore.
Letto, approvato, sottoscritto.
F. Cavazzani
14 Gennaio 1916
CUSTODIA DEI FIGLI DEI RICHIAMATI
Cartolina del 1915 che raffigura un soldato italiano in divisa; alle sue spalle, la bandiera del Regno d’Italia.
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Sessione straordinaria
Seduta pubblica di prima convocazione
Regolarmete convocato il Consiglio Comunale per deliberazione della Giunta Municipale in data … si è il medesimo riunito come appresso:
Visto che il numero degli intervenuti è legale per adunanza di prima convocazione il Sig. Cavazzani Nob. Ferdinando Sindaco assume la Presidenza e, dichiarata aperta la seduta il Presidente ordina al Segretario a dar lettura del precedente verbale
Vista la deliberazione 10 Dicembre 1915 della Giunta Municipale con la quale si incaricava la Signorina Maruzo Adele di fornire il locale adatto per la custodia dei bambini dei richiamati e di provvedere per la sorveglianza averso il compenso annuo di L. 500 pei mesi di servizio effettivamente prestato.
Su proposta del Presidente il Consiglio Comunale
F. Cavazzani
14 Dicembre 1916
DISTRIBUZIONE DEI SUSSIDI ALLE FAMIGLIE DEI RICHIAMATI
Avviso pubblico con cui si invita la popolazione ad aiutare economicamente le famiglie più bisognose dei soldati alle armi. Già nel giugno 1915 si formò a Battaglia un Comitato che aveva lo scopo di integrare il sussidio corrisposto dallo Stato, per aiutare tutte quelle famiglie che con tale somma non erano in grado di provvedere al sostentamento dei figli più piccoli e degli anziani.
Immagine tratta da: Bruno Savin, In guerra con il coraggio della fede. Diario di 100 giorni sul Carso del fante Domenico Bodon e vicende di altri 600 soldati battagliensi nella Grande Guerra, a cura di: Parrocchia di Battaglia Terme : Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia – Sezione di Battaglia Terme, 1999, p. 107.
Qui il diario di Domenico Bodon.
Visto come lo stesso, il quale ha cessato dal servizio del 12 corr. avesse l’incarico della distribuzione dei sussidi alle famiglie dei richiamati di Battaglia;
Visto come, data la riduzione di personale di questo ufficio Municipale, torni conveniente di affidare tale incarico al locatore Ricevitore Daziario; Mario Perissinotto, agente alle dipendenze della Esattoria Comunale gestita dai F.lli Mion, anche perchè ad esso Perissinotto sono già affidati servizi di esazione Comunale;
Visto come con delibera odierna il sig. Perissinotto abbia dichiarato di assumere tale servizio dietro corrisposta di L. 25,00 mensili;
Ritenuto tale cifra è conveniente e corrispondente a quella che in via normale viene corrisposta all’incaricato di tale servizio anche se lo stesso sia un impiegato Municipale;
Letto approvato e sottoscritto
E. Menini
U. Merlo
16 Dicembre 1916
LE LEGITTIME ASPIRAZIONI NAZIONALI
Mentre approva in massima l’istituzione della scuola media di commercio della quale in Provincia e sentito il bisogno, considerato d’altra parte che le istituzioni agrarie della Provincia attualmente esistenti rispondono efficacemente nei riguardi dello sviluppo dell’agricoltura indipendentemente da un nuovo organo che le coordini
Letto approvato e sottoscritto
E. Menini
U. Merlo
19 Gennaio 1917
GLI ORFANI DEI CONTADINI MORTI IN GUERRA
Tenuto presente le norme con detta circolare impartite per la costituzione dei Sottocomitati Comunali;
Plaudendo alla nobile ed umanitaria iniziativa ed esprimendo tutta la dispiacenza per non poter rispondere degnamente all’appello rivolto in considerazione delle dissestate finanze comunali;
Visto il combinato disposto dagli articoli 310-313 del T. U. 4.2.1915 n. 148;
2) di chiamare a far parte del Sottocomitato Comunale: 1. Turlon Guerrino, Presidente della Congregazione di Carità, 2. Cavazzani Ferdinando Presidente Comitato Preparazione Civile, 3. Maria Trevisan, 4. Comm. Giulio Bisi, 5. Cini Michelangelo, 6. Merlo Ubaldo membri del Comitato di Preparazione Civile, 7. Don Angelo Guazzo Parroco di Battaglia, 8. Don Francesco Broglio Parroco di S. P. Montagnon, 9. Dott. Antonio Bonetti medico di S. P. Montagnon, 10. Dott. Umberto Villardi medico interino di Battaglia, 11. Zaira Valsecchi maestra capo di Battaglia, 12. Giuseppina Cazzola maestra capo di S. P. Montagnon.
Letto approvato e sottoscritto
E. Menini
U. Merlo
5 Aprile 1917
COMITATO PRO MUTILATI
dolente che le condizioni finanziarie del Comune non consentano di concorrere nella misura che le altissime finalità dell’istituzione richiederebbero;
Letto approvato e sottoscritto
E. Menini
U. Merlo
14 Maggio 1917
LA SOCIETA’ SOLFERINO E S. MARTINO
Alpini caduti nel giugno del 1917 durante la battaglia combattuta sul monte Ortigara (Altopiano dei Sette Comuni).
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Ritenuto che i nobilissimi scopi che si prefigge la società predetta non possano che trovare larga eco di consentimento in tutti i comuni del Regno, come quelli che rappresentano un doveroso tributo di riconoscenza verso coloro che per la Patria hanno fatto il maggior sacrificio;
Visto il Disposto dell’art. 313 della vigente legge Comunale e Provinciale
Letto approvato e sottoscritto
E. Menini
…
7 Agosto 1918
LA LEGA D’AZIONE ANTITEDESCA
Esaminato lo Statuto del nuovo sodalizio e ritenuta opera altamente patriottica quella propostasi dalla lega medesima di esplicare cioè in ogni campo una forte propaganda per emancipare la nostra popolazione dalla egemonia tedesca purificandola dall’inquinamento che à toccato ogni ramo della nostra attività industriale, finanziarie e scientifica
Fatto – Letto – Approvato
E. Menini
C. Pizzo
10 Novembre 1918
LA GRANDE VITTORIA
Il tricolore sventola su Trieste. Con questa illustrazione, realizzata da Achille Beltrame, La «Domenica del Corriere» celebrò la vittoria dell’Italia nella Grande Guerra.
Achille Beltrame [Public domain], via Wikimedia Commons con modifiche.
Fatto – Letto – Approvato
E. Menini
C. Pizzo
27 Novembre 1918
SPESE DI GUERRA
Padova (località Mandria). La sala di Villa Giusti in cui, il 4 novembre 1918, venne firmato l’armistizio tra l’Impero austro-ungarico e l’Italia, che mise fine alla Grande Guerra.
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Accogliendo le ragioni che indussero la stessa rappresentanza consorziale ad accettare la domanda in questione, fissando a favore della ditta Mion 15 % sull’importo dell’abbuono canone governativo accordato ai Comuni dal R. Governo
Letto, approvato – sottoscritto
E. Menini
C. Pizzo
Franco Marchioro, Echi di storia nazionale nei Consigli Comunali di Battaglia Terme, La Galiverna, Battaglia Terme, 2005 – pagine 53-70 (capitolo II).
Le immagini di questa versione digitale del capitolo II e le relative didascalie sono a cura di BATTAGLIATERMESTORIA.
Ringraziamo la moglie di Franco Marchioro (1941-2015), sig.ra Luciana, per averci dato il consenso alla pubblicazione.