Sport a Battaglia T.: guerra e ricostruzione

1945-46

Un paese, tre squadre

Inizia la ricostruzione

Nell’aprile del ’45 si conclude la guerra nel territorio italiano 1 e inizia la ricostruzione materiale e sociale, ma anche culturale e sportiva.
Il 24 maggio viene eletta la prima commissione interna delle Officine Galileo, composta da cinque dipendenti, tra i quali troviamo Ezio Bortolin e Alfio Sanavio, già giocatori del Battaglia. 2 Il 30 maggio viene eletto sindaco di Battaglia Riccardo Pistore, falegname modellista alla Galileo, comunista e partigiano antifascista, già sindaco eletto dal 15 gennaio al 26 settembre 1922. 3 Manterrà l’incarico fino al 27 maggio 1956. L’11 luglio, in sostituzione dell’ingegner Donato Mastropasqua, il nuovo direttore delle Officine Galileo, che contano circa 350 dipendenti, è l’ingegner Alessandro Alocco. Con lui prende avvio un periodo di apertura al mondo sindacale e alle richieste dei lavoratori. 4

Con il contributo anche economico di tutti, in particolare delle aziende, delle attività produttive, delle famiglie benestanti, del Comitato di Liberazione Nazionale di Battaglia Terme e dello Stato, inizia la ricostruzione del paese. 5 Le riparazioni interessano il Municipio, le Scuole, la Caserma dei Carabinieri, il macello, la Conca di navigazione, l’Arco di Mezzo, le Officine Galileo, la Stazione ferroviaria e la ferrovia, il ponte di Rivella, l’acquedotto, l’impianto di illuminazione pubblica, le strade, le piazze e i marciapiedi. Il “Ponte dei Scaini”, completamente distrutto, deve essere ricostruito: quello nuovo sarà più alto sull’acqua (10+9 gradini, invece di 7+6), per agevolare il passaggio delle barche. 6 La statua di S. Giovanni Nepomuceno, ritrovata nelle acque del canale, si deve restaurare. Anche un certo numero di abitazioni private sono state danneggiate e devono essere rimesse a nuovo. Per quanto riguarda le barche, molte sono andate distrutte; delle rimanenti, alcune sono difficilmente recuperabili e le altre, pur avendo subito dei danni, possono essere riparate. Con la ricostruzione inizia lo sviluppo edilizio dell’area che sta tra il canale e la ferrovia, che viene rapidamente occupata da abitazioni e servizi e diventa il nuovo centro del paese. Lungo il viale Matteotti sono costruite residenze popolari sovvenzionate dallo Stato. 7

Battaglia Terme, 1946. La foto è stata scattata dalla zona oltre la ferrovia.

Battaglia Terme, 1946. In primo piano la stazione ferroviaria, in fondo sulla sinistra l’ex Casa littoria. Più lontano, la torre del mulino e il campanile della chiesa di S. Giacomo. Rispetto alla foto del 1930 lo spazio della campagna è ridotto, perché è iniziato lo sviluppo edilizio del paese.

Nel settembre 1945 le Officine Galileo, costituite dai reparti di meccanica e carpenteria, sono ancora in parte gravemente lesionate. Sono impiegati 500 lavoratori, tutti uomini, per sei giorni settimanali di otto ore lavorative. Al massimo della capacità produttiva potrebbero essere impiegati fino a 800 dipendenti. Questo il salario delle maestranze per una giornata di lavoro nel mese di giugno: operai specializzati £ (lire) 72,40, qualificati £ 64,80, manovali specializzati £ 58 e manovali comuni £ 55,208. Ecco il costo, al chilo, di alcuni generi alimentari in questo periodo: farina da polenta (al molino) £ 10,50, pane £ 16,50, pasta £ 21, provolone £ 61, formaggio grana £ 70. 9

La realizzazione di nuovi campi da gioco

La ricostruzione interessa anche il mondo del calcio. I giovani che hanno vissuto la tragica esperienza della guerra e sono ritornati a casa desiderano riprendere a giocare le loro amate partite di pallone. Anche questo serve per ritornare alla normalità e dimenticare per un po’ i terribili anni trascorsi tra gli stenti e la continua paura di non poter più riabbracciare i propri cari.

Battaglia Terme, campi da gioco del dopoguerra nell'area chiamata "Campo della Fiera".

“Campo della fiera”, i terreni da gioco del dopoguerra. La cartina mostra i campi allestiti nell’area chiamata “Campo della Fiera”. 1: campo degli alleati, dove i militari di stanza a Battaglia si allenavano regolarmente. I giocatori del Battaglia hanno utilizzato per qualche mese questo terreno, in attesa della realizzazione del nuovo Comunale.  2: campo da gioco dell’Aquila. 3: campi realizzati negli anni successivi dalla Parrocchia e utilizzati dall’U.S. Condor. Dei due campi, quello in alto è il campo di allenamento e quello in basso è il terreno di gioco.

Elaborazione grafica: Carmelo Donà.

Il Comune di Battaglia Terme porta a compimento il progetto per la realizzazione del nuovo campo sportivo comunale di cui si ha notizia sin dal 1940. Si trova nella parte nord del paese, appena fuori dell’abitato, a ridosso della tenuta del Catajo.

“Il nuovo campo da gioco misurava 100 x 53-54 m circa. Il terreno non veniva irrigato e quindi c’era poca erba: la polvere e il fango accompagnavano costantemente la nostra attività sportiva. L’area era recintata con una successione di pali di legno e tre giri di filo di ferro, posti ad altezze diverse. Dove ci sono ora le panchine e parallelamente al bordo del campo c’era un fossato contenente acqua ferma. A fianco del fossato, una fila d’alberi di vario genere. Poco più in là di dove ora ci sono le tribune, c’era un altro fossato con acqua corrente.” (Antonio Salmaso)

Battaglia Terme, 1956. La foto aerea mostra il Campo sportivo comunale, inaugurato nel 1945.

Campo sportivo comunale, 1956. In primo piano, la strada principale e l’Arco di Mezzo. In fondo, la linea ferroviaria. A metà strada, a ridosso della tenuta del Catajo, si trova il nuovo Campo comunale, inaugurato nel 1945. Nel decennio 1946-1956 il paese ha avuto un notevole incremento edilizio.

Il campo alleato viene dimesso. Nello stesso terreno, ma parallelamente alla statale, la Parrocchia realizza un suo campo sportivo, che è quindi adiacente al vecchio campo sportivo comunale.

“Avevo 27 anni e la passione per il calcio non era certamente finita. Mi allenavo con impegno assieme a Bertazzo, un altro portiere. Tutti coloro che desideravano riprendere l’attività sportiva avevano la necessità di un campo per poter disputare le partite. Insieme a don Marco Romano e pochi altri, sono andato dal conte Emo a chiedere in prestito il terreno adiacente al primo campo del Battaglia, per adibirlo a campo da calcio. Il colloquio con il conte Emo l’ha avuto solo don Marco. Ottenemmo il campo e sistemammo il terreno: a nord confinava con un fossato e a sud era chiuso da una fila di alberi.” (Giuseppe “Pino” Gallinaro)

Nasce la SS Aquila e si ricostituisce l’AC Battaglia

Contemporaneamente alla realizzazione dei campi da gioco nasce la Società Sportiva Aquila e dopo poco tempo si ricostituisce l’A.C. Battaglia. L’Aquila, iscritta nel campionato F.I.G.C. di I Divisione, gravita nell’ambito della Parrocchia, e viene subito chiamata “la squadra del prete”. 10

“A Battaglia, causa la guerra, oltre al campo non c’era più nemmeno la squadra di calcio: ci si propose quindi di rifondarla. A questo scopo è stata indetta un’assemblea presso il coro della vecchia parrocchiale alla quale era presente anche il parroco, don Marco. Alla squadra fu dato il nome di Aquila. La squadra di Pernumia, rifondata nello stesso periodo, si chiamava Rondine. La maglia dell’Aquila era rosso granata, come quella del Torino. Riuscimmo, all’inizio, a mettere in campo una bella squadra.
Questi i giocatori che erano sempre presenti nell’Aquila: D’Agostino Adalberto, centravanti piccolo e tozzo, piuttosto resistente; i fratelli Lazzaroni, Armando e Amedeo: di piccola statura, erano due mezz’ali di valore tecnico, che però rallentavano la squadra; Ornelli Domenico, centromediano; ha vissuto con la famiglia di don Ferdinando Bodon. In questa squadra c’ero anch’io, e naturalmente giocavo in porta. C’erano poi degli altri ragazzi, che arrivavano e giocavano poche volte, quello che bastava per mettere in campo una squadra.”
(Giuseppe “Pino” Gallinaro)

“Ricordo ancora alcuni nomi dei giocatori dell’Aquila e i loro ruoli: 1 Gallinaro Giuseppe (“Pino”, portiere), 2 Finesso Silvio (terzino destro), 3 Agostini (fratello del presidente della Doria, terzino sinistro), 5 Ornelli Domenico (centromediano), 7 Arigliani Severino (ala destra), 8 Ventura Erino (mezz’ala destra).” (Franco Filippi)

L’A.C. Battaglia, anch’essa iscritta al campionato F.I.G.C. di I Divisione, è composta in prevalenza da coloro che non frequentano l’ambiente parrocchiale. Tra le due squadre nasce una forte, ma sana rivalità. Il Battaglia, prima del completamento del nuovo campo, per qualche mese si allena e gioca partite amichevoli nel campo degli Alleati, a fianco del costruendo campo parrocchiale.

“Il primo derby tra l’Aquila e il Battaglia si è avuto nel ’45, all’inaugurazione del campo comunale. Il risultato è stato di 1-1. Ricordo che con il Battaglia giocava nel ruolo di ala sinistra un toscano che sapeva tirare molto bene le punizioni.” 11 (Giuseppe “Pino” Gallinaro)

Terminata la guerra, nel 1945 il nuovo Campo sportivo è inaugurato con una amichevole tra giovani e vecchi. La foto ritrae la squadra dei "veci".

La squadra dei “veci”, 1945. In occasione dell’inaugurazione del nuovo Campo sportivo è stata giocata una partita tra i vecchi e i giovani del Battaglia. La foto ritrae la squadra dei “veci”. Da sinistra, in piedi: Vegro Emilio, Brizzolari Tiziano, De Vinch Antonio, Maistrello Antonio, Ventura Erino (“Rino”), Pistore Francesco, Quintellio Orazio, Pizzeghello Amedeo, Brizzolari Paride. In primo piano: Fortin Lorenzo, Grossi Luigi, Maniero Secondo (“Rino”).

(Raccolta Liliana Pizzeghello)

Nell’autunno del ’45 l’A.C. Battaglia gioca nel nuovo campo comunale due o tre partite contro gli Alleati.

“Quando i palloni uscivano dal recinto di gioco e andavano a cadere nel fossato che costeggiava il lato sud, dove l’acqua scorreva, c’era chi li raccoglieva… e se li portava via! In quel periodo, possedere dei palloni era un vero e proprio lusso. Ci furono delle zuffe proprio per questo motivo. Una volta arrivò persino la Militar Police (MP) per sedare gli animi. Gli Alleati avevano 2-3 giocatori molto forti. Ricordo, in particolare, la mezz’ala sinistra. Ho risentito il suo nome nella formazione della nazionale inglese degli anni seguenti.” (Franco Filippi)

I giocatori, tornati dalla guerra, riprendono a calcare i campi

Il 5 ottobre 1945 il marinaio Assereto Angelo ritorna dalla prigionia in Germania.
Ravenna Ubaldo è ancora in forza all’A.C. Pro Rovigo, che prende parte alla serie C Alta Italia, Girone C, ma per motivi di salute non giocherà nessuna partita. 12
Mario Grossi, già giocatore del Battaglia, del Padova e del Venezia, dopo sette anni di vicissitudini belliche che gli hanno troncato la carriera calcistica ad alti livelli, torna al Battaglia come giocatore – allenatore. Non aveva mai smesso, quando poteva, di dare calci al pallone: lo troviamo, ad esempio, il 29 giugno 1943, a 26 anni, in una formazione dell’Este costituita da giocatori della squadra e altri appositamente chiamati per un’amichevole contro il Venezia, la sua ex-squadra. Il Venezia doveva giocare la finale di Coppa Italia contro il Torino e aveva bisogno di allenarsi. Con Mario Grossi ci sono nell’’Este Lorenzo Fortin e Gino Cappello; quest’ultimo ha concluso la sua esperienza con il Milan e torna per una stagione al Padova. 13 Nel Battaglia Mario Grossi ricoprirà a più riprese il ruolo sia di allenatore che di presidente, e talora anche i due incarichi contemporaneamente, divenendo una delle figure più rappresentative della storia della società.

“Questa la formazione del Battaglia nel novembre ’45: 1 Lincetto Luciano (da Montegrotto), 2 Ongarello Sergio, 3 Manfioli Antonio, 4 Quintellio Walter (“Batarèa”), 5 Maniero Rino, 6 Ongarello Ugo, 7 Scarpa Giuseppe, 8 Equisetto Dino (Rizzo Marcello), 9 Sorgi Pietro, da Abano, proveniente da Firenze (Bernardini, da Padova, ma nato a Battaglia), 10 Grossi Mario, 11 Patechi Sergio (da Firenze). Di questi, solo Lincetto, Ongarello Sergio e Bernardini non lavoravano alla Galileo.” (Franco Filippi)

Sergio Ongarello, come si è visto, aveva svolto una buona attività con diverse squadre di atletica, arrivando secondo nella finale nazionale dei campionati della GIL del 1941 nel lancio del disco; aveva gareggiato più volte anche nel getto del peso. Antonio Manfioli, capo operaio alla Galileo, in seguito sarà capo dell’ufficio personale. Secondo Maniero dirigerà varie cooperative per la costruzione delle case per i lavoratori. Mario Grossi diventerà ben presto il riferimento del gruppo, svolgendo il ruolo di giocatore-allenatore. Patechi Sergio è molto bravo nel tirare le punizioni.

Partita vecchi-giovani, 1946. Le due squadre presso il Campo comunale.

Partita vecchi-giovani, 1946. La foto ritrae le due squadre nel Campo comunale. Da sinistra, in piedi: Ongarello Renato, Maniero Secondo (“Rino”), Cardi Arrigo, ? da Padova, Rizzo Marcello (“Marceeto”), Bottaro Vittorio, Villani (piegato in avanti), Ravenna Ubaldo, Manfioli Antonio, Bortolin Ezio, Quintellio Walter, Curtarello Giuseppe, Assereto Angelo, Grossi Mario, il dirigente Vegro Romeo. Accosciati: Scarpa Giuseppe, Fortin Federico, Sorgi Pietro, Chinchio Primo, Lincetto Luciano, Gallinaro Giuseppe (“Pino”), Quintellio Orazio, De Vinch Antonio.

(Raccolta Arrigo Bottaro)

Dal punto di vista tattico la squadra adotta il Metodo. In questo modulo, come si è visto, i giocatori si dispongono secondo due W e il gioco, più lento rispetto a quello cui siamo abituati ai giorni nostri, è prevalentemente a zona. Il ruolo principale è quello del centromediano: gioca con il n. 5 e si posiziona appena fuori dell’area di rigore, a dettare i tempi della squadra. Il centromediano, chiamato anche centrosostegno, è il giocatore più dotato sia dal punto di vista tecnico che fisico, capace di trascinare la squadra con i suoi interventi sugli avversari e i precisi lanci per gli attaccanti.

Gli avvenimenti
1945 (2). Le squadre che avevano dovuto modificare il proprio nome per volere del regime riprendono la vecchia denominazione: il Genova 1893 Circolo del Calcio ritorna a chiamarsi Genoa Cricket and Football Club, come nel 1899; l’Associazione Calcio Milano diventa Associazione Calcio Milan e l’Ambrosiana-Inter ritorna ad essere Football Club Internazionale, come nel 1908. L’11 novembre si gioca a Zurigo l’amichevole Svizzera-Italia, che termina con il risultato di 4-4; è la prima partita della Nazionale del dopoguerra. Il 10 dicembre viene formato il I governo De Gasperi. Il 31 dicembre si conclude il governo militare degli Alleati e tutti i poteri sono assunti dal governo italiano. Nel 1945, con i tedeschi andati via da poco e una scarsa attrezzatura, Roberto Rossellini gira il film Roma città aperta, capolavoro del cinema neorealista che rievoca il periodo drammatico dell’occupazione tedesca.

1945/46: sono affiliate alla FIGC l’U.S. Aquila e l’A.C. Battaglia

Nel 1945/46, come si è detto, sia l’Unione Sportiva Aquila che l’A.C. Battaglia sono affiliate alla FIGC. Nel comunicato ufficiale n. 1 del 15 settembre 1945 ci sono poche altre squadre nei paesi limitrofi: Unione Sportiva Rondine di Pernumia, U.S. Conselve, A.C. Tribano. A Padova, invece, troviamo un buon numero di Società: Unione Sportiva Bassanello, G.C.P. “I. Ceola”, U.S. “Evangelista Groppo”, Ass. Sportiva Bruno Maran, U.S. Petrarca, Rigo Noventa a Ponte di Brenta, Ass. Calcio Ruzzante, Ass. Calcio Signori, U.S. Silvestrini-Petron, U.S. Virtus. Per quanto riguarda il Campionato Veneto di I Divisione, la tassa annuale di associazione è di 500 lire, quella di iscrizione di 2.000. Il deposito cauzionale è di 20.000 lire. Da tale deposito vengono attinte le somme necessarie per il rimborso delle spese di volta in volta sostenute; tali somme sono ripartite equamente tra tutte le Società partecipanti. L’eventuale residuo viene rimborsato a fine stagione. Nel Campionato Veneto di II Divisione le somme sono di lire 500, 1.000 e 12.000. 14 Sempre nel Comunicato ufficiale viene indicata la tassa relativa agli incontri amichevoli o agli allenamenti con ingresso a pagamento, che è di lire 400, 300, 200 e 100 rispettivamente per le Società di Serie A, B, C e le categorie inferiori. 15 Non abbiamo precise notizie sul Campionato dell’Aquila, che ha comunque incontrato, tra le squadre elencate, quelle più vicine.

“Tutti battevano le mani all’Aquila, anche i tifosi avversari. Era una squadra che ispirava simpatia: senza cattiveria, vivace, giovane, con qualche giocatore più vecchio che le dava equilibrio. Gli sportivi più accaniti erano proprio quelli dell’Aquila. Il Pernumia aveva due tiratori in gamba. Quando noi dell’Aquila giocavamo contro questa squadra, sui tiri da fermo da lontano non volevo mai la barriera: a quella distanza dovevo risolvere io il problema. Questa sfida a due tra il portiere e il tiratore piaceva molto al pubblico, che seguiva con vivo interesse.” (Giuseppe “Pino” Gallinaro)

1946: nasce la Doria e in paese ci sono tre squadre

Nel 1946 viene fondata la Doria-Fronte della Gioventù, legata al P.C.I. (Partito Comunista Italiano). La Doria gioca nel Campo Comunale, alternandosi all’A.C. Battaglia, anche se solo per poche partite: partecipano al Campionato provinciale U.I.S.P. (Unione Italiana Sport Per tutti), infatti, solo quattro o cinque squadre. Faranno parte dei vari campionati le padovane Patavina, Petron e Pontevigodarzere e le squadre del Vigodarzere, dello Stra, del Pianiga e del Cadoneghe, che è la formazione da battere: tutte nate nelle località di Padova o nei paesi della provincia in cui il P.C.I. ha una forte presenza.

“Sono stato invitato a giocare con la Doria da un conoscente. La squadra non veniva scelta per motivi politici: noi giovani saremmo andati in qualsiasi formazione, pur di poter giocare. Eravamo tesserati con  l’UISP (Unione italiana sport per tutti), centro sportivo collegato con l’allora PCI (Partito Comunista Italiano). Per l’iscrizione non si doveva pagare nessuna quota.” (Antonio Salmaso)

Per qualche anno, quindi, in paese ci sono tre squadre, segno della forte attività, non solo di tipo sportivo. Si è in piena guerra fredda e i due blocchi, quello atlantico e quello comunista, si fronteggiano in tutti i settori della vita sociale, senza esclusione di colpi. Anche una squadra di calcio, in tale contesto, può divenire oggetto di contesa e nello stesso tempo motivo di aggregazione e consenso.

La squadra dei "veci", 1946. Campo sportivo comunale di Battaglia Terme.

La squadra dei “veci”, 1946. In piedi, da sinistra: Curtarello Giuseppe, Grossi Mario, Manfioli Antonio, Assereto Angelo, Chinchio Primo, Ravenna Ubaldo, Bortolin Ezio. Accosciati: Fortin Federico, Gallinaro Giuseppe (“Pino”), Quintellio Orazio, De Vinch Antonio.

(Raccolta Giovanni “Nani” Bolognin)

I migliori giocatori dell’Aquila che sono dipendenti delle Officine Galileo vengono ben presto convinti a spostarsi nell’A.C. Battaglia: il posto di lavoro, infatti, è più importante della squadra in cui si gioca. I cartellini sono ottenuti con uno stratagemma.

“I responsabili dell’A.C. Battaglia, attraverso la Galileo, persuasero i dipendenti che giocavano con l’Aquila di trasferirsi nella loro squadra. Due alla volta, i giocatori andarono a chiedere scusa a don Marco, motivando la loro decisione, e cambiarono società. Io, Perini e Lazzaroni siamo rimasti all’Aquila.” (Giuseppe “Pino” Gallinaro)

“I dirigenti dell’A.C. Battaglia si sono accordati con il parroco, don Marco Romano, di iscrivere anche la squadra dell’Aquila, portando i cartellini dei giocatori a Padova. Hanno iscritto ambedue le società, ma trasferito all’A.C. Battaglia i giocatori dell’Aquila che a loro interessavano e con i quali si erano già accordati in separata sede. Con l’Aquila sono rimasti quelli che erano più legati alla parrocchia.” (Silvio “Calieri” Finesso)

Sicuramente don Marco sa ciò che sta accadendo, ma per il bene di tutti lascia correre. L’Aquila va in crisi: diviene forzatamente una squadra formata in prevalenza da giovani e non ci sono più neppure i soldi per l’iscrizione al campionato. Dopo un paio di stagioni la squadra ufficiale del paese è l’A.C. Battaglia.

“Con l’A.C. Battaglia abbiamo poi giocato tutti: io, Arigliani e Ornelli siamo stati chiamati successivamente, e stavolta la richiesta è stata fatta anche al parroco, che ha acconsentito.” (Silvio “Calieri” Finesso)

Carmelo Donà

NOTE

1) Il 25 aprile è la data ufficiale della liberazione dell’Italia da parte delle truppe alleate, aiutate dalle insurrezioni partigiane. Molte città del nord Italia sono comunque liberate nei giorni successivi (Torino e Venezia, ad esempio, il 28 aprile). Il 30 aprile si combatte a Ponti sul Mincio (Mantova) l’ultima battaglia in suolo italiano.
2) ANTONIO NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in PIER GIOVANNI ZANETTI (a cura di), Battaglia Terme Originalità e passato di un paese del Padovano, Comune di Battaglia Terme, Ed. La Galiverna, 1989, p. 214.
3) BRUNO SAVIN, “E noi… chi siamo!?” 1939-1946 Battaglia Terme nella 2a Guerra Mondiale, 2006, p. 591.
4) ANTONIO NAPOLI, op. cit., p. 215.
5) BRUNO SAVIN, op. cit., p. 601.
6) ANTONIO NAPOLI, op. cit., p. 229.
7) TONI GROSSI, L’originalità di una parrocchia non contadina, p. 125 e ADRIANO VERDI, Lo sviluppo urbano, p. 248 in PIER GIOVANNI ZANETTI (a cura di), op. cit.
8) BRUNO SAVIN, op. cit., p. 603. 72,40 lire del 1945 corrispondono a 2,64 euro del 2011, 64,80 lire a 2,36 euro, 58 lire a 2,11 euro e 55,20 lire a 2,01 euro.
9) Ivi, p. 599. Questo il costo al chilo dei vari generi alimentari rapportato al 2011, in euro: farina da polenta (al molino) 0,38, pane 0,60, pasta 0,77, provolone 2,22, formaggio grana 2,55.
10) FIGC, Lega Regionale Veneta, Comunicato n. 1 del 15 settembre 1945.
11) Il giocatore di cui parla Gallinaro è Sergio Patechi.
12) STEFANO CASALICCHIO, CARLO FONTANELLI, 1893-2006 Oltre un secolo di calcio a Rovigo, GEO edizioni 2006, p. 119.
13) MARIO BOETTO, Un secolo di storia. Dalla Monselicense al Calcio Monselice 1926, edizione 2009, p. 51.
14) 500 lire del 1945 equivalgono a 18,22 euro del 2011; 12.000 e 20.000 lire rispettivamente 437,20 e 728,66 euro del 2011.
15) 100 lire del 1945 corrispondono a 3,64 euro del 2011.

Undici bei fiori, copertina.

Testo e immagini tratti da: Carmelo Donà, Undici bei fiori. 1922-2012 Storie di uomini, storie di sport a Battaglia Terme, 2012.

Sono qui riportati i capitoli settimo e ottavo del libro. In questa versione digitale l’autore ha apportato delle modifiche e corretto alcune imprecisioni. Nei nominativi delle squadre i giocatori vengono indicati con cognome e nome, come negli elenchi ufficiali.
Si ringraziano fin d’ora quanti contribuiranno ad identificare i giocatori e i dirigenti rimasti sinora sconosciuti.