Società industriali di Battaglia, i benemeriti

Il conte Edoardo Corinaldi, l’ing. Alessandro Croce e il rag. Giuseppe Castelletto sono le principali personalità delle Società industriali di Battaglia Terme.

I benemeriti delle industrie di Battaglia – Terme

I benemeriti delle industrie di Battaglia - Terme. Da sinistra, il rag. Castelletto, il conte Corinaldi e l'ing. Croce.

CONTE EDOARDO CORINALDI

Il Conte Edoardo Corinaldi nacque il 23 novembre 1872 in Padova. Dottore in scienze, Cavaliere della Corona d’Italia, valoroso capitano di Artiglieria prestò servizio durante l’intero periodo della guerra, quale comandante di un reparto trattrici per la istruzione ed il traino delle grosse artiglierie.
Amò e desiderò sempre che l’utile, il coraggio, la prosperità e la gloria fossero patrimonio di nostra madre Italia ed a tale ideale dedicò l’opera sua fattiva.
È da annoverarsi tra i pionieri della redenzione agricola ed industriale della Sardegna, ove ottenne alti riconoscimenti presso il Governo Nazionale, premi e distinzioni a concorsi di bonifica e di prodotti del suolo ed a gare di migliori piantagioni e culture.
La Sua preparazione negli studî e le grandi proprietà terriere di famiglia sparse in varie zone del Veneto, lo portarono a dedicarsi con grande amore all’agricoltura.

Il Conte Edoardo Corinaldi, membro del Consiglio d'Amministrazione di importanti industrie.

CO. CAV. UFF. ELIA EDOARDO CORINALDI

Già prima della guerra aveva dato sì vasta messe di opere per l’incremento e lo sviluppo dell’agricoltura con i più moderni metodi e sistemi, che, sul finire di essa, fu scelto a costituire ed a dirigere un centro di moto – aratura per fini bellici, comprendente tutte le provincie venete, oltre quelle della Romagna, del Ferrarese, di Modena e di Mantova. Fu inoltre il principale animatore del ben noto ufficio commerciale marittimo a Cagliari, istituzione che soppiantò in breve tempo gli antiquati sfruttatori istituti locali.
Infine Egli emerse tra i maggiori benemeriti del progresso dell’industria agricola italiana; basta ricordare la radicale e vasta trasformazione da lui compiuta della grande tenuta di circa 1000 ettari di proprietà famigliare nel Friuli. Zona mediocremente coltivata nell’anteguerra, si presenta oggi come una delle tenute più moderne e progredite d’ Italia.
Se però il Conte Edoardo Corinaldi, con prevalenza, ha rivolto le sue eccellenti qualità d’intelletto e di energia all’agricoltura, con non minore interessamento e successo si dedicò alle industrie.
Infatti, Egli fa parte del Consiglio d’Amministrazione di industrie metallurgiche e meccaniche, tra le principali: la Società Anonima Officine di Battaglia, il cui Consiglio Egli presiede dal 1913, data di fondazione della Società stessa, alla quale dedicò speciali cure e sforzi, specie nei primi tempi di crisi generale assai grave, sforzi a cui sorrise un vero successo, essendo oggi questa industria riuscita ad affermarsi come la maggiore e meglio attrezzata del Veneto.
È pure Consigliere della Società Veneta di Macinazione, del Credito Industriale di Venezia e della Succursale di Padova, della Banca d’Italia, della Società Euganea di Elettricità, della Società Italiana di Navigazione interna, della Unione Industriali della Provincia di Padova, dell’Istituto Autonomo delle case economiche e popolari di Padova ecc.; fu Consigliere della Camera di Commercio e del Comune di Padova e lo è attualmente di quello di Battaglia.
Il Conte Corinaldi è una personalità apprezzata moltissimo nell’intellettualità e nell’alta Società, ed ha vaste aderenze fra le masse popolari, tanto che nel 1919, pur contro la sua riluttanza e modestia, molti lo vollero candidato politico.
Egli ha titoli per le maggiori e più distinte onorificenze che si possono dire già a Lui acquisite, se queste sono assegnate ai meriti cospicui ed al valore personale distintissimo, quali appaiono eccellere nel Conte Edoardo Corinaldi.

ING. ALESSANDRO CROCE

L’Ing. Alessandro Croce nacque a Roma il 24 gennaio 1874. Al principio della Sua carriera fu alla Società Elettrica Piemontese, indi alla Società Cellina, ora Società Italiana per l’Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto, e dal 1905 alla Società Adriatica di Elettricità. A lui devonsi i tracciati, l’impianto e la messa in efficienza di alcune linee principali di trasporto d’alto potenziale, eseguite con vedute e criteri tecnici antiveggenti da costituire ancora oggi alcuni dei capisaldi della intensa e potente rete che dà l’energia a vaste regioni dell’alto Veneto e alla Romagna.
Nel 1912 – 13 riorganizzò con metodi nuovi e con programmi precisi una azienda meccanica, antica per numero di vita, ma modesta per produzione e per mezzi, rinnovò ed ingrandì l’officina di produzione di energia elettrica, triplicandone la potenza; addattò il vicino canale ai trasporti per via d’acqua, costruì una darsena con potenti grue. Con le sue vaste aderenze bancarie e industriali potè sistemare la finanza che era in gravissima crisi, e costituire la Società Anonima Officine di Battaglia.

Ing. Alessandro Croce. Costituì la Società Anonima Officine di Battaglia.

COMM. ALESSANDRO CROCE

La maestranza ch’era composta di ottimi elementi e di diversi operai specializzati, era sparsa in una massa d’ avventizi e di contadini; l’Ing. Croce, con la sua sagace costanza e con metodo, ne seppe fare un complesso di forze addestrate e redditizie, costituendo cosi una azienda nuova ed agguerrita, da poter gareggiare con i più importanti stabilimenti metallurgici d’ Italia.
Nel 1915 l’Autorità Militare ne fece uno Stabilimento Ausiliario che divenne poi il centro di raccolta e di collaudo della stessa produzione bellica del Veneto.
Nel 1922 l’Ing. Croce ampliò e riordinò con esperti elementi, la direzione tecnica ed amministrativa e si dedicò al benessere morale e materiale della classe operaia, si che oggi possiamo con soddisfazione guardare le Officine di Battaglia come una azienda tra le migliori, guidata magistralmente dall’Illustrissimo Ing. Croce che desidera di vederla sempre più vasta, produttiva e migliore.
Dal 1919 al 1921, quando la grande crisi morale colpi tutta la vita industriale italiana, le Officine Galileo di Firenze, che prima della guerra avevano esportato i loro apparecchi di precisione in quasi lutto il mondo, sembravano dovessero spegnersi. Della riorganizzazione di suddette Officine nel periodo più critico della loro crisi, venne incaricato l’Ing. Croce che, con energia e con prontezza di vedute, seppe in breve sistemarle finanziariamente, tecnicamente e ridare l’autorità ai dirigenti; insomma, ne fece un organismo disciplinato e potente. Oggi, i prodotti della Galileo vengono esportati nei più lontani mercati ed apprezzati dai più valenti tecnici stranieri.
In quasi tutte le Società sia elettriche che metallurgiche, quest’Uomo ha cariche elevate.
S. E. il Co. Volpi, lo scelse a presiedere ed a guidare la Società Cantieri Navali ed Acciaierie di Venezia. Numerosissimi altri incarichi ha l’Illustrissimo Ing. Croce, personalità di energia e laboriosità cospicue, di una categoria intellettuale e morale spiccatamente superiore.

CASTELLETTO RAG. GIUSEPPE

In seguito alla crisi che colpì la Società Veneta di Macinazione tra il 1910 e il 1911, determinata da varie cause tecniche ed amministrative insieme, la Società andava declinando, e la sua vita fu in serio pericolo. Ma il Consiglio d’Amministrazione con saggio provvedimento affidò le sorti della Società stessa nelle mani del Signor Castelletto Rag. Giuseppe, nipote del defunto Consigliere Delegato Sig. Castelletto Agostino.
Messosi all’opera con tenacia e forza di volontà, in breve volger di tempo ebbe modo di dare prove della sua capacità amministrativa, sagace e previdente e di una non comune competenza tecnica tanto necessaria nel campo industriale, cosi che riuscì a soddisfare appieno il Consiglio d’Amministrazione, che in Lui aveva riposto la più ampia fiducia.
L’energica e sapiente opera di ricostruzione iniziata, l’organizzazione nuova data alla vita dell’azienda fecero si che di un organismo ammalato e quasi morto, in un paio d’anni ne venne uno vitale e rigoglioso che diede subito i suoi frutti e le più lusinghiere promesse per l’avvenire.
Dal 1911 ad oggi, per la Società Veneta di Macinazione fu una continua ascesa, guidata nel difficile cammino dall’opera illuminata e costante del Castelletto.

Castelletto rag. Giuseppe, Dirigente della Società Veneta di Macinazione.

COMM. GIUSEPPE CASTELLETTO

Quando assunse il grave compito, parecchie erano le aziende che la Società gestiva, e quasi tutte passive; perciò Egli le liquidò coraggiosamente con gravi sacrifici, convergendo tutte le sue cure intorno al vecchio molino di Battaglia, avendo di mira il suo completo rinnovamento ed ampliamento. Infatti, mise mano ai lavori, prima a quelli della trasformazione del macchinario, poi a quelli dell’ampliamento dei locali, con l’aggiunta di nuovi ed ampi magazzini e finalmente al completamento estetico del molino stesso.
E così dai 300 quintali di frumento, portò la macinazione fino ai quintali 800 odierni; di uno stabilimento antiquato ed antiestetico fece uno stabilimento modernissimo e tra i più belli del Veneto, dando lavoro ininterrotto a molte famiglie del paese di Battaglia.
Funzionò durante la guerra da Stabilimento ausiliario rendendosi prezioso per l’opera prestata in momenti difficilissimi, come quelli disgraziati dopo la rotta di Caporetto, tanto che ne ebbe sempre le lodi dalle Autorità da cui dipendevano i servizi in quella zona. Oggi il bellissimo opificio, dotato di tutti i sistemi più moderni della macchina molitoria, di tutti i fabbricati accessori, come grandi magazzini per i prodotti, silos per il deposito dei grani necessari all’esercizio dell’alta macinazione, magazzini allo scarico merci ferroviario ecc., figura imponente tra le numerose officine del ridente e industrioso paese di Battaglia.
Ma l’opera del Castelletto non si fermò soltanto allo sviluppo dello Stabilimento di Battaglia, ma animato come era di far progredire la propria industria di pari passo con i progressi dell’arte molitoria, progettò di far risorgere a vita nuova l’altro grande stabilimento di proprietà della Società, situato alle porte della Città di Padova, molino non redditizio, perchè costituito da macchinario antiquato e mancante dei fabbricati indispensabili per poter esercitare razionalmente l’alta macinazione.
Appena finita la guerra, fu sua cura di mandare ad effetto il progetto di ricostruzione, assecondato in ciò dal Consiglio della Società, che provvide al necessario aumento del Capitale Sociale e, nel breve spazio di sei mesi, arricchì la Città di Padova di uno stabilimento tra i più moderni del Veneto, capace di una produzione di 600 quintali giornalieri di prodotto di frumento, opificio di cui era anche sentita la necessità nella zona.
In altri 6 mesi, poi, fece’ costruire dalla “Ferrobeton” dei grandi silos annessi al molino, capaci di 30000 quintali di frumento, forniti dei macchinari più moderni.
I risultati economici conseguiti sono stati dei più confortanti, lo stanno a dimostrare i bilanci pubblicati; e dall’inizio, in cui alle azioni non si dava dividendo perchè gli utili non erano sufficienti, si passò gradatamente dal 3% all’8% e poi al 10% e, finalmente al 20%; limite questo da parecchi anni raggiunto che’ tutt’ora continua ad essere mantenuto.
Se nel campo industriale e amministrativo l’opera del Castelletto fu così sagace e coraggiosa, non fu da meno però nella organizzazione delle maestranze e nel curare amorosamente e con benefica liberalità gli interessi materiali e morali dei suoi dipendenti. Sta a dimostrarlo il grande attaccamento all’Azienda e l’affetto di cui è circondato dagli impiegati e operai.
Oltre ad essere stato tra i primi ad ammettere ed applicare le Assicurazioni Sociali, fino dall’epoca che il molino di Battaglia non era ancora Stabilimento Ausiliario di guerra, istituì la Cassa d’Assicurazione per le malattie; assicurò la pensione per quelli operai che, per la loro età, ormai non potrebbero usufruire della pensione statale per la vecchiaia. Anzi si occupò delle Assicurazioni Sociali per il biennio 1921 – 1922 quale membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto di Previdenza Sociale per le Provincie di Venezia e dì Padova.
Durante la guerra fu largo di sussidi e aiuti morali e materiali alle famiglie degli operai sotto le armi.
Durante le lunghe e penose malattie di qualche operaio, intervenne con aiuti finanziari e, recentemente, in un caso di morte di un bravo meccanico del molino di Battaglia, dopo di avere aiutato finanziariamente la famiglia, fece votare dal Consiglio la costituzione di un capitale sufficiente perchè la vedova possa godere di una rendita e accolse nell’Officina del Molino il figlio pure meccanico.
Data la mancanza degli alloggi nel paese di Battaglia, specialmente per la classe operaia e gli impiegati, e per togliere lo sconcio della convivenza bestiale e antigienica di tanti individui di una stessa famiglia in stamberghe ignobili e malsane, costituite, alle volte, di un solo locale, convinto della necessità di provvedere perchè l’operaio viva in condizioni più civili, riconoscendo che l’abitare ambienti provvisti di luce ed aria, puliti ed igienici è condizione essenziale per il miglioramento morale della famiglia dell’operaio, accolse con entusiasmo gli incoraggiamenti della Giunta Comunale che offerse a prezzi favorevoli degli appezzamenti di terreno, e primo fra gli industriali, non solo di Battaglia, ma anche di Padova, diede l’esempio e si mise all’opera con generoso slancio, a costruire le case per gli impiegati, comode e decorose, e un primo gruppo di case per gli operai. Ma non essendo sufficiente questo primo gruppo, diede mano a costruirne un secondo, in modo che ci siano appartamenti sufficienti per tutte le famiglie dei suoi dipendenti.
Queste case riusciranno veramente comode, bene arieggiate e rispondenti a tutte le norme moderne dell’igiene e, dal lato estetico, fra le più decorose del paese.
Nell’intento poi che la Sua opera riuscisse oltrechè utile, anche benefica agli operai, giustamente ha pensato che non si poteva far pagate una pigione che corrispondesse al frutto normale del capitale impiegato, e perciò ha fissato la pigione in L. 200 annue per locale abitabile, pigione veramente di favore perchè, tolte le spese di manutenzione corrisponderà appena all’1% di rendita netta.
Non fu mai secondo nelle opere utili per il bene pubblico del paese di Battaglia e nella stessa sua Città di Padova, fu tra i primi a concorrere alla sottoscrizione per le Case Popolari dell’Ente Autonomo, sottoscrivendo somme rilevanti.

Primo Cattani

Battaglia-Terme Storia - Industrie e Problemi, copertina.

Testo e fotografie tratti da: Primo Cattani, Battaglia-Terme. Storia – Industrie e Problemi : dal 1100 al 1925 – III. anno dell’Era Fascista, Editrice La Galiverna, 2009, pp. 137-147 – Ristampa anastatica.

La ristampa anastatica del volume stampato nel 1925 dalla Tip. L. Penada di Padova è stata realizzata a cura del Centro per la Ricerca e la Documentazione sulla Storia Locale – Battaglia Terme.
È stata rispettata l’ortografia che appare a stampa.
La prima immagine è a cura di BATTAGLIATERMESTORIA.