S. Giacomo vecchia, facciata e parete nord

Organo, controfacciata vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

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14. ORGANO
Sec. XVIII (datato al 1717)
(al centro della cantoria) “Ad honorem Dei opt.max.-organa plectra tubae citharae-modu lamina vocis-carmina sacra-canant laudibus aequa Dei-anno Dni MDCCXVII”.
facciata interna

Organo con prospetto a una sola campata; leggere volute dorate ai lati della cassa, terminante con frontone curvilineo spezzato da una nuvola, raggi e teste di cherubini.
La cantoria scompartita da lesene piatte è sobriamente decorata con riquadri ottagonali con fiore centrale e foglie d’acanto ai lati (come la parte soprastante l’ingresso), dorati recentemente (1923).
Se negli elementi decorati vi si sente ancora l’eco di un gusto seicentesco, il prospetto a una sola campata, la disposizione delle canne a cuspide con ali ascendenti, la scelta di semplicissime volute quasi invisibili, ai lati della cassa, tutto questo rispecchia invece il nuovo indirizzo dell’arte organaria settecentesca quando si raggiunge la perfezione strutturale, timbrica e funzionale dello strumento, abolendo i prospetti ritmati dalla suddivisione in varie campate e le decorazioni accessorie (portelle) alla cassa. Nelle varie Visite Pastorali è sempre trovato “ad formam”; si registra il restauro della tastiera con l’inserimento di 33 tasti nuovi nel 1872 (Arc. Parrocchiale, amministrazione, carte sciolte – alla data) e una ripassatura nel 1923. Nell’ultimo decennio le sue condizioni sono sensibilmente peggiorate per le sollecitazioni del traffico che scorre a lato della chiesa e per alcune infiltrazioni d’acqua dalla parte del campanile.

Copertura fonte battesimale, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

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15.
EBANISTERIA VENETA
Sec. XVIII, primo quarto
legno di noce scolpito e intagliato
alt. cm. 100
parete settentrionale

Copertura del fonte battesimale a pila, in marmo rosso, a base ottagonale con alto tamburo rastremato e terminante a cupolino. Tutta la superficie è divisa da lesene scanalate di legno massiccio, mentre gli spazi intermedi sono lastronati; la decorazione si sviluppa nella fascia inferiore ed è ispirata al tema della caduta dell’uomo nel peccato e alla sua rinascita al seguito di Cristo e della sua dottrina. Ogni spigolo è sottolineato da figure femminili in forma di cariatidi, tranne che ai lati dello sportello (ornato con l’albero della conoscenza avvinto dal serpente con viso di donna), ove sono due donne che tengono un libro (Virtù?); sul cupolino, tra le costolature, il vaso fiammeggiante ed il Sole (simbolo di Cristo). La statuetta di S. Giovanni Battista venne rubata al termine della campagna di catalogazione.
Nella Visita del 1734, il fonte battesimale è provvisto di “operculum piramidalem” ed abbisogna solamente di “aliquo mobili instrumento ligneo” per coprire il vano dell’acqua e di un nuovo velo bianco (c. 307). La fattura del pezzo si avvicina a quella del pulpito, eseguito nei medesimi anni (cfr. scheda n. 47).

Cristo e l'adultera, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

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16.
PITTORE VENETO
Sec. XVIII (datato al 1711)
Cristo e l’adultera
olio su tela, cm. 140 x 245 ca.
parete sinistra
in basso a sinistra: “Munus D. Francisci Rusca Patavini”
condizioni: cattive per lo stato della superficie pittorica sgranata.

Il dipinto e la lunetta di G. Lazzarini (cfr. scheda n. 52), datata al 1718, permettono di circoscrivere il periodo di tempo in cui venne affrontato l’arredo delle pareti della chiesa con la commissione di cinque tele d’identiche misure e di sei lunette soprastanti; solo queste ultime, però, illustrano episodi strettamente consequenziali della vita di Cristo (la disputa nel tempio; la cacciata dei mercanti dal tempio; le nozze di Cana; il miracolo di Lazzaro e del figlio della vedova di Naim). Purtroppo, versano in un grave stato di deperibilità e la lettura del testo è quasi sempre impossibile; i pittori, di modeste qualità, sembrano gravitare nella cultura figurativa padovana in un’ambito fortemente attardato. Anche l’episodio del Lazzarini indica una scelta nella corrente accademica.

L'estasi di S. Antonio da Padova, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

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17.
PITTORE VENETO
Sec. XVIII, inizio
L’estasi di S. Antonio da Padova
olio su tela, cm. 315 x 230 (con la cornice)
parete sinistra
in alto a sinistra: “Munus Rev. Dominici de Marcolini”
condizioni: discrete

Il nome del committente appartiene a una famiglia di Battaglia che partecipa al governo della chiesa, com’è registrato nelle Visite del 1734 e del 1747, con Antonio e Giuseppe mentre Stefano commissiona la lunetta con Le nozze di Cana (cfr. scheda n. 22).
Di non chiara lettura, specialmente nella resa dello sfondo che appare piatto, come bloccata e statica è la composizione piramidale delle figure e l’espressione del santo. Solo negli angeli si potrebbe ravvisare la tipologia e la dolcezza tipiche di certe creature del Bambini.

L'altare di S. Antonio da Padova, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

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18.
ALTARE di S. ANTONIO da PADOVA (già del NOME di GESÙ)
Sec. XVII, seconda metà
pietra; marmi vari
alt. tot. cm. 520 ca.; mensa, cm. 101 X 50x 194
parete settentrionale

Altare a muro; del medesimo disegno e fattura degli altri altari laterali (cfr. scheda n. 43 e 49). Dalla Visita del 1618 (c. 296) apprendiamo che gli altari della chiesa passano da tre a cinque: questo era dedicato al S.mo Nome di Gesù, titolo che mantenne fino alla fine dell’800, tranne per un breve periodo: dal 1747 al 1781, è registrato come altare di S. Marta di cui si conservava la reliquia autenticata (cfr. scheda n. 63).
Sulla pala centrale vi è una statua moderna di S. Antonio da Padova col Bambino; già nel 1876 era situata una immagine lignea del santo (Vis., c. 287).

Cristo scaccia i mercanti dal tempio, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

19

19.
PITTORE VENETO
Sec. XVIII, inizio
Cristo scaccia i mercanti dal tempio
olio su tela, cm. 145 x 243
parete sinistra
condizioni: pessime per ossidazione estesa, caduta del colore, tagli

Il pessimo stato di conservazione non permette che una generica analisi del consueto impianto compositivo, di architetture aperte sullo sfondo, animato dalla fuga dei principali personaggi verso diversi punti. Sembra fare da pendant all’episodio raffigurato nella lunetta difronte (Il colloquio di Gesù coi dottori nel tempio).

Il compianto di Cristo, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

20

20.
PITTORE VENETO
Sec. XVIII, inizio
Il compianto di Cristo
olio su tela, cm. 315×230 (con la cornice)
parete sinistra
condizioni: discrete

Il dipinto, nella sua parte inferiore, è la replica esatta trasposta con un linguaggio più sfumato e chiaroscurale, per niente stimolato dal colore, della Pietà che Annibale Caracci dipinse attorno al 1606 (ora alla National Gallery di Londra); più volte ripresa con varianti ed incisa da artisti francesi tra ‘600 e ‘700. La sapiente composizione di figure attorno ad un ‘fuoco’ drammatico è qui scompaginata dall’aggiunta del gruppo di angeli che, allungando l’impaginazione, ne disperde i ritmi.
Secondo il BRANDOLESE (ms.B.309,ACV di Pd) il quadro è di Francesco Zanella, attivo a Padova e nel territorio fino al 1717 e che si caratterizza invece per un’attenzione agli emiliani e alle orchestrazioni chiaroscurali dei ‘tenebrosi’.

Bibl.: Brandalese-De Lazara, Descrizione…, c, 54.

Giovanni M. Morlaiter, Madonna col Bambino, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

21

21.
GIOVANNI MARIA MORLAITER (Villabassa in Pusteria, 1699 – Venezia 1781)
Madonna col Bambino
marmo bianco
alt. cm. 180 ca.
altare della Madonna del Rosario
condizioni: la mano destra manca di alcune falangi

Su un piedistallo sagomato con due volute; tre teste di cherubini ai lati. È collocata nella pala dell’altare dedicata alla B. Vergine del Rosario. Già nel ‘500, l’altare che aderiva alla parete settentrionale aveva questa titolo e vi si adorava una ‘bellissima Madonna’ (cfr. saggio di C. Bellinati all’inizio del catalogo) probabilmente di legno, per la quale sono elencati “tre fazzoli… una veste… di raso bianco, un’altra di raso turchino et una di raso rosso, quattro vesti di tela…” (Vis., 1572, c.218). Cinque anni più tardi (Vis. 1587, c. 74), si consiglia di fare la nicchia più profonda o, meglio ancora, di sostituire la statua – che verrebbe collocata in altra parte della chiesa – con una pala raffigurante l’immagine di Maria. I documenti tacciano fino al 1734 quando troviamo elencati: “diadema per M.B.V. et novo per il Bambino con corona di dodeci stelle, et due vasi grandi tutto d’argento”, e dei “vestimenti festivi et feriali di colori diversi per l’immagine della B.M.V. del Rosario” (c. 318). Questi arredi si riferiscono ormai alla statua in marmo, attribuita al Morlaiter e collocata proprio nella sua produzione giovanile (3°-4° dec.), per una maggiore incisività della linea e varietà di suggerimenti cromatici, rispetto alla statua tarda della chiesa delle Zitelle di Venezia, a cui si richiama per la tipologia (C. SEMENZATO, La scultura…, 1967, p. 64).

Le nozze di Cana, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

22

22.
PITTORE VENETO
Sec. XVIII, inizio
Le nozze di Cana
olio su tela, cm. 140 x 245
parete sinistra
condizioni: mediocri per ossidazione e cadute di colore; in basso a sinistra, “Munus D. Stephani de Marcolini”.

Il dipinto riprende la composizione d’analogo soggetto dipinta dal Padovanino per S. Giovanni di Verdara a Padova, nel 1622 specialmente la figura centrale che spartisce la scena ed il servo chino sulle anfore, come pure la disposizione dei personaggi alla ribalta, chiusi entro uno spazio senza respiro. Alcune lettere spedite a Vettor Zane dal giugno 1707 al 1719 ci testimoniano che Stefano Marcolini risiedeva a Battaglia (ms. Dandolo BCVe). Altri membri della sua famiglia partecipano al governo della chiesa (cfr. scheda n. 17).

La lapidazione di S. Stefano, vecchia chiesa di S. Giacomo, Battaglia Terme.

23

23.
PITTORE VENETO
Sec. XVII-XVIII
La lapidazione di S. Stefano
olio su tela, cm. 315 x 230 (con la cornice)
parete sinistra
condizioni: discrete

Probabilmente in pendant col quadro collocato difronte (Il martirio di S. Lorenzo). Opera di artista legato a moduli ancora cinquecenteschi, nella composizione proiettata in primo piano e nelle fisionomie.

Chiara Ceschi   

La chiesa di S. Giacomo, copertina.

La chiesa di S. Giacomo. Arte e storia, a cura di Anna Maria Spiazzi, Battaglia Terme, La Galaverna, 1982 – pagine 7, 19-34.

“Desidero ringraziare vivamente quanti hanno seguito e sostenuto il mio lavoro dalla campagna di catalogazione del 1979 all’allestimento della presente mostra; in modo particolare, l’amministrazione comunale nella persona del presidente Remo Fattore, la Biblioteca “C. Marchesi”, il parroco don Antonio Milani e Gino Contiero. Sono altresì grata a Doretta Davanzo Poli, Piero Fantelli ed Anna Maria Spiazzi per i preziosi consigli e scambi d’idee.”

C.C.