Nome, sito e antichità di Battaglia

Dal 1200 in poi, gli abitanti di Battaglia  risiedono prevalentemente in piano, disposti, per circa quattro quinti, sulla sponda occidentale del Canale e per un quinto su quella orientale. Anticamente invece i pochi abitanti della zona risiedevano sulle pendici o sopra la Collina della Stufa, oggi S. Elena.
A proposito del Colle della Stufa, vedo nel Pellegrini (cit. p.321): «Nel medioevo, come informa anche il Blasi [p. 297 sgg], le terme o costruzioni analoghe erano dette stufe» sistemazione di ambienti e di forni a vasche di acqua ove si faceva il bagno. Se ne ha traccia in varie città  ed, oltre a Roma, si può menzionare la contrada Stufe (già in carte del sec. XIII e XIV) a Fabriano, come informa il Sassi (p. 78): «stufe erano chiamate in volgare le terme degli antichi Romani in molte città d’Italia […]» Si noti la variante con la – p – ad es. a Bologna, (a. 1250) «stupa [bagno caldo], androna que vadit versus stupam» e a Parma (a. 1347) Sella (p 345). Il Nigra (p. 148) attesta per il Piemonte il verbo “stuphare”, andare alle stufe, frequentare le stufe: cioè la casa da bagno, le terme. Si noti che anche nei documenti riguardanti la Collina della Stufa di Battaglia c’è spesso la variante Stupa.

Il trasferimento residenziale dal colle al piano si verificò dopo lo scavo del canale di Battaglia, iniziato dal libero Comune di Padova nel 1189 e ultimato nel 1201 9.
Questo canale ebbe una grandissima importanza specialmente per Battaglia che da quel tempo cambiò volto: da zona agricola e termale divenne artigianale, industriale e commerciale.  Fu quindi naturale e utile questo spostamento di residenza.
Gli statuti medioevali di Padova del 1235 parlano già di case, ponti, tra cui il ponte del bagno, e mulini; contemporaneamente a Battaglia entrano in funzione una segheria, una ferriera, un maglio del rame e nel 1339 Pace da Fabriano vi apre una cartiera, la cui attività continuerà con privilegi esclusivi sotto la Serenissima.
La vocazione industriale e commerciale pertanto si manifestò fin dagli inizi del nuovo insediamento e finì per diventare una singolare caratteristica del paese per i secoli seguenti, se il Cittadella già citato, all’inizio del seicento, chiama Battaglia «Emporio e quasi continuo mercato».

Ma forse è il caso di riportare qui, trattando del sito di Battaglia, le interessanti e spesso pittoresche descrizioni del capoluogo e dei suoi luoghi più importanti forniteci appunto dal Cittadella nel 1605:

Battaglia o Battaja dove incontrandosi l’acque [che] vengono da Padova e d’Este quasi combattono e servono a sega, et edificio da fare Carta, di Carlo Contarini, Giustinian,  Monache [sono quelle di S. Agata e Cecilia], et altri [proprietari] con l’isquisiti Molini, e diversi edifitii, il 1340 permessi, con l’arco di mezzo necessario et utile, da Ubertino signor Carrarese per li due fiumi [il Bacchiglione e il Frassine], che,  fatto un porto vano [vanno] altrove verso Chioza,  hora è Emporeo [emporio] e quasi continuo mercato de frutti, carne e pesce dolce de Mare, secondo i tempi, per i vicini Monti, laghi et navigationi diverse, poichè la capacità, e sicurezza dei Porti,  opportunità di Golfi e de Seni, di fiumi navigabili ch’entrano dentro terra e li corrono appresso ne’ canali piani con diversi navigli sotterranei, d’Acqua nera 10 tra l’altro per quanto porta di quel tinto colore oscuro li Cuori e vali di Lispia  [Lispida] sino a Maseralin [verso Cartura], havendo il corso anche di molte cause indeterminate, perchè contiene moltitudine d’huomeni  uniti et atti per se stessi al vivere sufficentemente consolati già con maestrale vista de Federico  duca d’Austria che con altri personaggi da Padova a Monselese il 1429 transitava, solenniza alla sua Parochia, che per mezo, santo… [l’autore non ricorda il nome e poi invece di S. Giacomo scrive S. Bartolomeo] S.Bartolomeo qual’è selgiato con soffitto dipinto, et volto et doppio Coro [il 1°coro è costituto dal presbiterio dove si trova l’Altare Maggiore; il 2° coro è costituito dall’oratorio della Ss. Trinità dietro l’abside della Chiesa], et organo [è] longo 80, largo 23; ha cinque altari e calici, così nove sepolture, due Campane, et un Horologio duplicato [con due quadranti rivolti uno ad ovest ed uno a sud] e con anime 450, et 250 ducati [annui di rendita] v’è Rettore D. Lodovico da Bussan [Bussana in provincia di Reggio Emilia] Romagnolo ch’ha vicino l’acque di Rialto, è nera [l’acqua] detta morta, et queste vanno sotto Canali, et vi sono Comodi [=Commendatari] li Salvadeghi, et Obizzo Padoani che pur ivi v’hanno bellissimi et vaghissimi lochi [=tenute, ville] già toccati al Catajo, et S.Helena, et vi è sotto la Rivela. 11

Noto.
Il Canale di Sotto che va a Bovolenta, a Pontelongo e al mare, riceve il naviglio per mezzo di una cateratta detta  Arco di Mezzo, che costruito già dalla Repubblica Padovana e rifatto più volte sotto i Carraresi e la Serenissima, fu riedificato nel 1830 su progetto del’arch. Gian Antonio Volpi con la spesa di 140.000 lire austriache.
In luogo di S. Bartolomeo bisogna leggere S. Giacomo.
Il piede lineare padovano corrisponde a m. 0,357,  perciò 80 piedi corrispondono a m. 29.59 e 23 piedi a m. 8,220.

La Rivela [sopra] il canale Monselesano fatto il 1129 ove appresso li Molini di [dei] Padri di Lispia, vi hanno lochi Gioanne et altri Pernumia [famiglia padovana] che per quattro case cittadine padoane hanno un [come stemma] braciere ferreo di pocho dal mezo in su per campo Bianco, et dal mezo in giù per campo Rosso  et vi ha lochi il dott. Grighetto, Cittadino novo Padoano [Ibidem, p. 249].

La Madonna del Pigozzo ch’è selgiata con soffitto dipinto e così i muri longa 26 larga 14, con altare e Calice et due Campane e per elemosina e donatione lì si  dice spesso Messa, et v’è custode un povero affittuale del Prete Taveri che si dice averlo impegnato al Braga [avvocato di Padova], qui sotto v’è il canale dell’acqua de Rialto o Cataio, e che quale Meandro, fiume greco, fra rive oblique et incerte scherza e con dubbio corso hora cala hora monta con altre unendosi, et al Mare convertendosi, ma qui prima s’inizia sotterraneamente per mezo in forma d’Antro nel vivo sasso quasi speloncha incavata e che da mole e fresco grembo la notte oscura li pare portarli lievi auree, largo membro, pura rugiada humido lembo, che con venticelli dilatando l’Ali lusingan tal hora ai vicini l’estate il sono [sonno] de Mortali. 12

Battaglia Terme, l'Oratorio del Pigozzo, dedicato alla Vergine Maria e all'Angelo Gabriele.

L’Oratorio del Pigozzo, dedicato alla Vergine Maria e all’Angelo Gabriele. Questa la scritta posta sopra l’ingresso: D.O.M. in honorem Beatae Mariae Virginis ab Angelo Nuntiatae. Proveniendo da Padova, l’oratorio si scorge poco prima di entrare in paese, sulla sinistra.

Foto: Carmelo Donà.

Noto.
Il dialettale veneto pigozzo corrisponde al gallinaceo picchio.
I 26 piedi di lunghezza sono pari a m. 9,29  e i 14 di larghezza sono pari a m. 5.
Le ultime righe sembrano versi di una composizione poetica.
Pigozzo in parte, Montenovo (p. 195), tutto Catajo, sono sotto la cura Ecclesiastica della Battaglia nel Conselvano.
La contrada del Pigozzo aveva alcune famiglie sotto la Parrocchia di Carrara S. Giorgio: ciò spiega il fatto che anche attualmente detta parrocchia conserva il diritto di celebrare la S. Messa una volta all’anno, il 25 marzo festa dell’Annunziata, nella Chiesetta. Al tempo in cui il Cittadella scriveva (1605) Battaglia si trovava sotto la Vicaria civile di Conselve.

Bagni S. Elena [pp. 197-198]. S.Elena Imperatrice inventrice della Croce, ha bagni [già della Stuffa] fortificanti [privati e pubblici caldi] e salutevoli in collina, della bona memoria del q.m [quomdam = fu] K. [cav.] celebre Dottor, Lettor, e Consigliere di Stato Bartolomeo Salvadego Padoano, di qualità honorevoli; et per virtù noto, fratello del presente Caval. Girolamo, alle maggiori dignità, e più importanti cariche della patria admesso [il] quale primo più vecchio già due ani lasciò buona prole util’honorata, unita et ordinata, di esemplare Canonico Dottor raro legale, Medico di speranza, et Economo destro, [i] quali hanno con artificioso [artistico] Palazzino et vistoso vignale [vigneto], nuova Chiesa in battuto [in terra battuta, non pavimentata], et volto, longa 18, larga 12 con un Altare, calice e campana, et in due case hanno dipinto per traverso il campo, [stemma] di sopra nell’argentato un mezzo huomo selvaggio [donde il nome Salvadego], con mazza in mano, e nel di sotto una stella naturale.

Noto: si tenga presente la distinzione tra bagni caldi privati et pubblici; ciò vuol dire che sul colle di S. Elena anche all’inizio del Seicento esisteva l’ospizio dei malati poveri, fondato nel 1199 da Speronella Dalesmanini, di cui si parlerà in seguito, ma nel contempo nelle vicinanze si trovavano hostarie cioè locande-albergo private gestite, come pure vedremo, dalle famiglie di Battaglia quali i Leonati, i Tonini, ecc.

Cattagio [p. 191] in principio di collina dove sotterraneamente passa il Rivale alto [Rialto] che viene da Villa di Theolo et ove è serraglio [zoo] di selvaticine varie tolte dall’esempio del duca già Ferrarese, e con comodità dà e riceve bella vista apresso il fiume della Battaglia, memoria del Condottiero eguale collaterale … [parola illeggibile] di Pio Enea Obizzo Padoano il 1572 fatto grande e bellissimo Pallagio di eccellenti figure ordinato et è dentro e fuori ornato di rarissime pitture con sopra trespoli [di aranci, cedri, limoni et altri nobili frutti] notabil giardino vicino alla Battaglia, hora posseduta a [da] Roberto suo rinomato figlio Archimandrita cortese, et valoroso tra cavalieri Padoani e forestieri a quali è liberale, ha cappella selegiata et volta lunga 21, larga 7 con un Altare, calice e Campana.

Battaglia Terme, castello del Catajo.

Il castello del Catajo, iniziato nel 1572 da Pio Enea degli Obizzi e in seguito ampliato. Proveniendo da Padova, il monumentale edificio si può scorgere poco prima di entrare in paese, sulla destra.

Foto: Alessandra Lanza.

Monte delle Croci, [pp. 194-195] Monte delle Croci, già Egea, e secondo alcuni, dalli supertiziosi settatori [seguaci] d’Orfeo, molto tempo tenuto, ha in una Chiesa l’ottava Pasqua di Resurretione di concorso adito, e con battuto, e tavolata [con soffitto a tavolature visibili], longa 40, larga 16 che ha tre altari, uno calice, e due campane, in Cura è sotto S.Piero Montagnone, et alle volte  officiata da D. Lorenzo padoano delle Carcere [Carceri d’Este] soddisfatto [stipendiato] dagli affittuari dell’Abate Fregoso, che v’ha un vecchio chiostro e per 300 campi di Bosco [poi… il monastero è andato in commenda e… ruinato]: nelli quali Euganei luochi  [come nella Grecia si diceva] vale [valle] fiume, bosco, sasso, o sterpo non appare che non sii celebrato di qualche cosa. Sino in queste basse rive doppo licenziosamente, et vitiosamente esser vissuta in Venetia, la Gonzaga decantata cortigiana, per non dire pubblica meretrice, che, non dormendo, ha pigliato facoltà, e senza rompere pelle ha saputo scorticar, a buona vita retirata col suo basso consorte, in honorato, utile, e comodo luoco sicuramente è ricoverata, gratia a pochi concessa, per il più essendo dal peccato consunte lasciate a morire miserabilmente in un Ospitale, si’ che gode in vecchiaia quietamente il guadagno in gioventù fatto. Simil al vento marino, che partecipa della natura del luogo, per il quale passa, come per monti nevosi porta seco il freddo, per pantani l’infetione, per boschi la corruttione, per paese arenoso la rescaldatione, e per acqua il refrescamento, s’ha così tramutata anco questa donna.

Noto: Il Cittadella, a quanto pare non mancava certo di arguzia e di… colore.

ANTICHITA’ DEL LUOGO

Molti storici, compreso il Gloria, fanno risalire l’origine di Battaglia al tempo dell’escavazione del Canale che dalla località prende nome; altri, più recenti, proclamano a gran voce l’antichità di Battaglia, ma si guardano bene dal portare documenti o indicazioni plausibili e convincenti, come ad esempio la Guida Euganea 13 dove si legge: «Battaglia Terme  bella cittadina sul naviglio del Brenta: [sic] abitata fin dal tempo dei Romani». Bona Benvenisti Viterbi 14 giunge perfino a scrivere:

Del giardino sottoposto al castello di Wimpffen, dal nome del penultimo proprietario, e che serve da giardino allo stabilimento termale di Battaglia, così cantava, tremila anni orsono una poetessa greca, di nome Armita, i cui versi dicesi avessero grande valore, e che forse là trovavasi a scopo di cura di qualche dolore reumatico: – Passeggero, siedi su questa pietra per riposarti. Un soave venticello mormora verso di te attraverso il fogliame. Com’è dolce al viandante l’assidersi qui nel calore del giorno!

Del Il libro della Viterbi, pur pregevole per altri versi, che ha per titolo I Colli Euganei nella storia e nella leggenda, non saprei dire se l’esistenza della poetessa Armita e il suo invito al viandante di riposarsi a Battaglia appartengano più alla storia o alla leggenda, certo è che la molteplicità di nomi di origine greca e l’insistenza su rapporti tra i nostri Colli e la Grecia sembrano avvalorare da un lato l’ipotesi di Braccesi 15 che siano stati i Focei, primi tra i Greci, come informa Erodoto (1, 163, 1) a scoprire e a visitare il golfo veneto di Adria, e dall’altro avvalorare l’origine greca del nome Battaglia, come luogo dei bagni. Battaglia pertanto, come luogo abitato, ha origine greco-romana come Abano. «Diciamo Abano [dice il Braccesi] per comodità; ma intendiamo, beninteso tutta la zona termale euganea, e in particolare l’area di Montegrotto» 16 e quindi di Battaglia. Affermazione questa convalidata anche dal fatto che il territorio di Battaglia era attraversato, secondo l’”Itinerarium Antonini”, dalla via Romana Bononia ed anche da alcuni ritrovamenti archeologici significativi, anche se casuali. 1903 – Rinvenimento casuale  «placca di lamiera di bronzo in forma di vassoio, sbalzata, preromana, completa (fig. 215), scoperta presso Battaglia; oggetto rituale uguale a quello già scoperto a Maserà» (v. a p. 314). 17

Pianura veneta intorno al I secolo a.C.

L’immagine, ricavata da una mappa dell’antica Italia settentrionale e centrale pubblicata nel 1865, mostra la pianura veneta intorno al primo secolo a.C., con i centri allora più importanti. La zona di Battaglia si trova tra Abano (Aponi fons) e Monselice (Mons Ilicis).

Karl Spruner von Merz [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

E da altri autori:

Si potè accertare, inoltre, da scandagli eseguiti nell’alveo del canale di scolo, il Rio Alto [presso il Catajo], la presenza, al di sotto del fondo lacustre, di un basso strato asciutto con resti di materiale archeologico, riferibile ad una fase inoltrata dell’età del bronzo, indubbiamente precedente al bacino. 18

Per consolidare tali indizi di antichità sarebbe sommamente auspicabile la creazione d’un Archeo-club locale che, guidato da mani esperte e da persone appassionate, potrebbe portare a scoperte molto interessanti.

Sac. Guido Beltrame († 2002)

ABBREVIAZIONI

D.O.M. Deo Optimo Maximo
RIS Rerum Italicarum Scriptores

NOTE

9) L. A. MURATORI, Antiquitates Italicae, vol. IV, ris., c. 1124: 1189 factum fuit navigium per quo itur ad Montemsilicem; 1201 facta fuit venire aqua a Montesilice propter navigium veniendo Paduam. Download: books.google.it
10) Sante BORTOLAMI, Territorio e società in un comune rurale veneto (sec. 11.-13.) : Pernumia e i suoi statuti, Venezia, 1978, p. 48: […] Anche il nome Aquanegra che dalla fine del XV sec. è attribuito al primo tratto del Vigenzone che lambisce a settentrione le campagne di Pernumia, è collegato già nel Seicento al contenuto limoso dell’acqua […]
11) Andrea CITTADELLA, Descrittione di Padoa e suo territorio con l’inventario ecclesiastico brevemente fatta l’anno salutifero 1605 et in nove trattati compartita con tavola copiosa, 1605. Museo civico di Padova n. 214 pp. 248-249.
12) Ibidem, p. 250.
13) XXX Guida euganea, Abano Terme, Il Gerione, 1969, p. 56.
14) Bona BENVENISTI VITERBI, Op. cit., pp. 39-41.
15) Lorenzo BRACCESI, La leggenda di Antenore, Padova, Ed. Signum, 1984, p. 33.
16) Ibidem, p. 32.
17) Giulia FOGOLARI, Anna Maria CHIECO BIANCHI, Maria Pia MARCHESE, Paola MURA, Padova preromana, Padova, Antoniana, 1976, p. 198.
18) Andrea MOSCHETTI, Il museo civico di Padova, Padova, Società Cooperativa Tipografica, 1938, p. 318.

Parrocchia e paese di Battaglia, copertina.Il testo è tratto da: sac. Guido Beltrame, La parrocchia di S. Giacomo e il paese di Battaglia, Parrocchia di S. Giacomo, 1997, pp. 1-12.
Le immagini e le relative didascalie sono a cura di BATTAGLIATERMESTORIA.
Ringraziamo il parroco della parrocchia di San Giacomo di Battaglia, don Edoardo Bregolin, per averci dato il consenso alla pubblicazione.