L’economia di Battaglia T. tra le due guerre

Gli anni della crisi economica

Dal 1929 una drammatica crisi economica (la grande crisi) sconvolse, a partire dagli Stati Uniti, il mondo occidentale 83. Dopo sette anni di rapida crescita, nell’estate del ’29 la produzione americana cominciò a scendere. Nell’ottobre ci fu un tracollo della borsa valori di New York, seguito immediatamente da quello di tutte le borse del mondo. Negli Stati Uniti cominciò a rarefarsi il credito, scesero i consumi e gli investimenti. Ci furono scelte politiche ed economiche sbagliate, che aggravarono la situazione. Nell’autunno del 1930, quella che sembrava una seria recessione diventò una crisi gravissima. Complessivamente la fase di contrazione della produzione durò 43 mesi (agosto ’29 – marzo ’33). Il reddito nazionale americano diminuì di un terzo in termini reali (cioè depurati dalle variazioni dei prezzi) e ben più in termini monetari, penalizzato dal crollo precipitoso dei prezzi. La crisi, per la sua gravità ed ampiezza, provocò forti sconvolgimenti economici e politici in vari paesi del mondo ed inasprì notevolmente la situazione internazionale. Il crollo delle azioni nel mercato americano pose bruscamente fine ad un periodo caratterizzato da forti aumenti di carattere speculativo. I ribassi di Wall Street 84 diedero l’avvio a una rovinosa crisi del credito, in quanto la sfiducia dei risparmiatori americani spinse i clienti delle banche a ritirare massicciamente i loro depositi. Nel giro di tre anni più di 4000 banche, piccole e grandi, dovettero dichiarare fallimento. Dagli Stati Uniti il malessere si propagò in Europa. Tale situazione ebbe ripercussioni forti sul mercato del lavoro: sul totale della popolazione attiva, la disoccupazione salì negli Stati Uniti al 22%, in Gran Bretagna al 15% ed in Germania al 17%.
Tale propagazione non tardò ad arrivare anche in Italia. Per fronteggiare la situazione, la politica economica fascista si caratterizzò per la ripresa dell’interventismo statale. Di fronte al massiccio incremento della disoccupazione (1 milione e 300 mila disoccupati nel 1933 rispetto ai 300.000 del 1929), il governo Mussolini attuò una forte politica di lavori pubblici e di bonifica di terreni agricoli malsani e incolti. Anche le crisi e i fallimenti di grandi banche e grandi imprese industriali furono affrontati con l’intervento diretto dello Stato. Venne creato nel 1931 l’IMI (Istituto Mobiliare Italiano), con il compito di sostituire le banche in difficoltà nel sostegno alle industrie con problemi finanziari. Nel 1933 nacque l’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), con il compito di salvare le industrie malate rilevandone i pacchetti azionari di maggioranza. Nasceva lo Stato imprenditore, e il fascismo passava dalla politica liberista dei primi anni ’20 al nuovo interventismo pubblico. Ciò rifletteva una tendenza europea e mondiale, non solo una specifica scelta del governo Mussolini 85. Successivamente si realizzò un importante programma di ampliamento di forme di assistenza e previdenza sociale. Nacquero l’INFPS, l’INAIL e l’ONMI 86. Accanto allo Stato imprenditore si posero le basi per lo Stato assistenziale.

La crisi non risparmiò nemmeno le Officine di Battaglia.
Per superarla, il 25 novembre 1931, venne sottoscritto dall’ingegnere Alessandro Croce 87, uomo di fiducia della SADE e succeduto al conte Corinaldi come Presidente, l’accordo di fusione con incorporazione nella Società Officine Galileo di Firenze 88. Quest’ultima risaliva al 1855 quando l’astronomo G. B. Donati riunì in una modesta azienda una trentina di artigiani fiorentini già addestrati alla meccanica di precisione. Oltre allo stabilimento di Rifredi (Fi), le Officine Galileo comprendevano anche quelli di Milano, Taranto, San Martino e Marghera e distribuivano la loro produzione in Italia, in tutta Europa, nelle Americhe, in Asia e nell’Estremo Oriente. Possedevano di un reparto speciale di ricerca e avevano laboratori per esperimenti di ottica, acustica, elettricità e resistenza dei materiali. La linea di produzione delle Officine Galileo fu, fin dal suo inizio, modernamente attrezzata per la precisione e l’affidabilità delle realizzazioni 89.
Per le Officine di Battaglia la fusione nacque per esigenze di sopravvivenza: facilitazioni d’acquisto, di produzione della componentistica, della vendita. Lo stabilimento di Battaglia divenne però un capannone di montaggio, privo di un vero e proprio ufficio commerciale e di progettazione. Gli addetti erano circa 200 90.
Positivo era invece l’andamento dell’attività della Società Veneta di Macinazione. Gli unici problemi si manifestarono per difficoltà logistiche.
“Il mulino, tra canali, strade strette, al centro del paese, con l’entrata e l’uscita delle merci nella statale, creava intoppi ed aveva difficoltà con l’Azienda Autonoma delle Strade. Attenuavano il disagio gli scavi che il Genio Civile effettuava nel canale di Sotto, reso navigabile fino al mulino; grazie a ciò si evitava che i facchini attraversassero la strada per andare alle barche del Canale di Sopra” 91.
Negli anni ’30, l’introduzione del regime degli ammassi obbligatori costringeva l’azienda alla sola redditività industriale, che comunque volgeva sempre in positivo. Nel 1936 venivano costruite altre due case in via Roma 92, una per gli operai e l’altra per gli impiegati. Nel 1938 veniva installata una nuova turbina.
Il 10 dicembre 1931 il Podestà di Battaglia, richiesto in merito alle variazioni di occupazione della manodopera industriale, così rispondeva alla Regia Prefettura di Padova:
Officine di Battaglia: situazione sempre grave; il poco lavoro attuale non consente l’occupazione che di un numero ristretto di operai; per alleviare, in parte, alle tristi conseguenze derivanti dalle attuali contingenze vengono, nei limiti del possibile, fatti dei turni con operai scelti fra i più bisognosi; nessuna previsione, almeno per ora, di miglioramento all’attuale stato delle cose; vi è piuttosto la preoccupazione che il numero dei disoccupati abbia ad aumentare col termine dei lavori in corso per una ulteriore riduzione di lavoro;
Nuovo Stabilimento Termale: è in corso di costruzione a cura della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali; vi sono attualmente occupati N.80 operai; trattandosi di lavori edilizi, non è certo impossibile che col freddo e per la cattiva stagione, i lavori abbiano a subire delle sospensioni;
Società Veneta di Macinazione: è l’unica industria nel comune che lavora in pieno; vi sono attualmente occupati circa 50 operai; nessuna previsione, almeno per ora, di aumento o diminuzione di lavoro e, quindi, di mano d’opera; [ … ]
Società Cooperativa Trasporti Fluviali: [ … ] attualmente lavorano tutti i soci; è prevista, per l’inverno, una riduzione di lavoro che consentirà l’occupazione di una sola metà dei componenti il sodalizio” 93.

Il 16 marzo 1932, sempre il Podestà forniva alla Regia Prefettura i seguenti dati: 12 operai edili disoccupati; 93 operai in genere disoccupati; 57 lavoratori disoccupati sussidiati dalla Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali; 16 operai impiegati nei lavori eseguiti dalla stessa Cassa Nazionale e 97 operai impiegati in lavori privati temporanei 94.

Note
83 I paesi dall’economia capitalistica.
84 Nome della principale borsa valori degli Stati Uniti e mondiale, situata a New York.
85 Nel marzo 1933 Franklin Delano Roosvelt viene insediato alla Casa Bianca ed ebbe inizio il New Deal. Per New Deal si intendeva un nuovo corso, un nuovo metodo per risolvere i grandi problemi del paese. Uno di questi fu sicuramente l’intervento pubblico nell’economia. Alla depressione seguì una ripresa che durò circa 4 anni, ma l’espansione si interruppe bruscamente prima che venisse raggiunta la piena occupazione.
86 Rispettivamente Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro e Opera Nazionale Maternità e Infanzia.
87 Nato a Roma il 24 gennaio 1874. All’inizio della sua carriera fu alla Società Elettrica Piemontese, poi alla Società Cellina e dal 1905 alla SADE. P. CATTANI, Battaglia Terme. Storie, cit., p.141.
88 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p.214.
89 La nuova Magrini Galileo di Battaglia Terme. Cento anni di storia di un’industria, a cura di A. PIZZOLON, cit., p.31 e 32.
90 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p. 214.
91 Il Canale di Sopra è il canale di Battaglia, chiamato “di Sopra” in quanto pensile.
92 Precedentemente via Nuova.
93 A.C.B., Lettera del Podestà alla Regia Prefettura del 10 dicembre 1931, cart. Archivio dalla cat. V alla XI – 1931, fasc. Disoccupati.
94 A.C.B., Lettera del Podestà alla Regia Prefettura del 16 marzo 1932, cart. Archivio dalla cat. V alla XI – 1932, fasc. Disoccupati.

Lavori a sollievo della disoccupazione

Con deliberazione del commissario prefettizio di Battaglia del 16 luglio 1931 venivano approvati i progetti per la sistemazione delle strade esterne comunali, a firma ing. Peloso, che prevedevano una spesa complessiva di L.100.000 95 e datati 8 luglio.
Tale deliberazione seguiva una circolare prefettizia del 25 giugno con la quale veniva richiesto alle varie amministrazioni comunali della provincia il preventivo di spesa per il riordino e la sistemazione delle suddette strade, da eseguirsi a spese dello Stato, con finalità di sollievo alla disoccupazione 96.
Il 19 settembre, il Podestà Palma richiedeva alla Regia Prefettura di Padova l’approvazione ed il finanziamento delle opere 97. Questa rispondeva il 1° ottobre dicendo di non poter ottenere i fondi necessari e invitava ad eseguire solamente quei lavori che potevano essere finanziati dal comune con il proprio bilancio 98.
Vennero poi eseguiti il restauro e la sistemazione di quanto segue:
il tratto di strada Galzignana dalla ferrovia al bivio per Lispida e la strada Cataio per L.70.429 99;
il secondo tratto della strada Galzignana dalla ferrovia alla via Nuova, la strada Chiodare e la strada Ortazzo per L.23.398 100.
Le relative modestia e breve durata dell’intervento furono di poco aiuto al sempre più grave problema della disoccupazione.

Note
95 L. 153.868.000 nel 2001.
96 A.C.B., Deliberazione del commissario prefettizio del 16 luglio 1931, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1931, fasc. Deliberazioni del Podestà.
97 A.C.B., Lettera del 19 settembre 1931, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1931, fasc. Deliberazioni del Podestà.
98 A.C.B., Lettera della Regia Prefettura del 1 ottobre 1931, cart. Archivio dalla cat. I alla IV 1931, fasc. Deliberazioni del Podestà.
99 L. 108.381.780 nel 2001.
100 Rispettivamente L. 108.367.694 e L. 36.002.035 nel 2001. A.C.B., Progetti e perizie di spesa del 15 settembre 1931, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1931, fasc. Deliberazioni del Podestà.

Via Galzignana 1.

Via Galzignana 1
Via Galzignana 2.

Via Galzignana 2

Progetto di risistemazione del primo tratto di via Galzignana (1931).

Progetto di risistemazione del secondo tratto di via Galzignana (1931).

Aziende che erogano servizi pubblici e necessarie alla vita nazionale

Con circolare del 23 agosto 1933 la Regia Prefettura di Padova comunicava ai comuni della provincia l’elenco delle attività ritenute necessarie alla vita nazionale od erogatrici di servizi pubblici, affinché queste potessero ottenere dei benefici da definire 101. Elenchiamo di seguito la denominazione degli enti, aziende o servizi, le generalità dei dirigenti e gli indirizzi degli operatori in Battaglia Terme, come da risposta del Podestà, datata 28 agosto 1933 102:

Battaglia Terme, elenco enti, aziende e servizi pubblici ritenuti necessari, 1933.

Note
101 A.C.B., Circolare della Regia Prefettura del 23 agosto 1933, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1933, fasc. Amministrazione.
102 A.C.B., Elenco del 28 agosto 1933, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1933, fasc. Amministrazione.

La ripresa nel Padovano

La pochezza dell’apparato industriale padovano e la crisi generale del paese cominciarono a mutare progressivamente nel corso degli anni Trenta.
I dati del censimento industriale del 1937 – 1940 indicavano un aumentato peso dell’industria padovana nella regione.
Fu il settore meccanico 103 il più dinamico, con un incremento rispetto al decennio precedente del 136,3% nella manodopera e del 386,7% nella potenza installata, seguito da quello chimico (+ 85% e + 375,7%). Un sintomo della maggiore consistenza del tessuto produttivo della provincia, confermato nelle sue principali localizzazioni di Padova, Piazzola, Battaglia ed Este, emergeva dalla diminuzione del numero medio di addetti per stabilimento (dai 53,8 del 1927 a 36,9) a fronte di un numero di impianti pressoché raddoppiato.
Nonostante tutto l’evoluzione dell’economia padovana difficilmente poteva competere con quella della maggior parte dei centri del nord Italia, anche veneti.
Permaneva nella città un primato nell’attività creditizia e nelle attività della grande intermediazione commerciale, delineando quello che fu poi negli anni Cinquanta il mito di Padova Milano del Veneto.
Tra la fine degli anni Venti e nel corso degli anni Trenta, infatti, non solo approdarono a Padova le agenzie, le filiali o i depositi triveneti di quasi tutte le principali case industriali italiane, ma soprattutto sorsero operatori indipendenti che assunsero essi stessi la distribuzione delle imprese nazionali che non ritenevano di avvalersi di una propria rete di vendita. Si trattò di una vivacità terziaria innovativa, che creò le premesse per una centralità finanziaria della città rispetto al resto della regione 104.
Il 19 agosto 1936 il Podestà di Battaglia certificava che nel comune esistevano 105 le cave di sasso trachitico della Soc. An. Euganea di Padova e della Ditta Ing. Marchi e Gasparetto di Rovigo, le quali occupavano circa 300 operai;
lo stabilimento ausiliario S.A.C.E.O.M. di Firenze 106 con oltre 300 operai;
la Società Veneta di Macinazione con una produzione giornaliera di 1.000 quintali di grano e con 60 operai;
industria di mattonelle per pavimenti stradali con oltre 30 operai;
Cooperativa Trasporti Fluviali 107 con 45 soci e con 1.000.000 di quintali trasportati annualmente;
due Agenzie bancarie;
un Consorzio Agrario;
lo Stabilimento Termale dell’I.N.F.P.S. 108 con 380 curanti;
sede della Direzione Didattica delle Scuole Elementari;
sede della scuola di avviamento al lavoro;
sede del Consorzio Daziario della Ditta Mion di Padova;
sede della Stazione RR.CC.;
sede del Consorzio di Bonifica Paludi Cataio;
sede dell’Ufficio idraulico del Genio Civile;
sede della Centrale Elettrica della Soc. Euganea di Elettricità.

Note
103 Al quale venivano fatte confluire anche le aziende elettromeccaniche.
104 Padova tra le due guerre, a cura della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, cit., pp 28-29.
105 A.C.B., Certificazione del Podestà del 19 agosto 1936, cart. Delibere 1932 – 38.
106 Ex Officine di Battaglia o Officine Galileo; vedere paragrafo successivo.
107 Analizzata nel dettaglio nel capitolo 7.
108 Analizzato nel dettaglio nel capitolo 9.

Le Officine Galileo

I progetti dalle casa madre di Firenze prevedevano radicali cambiamenti e ridimensionamenti. Il 3 novembre 1934, la proprietà delle Officine Galileo passava alla SACIE (Società Adriatica Costruzioni Impianti Elettrici), costituitasi a Padova già dal 1922. Successivamente nasceva la SACEOM (Società Adriatica Costruzioni Ottiche Meccaniche) e l’occupazione scendeva a 50 unità.
Nel giugno del 1935, il 29 per la precisione, era comunicata dal Tenente dei carabinieri una dimostrazione di 150 operai con previsione di ulteriori disordini contro la decisione di smantellare il capannone della carpenteria.
Nello stabilimento si verificarono manifestazioni fasciste con adunate e cessò, quasi del tutto, l’attività produttiva per circa 2 anni. A quel tempo l’occupazione era di 206 operai.
Ci furono fiaccolate, agitazioni, manifestazioni pubbliche contro la chiusura delle Officine. Questo fu il testo riservato e personale scritto al Prefetto dal Tenente Colonnello dei Carabinieri, in data 30 luglio 1935: “A Battaglia Terme, dove l’officina metallurgica Galileo Galilei aveva ridotto la manodopera e deciso la chiusura di un capannone di carpenteria, dando luogo nel decorso mese ad una pubblica manifestazione di protesta con fischi ed urli da parte degli operai licenziati, è ritornata la calma per cui si è iniziato lo smontaggio del capannone anzidetto senza incidenti tanto che l’arma dei carabinieri ha ridotto la forza colà dislocata per il mantenimento dell’ordine” 109.
Nel 1937 avviene il reincorporo delle Officine di Battaglia nella Galileo di Firenze. La carpenteria meccanica produceva gru, ponti, paratoie e circa 250 ritornarono ad essere gli occupati. Nel 1939 questi passarono a 350.
Il 15 agosto 1942 la Galileo di Battaglia rientrò nella SADE e non cambiò la denominazione 110.
“Attraverso la fusione delle Officine di Battaglia con le Officine Galileo di Firenze, affiancata dalla competenza e lungimiranza della SADE, si avviò lo studio e la realizzazione di complesse apparecchiature ottiche civili e militari che costituirono un prezioso bagaglio di esperienza tecnica per la ripresa postbellica. Con l’evento del secondo conflitto mondiale le Officine Galileo di Battaglia uscirono dalla profonda crisi. Le maestranza che erano scese a 180 unità furono in breve riportate a 500, caratterizzando una produzione bellica di precisione, come ad esempio le strutture metalliche per centraline di tiro commissionate dalla Regia Marina. Conseguenza di questa fusione fu la realizzazione dell’osservatorio astronomico di Asiago. [ … ]
Nel 1949 la SADE decise e costituì le Officine Galileo di Battaglia Terme Spa, scorporandole dalle Officine Galileo di Firenze. Queste assunsero, subito dopo, la ragione sociale di Officine Elettromeccaniche Galileo di Battaglia Terme Spa” 111.

Note
109 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p.214.
110 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p.214.
111 La nuova Magrini Galileo di Battaglia Terme. Cento anni di storia di un’industria, cit., pp.32-33.

Stato della disoccupazione a fine decennio

Con circolare del 15 giugno 1932, a seguito della grave crisi economica nazionale, il Ministero delle Corporazioni richiedeva ai vari comuni una segnalazione mensile sullo stato della disoccupazione. Il 28 marzo 1933 la Regia Prefettura di Padova informava il comune di Battaglia che tale rilevazione doveva essere suddivisa tra quattordici categorie di attività produttive e doveva essere indicata anche la disoccupazione parziale, da considerarsi composta da quei lavoratori soggetti a disoccupazione stagionale o che non lavoravano più di due giorni a settimana, in aggiunta a quella totale 112.
Siamo in possesso delle tabelle mensili degli anni 1938 e 1939 delle quali evidenziamo l’evoluzione 113.
La tabella relativa al gennaio 1938 presenta i seguenti dati:
44 maschi disoccupati totalmente nel settore delle industrie edilizie e stradali, 15 maschi e 20 femmine disoccupati totalmente nel settore esercizi pubblici, per un totale complessivo di 89 disoccupati. Il totale scese a 71 nel febbraio, 19 a marzo, 50 ad aprile, 24 a giugno, 14 a luglio, 19 ad agosto, 11 a settembre, 21 ad ottobre, 91 a novembre e 117 a dicembre.
Nel 1939, il mese di gennaio aprì con 103 disoccupati totali, 93 a febbraio, 21 ad aprile 114, 8 a maggio, 3 a giugno, 4 a luglio, 4 ad agosto, 29 a settembre, 25 ad ottobre, 18 a novembre e 52 a dicembre 1939. Questi ultimi erano suddivisi in 4 maschi operatori nelle industrie estrattive, 13 maschi e 31 femmine del settore esercizi pubblici.
Questi dati sono abbastanza chiari su quella che era la situazione della manodopera in paese. Nei mesi invernali la disoccupazione aumentava e riguardava principalmente gli addetti degli esercizi pubblici, delle attività edilizie in genere e di quelle estrattive. Non appena migliorava la stagione, i primi venivano occupati a seguito dell’avvio della stagione turistico – termale, i secondi e i terzi nei vari cantieri. Tale tipologia di movimento occupazionale ha caratterizzato per molti decenni l’economia locale, almeno sino a quando lo stabilimento termale pubblico non fu chiuso.

Note
112 A.C.B., Lettera della Regia Prefettura di Padova ai Podestà del 28 marzo 1933, cart. Pratiche del Comitato dei prezzi degli anni dal 1939 al 1945 ed altre di varia categoria.
113 A.C.B., Tabelle mensili sullo stato della disoccupazione, cart. Pratiche del Comitato dei prezzi degli anni dal 1939 al 1945 ed altre di varia categoria.
114 Manca il dato di marzo 1939.

I pubblici esercizi nel 1940

Concludiamo il capitolo con la tabella riassuntiva di tutti pubblici esercizi di Battaglia nel 1940 115:

Battaglia Terme, elenco degli esercizi pubblici nel 1940.

Note
115 A.C.B., Elenco delle licenze di pubblico esercizio del 5 gennaio 1940, cart. Archivio dalla cat. VI alla XI, fasc. cart. XI – Agricoltura, Industria, Commercio e Lavoro.

Enrico Grandis

La copertina del libro "Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società".

Enrico Grandis, Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società, Battaglia Terme (Pd), Ed. La Galiverna, 2005 – pagine 99-138 (capitolo 5).