Le invasioni dei barbari nel Veneto

Chi erano i barbari? Con tale nome gli antichi Greci e Romani indicavano tutti quei popoli che non parlavano la loro lingua e che erano diversi per il modo di vivere, le abitudini, la mentalità e l’organizzazione della società. Questo nome serviva a designare le popolazioni straniere e sconosciute di allevatori e pastori nomadi che abitavano la steppa e le foreste al di là dei confini e praticavano un’agricoltura rudimentale. Per nutrire la loro popolazione crescente avevano bisogno di sfruttare sempre nuove terre perché erano incapaci di fermarsi in un ambiente limitato per lavorare e trasformarlo; non si costruivano infatti né case, né città, ma abitavano nei carri e nelle tende dei loro accampamenti mobili. La guerra era l’occupazione più importante e il valore in battaglia era la virtù che apprezzavano di più. Le loro “invasioni” possono essere paragonate a una “febbre dell’oro” di popolazioni del Nord e dell’Est dell’Europa, che in grandi masse, saccheggiando e devastando, si dirigevano verso Sud, attratti dalle ricche regioni del Mediterraneo.

Un susseguirsi di drammatiche invasioni

Verso la fine del 300 dopo Cristo, come riferisce G. CAPPELLETTI in Storia di Padova dalla sua origine sino al presente1, incominciarono le irruzioni di barbari che, oltrepassate le Alpi, costrinsero i pacifici abitanti della terraferma a cercare rifugio nelle isolette della laguna veneta, già abitata da pastori e contadini che, cessato il pericolo, ritornavano alle loro terre per ritrovare ciò che la rapacità degli invasori aveva risparmiato.
Questo accade anche nell’anno 400, quando giunsero i Goti, tribù germaniche guidate dal re Alarico, che nel 410 arrivarono a saccheggiare Roma, fatto questo inaudito e sconvolgente per tutti i contemporanei, pagani o cristiani essi fossero. Poi giunse Ataulfo, suo successore e cognato, che tenne le popolazioni venete schiave e vittime delle più dure barbarie per tre anni, ed ancora Attila, re degli Unni, mongoli di razza gialla che, prima ancora di giungervi, avevano sparso tanto spavento da far fuggire le popolazioni di Aquileia, di Oderzo e del territorio padovano verso le isole più vicine di Chioggia, Pellestrina, Malamocco.

Le migrazioni dei Visigoti.

I principali spostamenti dei Visigoti, popoli barbari di origine scandinava che, insieme agli Ostrogoti, appartenevano alla tribù dei Goti. Queste incursioni interessano anche il territorio padovano.

Asta, Public domain, attraverso Wikimedia Commons

Attila, presa e distrutta la grandiosa Aquileia, fece altrettanto con Padova, riducendola ad un mucchio di pietre. Da queste e da precedenti migrazioni ebbe origine Venezia.
Nel 568 altre tribù germaniche, i Longobardi, partiti dalla pianura ungherese sotto la guida del re Alboino, invasero l’Italia settentrionale e la città di Padova fu nuovamente distrutta. Anche Agilulfo la incendiò e ne fece spianare le mura costringendo alla fuga gli abitanti della città e dei dintorni. Padova risorse dalle sue ceneri dopo il 750 circa, ai tempi di Carlo Magno, re dei Franchi.

Le migrazioni e i territori dei Longobardi.

Migrazioni e territori occupati dai Longobardi, popolazione di origine germanica.

CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons con modifiche.

Carlo Magno infatti nel 754 scese in Italia per proteggere il Papa e la città di Roma accerchiata dai Longobardi: li sconfisse, pose fine al loro regno e la notte di Natale dell’anno 800, nella basilica di S. Pietro, venne consacrato imperatore dal Papa Leone III.

Carlo Magno incoronato imperatore da Papa Leone III.

L’incoronazione di Carlo Magno da parte di Leone III – Miniatura, Scuola francese.

Pubblico dominio, via Wikimedia Commons

La decadenza

Dopo tante guerre e tante invasioni l’economia del nostro territorio, dell’Italia e dell’Europa in genere, era in uno stato di profonda decadenza. Tecniche agricole rudimentali permettevano di coltivare soltanto dei terreni sabbiosi, facili da vangare e tali da lasciare defluire l’acqua rapidamente.
Quasi tutte le terre grasse e umide vennero abbandonate alla foresta o alla palude e le radure coltivate furono così separate una dall’altra da distese di boschi. L’occupazione dominante della gente era quella di coltivare la terra da cui ricavava il necessario per vivere e questo bastava.
Scrive ancora G. CAPPELLETTI nella già citata opera edita nel 1874 (vol. I, p. 49):

Molto è debitrice Padova a questo Principe [Carlo Magno], perché, nel percorrere il conquistato suo regno, la visitò egli stesso, e, preso da compassione, la fece restaurare e fortificare […] Tra le doti pregevoli di questo monarca splendeva assai l’amore delle lettere e la premura di piantarle e propagarle per tutti i suoi regni: premura tanto più importante perché allora l’Italia si trovava involta in una profonda ignoranza.

Nuove terribili invasioni

Ma la tranquillità durò poco: infatti dopo la morte di Carlo Magno, avvenuta nell’814, l’impero carolingio entrò in crisi: molte furono le guerre civili, di cui approfittarono gli Ungari, che, provenienti dall’Europa centrale, calarono nel Friuli e nella laguna. Le incursioni del 900, 90l, 905, 920 e 924 e poi di anno in anno fino al 950 furono motivo di saccheggi e devastazioni per tutte le borgate del basso territorio padano.
Narra il GENNARI in Informazione istorica della città di Padova2 che «que’ feroci Pagani abbruciarono la Cattedrale e il Monistero di S. Giustina, e distrussero la Città e menarono in ischiavitude i Cittadini, o gli uccisero […]»

Le molteplici invasioni degli Ungari nel X secolo.

Le molteplici invasioni degli Ungari avvenute nel X secolo. Uno dei percorsi attraversa il territorio padovano.

hu:User:Csanády, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons

Vi sarete accorti che in questa mia sintetica trattazione non ho mai citato Battaglia, perché, come nucleo abitativo, non esisteva ancora. Allora, in mancanza di dati specifici, ho tracciato una storia del territorio servendomi di fonti e documentazioni relative a luoghi a noi vicini.
Siamo però verso l’anno mille dopo Cristo e tra non molto sulle sponde del Canale della Battaglia sorgerà, vitale più che mai, il nostro paese…

Lucia Boaretto

1) CAPPELLETTI Giuseppe, Storia di Padova, dalla sua origine sino al presente, narrata dal cavaliere pr. Giuseppe Cappelletti, 2 voll., Padova, F. Sacchetto, 1874-75. Volume Primo, p. 32.
Download Vol. 1°:  archive.org   books.google.it
Download Vol. 2°: archive.org   books.google.it
2) GENNARI Giuseppe, Informazione istorica della citta di Padova scritta dal signor ab. Giuseppe Gennari, Bassano : a spese Remondini di Venezia, 1796, p. 37.
Download:  archive.org     books.google.it

Questo articolo è stato pubblicato nel numero di settembre-ottobre 1996 de “La Finestra”, periodico della Pro Loco di Battaglia Terme, con il titolo “Battaglia: la nostra storia tra ipotesi e realtà – 3a parte”.

Le immagini e le relative didascalie sono a cura di BATTAGLIATERMESTORIA.