Giuseppe Milani tra Accademia e Liberty

L’itinerario artistico di Giuseppe Milani. Nato a Battaglia nel 1893, si è poi trasferitosi a Monselice e quindi a Rovigo, dove è morto nel 1958.

Giuseppe Milani
tra Accademia e Liberty

di Antonello Nave

Nativo di Battaglia Terme, Giuseppe Milani si formò alla “Selvatico”
e all’Accademia di Venezia. Nel corso degli anni Venti la sua attività,
finora misconosciuta, si svolse in ambito padovano,
come scultore e come insegnante, prima del trasferimento in Polesine.

La finalità di questo contributo è di avviare un pieno recupero critico dello scultore e decoratore Giuseppe Milani (1893-1958): se infatti già nota risulta la sua attività matura nel contesto polesano1, ancora misconosciuta risulta la sua attività giovanile in ambito padovano.
Preziosa, a riguardo, la documentazione fotografica di un buon numero di sue opere, messa cortesemente a disposizione da Roberto Giusberti, nipote dell’artista, al quale dobbiamo anche le poche notizie biografiche sul giovane Milani, che ci auguriamo possano essere vagliate e contestualizzate da chi vorrà occuparsene.
Giuseppe Milani nasce a Battaglia Terme il 30 maggio 1893 da Giuseppe e Anna Lupi. Ultimo di sette figli, frequenta con buoni risultati la neonata “Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali” di Padova2, conseguendovi nel 1915 il diploma di modellatore. Prende parte alla prima guerra mondiale come ufficiale nel 216° Reggimento fanteria e viene ferito sul Piave presso il Montello, ricevendone una decorazione al valore.

Lo scultore Giuseppe Milani in un ritratto fotografico giovanile.

Giuseppe Milani in un ritratto fotografico giovanile.

Nel dopoguerra segue il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e, conseguito il diploma, inizia la sua attività di insegnante nella scuola d’arte di Monselice, per poi passare a dirigere quelle di Bassano e di Treviso. Di questa attività, su cui occorrerebbe far luce, resta traccia nella fotografia d’epoca in cui l’artista e sua moglie posano presso l’ingresso della scuola tecnica, in riviera Belzoni3.
Probabilmente al giovane artista concittadino viene affidata la realizzazione della Lapide ai Caduti di Battaglia Terme, solennemente inaugurata il 25 giugno 1921 e oggi perduta o non più identificabile4.
Grazie alla solida preparazione accademica e alla notevole sensibilità espressiva, il giovane Milani si segnala sulle pagine de «L’Artista Moderno», la rivista torinese fondata e diretta da Rocco Carlucci, che meritoriamente riservava attenzione e ampio spazio alla produzione e ai progetti di giovani artisti di tutta Italia.
Nel marzo del ’23 gli viene pubblicato un bozzetto di monumento ai caduti intitolato Il trionfo della luce, con un basamento piramidale sormontato dalla bronzea allegoria di un genio alato nell’atto di spiccare il volo insieme a due cavalli rampanti5. Tre mesi più tardi si tratterà di una stele a rilievo intitolata Dolore materno, con l’enfatica resa del pathos nei gesti e nella mimica6.
La compresenza di una solida formazione accademica e di eleganti soluzioni tratte dal Liberty si coglie nel maestoso bozzetto intitolato Estremo dolore, memore del linguaggio bistolfiano.

Estremo addio, di Giuseppe Milani. Bozzetto per un monumento funebre.

Estremo addio. Bozzetto per un monumento funebre.

Il 16 marzo 1924 a Battaglia si inaugura, presso l’ex-Teatro Marigo, una lapide commissionata a Giuseppe Milani dalla locale Società Operaia di Mutuo Soccorso per festeggiare il cinquantenario di vita del sodalizio. Nel rilievo ci sono due allegorie femminili: la prima porge a un ragazzo il libro con lo statuto dell’associazione, mentre un uomo le cinge il capo di una corona d’alloro; l’altra è nell’atto di reggere un braciere ardente e di stringere la mano a un fabbro, affiancata da un telamone che regge il medaglione su cui campeggia la scritta “Unione Lavoro Costanza”7.
Alla metà degli anni Venti risalgono tre significative prove del nostro Milani nella statuaria celebrativa, la cui paternità, in due casi, risultava finora ignota in sede storiografica, nonché nella memoria storica locale. Si tratta delle tre statue in bronzo che rendono omaggio rispettivamente ai caduti di Pernumia, Carrara San Giorgio e Cartura, fortunatamente scampate alle requisizioni belliche operate dal regime fascista. Grazie alla preziosa documentazione fotografica custodita da Roberto Giusberti possiamo con sicurezza ascrivere a Giuseppe Milani queste tre imprese artistiche, assai diverse fra loro dal punto di vista iconografico.
Nel Monumento ai Caduti di Pernumia il basamento lapideo è sormontato da una bronzea e maestosa statua (firmata) rappresentante l’Italia turrita, armata di spada e nell’atto di brandire un’allegorica fiaccola8.

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Pernumia (1).

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Pernumia (2). Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Pernumia (3).

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Pernumia.

Foto di Carmelo Donà.

Piuttosto convenzionale risulta la scelta iconografica operata da Milani per il Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio, con la fiera e flemmatica immagine di un fante nell’atto di avanzare con baionetta al fucile9.

Inaugurazione del Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio.

Inaugurazione del Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio.

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio (1).

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio (2). Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio (3).

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Carrara San Giorgio.

Foto di Carmelo Donà.

La scelta iconograficamente e stilisticamente più ardita è senza dubbio quella che fruttò a Milani la vittoria nel concorso per il Monumento ai Caduti di Cartura, con un nudo eroico di sapore antico, dinamicamente proteso in avanti nell’atto di colpire con la spada. Ben più che al linguaggio futurista e alla correlata retorica fascista, la virtuosistica creazione di Milani ci sembra frutto di attento recupero della grande statuaria accademica del secolo XIX, cui si aggiungono suggestioni tratte dal dinamismo polimorfo della scultura barocca10.

Giuseppe MIlani, statua per il Monumento ai Caduti di Cartura.

Statua per il Monumento ai Caduti di Cartura.

Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Cartura (1). Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Cartura (2).
Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Cartura (3). Giuseppe Milani, Monumento ai Caduti di Cartura (4).

Il Monumento ai Caduti di Cartura visto da quattro diverse angolazioni.

Foto di Carmelo Donà.

Dal laboratorio monselicense di Giuseppe Milani uscì anche l’alto cippo in trachite che fece da basamento per il gruppo marmoreo del locale Monumento ai Caduti, affidato senza concorso allo scultore locale Paolo Boldrin e inaugurato il 17 gennaio 192611.
Il 5 giugno 1925, nel frattempo, era stato inaugurato il Monumento ai Caduti di Pontecchio, realizzato dal nostro Milani per il piccolo comune poco distante da Rovigo. SI tratta della prima opera pubblica realizzata dallo scultore euganeo per il Polesine. Al culmine di un alto cippo sorgeva la bronzea effigie a figura intera di un soldato che fieramente reggeva una allegoria della Vittoria. La statua, requisita e fusa in epoca fascista, ci è nota grazie alla documentazione custodita dagli eredi dello scultore euganeo.
Nel 1929 viene inaugurato a Rovigo il neo-cinquecentesco Palazzo delle Poste, per il quale la ditta di Giuseppe Milani, che all’epoca aveva sede a Monselice, realizzò le decorazioni esterne in cemento, mentre i vetri colorati erano della Manifattura Chini.

Palazzo delle Poste e Telegrafi di Rovigo.

Palazzo delle Poste e Telegrafi di Rovigo. La decorazione plastica della facciata è opera di Giuseppe Milani.

Threecharlie, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

In quello stesso anno lo scultore eseguì un tondo a rilievo con le effigi di Pio XI e di Vittorio Emanuele III per celebrare la firma dei Patti Lateranensi.
Alla committenza religiosa fanno riferimento anche un grande Crocifisso bronzeo, e il relativo altare che lo accoglie, inaugurati nella chiesa polesana di Ceregnano in occasione dell’Anno Santo straordinario indetto da Pio XI nel 1933. In una cartolina commemorativa, il professor Milani è indicato ancora come residente a Monselice. All’anno successivo risale il disegno per il nuovo altare maggiore nella chiesa di S. Giovanni Battista a Badia Polesine12.
Nel 1934 l’artista Milani si trasferirà definitivamente a Rovigo con la moglie Lidia Corsale e i figli Lella, Aldo e Mario e andrà ad abitare appena fuori città, in via Porta Po, in una casa-studio da lui stesso progettata e decorata secondo stilemi Liberty.
Per quel che riguarda la committenza ecclesiastica, va segnalato il ritratto in terracotta di monsignor Agostino Partesani, conservato presso l’Accademia del Concordi di Rovigo ed erroneamente attribuito al più noto Virgilio Milani13.
Instancabile sarà la realizzazione di statue e rilievi a destinazione prevalentemente religiosa e devozionale, sparsi in varie chiese e cappelle del Polesine: prova evidente che la dolce espressività delle sue figure risultava assai gradita alla committenza.
Assai poco interessato alla vita espositiva locale, per un naturale riserbo e una tacita ritrosia nei confronti della retorica di regime, l’unica volta in cui vi partecipò fu nel ‘39, in occasione della III mostra sindacale d’arte polesana: e lo fece non con un busto mussoliniano o con allegorie di propaganda fascista, ma con i bozzetti di una Via Crucis, molto apprezzati dalla stampa cittadina14. Quei rilievi erano destinati alla chiesa rodigina di S. Lorenzo da Brindisi, per la quale Giuseppe Milani continuò a realizzare opere nel secondo dopoguerra, a cominciare da una vigorosa statua in terracotta di S. Giuseppe con Gesù Bambino. L’artista donò poi ai frati cappuccini di quella chiesa due grandi rilievi fittili per la stessa cappella dedicata a S. Giuseppe, inaugurati il 30 aprile 1950 e segnalati dall’anonimo redattore del giornale cittadino15. La fuga in Egitto si mostrava fedele all’iconografia tradizionale, pur nella naturalezza di pose e nella freschezza espressiva del racconto, mentre sicuramente più originale risultava la soluzione compositiva eseguita per La morte di S. Giuseppe.

Interno della chiesa di San Lorenzo da Brindisi Superiore di Rovigo.

Chiesa di San Lorenzo da Brindisi Superiore di Rovigo, interno.

Threecharlie, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

Nella primavera del ’51 fu la volta dei rilievi con L’Annunciazione e con L’Incoronazione di Maria16. In quello stesso anno venne affidato a Milani l’incarico di proporre una soluzione artisticamente dignitosa per quel che restava del suo Monumento ai Caduti di Pontecchio, che il regime fascista aveva privato della statua bronzea nel corso delle requisizioni di guerra. La spesa prevista per la nuova statua era di 50.000 lire, ma la drammatica condizione economica in cui venne a trovarsi il Polesine dopo la tragica alluvione indusse gli amministratori locali a ripiegare su una soluzione ben più modesta, con una lampada votiva al culmine del basamento e una cancellata in ferro battuto, opera del maestro d’arte Celio Ricchieri17.
Nel secondo dopoguerra Giuseppe Milani si dedicherà anche alla progettazione e alla decorazione plastica di alcune cappelle nel cimitero dei Sabbioni a Rovigo, a cominciare, nel 1946, da quella di famiglia, con la commossa allusione, nel grande rilievo in cemento sopra il portale, alla prematura scomparsa del figlio Aldo, morto appena tredicenne durante il bombardamento anglo-americano del 1° aprile 1945. Opere analoghe verranno poi eseguite a Rovigo per le famiglie Paterno-Mampreso (1950) e Santato (1953)18.
Il 4 novembre del 1954 verrà inaugurato a Battaglia Terme un monumento in memoria dei caduti di entrambe le guerre mondiali19; realizzato da Giuseppe Milani in forma di fontana, esso venne a rimpiazzare un precedente e analogo monumento realizzato dallo stesso artista, del cui bozzetto si conservano due foto d’epoca.

Battaglia Terme, Monumento in memoria dei Caduti di entrambe le guerre mondiali.

Monumento in memoria dei Caduti di entrambe le guerre mondiali. Battaglia Terme, Piazza della Libertà.

Cartolina inizi anni ’60 (raccolta Giovanni Sanavio, già titolare negozio all’INPS di Battaglia Terme).

Battaglia Terme, Monumento in memoria dei Caduti di entrambe le guerre mondiali.

Battaglia Terme, Monumento in memoria dei Caduti di entrambe le guerre mondiali. Opera di Giuseppe Milani.

Foto di Carmelo Donà (2017).

Nel campo della statuaria celebrativa, la sua ultima opera sarà la statua a figura intera in onore del patriota romano Ciceruacchio, che stilisticamente mostra affinità con certe stilizzazioni d’epoca degasperiana, con semplificazioni tardo-novecentiste e una sorta di bonaria “nuova oggettività” nella resa del soggetto. Collocata sul basamento che in passato sorreggeva il grande busto dell’eroe quarantottesco ideato dal padovano Augusto Sanavio20, fu inaugurata il 9 settembre del 1956 nella rinnovata piazza principale di Porto Tolle21.

Giuseppe Milani, statua di Angelo Brunetti detto Ciceruacchio. Il monumento si trova a Ca' Tiepolo, Porto Tolle (Rovigo).

Giuseppe Milani, statua di Angelo Brunetti detto Ciceruacchio. Il monumento si trova a Ca’ Tiepolo, Porto Tolle (Rovigo).

Threecharlie, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons, con modifiche.

Il maestro morirà due anni più tardi a Rovigo, il 18 agosto del 1958.

1) A. Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Minelliana, Rovigo 2004, pp. 178-189.
2) «La Provincia di Padova», 21-22 giugno 1915.
3) L’edificio, tuttora esistente, fu sede poi della scuola di avviamento al lavoro, nonché laboratorio dello stesso professor Milani, prima del suo trasferimento a Rovigo. Devo tali informazioni alla cortesia di Riccardo Ghidotti, cultore di studi locali, al quale mi ha opportunamente indirizzato Marco Chinaglia, che ringrazio.
4) S. Zava, Il dovere della memoria. Censimento dei monumenti ai caduti della Grande Guerra a Padova e provincia, tesi di laurea magistrale, UniversItà Ca’ Foscari di Venezia, a.a. 2011-2012, p. 198.
5) «L’Artista Moderno», XXII, 5, 10 marzo 1923, p. 68.
6) Ivi, XXII, 11, 10 giugno 1923, p. 162.
7) Ivi, XXIII, 10, 25 maggio 1924, p. 184.
8) S. Zava, cit., p. 360.
9) Ivi, p. 292.
10) Ivi, p. 249. Una scheda dell’opera è in www.catalogo.beniculturali.it.
11) S. Zava, cit., p. 346.
12) Cfr. «Il Gazzettino», ed. Rovigo, 14 gennaio 1955.
13) A. Romagnolo, Artisti a Rovigo nella prima metà del Novecento, in Novecento in Polesine, Rovigo, 1987, p. 30. Dobbiamo l’indicazione a Roberto Giusberti, cultore della memoria del nonno Giuseppe Milani e prezioso collaboratore per questo contributo.
14) F. Piovan, Arte e artisti alla terza Mostra Sindacale Polesana, in «Polesine fascista», 4 novembre 1939. Cfr. A. Romagnolo, Artisti e mostre nel Polesine 1911-1988, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Rovigo 1988, pp. 13-14.
15) Nella chiesa dei Cappucini. Due nuovi pannelli del prof. Giuseppe Milani, in «Il Gazzettino», ed. Rovigo, 29 aprile 1950: “Aboliti i particolari decorativi e i contorni superflui, le due scene sono ridotte agli elementi essenziali, in modo da concentrare subito l’attenzione dello spettatore sulla loro espressività, quale risulta dalla naturalezza delle pose […] Armonia di linee, efficacia di espressione, vivacità di tocco danno a questi lavori del prof. Milani l’impronta dell’arte, quale si può scorgere specie nell’accostamento delle due teste della Vergine e del santo nell’ultimo soggetto. Siamo certi che egli vorrà completare presto il suo ideale di arte, perfezionando alla stessa maniera anche le altre cappelle. Arricchirà senza dubbio la nostra città di un vero monumento”.
16) Due nuove opere nella chiesa dei Cappuccini, ivi, 29 maggio 1951.
17) Restauri scuole e Monumento ai Caduti ivi, 21 settembre 1951. Cfr. Pontecchio. Domenica inaugurazione del Monumento ai Caduti, ivi, 27 giugno 1952.
18) Riproduzione fotografica in P. Bonafin, Il giorno dei Morti, ivi, 1° novembre 1953.
19) S. Zava, cit., p. 197.
20) Cfr. A. Nave, cit., p. 106. Per maggiori notizie sull’artista: A. Nave, Augusto Sanavio. Uno scultore fra Padova e il Polesine, in «Padova e il suo territorio», XVIII, 104, luglio-agosto 2003, pp. 23-28; Id., Augusto Sanavio e la scultura a Padova alla vigilia della grande guerra, ivi, XXI, 122, luglio-agosto 2006, pp. 24-26.
21) Un glorioso episodio del Risorgimento. Scoperto a Porto Tolle il monumento a Ciceruacchio, in «Il Gazzettino», ed. Rovigo, 10 settembre 1956 (con erronea attribuzione dell’opera a Virgilio Milani).

Copertina della rivista: Padova e il suo territorio, n. 205.

Questo articolo è stato pubblicato nel numero 205 (maggio-giugno 2020) della Rivista di storia arte e cultura PADOVA e il suo territorio, alle pagine 9-13.

In copertina: Andrea Briosco, detto il Riccio, Cristo deposto, particolare (Padova, chiesa di San Canziano).

L’articolo pubblicato a mezzo stampa è accompagnato da quattro foto in bianconero. In questa versione digitale sono state aggiunte delle nuove foto.