Don Domenico Leonati e altri concittadini

Il card. Rezzonico non voleva a Padova don Leonati solo perché assistesse e allargasse il proprio benefico Istituto, ma anche perché prendesse in mano la formazione spirituale dei chierici del suo Seminario, cosa che gli stava sommamente a cuore. Naturalmente il vescovo riteneva don Leonati non solo un rinnovatore della pastorale ed un pioniere nella conoscenza e nella soluzione dei problemi sociali del suo tempo, ma anche un uomo di Dio, moderatore delle coscienze degli aspiranti al sacerdozio nella qualifica di Confessore, come si diceva allora, o di Padre spirituale, come si direbbe adesso. E don Domenico, che fin dal tempo di Pontedibrenta era stato chiamato in Seminario per predicare gli Esercizi Spirituali agli Ordinandi, tenne lodevolmente questo delicato incarico per 14 anni, vivendo in Seminario e succedendo come Confessore di Chierici al sommo lessicografo Egidio Forcellini. Don Leonati rimase in questa mansione anche sotto il card. Sante Veronese, successore del card. Rezzonico, dal 1758 al 1765. In quest’anno fece il suo memorabile testamento e andò ad abitare in una villetta acquistata già nel 1758 per il cappellano delle Vergini di Vanzo e per il predicatore degli Esercizi. Lì morì il 14 gennaio 1793. Quando fece testamento aveva però ancora 28 anni di vita davanti a sè e di vita intensa. Passò questo tempo nell’estendere a tutta la città i benefici del suo Istituto, nel codificare le costituzioni della Congregazione delle sue figlie e nel donare se stesso alla direzione spirituale di alcuni importanti monasteri femminili di Padova. Mentre ancora il card. Rezzonico era vescovo di Padova, cioè dal 1751 al 1758, don Leonati sempre con l’aiuto del suo vescovo mecenate e di altri benefattori, aprì ben quattro scuole gratuite femminili acquistando altrettante case allo scopo in Borgo Portello, in contrada S.Matteo, vicino all’attuale piazza Insurrezione, in contrada Savonarola e in contrada S.Girolamo a sud del Duomo. L’Istituzione di don Leonati, estesa anche alle fanciulle della media borghesia, si propagava enormemente tanto che in una nota si legge: ”L’opera delle vergini di Vanzo illimitatamente si estende ad ogni parrocchia della città di Padova.” 1 Tutti gli altri Conservatori di Padova, del Soccorso, di S.Caterina, di S.Antonio, sono sorti, dal 1813 in poi, a immagine e somiglianza di quello di Pontedibrenta.

I luoghi di don Domenico Leonati a Padova.

In questa nostra elaborazione della mappa di Padova pubblicata nel 1623, sono indicati i luoghi di don Domenico Leonati in città:
1) Collegio Universitario Ecclesiastico Tornacense; 2) Borgo Santa Croce; 3) Conservatorio di Vanzo.
Scuole gratuite femminili aperte da don Leonati: 4) Borgo Portello; 5) Contrada S. Matteo; 6) Contrada Savonarola; 7) Contrada S. Girolamo.
La località Pontedibrenta, in cui don Domenico è stato parroco, si trova verso Levante.

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Finché don Domenico fu semplicemente parroco di Pontedibrenta non poteva pensare alla fondazione di una Congregazione religiosa; fondò soltanto un Conservatorio e alla sua direzione pose delle Vergini secolari come maestre da lui preparate e formate allo scopo. Ad esse egli non diede delle Costituzioni vere e proprie, ma solo delle norme concrete per la pietà, la disciplina e la scuola. Quand’egli però fu libero dal legame parrocchiale e trasferito a Padova, vide la possibilità di espansione del proprio Istituto. Allora certamente pensò ad una nuova Congregazione religiosa e per questa preparò le sue Costituzioni. Costituzioni ch’egli dice ricavate quasi tutte da quelle di S.Francesco di Sales, suo maestro di spirito, donde il nome di Salesie dato alle sue Figlie. Nel 1758 il card. Rezzonico, appena divenuto papa Clemente XIII, ebbe nelle sue mani e approvò e benedisse queste Costituzioni che don Leonati gli aveva portato a Roma. Sorta come Congregazione di diritto diocesano, approvata con decreto di Lode di S.Pio X del 12 maggio 1911, divenne di diritto pontificio il 16 maggio 1933. Ma il carisma particolare di don Leonati era quello di essere maestro di spirito e lo effuse abbondantemente nel corso di tutta la sua vita: con il suo fratello minore, Domenico junior, con gli studenti del suo Collegio Convitto, con i suoi parrocchiani di Pontedibrenta, in modo speciale con le sue maestre e superiore e, nell’ultima parte della sua vita, con i chierici del Seminario e con le suore di diversi monasteri femminili: le Eremite, le Benedettine di S.Agata, in piazza Castello, le Benedettine della Misericordia, in Prato della Valle, e le Cappuccine vicino (quasi di fronte) dell’attuale Casa Madre delle Salesie in Corso Vittorio Emanuele II. Le più povere, anche più delle Eremite, erano le Cappuccine e presso di esse, nella loro chiesetta, egli ha voluto riposare. Poi venne la bufera napoleonica con la soppressione degli Ordini religiosi che portò alla demolizione di tante chiese e monasteri. Anche la chiesetta delle Capppuccine andò distrutta. Della tomba del Fondatore delle Salesie fu possibile recuperare soltanto la piccola lapide di marmo di cm. 40 x 40 che, tradotta in italiano, dice: Al Rev.mo don Domenico Leonati – loro ottimo padre – esimio per pietà e dottrina – le Vergini di Vanzo – posero – Morì l’anno della Redenzione 1793.

Lapide marmorea che si trovava nella tomba di don Domenico Leonati.

La lapide marmorea della tomba di don Domenico Leonati che si trova nella Casa Madre delle Suore Salesie.

La foto è tratta dal libro: Sac. Guido Beltrame, Don Domenico Leonati Fondatore delle Salesie, Padova, Erredici, 1987 (per gentile concessione delle Suore Salesie).

In questa breve memoria di questo illustre figlio di Battaglia è soltanto riassunta la sua vita e accennata la sua attività, ma lo spessore della sua figura umana, cristiana e sacerdotale meriterebbe ben più ampio spazio e approfondimento.

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2 – Schiavetti Mons. Angelo (1693-1783). Era pronipote di Don Andrea Schiavetti che fu parroco di Battaglia dal 1678 al 1690. Angelo Schiavetti nacque a Battaglia il 3 novembre 1693, ma il padre Stefano era bergamasco come il prozio Don Andrea. A 13 anni entrò nel seminario di Padova dove frequentò regolarmente e lodevolmente tutte le classi distinguendosi per la diligenza, l’amore allo studio e l’ingegno. Ancora chierico sostenne una pubblica disputa teologica con tanta bravura da essere additato ad esempio. Si laureò in teologia e fu iscritto al collegio dei teologi. Per qualche anno insegnò filsofia in seminario, ma ben presto occupò a Monselice il canonicato Teologale cui aveva volontariamente rinunciato Giovanni Battista Canale. Tenne il canonicato, fatto raro, per 61 anni, cioè fino alla morte, con la dispensa pontificia dell’obbligo della presenza al coro. Ebbe in casa un piccolo collegio in cui fu istruito nella filosofia anche il celebre abate Giovanni Brunacci che aveva dovuto lasciare temporaneamente il seminario per motivi di salute. Nel 1740 il Senato veneto lo nominò professore di logica e metafisica, prima alla cattedra secondaria e, quattro anni dopo, alla primaria nella Università di Padova. La tenne con grande dignità e con giovanile ardore anche nella tarda vecchiaia. Parola pronta, lingua latina purissima, periodare ciceroniano. Egli in quell’età (oltre 80 anni) non solo godeva di mente integra e di sensi, ma aveva lucide e pronte le facoltà intime. Ricordava, commentava, scriveva. Nulla in lui di senile, tranne la sapienza. Dalla vita di lui del Ferrari: Amò sempre il seminario. Amò gli amici, fece loro del bene, li aiutò quanto potè. Ciò che era suo, era di tutti. Era servizievole in modo ammirabile. Per compiere bene i suoi doveri, e della cattedra e del canonicato, non risparmiava fatica. 2 Fatto vecchio, si ritirò a Monselice dove morì novantenne il 9 agosto 1783. 3

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3 – Guerra Luigi (1712-1795), nacque a Battaglia il 28 marzo 1712 e studiò presso il seminario di Padova. Il 27 luglio 1734 si laureò in teologia e fu iscritto al collegio dei dottori. Insegnò rettorica a Bergamo, a Venezia, a Padova (non però in seminario) dove rimase fino al 1749 quando decise di recarsi a Dresda per ritornare di lì a qualche anno ancora a Venezia. Ma siccome carmina non dant panem (le lettere non sono economicamnte redditizie), si diede all’erudizione ecclesiastica specialmente nel campo del diritto canonico. Le sue pubblicazioni e traduzioni in questa materie lo fecero conoscere ed apprezzare dai dotti e lo portarono alla cattedra di diritto pubblico ecclesiastico nella nostra Università, succedendo nel 1773 (25 agosto) all’abate Angelo Fabro. Sostenne con grande decoro l’insegnamento universitario e fu annoverato tra i membri pensionarii della nostra accademia dove lesse dotte memorie. Il Guerra non aveva peli sulla lingua e osava persino criticare pubblicamente suoi colleghi e suoi superiori, per cui non risultava a molti simpatico. Morì a 83 anni il 2 marzo 1795. 4

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4 – Leonati don Carlo (1700-1761) figlio di Domenico e di Antonia Tonini, nacque a Battaglia nell’attuale casa d’angolo tra via Androna e via Maggiore n°36, il 15 febbraio 1700.

Battaglia Terme, l’ex casa dei Leonati vista dal Vicolo della Chiesa.

L’ex casa dei Leonati vista dal Vicolo della Chiesa (già via Androna). A sinistra, la vecchia parrocchiale.

Foto: Carmelo Donà.

Ebbe la sua prima formazione spirituale e culturale dal parroco di Battaglia don Antonio dott. Gentili che, per le sue conoscenze a Venezia, circa l’anno 1718 gli ottenne un posto gratuito presso il collegio Universitario Ecclesiatico Tornacense di cui era presidente il Cardinal Pietro Barbarigo, Patriarca di Venezia e direttore lo zio don Giovanni Andrea Leonati. Nel 1720, per lasciare il posto al fratello Domenico, entrò nel seminario di Padova. Nel 1722 si laureò in teologia; però durante la sua vita coltivò in modo particolare la giuriprudenza. Dimostrò un pronto e vivace ingegno anche con alcune poesie che furono stampate in più raccolte del tempo. Nel 1730 fu mandato dal vescovo di Padova Mons. Giovanni Minotto Ottobuoni a Montagnana quale canonico teologo di quella Collegiata e contemporaneamente quale Vicario adiutore di quell’arciprete con diritto di successione, come avvenne. Quindi fu arciprete di Montagnana per oltre 30 anni e nello stesso tempo godeva il beneficio, come commendatario, della Chiesa Parrocchiale di S.Giorgio in Padova. I contemporanei e specialmente gli abitanti di Montagnana sono concordi nel lodare il suo ingegno e le sue grandi doti di cuore per cui quando il 29 dicembre 1761 morì, fu compianto da tutti. 5

Montagnana, il Duomo di Santa Maria Assunta.

Il Duomo di Santa Maria Assunta di Montagnana, ricostruito a partire dal 1431 sull’area di una precedente chiesa del XII secolo.

Di Alain Rouiller (Montagnana 33) [CC BY-SA 2.0], attraverso Wikimedia Commons con modifiche.

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5 – Leonati dott. Giovanni Antonio (1725-1800). Questo Giovanni Antonio non è fratello del precedente, come affermano i citati Vedova e Belllini, ma il nipote. Anche don Carlo Leonati ebbe un fratello di questo nome, ma era nato nel 1685 e non divenne mai medico. Il Giovanni Antonio di cui parliamo è figlio di Francesco Leonati e di Caterina Romagnoli e nacque a Battaglia il 19 maggio 1725. Fece gli studi letterari nel seminario di Padova, ma poi si iscrisse alla nostra Università e si laureò in filosofia e medicina, ma non gli riuscì di ottenere una cattedra di insegnamento presso l’Università. Lasciò alcune opere che furono lodate per lo stile, la sana critica, ed il giusto filosofare. 6 Morì il 22 luglio 1800, come appare dall’atto di morte. 7

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6 – Don Bartolomeo dott. Leonati (1727-1793) fratello del precedente, nacque a Battaglia il 2 febbraio 1727. Si laureò in teologia nella nostra Università e, alla morte dello zio don Carlo, gli succeddette come Canonico teologo della Collegiata e arciprete di Montagnana dal 1761 all’ 11 marzo 1793, quando morì. 8

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Note

1 – ASP Vergini di Vanzo , Mazzo III f. 8
2 – G. Bellini, Sacerdoti educati nel Seminario di Padova, Gregoriana Ed. 1951 p. 317-316.
3 – Pubblicazioni: De aquis Montisilicis epistola 1729. De aere Montisilicis lucubratio cum epistola 1730. Oratio de Zacharia Canali patricio veneto, equite divi Marci procuratore 1735. Ristampata nel 1762. Oratio ad Aurelium Rezzonicum, patrem Clementis XIII 1759. DISPUTATIONES METAPHISICAE habitae in Gimnasio Pat. ad obscura quaedam Aristotelis loca illustranda 1758. E poche altre cose, tutte stampate a Venezia.
4 – Confronta: G. Vedova Biografia degli scrittori Padovani p. 485 – G. Bellini op. cit. p. 225-226 in cui sono elencate anche le principali sue opere e traduzioni: Dei Fondamenti della Religione del Valsecchi – Traduzione in latino. Venezia 1767, II Ed. 1770. Della proibizione dei libri di Ant. Arnaldo – Traduzione dal francese. Venezia. 1771. Historia Juris Canonici… del Donzat tradotta dal francese. Giustificazioni dei Discorsi e della Storia Ecclesiastica dell’Abate Fleury, tradotta dal francese. Venezia 1772. Pontificarum Constitutionum in Bullariis Magno et Romano contentarum et aliunde desuptarum Epitome… Tomi 4 in folio. Venezia 1772. Joannis Cabassutii Aquiseksiensis Notitia ecclesiastica Conciliorum… (ab anno 1596) usque ad annum 1772 producta. Venezia 1773. La Sacra Bibbia volgarizzata da Niccolò Malermi, approvata dalla Sacra Congregazione dell’Inquisizione l’anno 1567, ridotta allo stile moderno, e arricchita di note. Volumi 7 Venezia 1773.
5 – Pubblica in elegante latino: Dissertationes de preparatione ad Jus Canonicum et ad Jus Civile Animadversiones in Pandectas Codicem. De ratione et methodo interpretandi Pandectas. Tutto per la Tip. del Seminario di Padova, 1734 in 4°.
6 – Nelle faustissime nozze di S.Ecc. Marco Andrea Pisani e Caterina da Mula. Ode pindarica, stampata in Padova, 1755, per Giovambattista Penada, in 4°. Sta premesso all’Ode un Sonetto dello zio don Carlo. Lucubratio ad amicum N.N. de humanae mentis immortalitate ex Aristotelis sententia. Padova.Penada, 1763 in 8°. De sommo et sommio tractatio in duas partes dstribuita, Padova, per Gio. Antonio Volpi, 1764 in 8°. Lucubrationes ad amicum N.N. quorum altera de pulcrho, altera de intellectu agente ex germana Aristotelis sententia. Padova, Tip. Penada, 1765 in 8°.
7 – Adì 24 luglio 1800 – L’Eccellente sig. Dottor Giovanni Antonio Leonati q.m Francesco sofferse una febra maligna per la quale in capo a 7 giorni munito de Ss.mi Sacramenti… morì in età d’anni 75 il 22 luglio 1800… Il suo cadavere fu seppellito nel’Arca sua.. ( APB ) Morti vol. V p. 139.
8 – G. Gennari – Notizie Giornaliere – Rebellato ed. 1984, Vol. II. pp. 700-701: Addì 22 marzo 1793. Ieri morì in questa città (Padova) l’arciprete di Montagnana don Bartolomeo dottor Leonato e oggi, come ordinò fu seppellito nella chiesa del Torresino. L’elezione del nuovo arciprete appartiene al capitolo di quella Collegiata.
Noto che la chiesa del Torresino nel 1793 non era ancora parrocchia, (lo diverrà nel 1803), ma soltanto l’oratorio nuovo della Confraternita di S.Maria del Pianto.

Parrocchia e paese di Battaglia, copertina.Il testo è tratto da: sac. Guido Beltrame, La parrocchia di S. Giacomo e il paese di Battaglia, Parrocchia di S. Giacomo, 1997, pp. 63-71.
Le immagini e le relative didascalie sono a cura di BATTAGLIATERMESTORIA. La biografia di don Domenico Leonati, che nella stesura originale è alla fine, è stata portata all’inizio.
Ringraziamo il parroco della parrocchia di San Giacomo di Battaglia Terme, don Edoardo Bregolin, per averci dato il consenso alla pubblicazione.