Chiesa e società di Battaglia tra 1925 e 1930

Cronache e dati riguardanti la Chiesa e la società di Battaglia Terme (scuola, enti, associazioni e istituti) nel periodo che va tra il 1925 e il 1930. Per quanto riguarda la Chiesa, viene dato risalto alla visita pastorale del vescovo di Padova Elia dalla Costa del 1926.

Qui tutti i capitoli pubblicati.

CHIESA E SOCIETÀ NELLA SECONDA METÀ
DEGLI ANNI VENTI

Sommario: Visita pastorale del vescovo di Padova Elia Dalla Costa del 1926 – Cronaca parrocchiale – Ampliamento della parrocchia – La scuola – Le associazioni, enti e istituti

Battaglia, Chiesa di San Giacomo e Albergo Italia in una foto degli anni Venti del secolo scorso.

Chiesa di S. Giacomo e Albergo Italia.

Immagine tratta dal libro di Primo Cattani Battaglia-Terme. Storia – Industrie e Problemi : dal 1100 al 1925 – III. anno dell’Era Fascista, Editrice La Galiverna, 2009, pp. 11-24 – Ristampa anastatica, p. 23.

Visita pastorale del vescovo di Padova Elia Dalla Costa del 1926

Sino ad ora non sono state fatte pubblicazioni sulle visite pastorali a Battaglia successive a quelle di Monsignor Pellizzo. Di queste è stato possibile consultare la documentazione nell’Archivio Parrocchiale. Nel Libro Cronistorico della Chiesa e Parrocchia di S. Giacomo Apostolo in Battaglia Terme, iniziato nel 1925 a cura di Don Marco Romano, la visita pastorale del vescovo di Padova Monsignor Elia Dalla Costa è così raccontata:
“Il 21 febbraio di quest’anno 1 sua Ecc.za Mons. Elia Dalla Costa fece la visita pastorale alla Parrocchia. AI mattino per tempo fu incontrato da numerosa popolazione al ponte nuovo e accompagnato in Chiesa [ … ] celebrò la S. Messa e distribuì la S. Comunione a cinquecento fedeli. Impartì la benedizione Papale e le assoluzioni funebri. Amministrò più tardi la S. Cresima a cento e tredici fanciulli. Nel pomeriggio visitò gli Oratori del Cattaio, di S. Elena e l’oratorio privato della signora Bisi – Prosdocimi. Alle ore 14 e mezzo fece la visita ai fanciulli della dottrina cristiana, gli esaminati furono 240. Alle funzioni sua Ecc.za predicò, impartì la benedizione eucaristica e ricevette quindi i soci dell’Azione Cattolica. Ripartì per Padova alla sera ossequiato dalla popolazione.”
A quel tempo era ancora parroco di Battaglia Don Angelo Guazzo. Vista l’età 2 e le sue precarie condizioni di salute, era stato affiancato fin dal 23 dicembre 1923 da Don Marco Romano, nominato Cappellano del Cataio e coadiuvatore. Questi era nato ad Asolo (TV) il 13 novembre 1890 e fu ordinato sacerdote nel 1915, dopo aver prestato servizio militare nella grande guerra. Era stato direttore del Patronato dell’Immacolata a Padova, vicario agli Eremitani, cooperatore a Carrara S. Giorgio ed infine arrivò a Battaglia. Fu ad opera di quest’ultimo, come abbiamo già visto, che dal 1925 venne tenuto un diario parrocchiale, nel quale venivano indicati dallo stesso Don Marco i principali avvenimenti che coinvolgevano la vita della Parrocchia.
Anche la visita di Mons. Dalla Costa, come quella di Mons. Pellizzo 3 del 1921, veniva preceduta da un questionario che il parroco doveva compilare per fornire alla Diocesi una serie di informazioni sulla situazione della parrocchia e dei suoi fedeli. Tale questionario fu restituito da Don Angelo Guazzo in data 3 febbraio 1926. Copia di questo venne tenuta nell’Archivio Parrocchiale; esso era così suddiviso: dati statistici, clero, popolo, Parola di Dio, Sacramenti, Il Culto Divino, Azione Cattolica, Chiesa, Beneficio e Archivio, per un totale di 186 domande. In allegato c’erano i prospetti dei legati, delle reliquie, dell’amministrazione della Chiesa e dell’amministrazione del beneficio.
Dal questionario emergeva che c’erano a Battaglia 2500 anime suddivise in 500 famiglie; la media annuale dei nati, dei matrimoni e dei morti era rispettivamente di settantacinque, di venti e di quaranta. Sul clero non c’era “nulla da dire”; Don Angelo viveva in canonica con la domestica Mabilia Teresa di anni 62, col fratello Giovanni di 74 anni e con la moglie di questi di anni 68; Don Marco viveva presso il castello del Cataio con la sorella Maria di 30 anni e con la domestica Lazzaro Amabile di 50 anni. Il popolo era di massima cristiano ma predominavano i vizi della bestemmia e del turpiloquio. Esistevano “privati o pubblici scandali” quali le sale da ballo durante il carnevale contro le quali i parroci predicavano. L’osservanza e la partecipazione ai culti era rispettata dalle donne e non dagli uomini. La domanda numero 25 chiedeva: “Vi sono massoni, socialisti, spiritisti e in qual numero?” La risposta del parroco fu: “notoriamente no”. È comunque interessante l’inclusione in questa categoria dei socialisti in un’epoca in cui questi ultimi erano molto temuti dal governo e dalla Chiesa. La risposta di Don Angelo non è un no categorico ed effettivamente conferma la presenza di un tessuto sociale molto influenzato dalla presenza in loco di numerose industrie con all’interno dei forti movimenti operai.
Il questionario continua rilevando che tra i giornali “cattivi” veniva incluso il “Gazzettino“.
In parrocchia c’erano circa 400 fanciulli dai 6 ai 15 anni, di cui solo 250 frequentavano la dottrina. Ai fanciulli più assidui e diligenti si dispensavano premi. I bambini venivano battezzati regolarmente, ricevevano il sacramento della comunione non appena raggiunto “l’uso della ragione” e con una preparazione di due mesi, mentre l’istruzione alla cresima durava venti giorni.
Venivano combattuti “gli amoreggiamenti soverchiamente lunghi o immorali” e c’era solamente una unione illegittima in paese.
Veniva poi indicato che l’amministrazione comunale era fascista e nelle associazioni cattoliche si cercava di formare negli elettori la coscienza dei loro doveri e diritti riguardo alla morale cristiana. I partecipanti alle varie sezioni e circoli erano circa 397 4.
Veniva tenuto aggiornato costantemente l’Archivio Parrocchiale.
Gli aspetti evidenziati ci interessano per valutare le eventuali variazioni rispetto a quanto analizzato nella visita pastorale precedente.
Pare emergere una situazione sostanzialmente simile a quella già vista nel 1921.
La novità di rilievo era il maggiore interesse che il questionario poneva ad alcuni aspetti della politica locale: in effetti le domande sulla natura dell’amministrazione comunale, sull’intervento che il parroco faceva nei confronti dei parrocchiani elettori e lo specifico inserimento del socialismo all’interno di altre piaghe quali la massoneria e lo spiritismo, erano novità che rispecchiavano un atteggiamento di maggiore attenzione ai rapporti chiesa – politica, non riscontrato precedentemente.
I prospetti allegati al questionario erano un’elencazione non utile alla nostra trattazione.
Importanti erano invece i documenti che completavano il fascicolo della visita pastorale di Monsignor Pellizzo: la Relazione della visita, le Osservazioni del Vescovo e i Decreti.
Nella Relazione della visita vengono raccontati i vari momenti della giornata vissuta dal Vescovo a Battaglia, i quali ricalcano quanto già riassunto da Don Marco Romano nel “Libro Cronistorico della parrocchia”.
Riportiamo invece per intero le Osservazioni del Vescovo:
“La parrocchia è molto unita, costituita in gran parte dal borgo e gli abitanti sono in gran numero operai negli opifici locali.
Vi imperversò in passato il socialismo, che affievolì e spense in molti lo spirito di fede. Presentemente sono confortanti gli indizi di un buon ritorno alla vita cristiana, però gli assenti sono moltissimi ancora. Di grave ostacolo alla fede e alla moralità riesce la vicinanza, quasi l’assembramento delle varie famiglie nelle anguste corti e nelle fabbriche dove purtroppo si obbliga in parte anche al lavoro festivo.
Si continui a prodigare ogni cura alla gioventù, nella quale sono da vedere le migliori speranze per una vita più intensamente cristiana nell’avvenire; si coltivino e si facciano fiorire le Associazioni cattoliche, adunandone i membri allo spirito di apostolato e promovendo in esse e per esse la frequenza ai S.S. Sacramenti.”

Dalle osservazioni del Vescovo, a differenza di quanto indicato da Don Angelo nel questionario, emerge una seria preoccupazione per la situazione della parrocchia. Con molta attenzione egli riuscì a cogliere e a sentire il distacco di buona parte della popolazione dalla vita religiosa, imputandone la colpa al socialismo nato e fermentato nella vita di fabbrica e delle corti. Se Don Angelo aveva probabilmente minimizzato la poca partecipazione dei fedeli e la mancanza di fede, soprattutto nella popolazione maschile, tale tendenza non era sfuggita al Vescovo che indicava come unici rimedi la cura e la coltivazione della gioventù e lo sviluppo delle associazioni cattoliche 5.

Note
1 Correva l’anno 1926.
2 Era nato a Cittadella nel 1856.
3 Vedere capitolo 3, paragrafo 2. < LINK
4 Dato di difficile interpretazione visto che non viene indicato chi partecipa in più associazioni.
5 Cfr. A.P.B., fasc. Prima Visita Pastorale di Mons. Elia Dalla Costa, cart. Visite Pastorali.

Cronaca Parrocchiale

Come abbiamo già ricordato, nel 1925 venne istituito dal cappellano del Cataio e coadiuvatore Don Marco Romano il Libro Cronistorico della parrocchia di Battaglia Terme 6.
In questo Diario, Don Marco riferì sostanzialmente una scarna cronistoria dei fatti che coinvolgevano la vita della sua parrocchia.
Riportiamo di seguito quanto scritto a proposito del quinquennio 1925-1930.
Anno 1925:
“Durante quest’anno si fecero importanti lavori nella chiesa parrocchiale. Si provvide al rinnovo del pavimento della chiesa in pietra bianca e rossa di Verona. Avendo trovato che nel pavimento della chiesa vi erano numerose tombe in parte cadenti, si è dovuto fare un sottofondo in calcestruzzo che desse sicurezza al pavimento. I quadri di pietra misurano il lato 25 cm e furono lavorati dalla ditta F.lli Milani di cui, la posa in opera fu fatta dalla ditta Dorigato Felice.
Il lavoro complessivo importò una spesa di 18.000 lire 7.
I lavori furono pagati con circa cinquemilalire della cassa della fabbriceria, il resto con spontanee offerte della popolazione” 8.

Anno 1926:
“Durante quest’anno si provvide alla ripassatura del coperto della chiesa, e si provvide alla tinteggiatura della chiesa e alla decorazione della cupola. Il lavoro fu eseguito dal pittore Bordin di Este.
Si provvide anche al rifacimento dei telai delle finestre della cupola. Nella parte nord della chiesa si era manifestata una larga fenditura e si provvide al rinforzo del muro con anelli di calcestruzzo e ferro. Detti lavori importarono una spesa di L. 35.000 9. Detti lavori furono pagati dalla popolazione: quasi tutte le famiglie della parrocchia offrivano a questo scopo una lira tutte le domeniche e feste dell’anno”.

Poi veniva raccontata la giornata della visita pastorale già riportata nel paragrafo precedente.
Anno 1927:
“In quest’anno si è dovuto rifondere [ … ] le campane perché la campana principale si ruppe in seguito al suono esagerato (una notte intera) voluto dalle autorità politiche, per un attentato al Capo del Governo, che fortunatamente non raggiunse il triste intento 10. La spesa fu di lire 5583,84 11, denaro ricavato dalle offerte spontanee della popolazione.”
Venne poi dato il resoconto della visita del vescovo Mons. Dalla Costa in occasione della cresima di circa 100 bambini il 15 maggio.
Anno 1928:
“La sera del 15 aprile un fulmine caduto sul campanile demolisce parte del cornicione che sta sopra la cella campanaria del lato nord. Il materiale caduto sul tetto della chiesa, sfondò il coperto e parte del soffitto. Fu un vero miracolo se non si ebbero vittime.
I lavori di restauro furono intrapresi subito dall’ing. Comunale Benedetto Peloso; la spesa di riparazione del campanile e del tetto importò la spesa di L. 10.000 12. Parte furono pagate dal comune (L. 5.000), dall’assicurazione (Soc. Cattolica di Verona) si ebbero L.2.000, il resto fu dato dalla popolazione.
Danni riportò pure la casa canonica, specialmente sul tetto”.

Negli anni 1929 e 1930 vennero descritte le varie fasi dell’ampliamento della parrocchia di Battaglia che acquisiva parti di quelle dei paesi vicini13.

Note
6 Sui libri cronistorici, cfr. anche: P. GIOS, Un parroco, un paese, una chiesa nel cuore del ‘900. Don Francesco Roncaglia e Chiuppano (1829 – 1859), Comune di Chiuppano (VI), Chiuppano. 1998, e Don Guglielmo Brendolan, Diario di un parroco. Note cronistoriche riguardanti la parrocchia di Campiglia dei Berici 1912 – 1943, a cura di L. QUAGLIO – G.B. ZILlO, Vicenza, Ediz. Nuovo Progetto, 1993.
7 L.22.501.060,2 nel 2001.
8 Questo brano, tratto dal “Libro cronistorico”, e tutto quanto riguarda l’anno 1925.
9 L.40.559.778 nel 2001.
10 Questo è l’unico riferimento nel “Libro cronistorico” ad avvenimenti politici durante il periodo fascista.
11 L.7.077.649,54 nel 2001.
12 L.13.676.980 nel 2001.
13 Vedere paragrafo seguente.

Ampliamento della parrocchia

Alcuni abitanti di S. Pietro Montagnon, che risiedevano nelle vicinanze del castello dal Cataio, richiesero ufficialmente al vescovo di Padova che la loro famiglia potesse essere aggregata alla parrocchia di Battaglia Terme. I motivi che sottostavano a tale richiesta erano la lontananza dal centro di S. Pietro e la vicinanza alla chiesa di Battaglia, che avrebbe consentito una più facile partecipazione alla vita di comunità.
In data 25 marzo 1929 Mons. Dalla Costa, dopo aver sentito il parere dei parroci dei due comuni, decretò:
“Il territorio compreso fra il fosso Rialto, l’arginello che parte dal detto fosso e va a congiungersi al canale di Battaglia passando dietro la casa Baraldo ed il Canale di Battaglia è smembrato dalla parrocchia di S. Pietro Montagnon ed è unito et incorporato in perpetuo alla parrocchia di Battaglia” 14.
Nel suddetto decreto il vescovo spiegava che uno dei principali doveri del “Pastorale nostro Ministero” era di provvedere affinché i fedeli potessero facilmente adempiere ai propri doveri religiosi e frequentare assiduamente i luoghi di culto.
Per conseguire questo obiettivo era quindi necessario dividere il territorio parrocchiale in modo che i fedeli potessero venire assegnati alla chiesa più vicina o più comoda da raggiungere.
Con lettera del 5 aprile 1929 la Curia Vescovile di Padova informò il parroco di Battaglia che quello era il momento più opportuno per valutare se fosse il caso di aggregare alla propria parrocchia anche altri pezzi di territorio di paesi vicini, come da istanze presentate da famiglie di questi nel recente passato15. In particolare si trattava di valutare alcuni gruppi di case vicine a Battaglia ma residenti sotto le parrocchie di Pernumia, Carrara S. Giorgio, Carrara S. Stefano e Galzignano.
In quell’anno seguirono vari carteggi che portarono ad importanti sviluppi; questi ultimi si concretizzarono l’anno seguente. Nel 1930 il vescovo di Padova emise altri decreti con i quali venne ampliata la parrocchia di Battaglia. Le motivazioni sottostanti furono le medesime già viste precedentemente e quindi, sempre dopo aver consultato i vari parroci, Mons. Dalla Costa deliberò in data 14 aprile 1930:
“Il territorio di Carrara S. Stefano che confina ad ovest col comune di Carrara S. Giorgio, a sud col canale Vigenzone, ad est col terreno segnato coi N. Mappali 20, 118, 28, 138, 100, 156 ed a nord coi N. Mapp. 155, 99, 98 e la via Chiodare è assegnato in perpetuo alla parrocchia di Battaglia, salvi gli eventuali diritti reali spettanti al beneficio parrocchiale di Carrara S. Stefano” 16;
“Il territorio compreso fra lo scolo consorziale la Comuna ed il canale Vigenzone, appartenente alla parrocchia di Pernumia, è aggregato in perpetuo alla parrocchia di Battaglia [ … ]” 17;
“Il territorio compreso entro i seguenti confini: ad ovest la strada di Padova – Battaglia all’altezza del ponte del Cataio fino all’Oratorio del Pigozzo, indi il canale che segue il confine fra il comune di Carrara San Giorgio e quello di Battaglia e Pernumia, a sud il canale Vigenzone, ad est i confini fra il comune di Carrara S. Stefano e di S. Giorgio sino alla casa Bottin, indi la strada sino alla casa Pantano inclusa, poi il nuovo scolo consorziale la Comuna, a nord il terreno segnato nei N. Mapp. 118, 116, 51, 93, 30, 29 casa Salvan inclusa e la strada Padova – Battaglia è aggregato in perpetuo alla parrocchia di Battaglia”
e tolto a quella di Carrara S. Giorgio. “L’Oratorio del Pigozzo, fino a che rimarrà nelle attuali condizioni rimane assegnato alla parrocchia e fabbriceria di Carrara S. Giorgio [ … ]” 18.
In data 23 aprile deliberò inoltre:
“Il territorio compreso fra la strada Battaglia – Galzignano a partire ad est della località Civrana 19, sino alla località Scasara 20, lo scolo che parte da questo punto e va sino alla Fossa Comune, indi da detta fossa sino alla strada che circonda il monte Lispida, è sottratta alla parrocchia di Galzignano ed è aggregata in perpetuo a quella di Battaglia [ … ]” 21.
Il piano di ampliamento territoriale, che non era riuscito al comune di Battaglia, era stato realizzato dalla parrocchia. Questo è la conferma del fatto che le parti di territorio richieste da Battaglia erano effettivamente zone comode al paese, con effettivi vantaggi per le popolazioni ivi residenti nel caso fossero state aggregate anche civilmente a Battaglia.
La visione lungimirante del vescovo di Padova non fu la stessa delle autorità competenti civili e, in particolare, delle miopi amministrazioni dei paesi coinvolti nel progetto.
A completamento del paragrafo segnaliamo che il 5 maggio 1938, a seguito dell’istanza di tre famiglie della parrocchia di Valsanzibio dimoranti a nord-ovest del monte Lispida, il vescovo di Padova Mons. Carlo Agostini decretò:
“Il territorio della parrocchia di Valsanzibio compreso fra la Fossa Comune e la strada comunale Battaglia – Valsanzibio e nel quale dimorano le famiglie Belloni Giuseppe, Salacini Giovanni e Cecchetto Ignazio, è dismembrato dalla parrocchia di Valsanzibio ed è unito ed aggregato alla parrocchia di Battaglia” 22.
Con quest’ultimo intervento la parrocchia di Battaglia assunse la definitiva fisionomia tuttora esistente.

Note
14 A.P.B., Decreto del vescovo di Padova del 25 marzo 1929, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
15 A.P.s., Lettera della Curia del 5 aprile 1929, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
16 L’attuale frazione di Duecarrare denominata “Chiodare”. A.P.B., Decreto di delimitazione parrocchia di Battaglia e Carrara S. Stefano del 14 aprile 1930, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
17 L’attuale località “Casona”. A.P.B., Decreto di delimitazione parrocchia di Battaglia e Pernumia del 14 aprile 1930, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
18 A.P.B., Decreto di delimitazione parrocchia di Battaglia e Carrara S. Giorgio del 14 aprile 1930, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
19 Zona dell’attuale complesso alberghiero “Terme di Galzignano”.
20 Oggi detta anche “Grottarole”.
21 A.P.B., Decreto di delimitazione parrocchia di Battaglia e Galzignano del 14 aprile 1930, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.
22 A.P.B., Decreto di delimitazione parrocchia di Battaglia e Valsanzibio del 5 maggio 1938, cart. Documenti storici – Asilo – Canonica.

La scuola

L’edificio scolastico di Battaglia Terme era attiguo all’edificio sede del municipio. Come abbiamo già visto l’istruzione comprendeva la Scuola Elementare, amministrata dallo Stato e comprensiva di 8 classi, di cui tre classi integrative, principalmente serali, che insegnavano arti e mestieri, e l’asilo infantile. Quest’ultimo era amministrato da un consiglio di amministrazione diretto a quell’epoca da una direttrice. Battaglia era inoltre sede della Direzione Didattica circoscrizionale.
Nella Relazione morale della Giunta che accompagnava il conto consuntivo 1925 al Regio Prefetto 23, la giunta stessa dedicava un paragrafo all’istruzione pubblica.
Nel 1925 erano stati concessi dal provveditore i tre corsi integrativi, la sesta, la settima e l’ottava classe, in modo che anche i figli dei meno abbienti potessero trovare istruzione corrispondente all’ambiente, alle attività e alle attitudini del paese. “La Giunta ha cercato di camminare col passo più attento sul solco vigorosamente tracciato dal Governo Nazionale, e fin dall’inizio del suo oneroso compito, si dedicò alla feconda opera di rinnovamento e di esaltazione della scuola perché essa si avvii ad essere la fucina ardente ove si prepara l’immancabile glorioso domani della Patria” 24.
L’istruzione pubblica era impartita con cura ed efficacia e di ciò bisognava dare lode alla Direttrice Didattica Carolina Marchesini, “funzionaria zelante, inappuntabile, segue la scuola con cuore ed intelletto aperti a grandi idealità di Patria” 25.
L’Asilo Infantile veniva mantenuto a spese del comune e funzionava “benissimo”. Era diretto dalla signorina Maria Cappellini, coadiuvata dall’assistente signora Italia Fantuzzi. Nel 1925 le iscrizioni ammontarono a 70 allievi26.
Il 6 maggio 1926 il sindaco di Battaglia scrisse una lettera alla Direttrice Didattica chiedendo lumi sulla situazione delle scuole in paese. Questa rispose con una relazione della quale riportiamo i brani principali:
“Per una serie di circostanze incresciose, alcune indipendenti dalla volontà delle persone, le scuole di Battaglia non funzionano come sarebbe mio desiderio e come richiederebbero le condizioni di questa industre cittadina.
Fin dall’inizio dell’anno scolastico 27, il grande numero degli iscritti (86) rese necessaria l’istituzione di due prime classi miste. La prima A fu affidata alla maestra Bellucco, la prima B alla maestra Chiampo Cavalletto. Queste due insegnanti posseggono doti mirabili di educatrici. [ … ] La signorina Chiampo Cavalletto ebbe la disgrazia di ammalarsi due volte, nel corso dell’anno, di polmonite gravissima. [ … ] Così i teneri bambini di classe prima B mutarono, nel giro di pochi mesi, cinque insegnanti28.
La classe seconda mista, con 79 inscritti, è affidata alla maestra Boscaro Teresa, che insegna da 37 anni con attività e spirito giovanile. La classe però si dovette sdoppiare [ … ] e gli alunni si alternarono in due sezioni, ciascuna con sole 3 ore di insegnamento. [ … ] La classe terza mista, pure numerosa (74 inscritti), trovasi in un’aula incapace a contenere tutti gli alunni. Ne è titolare la sig.ra Segato Silvia. [ … ] Non potendo l’aula contenere tutti i fanciulli, la maestra è costretta ad impartire l’insegnamento in due sezioni con orario alternato, di modo che, nemmeno in questa classe così importante, gli scolari usufruiscono di cinque ore giornaliere di lezione.
La classe quarta mista ha per titolare il maestro …, persona di scarsa attività e di capacità meno che mediocre. Egli dichiara di risentirsi ancora dei patimenti sofferti come prigioniero di guerra. Fu assente dalla scuola i primi 15 giorni di ottobre, e fu pure assente dal 6 aprile al 7 maggio. La classe nel frattempo fu affidata alla maestra di quinta, che vi attese con orario di 3 ore, riducendo pure a 3 ore l’insegnamento ai propri alunni.
Gli orari ridotti tolgono molto all’efficacia educativa della scuola [ … ].
La maestra Perotti Santinello, seria, equilibrata, volonterosa, insegna con profitto alla quinta classe mista [ … ].
Nelle classi integrative di avviamento (sesta e settima) la cultura generale viene impartita dalla maestra Valsecchi Zaida. Gli insegnamenti professionali, istituiti per interessamento e col concorso dell’Autorità Generale, sono affidati a persone capaci, non fornite però di speciali diplomi di abilitazione. La signorina Letizia Mazzucato insegna taglio e cucito. Il sig. Colle Agostino disegno applicato alla meccanica. Il sig. Vascellari Michele nozioni pratiche di contabilità.
[ … ] Per favorire la frequenza dei fanciulli alla scuola e rendere meno gravosa alla famiglia la spesa dei libri e dei quaderni, proposi la istituzione di un economato scolastico. [ … ] Ma l’economato non recò i vantaggi da me sperati. [ … ]” 29.

In data 15 febbraio 1928 il Podestà Corinaldi scrisse al Ministro dell’Istruzione Pubblica a Roma. In tale lettera egli portò a conoscenza del ministro l’eccessivo onere che l’amministrazione comunale dovette sostenere per adeguare la struttura scolastica di tre nuove aule, dotate di banchi e del materiale necessario prescritto dai regolamenti in vigore. Le motivazioni che portarono a questo intervento furono l’eccessivo numero di bambini provenienti dai paesi vicini che portavano gli alunni frequentanti dai 280 stimati ai 500 circa effettivi. I comuni limitrofi non si assumevano parte degli impegni relativi all’educazione scolastica mentre Battaglia non poteva vietare le ammissioni, avendo rinunciato alla sua autonomia scolastica a favore di un amministrazione statale. Quest’ultima scelta era stata deliberata per alleggerire i bilanci del comune. Ma la nuova situazione rendeva l’onere collegato insostenibile. Per alleviare tale problema il sindaco chiese quindi al Ministro un adeguato sussidio 30.
Nell’anno scolastico successivo il Podestà richiese alla Direttrice Didattica l’esatta quantificazione del fenomeno. In data 29 settembre 1928 essa rispose indicando nella scuola di Battaglia la presenza di 61 alunni di Pernumia, 8 di Carrara S. Giorgio, 13 di Carrara S. Stefano, 4 di Galzignano, 4 di S. Piero Montagnon, 1 di Maserà e 1 di Torreglia, per un totale di 92 alunni 31.
Tra la fine del 1928 ed il 1929 il Ministero della Pubblica Istruzione diede indicazione alle scuole nazionali di trasformare i corsi integrativi in scuola di avviamento tecnico. In particolare, con circolare del 4 ottobre 1928 32443 e lettera accompagnatoria del 20 ottobre, venne richiesto di trasformare la VI classe dei corsi integrativi in l° classe della nuova Scuola di Avviamento Tecnico 33.
Tale indicazione venne recepita dalla scuola di Battaglia nell’anno successivo.

 Battaglia, le scuole comunali adiacenti al Municipio e, in fondo, il campanile della chiesa parrocchiale

Le scuole comunali adiacenti al Municipio.

Note
23 A.C.B., Relazione morale della Giunta che accompagna il conto consuntivo 1925 al Regio Prefetto, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1927.
24 Ivi.
25 Ivi.
26 Ivi.
27 Anno scolastico 1925-1926.
28 Nella relazione venivano indicate, in maniera dettagliata, le varie supplenti con i periodi di permanenza nella scuola.
29 A.C.B., Relazione sulle scuole di Battaglia della Direttrice Didattica al sindaco, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1927.
30 A.C.B., Lettera del Podestà al Ministro dell’Istruzione Pubblica del 15 febbraio 1927, cart. Delibere 1928 – 1936, fasc. Delibere 1925 1930 istruzione, commissione bilancio, igiene.
31 A.C.B., Lettera della Direttrice Didattica del 29 settembre 1928, cart. Delibere 1928 – 1936, fasc. Delibere 1925 1930 istruzione, commissione bilancio, igiene.
32 A.C.B., Archivio dalla cat. VII alla XI – 1928, fasc. Istruzione pubblica.
33 Ivi. Allegata ai documenti citati c’era inoltre la circolare della Commissione Regionale Per la Riforma dei Corsi Integrativi con annessi i programmi delle varie scuole di avviamento tecnico previste.

Le associazioni, gli enti e gli istituti

Nel registro delle associazioni, enti e istituti del 1927, redatto dal comune di Battaglia in seguito alle disposizioni dell’art. 214 della Legge P.S. 6 novembre 1926 N.1848, figuravano:
Società Operaia di Mutuo Soccorso con presidente Milani Giovanni;
Sezione del Partito Nazionale Fascista con 170 iscritti, di cui era segretario politico Ghezzi Augusto;
Sezione dei Sindacati Fascisti dei vari rami e settori, comprendente 800 iscritti;
Sezione dell’Opera Nazionale Dopolavoro, comprendente 800 iscritti e diretta da Ghezzi Augusto;
Centuria della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale con 100 iscritti e comandata da Ghezzi Augusto;
Sezione Avanguardisti del P.N.F. con 40 iscritti e diretta sempre dal segretario politico;
Sezione Balilla dell’O.N.B. con 175 iscritti;
Sezione Combattenti con 175 iscritti e diretta dal presidente Simonelli Lino;
Associazione Calcio Battaglia 34 con 80 iscritti e che aveva come presidente Salvan Dino e segretario Vascellari Mirtillo.

Note
34 Nata nel 1922.

Enrico Grandis

La copertina del libro "Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società".

Enrico Grandis, Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società, Battaglia Terme (Pd), Ed. La Galiverna, 2005 – pagine 139-150 (capitolo 6).