Chiesa e società di Battaglia negli anni ’30

Chiesa e società di Battaglia negli anni Trenta. I censimenti del 1931 e del 1936, le visite pastorali del vescovo di Padova Carlo Agostini del 1933 e del 1938 e la costruzione dell’Asilo Infantile.

Qui tutti i capitoli pubblicati.

CHIESA E SOCIETÀ NEGLI ANNI TRENTA

Sommario: Il Censimento del 1931 – Le amministrazioni comunali – Visita pastorale del vescovo di Padova Carlo Agostini del 1933 – Il Censimento del 1936 – La Relazione sanitaria dell’anno 1937 – Visita pastorale del vescovo di Padova Carlo Agostini del 1938 – La costruzione dell’Asilo Infantile

Il 21 aprile 1931 venne svolto in tutta Italia il VII° Censimento Generale della Popolazione del Regno, delle Colonie e del Possedimento Italiano delle Isole dell’Egeo. A Battaglia Terme l’esito fu il seguente 1:

Battaglia Terme, dati del censimento 1931, prima parte.Battaglia Terme, dati del censimento 1931, seconda parte.

Le amministrazioni comunali

All’inizio del 1931 il Podestà Paolo Cini rassegnò le dimissioni. Per assicurare il corretto andamento dell’amministrazione comunale di Battaglia fu nominato, con decreto prefettizio del 29 gennaio, l’avvocato Mario Fossi come commissario straordinario, in attesa della nomina di un titolare della carica 2. Nel verbale di consegna venivano indicati tutti i dati previsti dalla legge. L’unica novità fu il trasferimento, con decorrenza 1° gennaio corrente anno, dei servizi di tesoreria dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Filiale di Monselice, alla medesima Cassa, Agenzia di Battaglia 3.
Il 5 maggio corrente l’avvocato Fossi cessò nella carica a favore del subentrante prof. Boldrin Paolo 4, nominato con decreto del Prefetto del 29 aprile 1931 5. Finalmente, il 5 agosto 1931, venne firmato il verbale di consegna dell’Ufficio Comunale dal commissario straordinario in carica al nuovo Podestà, il sig. Palma Emilio 6, nominato con Regio Decreto del 17 luglio 1931.
A margine della relazione allegata il commissario uscente commentava così la situazione politica del paese:
“E’ soddisfacente. La Sezione Fascista è affidata al sig. Palma Emilio, attuale Podestà, che la regge con lodevole interessamento.
Anche le organizzazioni giovanili vanno bene. A favore del locale Comitato dell’Organizzazione Nazionale Balilla ho elargito un sussidio di Lire 1.000 7 e per l’invio di Avanguardisti al campeggio DUX un altro sussidio di L. 1.000.
Le organizzazioni sindacali sono pure in buona efficienza.
Devesi lamentare, però, un forte numero di disoccupati, in causa del ridotto lavoro nelle locali Officine di Battaglia. […] Numerosi disoccupati locali potranno, in seguito, trovar lavoro in occasione della costruzione dei nuovi stabilimenti termali a cura della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali” 8
.
Con deliberazioni podestarili N. 31 del 27 maggio, N. 44 del 26 giugno e N. 60 del 29 settembre 1933 venivano modificati i regolamenti organici per il personale amministrativo, tecnico e sanitario: veniva resa obbligatoria, agli effetti dell’ammissione a concorsi a posti comunali, l’iscrizione al Partito Nazionale Fascista, ai Gruppi Universitari Fascisti, ai Fasci Giovanili, al Fascio Femminile o ai Fasci di Combattimento 9.
Il 2 marzo 1935 Emilio Palma venne sostituito dal dott. Angelo Ferrazzi.
Questi, il 2 ottobre 1938, venne richiamato in servizio presso il Corpo di Stato Maggiore del Regio Esercito, in qualità di Ufficiale di complemento.
Venne quindi nominato in sua sostituzione, con decreto del 3 ottobre, il cav. Fausto Mariniello, come commissario per la provvisoria amministrazione del comune 10.
Tale reggenza durò sino al 17 aprile dell’anno seguente quando, con Decreto del Prefetto N. 443, veniva nominato commissario prefettizio l’ing. Mastropasqua Donato. Questi fece la sua prima delibera da Podestà il 1° marzo 1940 e resse il comune fino al 24 giugno 1944, con la definitiva liberazione del paese dal fascismo 11. A completamento del paragrafo segnaliamo una curiosa coincidenza. Nel 1937 uscirono dalla vita battagliense due personaggi che segnarono profondamente e furono tra i protagonisti principali del ventennio tra le due guerre: l’ex sindaco Primo Cattani e l’ing. Benedetto Peloso. Il primo, residente a Battaglia in via Chiodare 64, chiese il cambio di residenza il 20 dicembre con destinazione Monselice 12. Il secondo, residente a Battaglia in via Maggiore 54, chiese il cambio di residenza il 19 ottobre con destinazione Venezia 13.

Note
1 A.C.B., fasc. Censimento generale della popolazione del Regno, cart. Archivio dalla cat. XII alla XV – Anno 1931.
2 A.C.B., Decreto del Prefetto del 29 gennaio 1931, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
3 A.C.B., Verbale di consegna dell’Ufficio e Amministrazione comunale del 3 febbraio 1931, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
4 Nel novembre 1931, già Vice Podestà di Padova, ne viene anche nominato Segretario Federale.
5 A.C.B., Consegna dell’Ufficio Comunale al Prof. Boldrin Paolo, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
6 A.C.B., Consegna dell’Ufficio al Podestà Palma Emilio, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
7 L. 1.538.880 nel 2001.
8 Relazione sottoscritta dal commissario uscente e allegata al verbale di consegna dell’ufficio comunale. A.C.B., Consegna dell’Ufficio al Podestà Palma Emilio, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
9 A.C.B., Deliberazione del Podestà del 29 settembre 1933, cart. Delibere 1928-1936, fasc. Delibere 1933.
10 A.C.B., Decreto del Prefetto del 3 ottobre 1938, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
11 A.C.B., Decreto del Prefetto del 17 aprile 1939, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
12 A.C.B., Foglio di emigrazione di Primo Cattani, cart. Archivio cart. XII – Anno 1937.
13 A.C.B., Foglio di emigrazione dell’ing. Benedetto Peloso, cart. Archivio cat. XII – Anno 1937.

Visita pastorale del vescovo di Padova Carlo Agostini del 1933

Il Libro Cronistorico della Parrocchia racconta così la visita pastorale di Monsignor Carlo Agostini, vescovo di Padova, a Battaglia:
“Il giorno 15 gennaio 1933 ebbe luogo la prima visita pastorale del Vescovo Mons. Carlo Agostini. La visita fu preparata dal Rev.do Don Lino Stevanin segretario dell’Ufficio Missionario. Sua Ecc.za giunse alle ore 6 del mattino, e accompagnato dal clero in chiesa celebrò la S. Messa, predicò il Vangelo, circa 900 fedeli si accostarono alla S.Comunione. Alle ore 9 amministrò la cresima a circa 200 fanciulli. Visitò gli oratori di Villa Egizia, dei conti Emo al Colle di S. Elena ed al Cataio. Ricevette i fabbriceri e le autorità civili. Nel pomeriggio visitò la dottrina cristiana, interrogò tutti i fanciulli, poi vi cantò il Vespero e sua Ecc.za fece il catechismo. Finite le funzioni S.E. parlò agli associati dell’Azione Cattolica. Visitò quindi gli appartamenti, la chiesa, la canonica. Fece ritorno a Padova verso le 9 di sera, acclamato dal popolo”.
Come nel suo stile Don Marco Romano era molto scarno di commenti e considerazioni che esulassero dalla mera cronaca dei fatti. Se consideriamo che quanto sopra descritto copre totalmente la cronistoria dell’anno 1933, ci si rende conto che tale pubblicazione non è utile per far emergere le tendenze di fondo dell’azione pastorale in Battaglia od eventuali accadimenti di importanza politico sociale. Dal parroco si ottengono notizie tutte interne al mondo parrocchiale. La politica sembra non esistere.
Nel fascicolo relativo alla visita pastorale la documentazione è sicuramente più completa. La Relazione Storica racconta tutti i momenti della giornata vissuta dal vescovo a Battaglia, soffermandosi anche nei dettagli.
Le Osservazioni sono le seguenti:
“Gli abitanti di Battaglia sono in parte agricoltori, e molti operai e barcaioli. Il fondo è cristiano quantunque in passato danneggiato dal socialismo e anticlericalismo. Ma il lavoro compiuto dal sacerdote, specialmente mediante l’Azione Cattolica, ha dissodato il terreno e la parrocchia si può dire trasformata. Una prova della fede del popolo è la somma di denaro raccolta in questi ultimi anni, assai rilevante, con cui venne restaurata la chiesa che oggi si presenta bene. I vizi dominanti sono la bestemmia e la disonestà. La gioventù maschile trascura facilmente le Sacre Funzioni alla festa e il catechismo è poco frequentato dagli uomini. La scuola della Dottrina Cristiana è organizzata bene, ma i figlioli più grandicelli dovrebbero essere più numerosi e più assidui. Un’opera provvidenziale sarebbe una Casa di Suore per l’assistenza e l’educazione cristiana della gioventù femminile. Il provvedimento che si impone come una necessità è una canonica nuova, poiché la vecchia è un ambiente infelicissimo. Rinnoviamo la nostra Pastorale Benedizione al venerando Parroco e al suo valido Cooperatore, e a tutti insieme i loro figli spirituali”.

Chiesa di S. Giacomo in Battaglia prima del 1928. A ridosso del campanile, la stretta canonica.

La chiesa di S. Giacomo in Battaglia prima del 1928. A ridosso del campanile, la cui copertura ha una forma diversa da quella attuale, la stretta canonica, definita “ambiente infelicissimo”.

Foto tratta da: Savin Bruno, E noi… chi siamo!? 1939-1946 Battaglia Terme nella 2° Guerra mondiale, 2006, p. 77.

In queste brevi osservazioni del vescovo numerose sono le novità. Per la prima volta gli abitanti di Battaglia vennero definiti “in parte agricoltori e barcaioli”.
La bonifica della tenuta Cataio aveva sicuramente reso disponibile ai contadini una fertile zona su cui lavorare e la popolazione che ci viveva all’interno ne traeva beneficio. In positiva espansione erano anche i traffici via canale, favoriti dalla costruzione della Conca di navigazione, che rendeva più agevole i trasporti verso la laguna veneta ed il mare.
Importante era anche l’elogio al parroco che aveva raccolto l’invito fatto nella precedente visita pastorale dal vescovo Dalla Costa di “trasformare” la parrocchia mediante l’Azione Cattolica. Rimase il richiamo al socialismo e all’anticlericalismo, ma in toni meno preoccupati che nel passato.
Un’altra interessante novità fu l’individuazione del vizio della disonestà, per il quale non abbiamo elementi che consentano una lettura più approfondita del fenomeno.
Il vescovo richiedeva poi una maggiore attenzione alla gioventù femminile e sollecitava la costruzione o la ristrutturazione della canonica, definita “ambiente infelicissimo”.
Il questionario che precedeva la visita era composto di 219 domande che ricalcavano abbastanza fedelmente quelle delle visite precedenti.
Ne riassumiamo di seguito le parti principali:
la parrocchia prendeva il nome del comune e faceva parte della vicaria di Arquà Petrarca, Diocesi di Padova; le anime erano 3200 14, le famiglie circa 600 e le persone ammesse alla comunione erano 2200; la media annuale dei nati era di 80, dei matrimoni 20 e dei morti 35;
c’era una buona partecipazione alla S. Messa ma quasi nessuno partecipava al catechismo; la gioventù maschile non frequentava le Sacre Funzioni in quanto distratta dallo sport;
non vi erano o non si conoscevano in parrocchia ebrei, protestanti, massoni, spiritisti ed altri settari;
non c’erano pubblicazioni veramente “cattive”: diffusi erano il “Gazzettino di Venezia”, il “Corriere della Sera” ed alcuni giornali sportivi;
i vizi dominanti erano la bestemmia e l’immoralità dei costumi; il primo era radicato specialmente nel ceto dei barcari e dei facchini; contro tale piaga si celebrava ogni anno la festa antiblasfema;
esisteva una unione adulterina che non era stato possibile separare e una unione di fatto senza matrimonio;
si combatteva la moda con istruzioni e raccomandazioni in chiesa;
l’asilo infantile era situato all’interno delle scuole comunali, diretto da maestre laiche che erano “buone cristiane”;
parroco era ancora Don Angelo Guazzo, allora settantaseienne, e coadiuvatore era Don Marco Romano; il parroco viveva in canonica, Don Marco presso il castello del Cataio, del quale era cappellano.

Don Angelo Guazzo, parroco di Battaglia dal 1885 al 1935.

Don Angelo Guazzo
Il coadiuvatore Don Marco Romano, parroco a Battaglia dal 1936 al 1951.

Il coadiuvatore Don Marco Romano

Venivano successivamente descritte la chiesa e gli altri edifici annessi;
gli amoreggiamenti lunghi venivano combattuti con istruzioni, prediche e ammonimenti ai genitori per mezzo delle associazioni di Azione Cattolica; la dottrina cristiana si teneva nel pomeriggio dei giorni di festa da circa 20 maestri, di cui alcuni poco capaci, con circa 300 iscritti; per i maschietti la dottrina veniva fatta in chiesa, per le fanciulle nell’archivio parrocchiale e nella biblioteca parrocchiale; si insegnava la storia sacra e, ai bambini più grandi, la storia della Chiesa; l’Azione Cattolica veniva considerata come un preciso dovere pastorale e interessava 395 persone.
Le domande e le relative risposte della visita pastorale del 1933 evidenziano un unico ma eloquente cambiamento: non venivano più nominati i socialisti, eliminati dalla scena politica, ma venivano richieste informazioni sulla presenza in loco di ebrei. Non solo questa è l’unica volta che nei documenti archiviati nella parrocchia di Battaglia questi vengono nominati, ma il loro inserimento insieme a protestanti, massoni e spiritisti indica un cambiamento di fondo della posizione della chiesa verso tale questione. Probabilmente era una conseguenza dei nuovi rapporti Stato – Chiesa che seguivano la stipulazione, nel febbraio 1929, dei Patti Lateranensi 15. Essi comprendevano tre distinti documenti: il “Trattato del Laterano”, che stabiliva la sovranità territoriale del pontefice sulla Città del Vaticano; il “Concordato”, che regolava le materie di interesse reciproco (matrimonio, istruzione, trattamento fiscale degli organismi ecclesiastici, ecc.); la “Convenzione finanziaria”, che prevedeva un risarcimento pecuniario alla Santa Sede per la perdita dei possedimenti pontifici del 1870. Questi patti sancivano in Italia la conciliazione fra le istituzioni della Chiesa e dello Stato e ponevano termine di fatto alla questione romana. Per lo Stato fascista, i Patti erano soprattutto uno strumento per la propria legittimazione interna ed internazionale. Per la Chiesa, che guardava ben oltre i limiti di quel particolare periodo e regime politico, i Patti erano il legittimo riconoscimento del proprio primato storico nella società italiana e, nello stesso tempo, una garanzia a tutela della propria indipendenza contro possibili interferenze esterne. Vi era in quel momento un convergere di interessi, che non significava però affatto una coincidenza di visioni dell’uomo e della società. Un esempio importante era il tentativo del fascismo di sottoporre sotto il controllo dello Stato ogni aspetto, anche privato, dell’esistenza: soprattutto attraverso le organizzazioni giovanili del partito (Gruppi Universitari Fascisti, Opera Nazionale Balilla, ecc.) il fascismo cercava di formare uomini integralmente fascisti. Non vi era posto per altri modelli ed esperienze. Non a caso, negli anni successivi al 1929 e particolarmente nel 1931, vennero fatte persecuzioni fasciste contro l’Azione Cattolica ed i gruppi giovanili universitari 16. Come sopra citato, non c’è altra traccia dei rapporti chiesa – ebrei nei documenti parrocchiali. Anche nel “Libro Cronistorico” manca qualsiasi riferimento alla questione, come manca qualsiasi accenno ad avvenimenti politici e/o commenti su aspetti che esulano dalla semplice cronaca della storia parrocchiale. In un periodo caratterizzato dallo sviluppo del fascismo, dalla sua espansione, dalla nascita dell’impero e dall’avvicinarsi della seconda guerra mondiale 17, sembra strano che il diario parrocchiale non contenga nessun elemento in merito.
E’ difficile poter dare una lettura approfondita della cosa: o i rapporti tra la chiesa ed il potere locale erano tali da non destare in Don Marco alcun sospetto ed alcun bisogno di raccontarne i connotati o lo stesso Don Marco volutamente evitò di lasciarsi trasportare in un terreno sicuramente difficile quale quello di commentare ed analizzare le vicende politiche ed amministrative di Battaglia.

Note
14 I dati ufficiali della popolazione di Battaglia nel 1933, esposti in appendice, rassegnano 2547 abitanti il 1.1 e 2643 abitanti il 31.12. Ricordiamo che la parrocchia aveva confini diversi e più ampi rispetto al comune.
15 Già nel 1923 la riforma scolastica del ministro Giovanni Gentile contribuì a migliorare i rapporti con la Chiesa prevedendo l’insegnamento religioso nelle scuole elementari.
16 Cfr, A. LAZZARETTO ZANOLO, La FUCI veneta nel ventennio fascista: per una storia della sociabilità cattolica, Vicenza, La Serenissima, 1998.
17 Ricordiamo che il “Libro Cronistorico” venne istituito nel 1925.

Il censimento del 1936

Il Regio Decreto Legge 9 agosto 1935 N. 1639, convertito nella Legge 9 gennaio 1936 N. 157, proclamava per il 21 aprile 1936 l’VIII° Censimento Generale della popolazione del Regno, delle Colonie e dei possedimenti italiani 18.
A far parte della Commissione di propaganda per il Censimento sopraindicato, nel comune di Battaglia, vennero chiamati:
Ferrazzi dott. Angelo, Podestà, Colle Giuseppe, delegato del Segretario Politico, prof. Da Re Carolina Marchesini, Direttore didattico e insegnante comunale, Scarparo Luigi, per l’Unione Prov. Dell’Agricoltura, Sgaravatti Ulisse, per l’Un. Prov. Commercio, Dorigato Felice, per l’Un. Prov. Industria, Callegaro Adamo, per l’Un. Prov. lavoratori dell’Agricoltura, Alisei Gino, per l’Un. Prov. Lavoratori del Commercio, Arigliani Salvatore, per l’Un. Prov. Lavoratori dell’Industria, Peloso ing. Benedetto, per l’Associazione professionisti ed artisti, Don Marco Romano, parroco di Battaglia, e Ballarini Mario, segretario comunale 19.
I risultati definitivi, comunicati in data 5 maggio 1936, furono i seguenti:
la popolazione presente era di 2660 abitanti, di cui 122 con dimora occasionale, suddivisa tra 1310 maschi e 1350 femmine;
le famiglie erano 549 e 9 erano le convivenze;
gli assenti temporaneamente fuori del Regno erano 173, di cui 124 maschi e 49 femmine.
In virtù dei dati suddetti, la popolazione presente era di 2660 unità, comprensiva delle persone con dimora occasionale ed al netto di quelli assenti temporaneamente, e quella residente di 2711 abitanti 20.
Da segnalare che questi sono i dati rilevabili dalla documentazione archiviata presso il comune di Battaglia, sia nella cartella specifica che nei documenti presenti nella cartella Statistiche sulla Popolazione dal 1923 al 1950. Un estratto dal volume Popolazione residente e presente nei comuni – Censimenti dal 1861 al 1971, consegnatoci dall’Ufficio Anagrafe di Battaglia Terme in copia, rassegna come dato ufficiale dell’Istituto Centrale di Statistica quanto segue:
il Censimento del 1936 evidenzia una popolazione residente a Battaglia di 2712 unità ed una popolazione presente di 2658 unità.
Cercando di far luce sulle discordanze, sembra che il dato ufficiale sulla popolazione presente tenga conto di una comunicazione successiva al 5 maggio 1936, datata 10 giugno, con la quale il comune di Battaglia informava di 2 presunte cancellazioni dalla lista dei presenti 21; per quanto riguarda la popolazione residente non siamo in possesso di dati che possano spiegare la differenza.

Note
18 A.C.B., Decreto del Prefetto di Padova del 14 marzo 1936, cart. Censimento 1936.
19 Ivi.
20 A.C.B., Documenti, prospetti, tabelle e computi, cart. Censimento 1936, fase. Riepilogo computi giornalieri = Prospetto riassuntivo.
21 Si sottolinea comunque, che tale successiva rilevazione indicava anche una persona da aggiungere. È quindi evidente che la nostra lettura sull’episodio è presuntiva e che è probabile un errore o un equivoco nel passaggio delle informazioni tra comune di Battaglia e autorità superiori preposte al censimento.

La Relazione sanitaria dell’anno 1937

Una Relazione sanitaria sulle condizioni dei vari comuni del Regno doveva essere prodotta annualmente.
Quella relativa all’anno 1937, inviata dal Podestà alla Regia Prefettura il 16 febbraio 1938, così descriveva la situazione di Battaglia:
“Le condizioni sanitarie nel 1937 della popolazione di Battaglia Terme furono discretamente buone. Si verificarono:
N.5 casi di tubercolosi polmonare, tutti ricoverati nei sanatori dell’Istituto N.F.P.S.;
N.1 casi di paratifo B;
N.6 casi di broncopolmonite influenzale con due decessi in soggetti tarati;
N.18 casi di difterite tonsillare – la piccola epidemia difterica fu il fatto più saliente, però la prima infettiva ebbe sintomologia benigna e senza alcun decesso – oltre le solite norme di profilassi dell’isolamento dell’ammalati a domicilio nel limite del possibile, con proibizione di recarsi a scuola o in luoghi di agglomeramento per due mesi, e la disinfezione degli oggetti degli ambienti infetti, venne praticata la sieroprofilassi nelle famiglie di numerosa prole ed in qualche famiglia la vaccinazione ad anatossina; la vaccinazione con anatossina incontra una ostilità pubblica per i fatti incresciosi avvenuti nella provincia negli anni scorsi con questo metodo profilattico.
La mortalità è stata normale per quoziente: 33 decessi, di cui 3 per trauma accidentale, 17 in vecchi sopra la ottantina, un caso per anteocolite da danno alimentare in un bambino con allattamento artificiale, N.2 bambini per meningite tubercolare, N.1 di setticemia gonococica, N.2 di broncopolmonite influenzale” 22
.

Note
22 A.C.B., Relazione sanitaria anno 1937, cart. Registro ordinanze comune dal 1936.

Visita pastorale del vescovo di Padova Carlo Agostini del 1938

Dal Libro Cronistorico:
“Il giorno 3 aprile 1938 S. E. Mons. Carlo Agostini fece la visita pastorale alla parrocchia. La visita fu apparecchiata con una settimana di predicazione tenuta dal Rev.do padre Egidio Gelain e dal Rev.do Padre Maddeo, dei frati francescani di Monselice. Sua Ecc. arrivò alle ore 5 e tre quarti ed alle ore 6 fece il solenne ingresso alla chiesa dove celebrò la S. Messa e predicò al popolo, e alla fine della Messa si fecero le esequie per i defunti. Dopo la S. Messa, ricevette la fabbriceria, visitò l’archivio parrocchiale firmando i registri. Alle ore 9 amministrò la S. Cresima a 251 fanciulli, assistette alla S. Messa e nuovamente predicò al S. Vangelo. Dopo la S. Messa ricevette le autorità civili e politiche del paese, indi visitò gli oratori del Cattaio, di S. Elena alle Terme e l’oratorio privato di Villa Egizia. Nel pomeriggio visitò le scuole della dottrina cristiana e finì verso le ore 6. Si cantarono i vespri della domenica. S. E. predicò nuovamente al popolo ed impartì la trina benedizione eucaristica, ricevette il consiglio parrocchiale e poi assieme ai sacerdoti si discusse il questionario. Alle ore otto, ossequiato dai sacerdoti e dal popolo fece ritorno a Padova” 23.
Il questionario che precedette la seconda visita del Vescovo Carlo Agostini fu di 164 domande che ricalcavano quasi fedelmente quanto richiesto in occasione della sua prima visita. Di conseguenza anche le risposte non discostavano da quelle del 1933.
Cercheremo quindi di analizzarne le differenze e gli aspetti più importanti.
Gli abitanti erano 3370, le famiglie 630 e gli ammessi alla comunione 2700 circa. La popolazione era in aumento per nascite e per l’immigrazione. Questa era composta in maggioranza da operai che lavoravano nelle officine metallurgiche, nel mulino, nelle cave di trachite e come barcari. Pochi erano i contadini che lavoravano in affitto od in mezzadria presso la tenuta del Cataio e della Civrana. Quest’ultima si trovava ad est del paese verso Galzignano ed era di proprietà del conte Andrea Emo. La maggioranza dei contadini era povera.
Venivano richieste informazioni sugli spiritisti, sui settari e, più genericamente, sugli acattolici. Non vennero in quest’occasione indicati né i socialisti, né gli ebrei, né alcun gruppo etnico, politico o sociale.
I fanciulli che partecipavano alla dottrina erano 611 e venivano divisi fra maschi e femmine. Tutti venivano forniti del testo che dovevano imparare a memoria. Anche nelle scuole elementari e d’avviamento professionale la religione veniva insegnata dai maestri con cura.
Dall’ultima visita pastorale la parrocchia aveva conosciuto un progresso nella frequenza ai SS. Sacramenti, alla dottrina cristiana e alla vita cristiana. Le cause erano da attribuirsi all’apostolato dell’Azione Cattolica.
Le condizioni materiali della parrocchia erano povere, in quanto la quasi totalità della popolazione era operaia e viveva della paga giornaliera. Quello che in passato aveva reso Battaglia relativamente più ricca dei paesi vicini, e cioè l’elevata offerta di lavoro con paga fissa, ricorrente e sicura, dopo la crisi economica dei primi anni Trenta cominciava a divenire un problema. Non mancavano i casi di immoralità, soprattutto giovanile, imputabile alle distrazioni dei divertimenti e dei passatempi tipici della moda 24.
Le Osservazioni finali del Vescovo furono le seguenti:
“Questa seconda visita pastorale si è svolta tra molto entusiasmo. Battaglia ci ha dato l’impressione di essere religiosa, nonostante la sua fisionomia di borgo operaio, per la grande officina metallurgica, per le cave della pietra, per i mulini; ma si vede che regna l’accordo tra parroco e parrocchiani, che la chiesa è frequentata, che le nostre organizzazioni sono attive, con dei membri che fanno l’apostolato volonterosamente. Abbiamo visto bene riuscita la facciata della chiesa da poco rinfrescata e la canonica si può dire trasformata. Resta però che per una parrocchia così importante tanto la chiesa che la canonica sono piccole.
E’ ormai prossima l’attuazione del nuovo asilo con le suore, il quale deve servire come sede di tutte le opere parrocchiali per la gioventù femminile, cominciando dalla scuola di dottrina. Compiuto questo primo passo, si passerà a studiare e risolvere meglio che sia possibile il problema della chiesa, o sullo stesso posto, o in altro sito opportuno. Noi incoraggiamo e benediciamo.
Riguardo alla dottrina cristiana raccomandiamo l’apprendimento della storia sacra e delle preghiere in latino, come pure bisognerà curare particolarmente l’istruzione specifica dei figlioli che ricevono la S. Cresima.
Rinnoviamo al Rev.mo parroco, al cooperatore, al popolo la nostra benedizione pastorale” 25
.

Note
23 A.P.B, “Libro Cronistorico della Chiesa e Parrocchia di Battaglia Terme”, pagine relative all’anno 1933.
24 Cfr. A.P.B., fasc. Questionario per la seconda visita pastorale di SE Mons. Carlo Agostini, cart. Visite Pastorali.
25 A.P.B., Osservazioni del Vescovo, fasc. Questionario per la seconda visita pastorale di S.E. Mons. Carlo Agostini, cart. Visite Pastorali.

La costruzione dell’Asilo Infantile

Dal Libro Cronistorico della parrocchia di Battaglia:
“Il giorno 13 marzo 1938 si dette inizio alla costruzione del fabbricato che doveva servire ad uso di Asilo Infantile, di scuola della dottrina cristiana, di laboratorio femminile e oratorio festivo femminile.
Il disegno fu compilato dall’Ing. Giovanni Battista Rizzo di Padova.
I fondi per la costruzione vennero dati in parte dalle famiglie della parrocchia con offerte mensili. […]

Progetto per la costruzione dell'Asilo Infantile di Battaglia.

Disegni di progetto dell’Asilo infantile: sezione e pianta piano terra.

Chiesa di Battaglia, richiesta di contributo alle famiglie di Don Marco Romano per l'edificazione del nuovo Asilo Infantile.

Richiesta di contributo alla popolazione per il completamento dell’Asilo infantile, da parte di Don Marco Romano (1941).

Il 15 ottobre 1939 si diede inizio all’Asilo Infantile, usando dei locali che erano già finiti: due aule scolastiche, la direzione, lo spogliatoio ed una sala ad uso refettorio” 26.
Nell’agosto 1940 venne aperto totalmente il piano terra. L’arredamento del vecchio asilo comunale, chiuso, fu richiesto dal parroco al Podestà che glielo accordava il 17 ottobre 1940.
Il 15 novembre 1940, la Regia Prefettura di Padova richiedeva informazioni al Podestà sulla costruzione dell’Asilo Infantile. Queste seguivano una domanda di contributo che Don Marco aveva rivolto alle autorità civili fin dal 1938.
Nella risposta del Podestà Mastropasqua, datata 23 novembre, venivano ricordate le motivazioni che avevano portato alla decisione di realizzare l’opera come priorità necessaria ed indispensabile: nel paese le case di abitazione erano malsane, agglomerate, umide, insufficienti e senza scoperto, e costringevano i bambini a vivere nelle strade con inconvenienti morali e materiali evidenti e talvolta gravi. A quel tempo venne convocato un Comitato che studiasse la questione. La decisione favorevole per la costruzione dell’asilo fu accolta dalla popolazione col molto entusiasmo e il parroco raccolse contributi, piccoli ma continuativi, fino a raggiungere il completamento del primo piano. A quel punto, l’intervento pubblico sarebbe servito per la costruzione del secondo piano:
“Mi risulta che il parroco abbia contratto debiti che decurta gradatamente e puntualmente secondo gli impegni assunti, dopo essersi spogliato di ogni sua proprietà, e lo so un po’ preoccupato ma fiducioso nell’aiuto […]” 27. Nel 1941 Don Marco così scriveva nel Libro Cronistorico:
“In quest’anno si è continuato a lavorare per il completamento dell’Asilo Infantile e sono state approntate due sale al I° piano, una che serve ad accogliere le giovanette che frequentano il laboratorio, un’altra che serve ad aula per l’insegnamento della dottrina cristiana. Si sono iniziati pure i lavori della sala da gioco, che viene costruita nel centro del locale e coperta in vetro cemento”.
L’Asilo Infantile di Battaglia Terme venne intitolato a Maria Cristina di Savoia. Oggi la struttura è ancora la stessa ma il nome è Scuola Materna Maria Ausiliatrice.

Note
26 A.P.B., “Libro Cronistorico della Chiesa e Parrocchia di Battaglia Terme”, pagine relative all’anno 1938.
27 A.P.B., Lettera del Podestà alla Regia Prefettura del 23 novembre 1940, cart. Documenti Storici- Asilo – Canonica, fasc. Asilo.

Cronaca Parrocchiale

Dal Libro Cronistorico della Chiesa e parrocchia di Battaglia Terme riportiamo i brani principali del decennio 1931 – 1940.
Per l’anno 1931 niente di rilevante.
Anno 1932:
“In quest’anno si celebrò con grande solennità il VI° Centenario della fondazione della Chiesa, data questa che si poté rilevare da una iscrizione dell’epoca murata nella facciata della Chiesa. La festa ebbe luogo il 13 di novembre, […]. Nel pomeriggio vi fu una solenne processione Eucaristica che percorse via Terme e la via Roma, sul ponte della piazza fu eretto un altare e da questo si impartì la benedizione Eucaristica al popolo che numerosissimo era accorso per questa celebrazione. In detta occasione fu dato alla stampa un numero unico dal titolo S. Giacomo della Battaglia, con un breve cenno storico della Chiesa e della parrocchia. Di detto numero è conservata in archivio parrocchiale una copia nella busta Documenti storici.

Prima pagina del numero unico intitolato: La Chiesa di San Giacomo della Battaglia, dato alle stampe nel 1932.

Prima pagina del numero unico dato alla stampa in occasione del VI centenario della fondazione della Chiesa.

Il giorno 17 gennaio il vescovo di Padova Elia Dalla Costa doveva venire in visita pastorale, ma essendo stato nominato Arcivescovo di Firenze la visita pastorale fu sospesa. Il vescovo però venne a celebrare la S. Messa ed a cresimare. Furono cresimati circa duecento fanciulli […]”.
Nel 1933 venne raccontata la prima visita pastorale di Mons. Carlo Agostini 28
.
Anno 1934:
“[…] Il vecchio parroco, causa gli acciacchi della vecchiaia, fu sempre indisposto così che molti giorni non poté celebrare la S. Messa. […] Il giorno della festa della Santissima Trinità, con opportuna solennità, furono ammessi alla Prima Comunione N. 52 fanciulli e N. 50 fanciulle. In quest’anno i battezzati furono N. 86 [ … ]”.
Anno 1935:
“[…] Il giorno 22 novembre passò a miglior vita il Rev. D. Angelo Guazzo parroco di Battaglia Terme dal 5 settembre 1885. Morì assistito dal Vie. Adiutore e confortato dai Santissimi Sacramenti. Il cordoglio fu di tutti i parrocchiani i quali, parteciparono in massa ai funerali e offrirono circa 2000 lire 29 per il necessario per i funerali e perché in cimitero sia fatto un loculo decoroso per porvi il cadavere. […]”.
Anno 1936:
“Il giorno tre febbraio ebbe luogo il concorso per la nomina del nuovo parroco. […] La Commissione nominatrice presieduta da S. E. il Vescovo si degnò di nominare parroco il Rev. Don Marco Romano, già cappellano del Cattaio, coadiutore e adiutore 30 a Battaglia, nonché delegato vescovile per la Vicaria. Il parroco, prima di fare l’ingresso disse ch’erano necessari ed urgenti i restauri della casa canonica, ch’era in pessime condizioni di manutenzione ed era mancante di locali. Sotto la direzione dell’ing. Rizzo Giovanni di Padova si effettuarono detti lavori. Furono adattati ad abitazione il piano terra, l’ingresso, la cucina ed un salottino che serve da refettorio. AI primo piano sortirono cinque stanze: lo studio del parroco, l’archivio e due stanze da letto ed il gabinetto di decenza. AI piano secondo tre stanze da letto. Furono pure costruite due terrazze in cemento armato, una al secondo piano ed una al piano terra […]. A compiere questi lavori che importarono la somma di L. 25.000 31 contribuì il comune con L. 9.000 32, la popolazione per il resto. Offrirono materiali le Officine Galileo, stabilimento di Battaglia, la quale fornì tutto il ferro per il cemento armato e fece costruire a proprie spese il portoncino all’ingresso.
Il giorno 13 giugno il parroco D. Marco Romano fece il solenne ingresso. Il popolo era stato apparecchiato per la circostanza dal Rev. Padre Norberto dei Minori Francescani, forbito oratore. Per il Vescovo venne a dare l’investitura il Molto Rev. Mons. Adolfo Zanon, Canonico della cattedrale di Padova. Il novello parroco fu incontrato al Cattaio dal clero, dalle autorità civili e dal popolo. In chiesa ebbe luogo l’investitura, il novello parroco cantò la Messa solenne e tenne appropriato discorso, ricevette poi l’omaggio di tutta la popolazione. Vi fu un banchetto alla Casa del Fascio offerto dalle autorità civili. […]

1936, entrata in Battaglia del nuovo parroco Don Marco Romano.

Entrata in Battaglia del nuovo parroco Don Marco Romano (1936).


Il giorno 26 agosto venne, nominato dal Vescovo, a coadiuvare il Rev.do Carlo Marini, sacerdote novello ordinato nel passato giugno; egli prese dimora in canonica assieme al parroco facendo così vita comune 33.
Il mattino della domenica 17 ottobre alle ore 4 una fortissima scossa di terremoto che mise in paura tutta la popolazione danneggiò abbastanza grandemente il soffitto della chiesa parrocchiale, facendone cadere una parte dell’intonaco e screpolando il resto, pure qualche screpolatura si produsse nella canonica che da pochi mesi era restaurata. Non fu fatto danno alcuno alle persone. […]”.

Anno 1937:
“Nel mese di aprile, e precisamente nei giorni 22 – 23 – 24 – 25, ebbe luogo la Settimana della Parrocchialità promossa dall’Azione Cattolica Diocesana […]”, di seguito ampiamente descritta nei dettagli da Don Marco. “Nei giorni 10 – 11 – 12 settembre furono tenuti gli esercizi semichiusi ai giovani di azione Cattolica ed ad altri che vollero intervenire. Gli intervenuti furono 150 […].
Il giorno 3 settembre si diede inizio al restauro del soffitto della chiesa danneggiato dal terremoto. Una parte quella sopra l’organo fu rifatta tutta a nuovo, l’altra parte fu ripassata e stuccata nelle screpolature. Terminato detto lavoro si passò al restauro della facciata ch’era in pessime condizioni. Fu intonacata, […] furono pulite le statue. Ne risultò un lavoro serio e piacevole. Spesa complessiva L. 10.000 34 , sostenuta con le offerte spontanee delle famiglie della parrocchia”.

L’anno 1938 comprendeva la descrizione del Congresso catechistico della Vicaria di Arquà, tenutosi il 27 gennaio, la seconda visita pastorale di Mons. Carlo Agostini, avvenuta il 3 aprile, e l’aggregazione, il 15 maggio, delle famiglie precedentemente poste sotto la parrocchia di Valsanzibio. Continuava descrivendo l’inizio della costruzione dell’Asilo Infantile e, nell’anno 1939, l’inizio del suo funzionamento. Sempre nel 1939:
“Con ordine vescovile il cappellano D. Carlo Marini, che dal 1936 fungeva da cappellano della parrocchia, venne trasferito a Carrara S. Giorgio e venne assegnato a questa parrocchia Don Narciso Rossi, […] 35 “.
Anno 1940:
”[…] Il 15 agosto sua Eccellenza il Vescovo provvide alla nomina di Don Giuseppe Giacomelli a nuovo cappellano di Battaglia, avendo trasferito Don Narciso Rossi al preventorio di Enego”.

Note
28 Vedere paragrafo 3.
29 L. 3.492.436 nel 2001.
30 Don Marco Romano veniva nominato dal Vescovo adiutore nel dicembre 1933 “allo scopo di meglio provvedere al regolare esercizio della cura d’anime in parrocchia ed anche di assicurare una oculata amministrazione del beneficio parrocchiale e della chiesa”. A.P.B., Lettera della Curia Vescovile di Padova del 21 dicembre 1933, cart. Documenti Storici – Asilo – Canonica, fase. Decreti e ordini vescovili.
31 L. 40.592.128 nel 2001.
32 L. 14.613.166 nel 2001.
33 Per la prima volta il cappellano prese dimora nella canonica in quanto, precedentemente, risiedeva presso il castello del Cataio.
34 L. 14.832.257 nel 2001.
35 Nel “Libro Cronistorico” non è leggibile la parrocchia di provenienza.

Enrico Grandis

La copertina del libro "Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società".

Enrico Grandis, Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società, Battaglia Terme (Pd), Ed. La Galiverna, 2005 – pagine 193-209 (capitolo 10).

Alle cinque immagini che accompagnano il capitolo (dati censimento, progetto dell’Asilo Infantile, richiesta di contributo, enrata di Don Marco Romano) ne sono state qui aggiunte delle altre.