Battaglia Terme, cenni storici dal XIII secolo

Nel 1807 i francesi avviarono l’opera di razionalizzazione del territorio suddividendolo in entità analoghe a quelle presenti in madre patria. Il comune venne quindi “sottoposto ai cantoni, ai distretti ed ai dipartimenti” 30. Battaglia divenne sede di cantone, all’interno del distretto di Padova che, con i distretti di Este, Piove e Camposampiero, formavano il dipartimento della Brenta 31.
“In questa prima sistemazione San Pietro Montagnon 32, l’attuale Montegrotto Terme, compare come unità amministrativa autonoma nell’ambito del secondo cantone che faceva capo a Teolo” 33.
Nel 1810 venne firmato da Eugenio Napoleone, viceré d’Italia, il decreto definitivo di istituzione dei comuni del dipartimento della Brenta. Secondo quanto previsto dal secondo provvedimento, Battaglia si vide distaccare Galzignano, mentre le venne assegnato il comune di San Pietro Montagnon come frazione 34.
Tale accorpamento amministrativo, giustificabile solo dall’esiguo numero degli abitanti dei due centri 35, scontentava tutti per la distanza tra i due luoghi, aggravata dalla presenza del Monte Ceva al centro del territorio unito, per le differenze economico-sociali e per la presenza di due amministrazioni ecclesiastiche distinte.
“L’impero austriaco, quando alla fine del 1813 riprenderà il governo dell’Italia settentrionale, non cancellerà questa riforma, anzi consoliderà l’assetto così determinatosi e porterà a termine un imponente lavoro di analisi del territorio (la redazione di un catasto dei terreni iniziato nel 1807) che si basa sui sopra indicati principi di ripartizione territoriale” 36.

Solo nel 1854, epoca in cui il Regno Lombardo – Veneto soppresse l’organizzazione istituita dal dominio francese, Battaglia venne sottoposta al distretto di Monselice, perse la sede di Pretura, ma mantenne San Piero Montagnon come frazione 37.
Dopo l’unita’ d’Italia e fino alla fine del secolo l’amministrazione pubblica avviò e concluse una serie di opere volte a risolvere importanti questioni urbanistiche. Il 20 marzo 1872 venne deliberato l’acquisto dei tre edifici in centro, tra la provinciale e il canale, destinati all’abbattimento per formare un pubblico piazzale. Il 5 settembre 1877 si approvava il progetto di rinnovo totale della pavimentazione e l’allargamento della strada provinciale Padova-Monselice che vennero completati nel 1880. Sempre negli anni Settanta venne restaurato il ponte in pietra delle Chiodare e nel 1882 venne ricostruito in pietra il ponte in legno del Cataio 38. “Il lavoro più importante fu la rettifica e l’allargamento della strada Galzignana con la sistemazione del passaggio a livello sulla ferrovia terminato nel 1892” 39.

Cartolina del canale di Battaglia nel 1903. In primo piano l'Albergo Italia.

Cartolina del canale di Battaglia nel 1903. In primo piano l’Albergo Italia.

La vita politica, sociale ed economica fu altrettanto in evoluzione. Il servizio scolastico venne assicurato fin dal 1860 e nel 1870 venne istituita quella che oggi si chiamerebbe scuola materna. Nel 1877 venne acquistato uno stabile per collocarvi la sede del municipio, delle scuole e per l’abitazione dei docenti. Nel 1878 si costituì la Società Operaia e nel 1874 Battaglia ottenne di essere sezione elettorale del collegio di Este.
“Nel marzo 1889 il conte Vittorio Wimpffen chiedeva al comune di Battaglia il permesso di attraversare con una linea aerea le strade del centro urbano per portare fino al proprio stabilimento termale l’elettricità prodotta dalla forza motrice del mulino Dei Quattro. Il vecchio opificio [ … ] sfruttava l’energia prodotta dalle acque dei canali provenienti da Monselice e da Padova che con un salto di parecchi metri scendono attraverso l’Arco di mezzo nel canale di Sottobattaglia. Sorgeva a destra della cateratta ed era una proprietà della famiglia Wimpffen dalla metà del secolo 40“.
Ottenuta l’autorizzazione nel 1890, Wimpffen realizzò il suo progetto. L’arrivo dell’elettricità segnò l’inizio di una nuova era e contribuì a rianimare un’economia che languiva.

L'Arco di Mezzo e la cascata in una foto del primo Novecento.

L’Arco di Mezzo e la cascata in una foto del primo Novecento.

Nacque così nel gennaio del 1895 la Società Industriale di Battaglia in nome collettivo con capitale sociale di Lire 60.000 41. Tra gli altri ne erano soci il conte Amedeo Corinaldi e il cavaliere Francesco Rinaldi. Il primo apparteneva ad una delle più importanti famiglie ebraiche di Padova; il secondo era il fidato amministratore del conte Wimpffen ed era inserito nella vita amministrativa del paese. La nuova società trasformò radicalmente il vecchio opificio Dei Sei 42 e diede a Battaglia un importante primato: era il primo paese della provincia di Padova che, nei primi giorni di ottobre del 1895, fu dotato di illuminazione elettrica.
Nel maggio 1897 scomparve il conte Wimpffen ad appena 62 anni.
“Nel testamento [ … ] il conte raccomandava al proprio figlio Sigfrido di concedere alla famiglia Rinaldi un diritto d’opzione per l’acquisto dell’officina del maglio e della sega. Inoltre fra i numerosi legati a persone amiche e a dipendenti, ne aveva disposto uno di Lire 45.000 43 per Ruggero e Rita Rinaldi, figli del suo fedele amministratore. Sigfrido Wimpffen esaudì la volontà del padre e nel 1901 cedette la vecchia officina ai fratelli Rinaldi, che poterono sostenere le spese d’acquisto grazie al sostanzioso legato ricevuto” 44.
Il padre prese in mano l’azienda e la trasformò in breve tempo in una delle più importanti industrie padovane.

Note
30 A. ZANELLA, Vicende amministrative tra ottocento e novecento, in Battaglia Terme – Originalità e passato di un paese del padovano, cit., p. 169.
31 Il tutto corrispondeva all’incirca all’attuale provincia di Padova.
32 San Pietro Montagnon è citato in tutti i documenti sino al 1936. Da quell’anno il comune assunse il nome di Montegrotto Terme, precedentemente toponimo che indicava una zona del paese dove si trovavano le Terme Neroniane.
33 A. ZANELLA, Vicende amministrative, cit., p. 169.
34 B.C.P., Decreto di Eugenio Bonaparte, Milano, 1810, in A. ZANELLA, Vicende amministrative, cit., p. 179.
35 1357 per Battaglia e 1237 per S. Pietro Montagnon.
36 A. ZANELLA, Vicende amministrative tra ottocento e novecento, cit., p. 170.
37 P. CATTANI, Battaglia Terme Storia − Industrie e problemi, cit., p. 18.
38 Divenuto impraticabile era necessaria la ricostruzione in quanto via più breve per mettere in comunicazione il capoluogo da S. Pietro Montagnon.
39 A. ZANELLA, Vicende amministrative tra ottocento e novecento, cit., p. 171.
40 FRANCESCO SELMIN, Elettricità e sviluppo. Vita economica tra Ottocento e Novecento, in Battaglia Terme − Originalità e passato, cit., p. 181.
41 Da questo momento in poi, ogni qualvolta troveremo nel testo un importo denominato in Lire e riferito al valore del tempo, lo indicheremo nelle note come valore attualizzato al 2001 utilizzando per lo scopo una tabella fornitaci dall’lstat. L. 60.000 nel 1895 corrispondono a L. 402.766.806 del 2001.
42 Sede di un vecchio mulino situato sotto l’Arco di mezzo dalla parte verso Padova. La prima notizia dell’esistenza di questo mulino è del 1208. GUIDO ANTONELLO, I mulini, in Battaglia Terme  Originalità e passato di un paese del padovano, cit., p. 41.
43 L. 304.119.855 nel 2001 .
44 F. SELMIN, Elettricità e sviluppo, cit., pp. 184-185.

L’inizio del XX secolo

Il cavalier Francesco Rinaldi costituì nel 1902 la società in accomandita semplice Officine Francesco Rinaldi con sede nel fabbricato detto del Maglio 45. Egli conferì solo 1/15 del capitale sociale di Lire 30.000 46 e assunse il ruolo di amministratore e accomandatario. Gli altri 10 soci accomandanti erano un nucleo significativo della borghesia ebraica padovana. In particolare si ricordano Amedeo, Edoardo e Gustavo Corinaldi, Michelangelo Cini, Carlo Mazzini e Dario Bormioli. Quest’ultimo sposò nel maggio 1902 Rita Rinaldi, figlia del cavalier Francesco, e gli fu affidata la direzione dell’industria. In quel momento si producevano macchine agricole e c.ca 100 erano gli occupati.
Alla fine dell’anno l’onorevole Luzzatti 47, deputato del collegio di Abano e promotore delle banche popolari, visitò l’officina elettrica di Battaglia, il mulino Castelletto (ex mulino Dei Quattro ormai trasformato in una moderna industria) e le Officine Rinaldi. Erano questi i perni di un’ evoluzione economico-industriale che pareva non aver sosta. Alle tre importanti imprese succitate facevano da corona altre attività artigianali tra le quali vanno menzionate la lavorazione dei merletti e la produzione di coni fumanti e polvere insetticida di Antonio Zimolo 48. Gli anni successivi furono anni di crescita impetuosa, assecondata dalla favorevole congiuntura economica di cui godeva l’intero paese. Nel 1905 la Società Industriale di Battaglia cedette alla Società Adriatica di Elettricità (la S.A.D.E.) l’officina con tutti gli impianti elettrici, la rete di distribuzione, le stazioni di trasformazione e tutti i contratti di appalto 49. Quasi contemporaneamente il mulino della S.A. Castelletto subì un’analoga sorte. Fu acquistato per L.708.600 50 dalla Società Veneta di Macinazione 51.

Cartolina dei primi del '900. A sinistra della cascata, il mulino.

Cartolina dei primi del ‘900.  A sinistra della cascata, il mulino.

Nel frattempo, con la morte di Vittorio Wimpffen, si concluse la stagione più gloriosa delle terme di Battaglia. Alla fine del XIX secolo, la scoperta delle spiagge e delle cure idroterapiche marine 52 contribuì a ridimensionare l’affluenza internazionale.
“Il barone Roberto Barracco, romano, acquistò la proprietà Wimpffen nel 1901 per la figlia Emilia, moglie di Angelo Emo Capodilista. Gli eredi Emo Capodilista Maldura osserveranno gli obblighi di mantenere in efficienza e migliorare gli stabilimenti assunti col singolare contratto di compravendita, e di rispettare gli accordi presi a sua tempo da Vittorio con il comune in materia di strade, fiere annuali, e per ogni altra cosa riguardasse la collettività e il paese” 53.
Nel 1909 erano impegnate nelle varie attività locali quasi 500 persone. Straordinario era stato lo sviluppo delle Officine Rinaldi che erano divenute la maggiore industria locale. Nel 1904 il capitale sociale era stato aumentato a Lire 60.000 54 e nel 1906 a Lire 200.000 55. Lo stabilimento aveva occupato una vasta area di c.ca 15000 metri quadrati.

Non mancavano però i problemi. Il principale era quello delle abitazioni; a questo proposito il comune era orientato a costruire una nuova strada parallela al paese dove avrebbero dovuto sorgere le case operaie. All’uopo si costituì nel 1907 una cooperativa, la Società Luigi Luzzatti per case popolari in Battaglia, con lo scopo di provvedere alla costruzione, all’acquisto, alla vendita, alla permuta di case popolari ed all’affitto delle medesime. La durata era fissata in 29 anni 56.
“Il primo strumento urbanistico del Comune di Battaglia è il piano di ampliamento redatto dall’ingegnere Virgilio Colle il 20 ottobre 1908, modificato il 31 gennaio 1910 e definitivamente approvato col decreto reale del 1 maggio 1910. Si tratta del progetto di una nuova strada (la futura Via Roma), in mezzo a due allineamenti di case popolari, parallela alla contrada lungo la riva occidentale del naviglio, con la quale è in comunicazione mediante la via esistente per Galzignano e mediante una progettata rampa (poi Traversa Terme) che sbocca in vicinanza del ponte della piazza. [ … ] Ma le difficoltà nel procedere agli espropri, per le opposizioni dei privati, ritarda l’esecuzione completa del piano che viene sospeso per la grande guerra e per le vicissitudini amministrative, che portano al commissariamento del Comune dal 1916 all’inizio del 1922” 57.

Il pomeriggio del 3 settembre 1912 Francesco Rinaldi si uccise nel giardino della sua villa. Le ragioni del suicidio furono individuate nel dissesto finanziario causato dai ritardi nei pagamenti delle commesse da parte dello Stato per la guerra libica, dalla decisione dei soci di non rischiare altre sottoscrizioni, dalla difficoltà di reperimento di crediti bancari, dalle agitazioni e dal malumore operaio per mancato pagamento del salario.
Ai soci accomandanti della ditta bastarono poche settimane per liquidare il vecchio assetto societario e costituire una nuova impresa, la Officine di Battaglia, che seppe assicurare continuità all’attività produttiva 58. La crisi del 1912 fu presto dimenticata anche perché dopo pochi anni la Grande Guerra, con le sue abbondanti commesse, impresse nuovo slancio all’industria nata dalla vecchia officina del maglio e della sega 59. Il 1° febbraio 1913 subentrò infatti la Società Anonima Officine Battaglia, sempre facente capo alla S.A.D.E. Il capitale sociale fu portato a L.1.800.000 60 e l’attività si specializzò nella produzione di apparecchiature belliche, gru, ponti e paratoie per l’esercito. Presidente ne era il conte Edoardo Corinaldi e le officine ottennero la clausola di ausiliarietà anche nel caso di mancata produzione bellica. In quegli anni venne sfruttato notevolmente il trasporto fluviale 61.

Cartolina di via Ortazzo ai primi del '900. A destra, gli ammassi di trachite in attesa di essere imbarcati.

Cartolina di via Ortazzo ai primi del ‘900. A destra si notano gli ammassi di trachite in attesa di essere imbarcati.

Con l’inizio del secolo sorsero i primi veri contrasti tra San Pietro Montagnon ed il capoluogo.
“La frazione si trovava a sei chilometri dal capoluogo e siccome disponeva di un vasto territorio a vocazione agricola, contava un maggior numero di abitanti. Tuttavia, data la scarsa diffusione della ricchezza essa aveva un numero di elettori assai minore di Battaglia e quindi una minore influenza politica nel contesto paesano. [ … ) Infatti nel corso degli ultimi decenni dell’Ottocento e fino al 1914 gli uomini politici erano nella quasi totalità possidenti, industriali e commercianti di Battaglia” 62.
Lo scontro amministrativo portò un decennio di crisi amministrative che sfociò nella definitiva scissione tra Battaglia e frazione.

Note
45 Il fabbricato venne acquistato con atto del 15.1.1902 dai fratelli Rita e Ruggero Rinaldi che lo cedettero in affitto per 12 anni alla nuova società gestita dal padre.
46 L. 204.827.205 nel 2001.
47 Nato a Venezia nel 1841 e morto a Roma nel 1927. Uomo politico ed economista. Deputato della destra liberale dal 1871 al 1921. Ispirò le riforme doganali del 1878 e 1888. Più volte ministro del Tesoro. Fu presidente del Consiglio nel 1910 e 1911. Ispiratore delle banche popolari.
48 Cfr F. SELMIN, Elettricità e sviluppo, cit. , pp. 185-186.
49 La somma pattuita ammontava a L. 338.000 (L. 2.211.880.112 nel 2001). L’atto di compravendita, rogitato a Venezia il 17 novembre 1905, fu sottoscritto da Amedeo Corinaldi e da Cesare Benedetti per la Società di Battaglia e da Giovanni Battista del Vò e dal commendator Giuseppe Volpi in qualità di rappresentanti legali della SADE. Quest’ultima costituì una società all’uopo destinata denominandola Società Euganea di Elettricità di Battaglia.
50 L. 4.637.095.406 nel 2001.
51 Nel 1905 un gruppo di possidenti facenti parte della Società Industriale di Battaglia costituivano la Società Veneta di Macinazione per la compravendita di cereali e prodotti macinati. Capitale iniziale L.1.000.000 (L. 6.544.024.000 nel 2001) interamente versato. Facevano parte della cordata il conte Amedeo Corinaldi, il barone Mario Treves de Bonfili, Antonio e Pietro Castelletto, Leonardo Becker in proprio e come direttore della Banca Commerciale Italiana di Padova, l’ingegnere Umberto Wollemberg ed altri. G. ANTONELLO, I mulini, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p. 48.
52 Cfr, L. PEZZOLO, Battaglia e le sue terme, Padova, 1883.
53 RAFFAELLA PIVA, Le Terme, in Battaglia Terme − Originalità e passato di un paese del padovano, cit., p. 140.
54 L. 393.071.028 nel 2001.
55 L. 1.284.931.760 nel 2001.
56 Cfr. Statuto della Società LUIGI LUZZATTI per case popolari in Comune di Battaglia, Padova, Stab.Tip. L. Penada, 1907.
57 ADRIANO VERDI, Lo sviluppo urbano, in Battaglia Terme − Originalità e passato, cit., pp. 246-247. I citati problemi amministrativi verranno trattati successivamente.
58 Nel 1912 gli addetti sono 267.
59 Cfr, F. SELMIN, Elettricità e sviluppo, cit., p. 188.
60 L. 10.778.007.600 nel 2001.
61 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p. 212.
62 A. ZANELLA, Vicende amministrative, cit., p. 172.

Il ventennio 1919 – 1939

Il ventennio si aprì con un trattato di pace che lasciò insoddisfatti i vincitori e inasprì l’animo dei vinti, e si concluse con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Fu un ventennio dal percorso tortuoso, fitto di contraddizioni e di lacerazioni e fu, in pari tempo, il ventennio che consegnò al mondo un assetto concretamente moderno. Fu il primo conflitto mondiale che dissolse le antiche certezze, gli imperi dell’Ottocento ed instaurò definitivamente il XX secolo.
I punti di riferimento decaddero e i dubbi, motivati dagli avvenimenti che seguirono, si moltiplicarono.

Una rivoluzione che aveva illuso le masse lavoratrici con la promessa di un definitivo riscatto naufragò nelle aberrazioni della dittatura staliniana. Una Germania che aveva espresso forme tra le più alte di civiltà raggiunse con Hitler la barbarie del nazismo. E l’Italia, irretita dalla seduzione del fascismo, scardinò l’ordinamento democratico faticosamente raggiunto dopo il corso risorgimentale. E ovunque le sommosse si alternarono alle repressioni, i colpi di stato si succedettero ad attestare un diffuso, crescente disagio.
Dopo il crollo di Wall Street finì per sempre anche il tempo della sicurezza, poiché la crisi economica investì tutti i paesi dell’area occidentale.

Eppure, a fronte di questi eventi storici, una evoluzione positiva si manifestò lungo tutto il ventennio.
Una migliore organizzazione del lavoro cominciò a liberare l’uomo dalle fatiche del passato. L’obbligatorietà della scuola primaria ridusse l’analfabetismo. La moltiplicazione dei mezzi di informazione, i giornali, le riviste e soprattutto la radio, garantirono un elevato standard di conoscenza 63. L’incremento dei mezzi di locomozione abbreviò le distanze e favorì uno scambio di merci e di idee di un intensità che, prima del 1914, sarebbe stato impossibile ipotizzare. Nuovi criteri urbanistici, infine, ridisegnarono il volto delle città in relazione alle mutate esigenze della collettività, contemplando l’edilizia popolare quale strumento per migliorare le condizioni di esistenza del singolo e della comunità.

Questo enorme processo di trasformazione, seppure differenziato secondo la geografia e i sistemi politici, tenderà ad uniformare i comportamenti collettivi ponendo le premesse a quei modi di civiltà che si configureranno a partire dal secondo dopoguerra e condizionano il nostro stesso presente.
Anche un piccolo paese come Battaglia fu partecipe di questa trasformazione 64.

Note
63 Diventando anche degli strumenti pericolosi nelle mani di chi poteva strumentalizzarli per fini perversi.
64 Cfr., Padova tra le due guerre, a cura della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova, 1988, p. 7.

Enrico Grandis

La copertina del libro "Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società".

Enrico Grandis, Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società, Battaglia Terme (Pd), Ed. La Galiverna, 2005 – pagine 7-26 (introduzione e capitolo 1).

Le prime tre immagini (foto a colori) e le relative didascalie sono state aggiunte da BATTAGLIATERMESTORIA.