Battaglia, dal 1921 all’avvento del fascismo

Successivamente veniva analizzato il problema dell’approvvigionamento dell’acqua. Durante i lavori per la Conca di navigazione, venne quasi totalmente a mancare l’acqua del canale di Battaglia. Per cui, dato che l’alimentazione dei pozzi e della fontana proveniva unicamente dal canale stesso, la popolazione ne rimaneva priva. La siccità del periodo concorreva inoltre ad aggravare la “minacciosa situazione”.
“Si aggiungeva a ciò il fatto che il genio civile di Este approfittava della secca del Canale per alcuni suoi urgenti ed improrogabili lavori arginali sicché, ad un dato momento, anche la poca quantità d’acqua che almeno per uso di lavaggio avrebbe parzialmente limitato il bisogno, venne ad essere tolta” 18.

Numerosi rimedi furono escogitati per risolvere il problema. Saltando tutte le norme previste il commissario prefettizio ottenne forniture d’acqua con carri botte, con serbatoi ferroviari e con concessioni speciali della Ferrovia e del Comune di Padova. Il servizio costò la cospicua somma di Lire 19649,05 19.
E’ anche vero che i lavori della Conca di navigazione furono il principale deterrente alla disoccupazione post prima guerra mondiale, dando lavoro sia direttamente che per mezzo delle locali officine 20.
“E’ fatalità storica che ad ogni guerra, ad ogni sommovimento che abbia richiesto aspra tensione d’animi, che abbia agitato e messo a dura prova l’umanità, debba seguire un periodo di assestamento irto di difficoltà, lento e minaccioso nelle sue evoluzioni e nel suo svolgimento”. Il Carturan faceva proprio riferimento alla disoccupazione e continuava:
“Nel gennaio del 1921 gli operai caricatori del porto vennero a conflitto con gli esercenti l’industria del sasso, per modifica di tariffe. Si richiese il mio intervento ed ebbi la compiacenza di comporre amichevolmente ogni divergenza.
Nel febbraio successivo si verificò dissidio fra datori d’opera e lavoratori nell’azienda della Società Veneta di Macinazione. Interposi presso le autorità i miei uffici e sollecitazioni per la più presta riapertura dei Molini e ripresa del lavoro.
Nel marzo seguente ebbe a verificarsi la serrata delle officine metallurgiche. Nulla risparmiai, presso chi di ragione perché meno dannoso possibile, in linea di tempo ed in linea di conseguenze, riuscisse l’aspro provvedimento.
Frattanto presso l’ufficio provinciale per i sussidi di disoccupazione praticai quasi giornalmente e di persona le più assillanti pressioni per ottenere l’ammissione all’assegno, dei numerosi disoccupati. Affrettai con ogni convincente mezzo i lavori della Conca per dare impiego al maggior numero possibile di operai.
Nel luglio U.S. pure nella conca s’ebbe un movimento di sciopero che, mercé l’intervento del genio civile e mio, fu in breve composto” 21.

Le scuole di Battaglia erano dirette dal vice ispettore Vittorio Passerella ed erano frequentate da un numero elevato di alunni. L’aumento degli stessi portò alla creazione di due nuove classi; si impose così al comune, come di legge, l’allestimento di una nuova aula. Il commissario fece un’analisi sugli alunni e constatò “che circa un centinaio di essi apparteneva ai comuni limitrofi” e, di conseguenza, richiese ai comuni interessati un contributo di L.10 annue 22 per ogni alunno che “approfitta del nostro stabilimento scolastico.” Tale richiesta non ebbe né adesione né consenso e Battaglia dovette far fronte totalmente alle spese della scuola.
L’asilo infantile presentava un “funzionamento non regolare. Mancava lo Statuto, non esisteva la Presidenza, la stessa Direttrice, nominata provvisoriamente parecchi anni prima, continuava nella sua straordinarietà”.
Visto che l’utilità dell’asilo era manifesta in ogni Comune e diveniva un’ “impellente necessità” per i centri industriali, venne “elevato lo stipendio al personale, sì da renderlo più consono alle esigenze dei tempi, […] approvato lo statuto fondamentale dell’Istituto, […] nominato il consiglio d’amministrazione, quindi bandito regolare concorso”, con la nomina della signora Castellini Maria a direttrice, “la quale adempie al suo delicato ufficio con intelletto ed amore”.
Il patronato scolastico esisteva solo che per il nome. Esso era nato con lo scopo di somministrare “agli alunni poveri il materiale scolastico, segue ed accompagna gli alunni stessi nelle loro esigenze morali, materiali ed igieniche”. Nel periodo di commissariamento vennero nominati i membri necessari allo svolgimento dell’attività e il patronato iniziò ad operare. Importante sostegno fu dato dal Re, che creò un fondo di Lire 2.500 23, e dai sussidi del Ministero.
“Il regolamento edilizio esiste per Battaglia già superiormente approvato nel 19 giugno 1914 al N. 757. Non fu però ancora applicato perché il succedersi delle amministrazioni ordinarie e straordinarie impedì di regolarizzarlo agli effetti di alcune modificazioni dal Ministero richieste. A questo ho posto mano e Voi potrete quindi dare al regolamento definitiva esecuzione” 24.
Per i servizi sanitari Battaglia è dotata di un medico, il dottor Arboit, per il quale si erano sentiti soltanto elogi. Vennero a lui affidate anche le attribuzioni di Ufficiale Sanitario per Battaglia.
Il servizio di fornitura dei medicinali e della spedalità gravava sui bilanci del comune in “modo allarmante” ed “esso costituisce la più seria minaccia alle finanze delle comuni amministrazioni”.
Titolare del servizio di esattoria era la Cassa di Risparmio di Padova, Filiale di Monselice, successa di fatto alla ditta Mion che manteneva la gestione daziaria di un consorzio composto dai comuni di Battaglia (capo-consorzio), Arquà, Galzignano, Pernumia, S. Piero Viminario, Boara Pisani e S. Pietro Montagnon.
Successivamente il Carturan dedicò particolare attenzione ai lavori pubblici ed in particolare al problema delle case popolari.
Egli si interessò al completamento del progettato piano d’ampliamento facendolo aggiornare all’ ingegnere Benedetto Peloso, recentemente nominato per concorso ingegnere comunale. Poiché le leggi che favorivano la costruzione di case operaie richiedevano la costituzione di enti speciali, si provvide alla compilazione di uno schema di statuto e si sollecitò la formazione di un capitale all’uopo necessario. “Tale statuto fu compilato in modo da salvaguardare le esigenze delle famiglie operaie e della popolazione in genere”.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico sono da sottolineare, per le successive evoluzioni, i primi passi dell’importante progetto di derivazione d’acqua dal monte Venda: si stabilì con il comune di “Galzignano una convenzione per ogni diritto di espropriazione ed occupazione” e si trattò con i proprietari delle sorgenti per “l’amichevole cessione” delle aree senza forzature.
Altro problema impellente era la bonifica del consorzio Palù – Cataio: ragioni igieniche la rendevano necessaria in quanto una buona parte della superficie del paese era zona malarica ed improduttiva.
Queste ultime tre argomentazioni furono solamente accennate nei loro aspetti essenziali dal Carturan, ma indicavano con precisione gli importanti sviluppi futuri. A Battaglia, immediatamente dopo, si svilupparono interventi sul territorio che compresero l’edilizia pubblica, uno dei primi acquedotti pubblici della provincia di Padova e l’espansione abitativa nella zona bonificata ai piedi del castello del Cataio 25.

Note
18 COMUNE DI BATTAGLIA TERME, Relazione del Commissario Avv. Cav. Uff. Celso Carturan al Consiglio Comunale, Monselice, Tipografia F.lli Caldiron, 1922.
19 L. 28.227.982,42 nel 2001.
20 In particolare alla Soc. An. Officine di Battaglia.
21 COMUNE DI BATTAGLIA TERME, Relazione del Commissario Avv. Cav. Uff. Celso Carturan al Consiglio Comunale, Monselice, Tipografia F.lli Caldiron, 1922.
22 L. 14.366,08 nel 2001.
23 L. 3.591.520 nel 2001.
24 COMUNE DI BATTAGLIA TERME, Relazione del Commissario Avv. Cav. Uff. Celso Carturan al Consiglio Comunale, Monselice, Tipografia F.lli Caldiron, 1922.
25 COMUNE DI BATTAGLIA TERME, Relazione del Commissario Avv. Cav. Uff. Celso Carturan al Consiglio Comunale, Monselice, Tipografia F.lli Caldiron, 1922.

Le dimissioni del sindaco e lo scioglimento del consiglio comunale

Con atto del 12 settembre 1922 il Prefetto della Provincia di Padova prese atto delle dimissioni del sindaco di Battaglia Riccardo Pistore e di 11 consiglieri sui 15 presenti nel comune. Si trattava di Ceresoli Giacinto, Zuliani Giuseppe, Perin Antonio, Bertin Luigi, Zabai Eugenio, Zanardi Giuseppe, Bottin Urbano, Milan Giuseppe, Manfioletti Antonio, Caramella Giovanni e Liva Giovanni. In conformità con gli articoli 280, 3 e 32 della Legge comunale, venne decretato lo scioglimento del consiglio comunale di Battaglia con la successiva nomina del dott. Augusto Zoncada a commissario prefettizio 26.
In data 14 settembre la giunta municipale uscente redigeva una relazione per il nuovo reggente di Battaglia che illustrava le pratiche in corso e gli impegni assunti dall’amministrazione rimasti in sospeso a causa della crisi sopravvenuta.
In particolare veniva posta attenzione alla necessità di dar corso ai vari progetti riguardanti i seguenti aspetti: il piano di ampliamento delle unità abitative, inteso in questa sede come nuovo piano regolatore, la costruzione di case popolari e la realizzazione di un acquedotto comunale, la sistemazione della traversa provinciale Padova – Monselice, danneggiata durante il periodo bellico dall’eccessivo peso dei carri che la attraversarono, la riparazione del ponte della Rivella e i recuperi per le spese di approvvigionamento dell’acqua nel periodo degli scavi per la realizzazione della Conca di navigazione 27.
Anche a livello nazionale il governo Bonomi fu costretto a dare le dimissioni nel febbraio del ’22. Forti divisioni laceravano i due più grandi gruppi che potevano opporsi al fascismo. I socialisti erano spaccati tra riformisti e massimalisti (rivoluzionari). I cattolici erano divisi tra chi credeva possibile un accordo con Mussolini e chi era antifascista in modo intransigente. Fra i liberali poi, gli avversari del fascismo erano pochissimi. Con queste premesse il governo Facta, a capo di una coalizione fra liberali e popolari, fu un tramite per l’avvento definitivo di Mussolini.

Note
26 A.C.B., Decreto del Prefetto della Provincia di Padova del 12 settembre 1922, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1922, fasc. Pratiche di gabinetto dell’amministrazione comunale – Deliberazioni del consiglio e della G.M. portanti il visto della regia prefettura – Pratica elezioni amministrative 1922.
27 A.C.B., Relazione della Giunta Municipale al sig. Commissario Prefettizio del 14 settembre 1922, cart. Archivio dalla cat. I alla V – anno 1923.

Le elezioni amministrative del novembre 1922

Il 26 novembre 1922 si svolsero le elezioni amministrative per la nomina del nuovo consiglio comunale e del sindaco. L’importanza dell’evento era amplificata dal fatto che si trattava della verifica elettorale che seguiva la marcia su Roma 28. Dopo che Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare il decreto di stato d’assedio, che poteva rendere di fatto illegale l’entrata in Roma dei fascisti, e le successive dimissioni del governo Facta, il Re, come è noto, incontrò Mussolini e lo incaricò di formare un nuovo governo. Ne nacque una coalizione formata da liberali, da cattolici popolari e da fascisti. Questi ultimi avevano solo 5 ministri, ma Mussolini cumulava nelle sue mani la Presidenza del Consiglio e i ministeri degli Interni e degli Esteri.
A Battaglia c’erano 668 iscritti alle liste elettorali, di cui 6 emigrati all’estero. L’esito della votazione fu il seguente:

CONSIGLIERI
COMUNALI ELETTI
VOTI PARTITO 29
Corinaldi Elia Odoardo 401
Emo Capodilista Angelo 394
Grossi Francesco 394
Muneratti Odoardo 394
Milani Giovanni 386
Kainich Martino 386
Cattani Primo 383
Migliorati Giovanni 375
Mazzuccato Ottorino 373
Visentin Pietro 371
Benelle Antonio 370
Giorgi Antonio 366
Cini Paolo 363
Zodio Vittorio 357
Cardinali Giulio 344

Battaglia, manifesto con l'esito delle elezioni amministrative del 26 novembre 1922.

Manifesto con l’esito delle votazioni del 26 novembre 1922.

Di fatto sparì l’opposizione e nella seduta pubblica del 17 dicembre 1922, in mancanza del solo Grossi Francesco, si provvide alla nomina del sindaco e degli assessori. Con 13 voti a favore e una scheda bianca venne eletto sindaco Primo Cattani e furono nominati assessori Grossi Francesco e Kainich Martino rispettivamente con 14 e 13 voti.
Contemporaneamente venne data lettura alla relazione del commissario prefettizio Augusto Zoncada 30.
Primo Cattani era all’epoca capo tecnico della Società Euganea di Elettricità di Battaglia. La Legione di Carabinieri di Verona comunicò al Prefetto che il Cattani era in “condizioni economiche agiate, persona intraprendente, attiva, dotato di sufficiente cultura, non inscritto a partiti extralegali, ma a quello nazionale fascista e copre la carica di delegato della Confederazione provinciale di Padova” 31.
Egli era nato a S. Maria del Taro nel 1888.
Nel 1924 firmò come rappresentante della Federazione dei Lavoratori il patto agrario. Per le elezioni dello stesso anno il Direttorio della Federazione del Sindacato Fascista lo presentò come candidato in una lista alla Federazione Provinciale di Padova 32. Durante la seconda guerra mondiale svolse la mansione di addetto alle elettrificazioni di bonifiche e sopra intendente ai recuperi della valle del Brenta. Fu ferito nella zona di guerra. Fu inoltre Membro Giunta Provinciale Amministrativa in rappresentanza del Partito Nazionale Fascista nel 1939/40; Vice Federale di Padova dal 1938 al 1940 e Membro del Direttorio Federale nel 1938; membro della Commissione Federale Disciplinare nel 1939; Ispettore Federale nel 1937 33.
Fu un sindaco molto attivo sul fronte delle opere pubbliche: durante il suo mandato si concluse la costruzione della Conca di navigazione, venne progettato l’ampliamento del territorio, venne dato seguito a progetti per la costruzione di case popolari ed operaie, venne approvato il nuovo piano regolatore e iniziò la bonifica della palude all’interno della tenuta Cataio.
“Tale attivismo, fatto anche di mediazioni in casi di sfratti, suscita qualche malumore, sicché Cattani viene accusato di essere massone, venditore di fumo e finche è presente non sarà mai sicuro l’ordine pubblico. Sono informative confidenziali spedite al Prefetto; viene perfino accusato di essere bolscevico” 34.
Si trasferì nel 1937 a Monselice e dopo la guerra ad Arquà Petrarca. Per i suoi trascorsi fascisti e per le sue azioni nel territorio durante il ventennio, è più corretto dire che si nascose ad Arquà. A questa sua permanenza ed alla sua morte venne dedicato un saggio romanzesco dallo storico locale Roberto Valandro di Monselice 35.

Note
28 28 ottobre 1922. Programmata durante il Congresso di Napoli del partito nazionale fascista (24-25 ottobre 1922) ed attuata dal 27 ottobre.
29 Nel documento esaminato, accanto ad ogni nome, era indicato anche il partito di appartenenza. Poiché tali annotazioni erano scritte a matita, si è ritenuto opportuno non pubblicarle.
30 A.C.B., Protocollo, fasc. Pratica elezioni amministrative 1922, cart. Archivio dalla cat. I alla IV – 1922.
31 Archivio di Stato di Padova (A.S.P.), Gabinetto di prefettura, b.279, VIII/5, in A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, cit. p. 208.
32 Si trattava, come è noto, delle prime elezioni con la nuova legge elettorale Acerbo, che prevedeva un forte premio a quella lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa dei voti. In sostanza era previsto che alla lista maggioritaria, con almeno il 25% dei voti, fossero assegnati i due terzi dei seggi disponibili. Nelle elezioni politiche del 1924, assieme a molti esponenti liberali e cattolici conservatori, i fascisti ottennero il 64,9% dei voti e la stragrande maggioranza dei seggi in Parlamento. Le opposizioni, fortemente divise fra loro, subirono una grave sconfitta.
33 M. SUMAN, La composizione sociale del ceto politico padovano tra il 1920 ed il 1940, tesi di laurea, relatore Ch.mo Prof. Angelo Ventura, anno accademico 1987 – 88, Università degli studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, p. 86.
34 A.S.P., Gabinetto, b.295, VIII/5, in A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, cit., p. 208.
35 R. VALANDRO, La capra, in Le Terre Albe, Monselice, La Bottega del Ruzante, 1991.

Il nuovo Podestà Leopoldo Corinaldi e i suoi successori

La nuova Legge 4 febbraio 1926, N. 237, prevedeva che l’amministrazione di un comune con una popolazione inferiore ai 5000 abitanti fosse affidata ad un Podestà (di fatto veniva eliminato il sindaco), assistito, dove il Prefetto lo ritenesse possibile, da una Consulta municipale. Nominato con Decreto Reale, durava in carica 5 anni e poteva essere riconfermato. Questa nuova figura esercitava tutte le funzioni che la Legge comunale e provinciale conferiva precedentemente al sindaco, alla giunta ed al consiglio comunale. La Consulta municipale, composta da cittadini nominati con decreto prefettizio ed in parte indicati dagli enti economici, dai sindacati e dalle associazioni locali, aveva solo attribuzioni consultive sulle materie che il Podestà le sottoponeva e su alcune indicate obbligatoriamente dalla stessa legge. L’ordinamento podestarile veniva poi allargato a tutti i comuni del regno con il R.D.L. 3 settembre 1926, N. 1910 36.
Il 13.5.1926 Primo Cattani lasciò l’incarico di sindaco 37 e il 12.6.1926 venne nominato podestà il Grande Ufficiale Leopoldo Corinaldi 38.
Il verbale di consegna dell’Ufficio Comunale dal sindaco uscente al nuovo Podestà fu firmato il 26 maggio 1926 alla presenza del segretario comunale Fraccon Egidio 39. Contemporaneamente venne data lettura alla “Relazione sullo stato generale del comune” allegata al verbale.
Oltre alle informazioni di rito che riguardavano i registri, i documenti, gli elenchi, i bilanci e quant’altro dovesse essere oggetto di consegna da parte del sindaco cessante, venivano anche riportate alcune informazioni che vale la pena evidenziare.
Tra i registri obbligatori da tenere emerge per la prima volta quello relativo agli “Esercizi soggetti a sorveglianza politica”, a conferma di un nuovo clima politico che poco tollerava i dissensi. Il servizio esattoriale era affidato alla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Filiale di Monselice. L’istruzione pubblica era così impartita: dalle scuole elementari che comprendevano dalla prima alla settima classe, la cui amministrazione era affidata allo Stato; dalla scuola serale di disegno e coltura; dall’asilo infantile, amministrato dal comune per mezzo di un consiglio di amministrazione diretto allora dalla signorina Maria Castellini. In Battaglia aveva inoltre sede la Direzione Didattica circoscrizionale.
Tra gli affari in corso e le pendenze venivano ricordati:
l’allargamento territoriale, con la pratica che si trovava al Ministero dell’Interno per il parere del Consiglio di Stato e per il definitivo provvedimento;
il piano regolatore di ampliamento, che attendeva il Decreto di autorizzazione del competente Ministero a rendere di pubblica utilità le espropriazioni collegate;
la costruzione delle case operaie e del nuovo piazzale sulla via Nuova 40.
Leopoldo Corinaldi faceva parte del mondo della finanza ebraica padovana che ebbe un importante ruolo nello sviluppo dell’economia della provincia 41. Con lettera del 23 maggio 1927 egli dette le sue dimissioni in quanto doveva recasi all’estero per un lungo periodo di tempo. Con decreto del 1° luglio 1927 il Prefetto di Padova nominò Podestà del comune di Battaglia Augusto Ghezzi. Il verbale di consegna dell’Ufficio Comunale fu sottoscritto il 17 luglio dello stesso anno. Anche in questo caso venne allegata una relazione che ricalcava quella già analizzata in occasione della nomina di Corinaldi. Solo per quanto riguarda le scuole, quelle elementari passavano da sette a otto classi e quelle serali integrative comprendevano corsi di arti e mestieri vari 42.
Il 7 settembre dello stesso anno, a causa di problemi personali, Augusto Ghezzi venne sostituito da Francesco Mario 43. In data 9 settembre venne sottoscritto il verbale di consegna dell’Ufficio Comunale e la relazione allegata 44. All’inizio del 1929 Francesco Mario chiese un congedo di due mesi dalla sua attività a causa di problemi personali 45. Con decreto datato 28 febbraio 1929, il Prefetto di Padova nominò Podestà il signor Cini Paolo Alvise, come amministratore temporaneo del comune in occasione dell’assenza del suo predecessore 46. Di fatto Francesco Mario non rientrò più nel suo precedente ruolo e il Podestà Cini rimase in carica sino al 30 gennaio 1931, quando venne sostituito da Emilio Palma 47.

Note
36 A. Aquarone, L’organizzazione dello stato totalitario, Torino, Einaudi, 1965, p. 412.
37 A. NAPOLI, Mondo operaio della Galileo, in Battaglia Terme. Originalità, cit., p. 212-214.
38 A. ZANELLA, Vicende amministrative tra ottocento e novecento, in Battaglia Terme. Originalità, cit. p. 180.
39 A.C.B., Verbale di consegna dell’Ufficio Comunale di Battaglia Terme al Podestà del 26 maggio 1926, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
40 A.C.B., Relazione sullo stato generale del comune – Allegato al Verbale di consegna dell’Ufficio Comunale al sig. Podestà in data 26.5.1926, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
41 Cfr., A. VENTURA, Padova, Roma – Bari, Laterza, 1989, pp. 245-246.
42 A.C.B., Verbale e relazione consegna Ufficio Comunale del 17 luglio 1927, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
43 A.C.B., Decreto del Prefetto di Padova del 7 settembre 1927, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
44 A.C.B., Verbale e relazione di consegna dell’Ufficio Comunale del 9 settembre 1927, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
45 Discendente del patriota Alberto Mario. Nel febbraio 1927 Francesco Mario viene eletto nel Direttorio provinciale fascista come vice – segretario. Ne era consigliere anche il Conte Angelo Emo Capodilista. Mario viene poi eletto, nel giugno 1929, segretario federale di Padova in sostituzione di Giovanni Alezzini, eletto deputato in Parlamento. Si dimette nel dicembre 1930. Padova tra le due guerre, a cura della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Padova, 1988, pp. 97-98.
46 A.C.B., Decreto Prefetto di Padova del 28 febbraio 1929, cart. Consegne atti del comune a Podestà e Commissari Prefettizi, fasc. Commissariati anni 1916, 1917, 1918 e 1919 – Materiale Commissari Regi e Prefettizi Amm.ni comunali e Podestà.
47 A. ZANELLA, Vicende amministrative, cit. p. 180.

Enrico Grandis

La copertina del libro "Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società".

Enrico Grandis, Battaglia Terme tra le due guerre: territorio, economia, chiesa e società, Battaglia Terme (Pd), Ed. La Galiverna, 2005 – pagine 37-58 (capitolo 3).