1948, il Battaglia prende il nome di Galileo

Lo schianto di Superga

Il 4 maggio 1949 accade un fatto che rattrista tutti gli italiani. L’aereo sul quale viaggia l’intera squadra del Torino, accompagnata da dirigenti, tecnici e giornalisti, di ritorno da una amichevole a Lisbona, a causa della nebbia si schianta contro la collina di Superga (Torino), nei pressi dell’omonima Basilica. Nessuno sopravvive. Tocca a Vittorio Pozzo, già allenatore del Torino e Commissario Tecnico della Nazionale (incarico, quest’ultimo, mantenuto fino al 5 agosto 1948), riconoscere i corpi straziati. Nello schianto muoiono anche i fratelli chioggiotti Aldo e Dino Ballarin. Aldo, prima di giungere al Torino, aveva giocato nell’U.S. Adriese, per due stagioni nell’A.C. Rovigo (1939/40 e 1940/41) e una nell’U.S. Triestina Calcio (1941/42). Dino è invece arrivato al Torino direttamente dai dilettanti, chiamato dal fratello; non era titolare, ma Aldo che ha fatto di tutto per portarlo nella trasferta di Lisbona. Nel Polesine il cordoglio è così profondo che a, partire dal 1951/52, la squadra del capoluogo prenderà il nome di “Ballarin Rovigo”. Saranno intitolati ai fratelli Ballarin anche i campi di Chioggia e Crespino. 14 A quattro giornate dalla conclusione del campionato il Torino, in testa alla classifica con 4 punti di vantaggio, viene dichiarato campione d’Italia; conclude il torneo la squadra Primavera, che vince tutte le partite. Il Padova arriva undicesimo (insieme al Palermo). A ricordo delle sue valorose gesta sportive, la squadra scomparsa a Superga verrà in seguito chiamata “Grande Torino”.

Renato Ongarello è campione veneto nel lancio del disco

Il 16 maggio si svolge in diverse regioni il campionato atletico di società. Il campionato veneto si svolge a Padova, dove Ongarello Renato gareggia con i colori della Marzotto. Vince la gara del lancio del disco con m. 34,76; nel giavellotto è quarto, con m. 42,04. 15
Domenica 29 maggio 1949 si corre l’8a tappa del 32° Giro d’Italia, la Pesaro – Venezia di 273 km. Il Giro, passando per Monselice, intorno alle 14.30 attraversa Battaglia e si dirige verso Padova. 16 Il traguardo è raggiunto in volata da Luigi Casola.

Nel 1949 vengono prese dalla Federazione tre importanti decisioni. Da dilettantistiche le società si trasformano in Società per Azioni: il calcio diventa così un’industria. È consentito il tesseramento dei giocatori stranieri, così da migliorare l’aspetto tecnico e arricchire lo spettacolo. Il capitano di una squadra, l’unico che per regolamento può parlare con l’arbitro, deve portare sul braccio sinistro una fascia per essere immediatamente riconosciuto.

Il G.S. Officine Elettromeccaniche Galileo – A.C. Battaglia

In questo stesso anno nascono, scorporandosi dalle Officine Galileo di Firenze, le “Officine Galileo di Battaglia Terme S.p.A”. Subito dopo venne assunta la ragione sociale di “Officine Elettromeccaniche Galileo di Battaglia Terme S.p.A”. La dicitura della società di calcio sarà quindi anche “G.S. Officine Elettromeccaniche Galileo – A.C. Battaglia”. I dipendenti sono circa 1.000.

Il marchio delle Officine Elettromeccaniche Galileo di Battaglia Terme.

Marchio OEG. Nel 1949 nascono le Officine Elettromeccaniche Galileo di Battaglia Terme. Al precedente marchio OG viene aggiunta la lettera E, volutamente meno evidente.

Unendo vecchi uffici alle Officine Galileo vengono costruiti edifici tecnici e una sala di disegno; nell’anno precedente era stato costruito un fabbricato per il reparto forge. Oltre alla produzione di carpenteria varia, nasce il reparto di elettromeccanica, in cui sono realizzati interruttori, sezionatori e trasformatori per la media e l’alta tensione. Viene anche progettata una vettura con motore stellare. L’attività sindacale vede la partecipazione a manifestazioni di carattere provinciale e in questo periodo si approfondisce la divisione tra le diverse rappresentanze dei lavoratori. 17

1949, i lavoratori della Galileo di Battaglia Terme alla fine della giornata di lavoro.

1949, Battaglia Terme. I lavoratori delle Officine Elettromeccaniche Galileo alla fine della giornata di lavoro.

Gli avvenimenti
1949. Il 28 febbraio è approvato il piano Fanfani per la fabbricazione di case popolari; viene costituito l’ente INA-Casa. Il 27 marzo il parlamento approva l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico (NATO); l’opposizione dei partiti di sinistra è durissima. Il patto è sottoscritto il 4 aprile a Washington. 1° aprile: il cappuccino Girolamo Bortignon viene nominato vescovo di Padova; manterrà l’incarico fino al 1982. Il 5 maggio a Londra viene istituito il Consiglio d’Europa. Il 23 maggio nasce la Repubblica Federale Tedesca (RFT), con capitale Bonn. Il 2 giugno, anniversario della fondazione della Repubblica, è dichiarato festa nazionale. Nello stesso giorno Fausto Coppi vince il suo terzo il Giro d’Italia e il 24 luglio conquista anche il Tour de France: è il primo corridore ad aggiudicarsi nello stesso anno le due più importanti corse a tappe. A Ordrup, in Danimarca, il 24 agosto si corre il campionato del mondo di ciclismo su pista: Fausto Coppi vince per la seconda volta il titolo d’inseguimento individuale. 11 settembre: Alberto Ascari su Ferrari vince a Monza il Gran premio automobilistico d’Italia. 7 ottobre: nella zona orientale della Germania, occupata dai sovietici, nasce la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), stato socialista con capitale Berlino. Nel 1949 si svolge la prima stagione del motomondiale: nella classe 125 vince Nello Pagani, in sella alla Mondial Moto; nella 250 vince Bruno Ruffo, con la Moto Guzzi.

1949/50, il Galileo Battaglia è ancora in I Divisione

Nel 1949/50 il Galileo Battaglia partecipa al Campionato Regionale di I Divisione, nel girone C. Vi prendono parte 14 squadre, provenienti da quattro province diverse. Cinque dalla provincia di Padova: S.P. Monselice, G.S. Galileo (Battaglia Terme), A.C. Montagnana, U.S. Conselve, U.S. Piovese (Piove di Sacco); altrettante dalla provincia di Rovigo: A.C. Milani (Taglio di Po), A.C. Alba (Rosolina), A.C. Polesella, A.C. Umberto Maddalena (Bottrighe), S.P. Donadese (Donada); tre da Venezia e provincia: S.S. Conti (Cavarzere), Hellas Calcio (Venezia), U.S. Clodia (Chioggia); una da Vicenza: S.P. Nova Gens (Noventa Vicentina).
L’allenatore è Mario Alfonsi, il presidente è Biagi.

“Nel 1949/50 sono passato dalla Doria all’A.C. Battaglia, in I divisione. Ricordo di aver esordito a Chioggia. L’allenatore Alfonsi mi ha detto di prestare particolare attenzione al mio avversario: era un calciatore del Padova in prestito alla squadra locale. Ho giocato sempre di anticipo, e l’attaccante ha visto pochi palloni. Ad un certo punto si è talmente arrabbiato da rifilarmi un calcione su una caviglia. L’arbitro lo ha mandato immediatamente negli spogliatoi”. (Franco Filippi)

“La formazione tipo del Battaglia era la seguente: 1 Lincetto Luciano, 2 Beghin, 3 Quarini, 4 Filippi Franco, 5 Meneghetti, 6 Buson Gabriele, 7 Piva Enzo, 8 Ruzzante, 9 D’Agostino Adalberto, 10 Equisetto Dino, 11 Prando o Gaffo. Altri: Grossi Mario, Turin, Qualio, Vason Gino.
Io, Buson, Piva e Vason venivamo da Pernumia; D’Agostino, Equisetto e Gaffo erano di Battaglia, Lincetto da Montegrotto e Ruzzante da Monselice. Tutti gli altri, ben sei, provenivano da Padova. Solo in quattro lavoravamo alla Galileo: io, Equisetto, Gaffo e Grossi. Piva Enzo andrà a giocare in serie C, credo in una squadra piemontese.”
(Franco Filippi)

“Nel 1950 ho prestato servizio militare a Cava De’ Tirreni ( Salerno) e ho giocato con la Cavese, in Promozione. 18 Mio padre quando stavo per finire il servizio militare mi ha scritto: “se, appena avrai ultimato il servizio militare, non tornerai subito a casa, Manfioli ti licenzierà dalla Galileo”. Giocando con la Cavese guadagnavo un po’ di più di quanto mi davano alla Galileo. Ho dovuto decidere in fretta e sono tornato.” (Silvio “Calieri” Finesso)

Questi due dei risultati: Conti – Galileo Battaglia 2-0; Monselice – Galileo Battaglia 4-2.

A metà campionato, solo un punto. La retrocessione

A metà campionato la squadra ha racimolato solo un punto ed è ultima, a 4 punti dal Rosolina. La situazione è piuttosto difficile e dopo qualche giorno i vecchi giocatori provenienti da Padova, che costituiscono la struttura della squadra, vengono sostituiti dai giovani della Doria, che nel frattempo ha già concluso il campionato. Iniziano a maturare i risultati, ma è troppo tardi: il Galileo rimane ultimo, anche se nel girone di ritorno è riuscito a conquistare ben 11 punti. La media è di soli 0,46 punti per partita (0,85 nel solo ritorno).

“Le cose non andavano per niente bene. Ricordo che in una partita stavamo vincendo per 1-0: il gol l’ho fatto io, con un tiro da fuori area. E’ scesa poi la nebbia, e l’arbitro ha sospeso la partita. Alla fine del girone di andata si è giocato il recupero, e anche quella partita è stata persa. A metà campionato la squadra aveva un solo punto. Era formata da giocatori di esperienza, che venivano pagati per giocare. Io ero giovane, non ricevevo una lira: mi sono arrabbiato per la mancanza di impegno da parte di tutti e ho deciso di mettermi da parte. Non intendevo giocare più sino all’inizio del nuovo campionato, quando mi sarei trovato una nuova squadra.

Una domenica, all’uscita dalla Messa, mi sono incontrato con il presidente Biagi, che mi ha intimato di tornare a giocare. Alle mie rimostranze mi ha risposto che il cartellino ce l’avevano loro e che non me l’avrebbero restituito. Io ho ribattuto che non avevo ricevuto mai nulla in cambio, e che quindi il cartellino avrebbero dovuto darmelo. Queste cose, si sa, nel calcio succedono ogni giorno. Ci siamo lasciati così. Solamente dopo qualche giorno la squadra è stata completamente rinnovata: sono stati lasciati a casa tutti i vecchi giocatori da Padova, sostituiti dai giovani della Doria. Loro, infatti, avevano già concluso il campionato, formato da 4-5 squadre (venivano quindi giocate 6-8 partite, di sabato pomeriggio). Io sono rimasto fuori fino all’agosto successivo, dopo la fiera di San Bartolomeo, quando ci si preparava per il nuovo campionato.” (Franco Filippi)

Due risultati del ritorno: Galileo Battaglia – Conti: 0-5; Galileo Battaglia – Monselice 3-2.
Questa la classifica finale 1949/50, dopo 26 partite: Conti Cavarzere 41, Clodia ed Hellas 35, Taglio di Po 31, Nova Gens e Bottrighe 30, Montagnana e Donada 27, Piovese 26, Conselve e Polesella 22, Monselice e Rosolina 13, Galileo Battaglia 12. 19 Il Battaglia viene retrocesso. La media è solo di 0,46 punti a partita.

L’attività della Doria

Nel 1949/50 l’U.S. Doria continua la sua attività sportiva nel campionato UISP (Unione italiana sport per tutti). Molti giocatori sono cambiati, come pure la tenuta da gioco: la maglia è giallina ed ha intorno al colletto una V color giallo intenso, i pantaloncini sono blu. I colori sociali sono quindi gli stessi del Battaglia. I dirigenti sono Mario Pedrazzoli, Edoardo Schiavo e Armando Alunni; accompagnatore è Mario Rampin. Proprio da questo campionato inizia a giocare con la Doria l’allora sedicenne Antonio Salmaso, chiamato “Chèo”. Dopo sei anni con la Doria, nel 1955/56 Salmaso andrà al Pernumia, in I Categoria.

“Ho giocato una stagione con la Condor e quindi, dal 1949, con la Doria – Fronte della Gioventù. Ho sempre ricoperto il ruolo di mediano sinistro; la mia era la maglia n. 6. Il mio soprannome di gioco era “Chèo”. Sono stato chiamato così perché dicevo: «Dàme chèo là», anziché «Dàme queo là».

Compagni di squadra erano Maurizio Bruscagin, Sergio Pavan, Mario Donà (portiere), Antonio Cappellozza (terzino), Nevio Alunni (difensore), Dino Malatesta (anch’egli difensore), Emilio Masin (centrocampista), Otello Noventa (portiere), Gerardo e Lino Piazza (fratelli, entrambi difensori), Luigi Gaffo, Enzo Cappellozza (“Cecio”, libero), Ilario Donà (centrocampista), Italo Agostini, Fernando Donà (ala destra). Ricordo in particolare Nevio Alunni, Ilario Donà e Sergio Pavan per la loro bravura. Quest’ultimo giocava da centromediano. Nella Doria abbiamo disputato insieme 4-5 campionati, partendo ambedue dalla Condor. Ricordo che una sera, durante un allenamento, non mi ha mai fatto prendere un pallone. Italo Agostini era il rigorista della squadra. Il suo era un gioco tecnico e i suoi erano tiri di precisione.

Ho avuto come allenatori Aristide Agostini (soprannominato “Tarma”) e poi Severo Sartori. I dirigenti erano Mario Pedrazzoli, Edoardo Schiavo e Armando Alunni; accompagnatore era Mario Rampin. Siccome c’erano pochi soldi, solo alcuni potevano acquistarsi le scarpe, e quindi ce le prestavamo. Tra noi c’era amicizia e aiuto reciproco: ci si divideva il pane e perfino il bicchier d’acqua. Ognuno, alla fine della partita, portava a casa la propria divisa da gioco e la faceva lavare. Non c’era, come ora, il pericolo che i colori potessero essere poi diversi: tutti lavavano allo stesso modo, con la cenere prodotta dalla stufa o dal caminetto mescolata ad acqua (“lissia”) e sapone Marsiglia. A quel tempo, infatti, non esistevano i detersivi.
Dal 1955 o 56 ho poi giocato con il Pernumia, in prima categoria.”
(Antonio Salmaso)

U.S. Doria, 1950. In piedi, da sinistra: Fasolato (terzino), Cappellozza Angelo (centromediano), Malatesta Dino (terzino), Giraldo, Garbin Achille, Gaffo Luigi. Accosciati: Lunardi Armando “Francesin” (I), Salmaso Antonio (mediano), Lunardi Giorgio (II, portiere), Bruscagin Maurizio (centrattacco), Agostini Aronne (mezz’ala).

(Raccolta Maurizio Bruscagin)

U.S. Doria, 1950. Bruscagin Maurizio. Il centrattacco della Doria, Bruscagin Maurizio, fotografato nel lato est del Comunale. Dopo poco tempo Bruscagin intraprenderà la carriera di arbitro. Sullo sfondo, la baracca di legno adibita a spogliatoio, che sarà in seguito ammodernata.

(Raccolta Maurizio Bruscagin)

U.S. Doria, giugno 1950.

U.S. Doria, giugno 1950. La formazione che a Bologna ha sconfitto la squadra locale per 1-0. In piedi, da sinistra: ?, Finesso Silvio (da Battaglia), Grossi Arrigo, Bruscagin Maurizio, Finesso Bruno. Accosciati: Agostini Aronne, Pavan Sergio, Noventa Otello, Bottin vittorio, ?, Grossi Anselmo.

(Raccolta Maurizio Bruscagin)

L’U.S. Condor

L’U.S. Condor, da poco fondata, gioca invece, come si è visto, nel campionato CSI. Queste alcune delle avversarie: Brusegana, Euganea Este, Limenese, Solesino.

“La Condor era attiva nell’ambito della Parrocchia. Presidente era Gastone Ceresoli, che è stato mio Capo-Reparto alla Galileo, e l’allenatore Umberto Almeari, del quale sono stato apprendista, sempre alla Galileo. Proprio Ceresoli e Almeari mi hanno chiesto di entrare a far parte della Condor. Il Segretario era Ilmo Pirovano, che ha mantenuto l’incarico per diversi anni.
L’abbigliamento veniva dato dalla Società, le scarpe venivano acquistate dai giocatori. Il campo della Condor si trovava dove ora c’è la Nuova Parrocchiale. C’era poca erba, come quasi tutti i campi di quel tempo. Nella Condor ho giocato per tre stagioni, dal 1950/51 al 1952/53. Avevo il n. 7 e ricoprivo il ruolo di laterale destro (ala destra – attaccante). In quegli anni non c’era il libero, ma il centromediano metodista, o centrosostegno. Questi affrontava il centravanti: se veniva saltato, era quasi sempre gol. Ci si allenava una volta la settimana, subito dopo il lavoro: salto di ostacoli, palleggio, difesa contro attacco, schemi a gioco fermo (calci d’angolo e punizioni) e, infine, il momento più atteso, la partitella. Eravamo in 18-20 giocatori che si contendevano il posto in squadra. Si giocava la domenica mattina e, talvolta, il sabato pomeriggio. L’allenatore ci ruotava: ricordo che alcune volte sono entrato nel secondo tempo. La preparazione al campionato iniziava un mese prima e ci impegnava tutti i sabato.
Questi i compagni di squadra che ricordo maggiormente:

PORTIERI: Otello Noventa, che, quando subiva un gol, si arrabbiava sempre con la difesa, e Giampaolo Zanardi (“Zamora”); al contrario di Otello, non sia arrabbiava mai.

TERZINI: i fratelli Lino e Gerardo Piazza che, con linguaggio moderno, possono essere definiti “fluidificanti”.

MEDIANI: Giovanni (“Gioanèa”) Sanavio, costruiva il gioco davanti alla propria difesa e appoggiava ai centrocampisti, senza compiti di  marcatura; è rimasto nella Condor sino ai 16-17 anni e successivamente ne è diventato dirigente.

ALI: Adelino Carrari a sinistra e io alla destra. Adelino era velocissimo e aveva le mie stesse caratteristiche, ma sbagliava tanti gol. E’ rimasto alla Condor.

MEZZ’ALI: Enzo (“Cecio”) Cappellozza, buon centrocampista interditore, mi spronava a compiere 2-3 giri di campo prima della partita, in modo da essere ben “riscaldato”; Ilario Donà, classica mezza punta, era bravo a difendere e sapeva segnare, soprattutto su punizione.

CENTRAVANTI: Vittorio (“Capéto”) Bottin, passato poi direttamente al Battaglia; era un funambolo del calcio, giocava alla brasiliana.

Le rivali di sempre erano la Murialdina, l’Esedra Don Bosco, La Sacra Famiglia, l’Arcella, il Brusegana, il Vigonovo, il Mestrino, la Vigontina e il Crocefisso.
Le partite venivano preparate in funzione della squadra che si doveva incontrare: c’erano infatti squadre particolarmente forti in attacco, altre piuttosto forti in difesa o in centrocampo e altre ancora equilibrate nei vari reparti. L’allenatore ci diceva come dovevamo affrontare gli avversari che lui o altri conoscevano e ci preparava anche mentalmente, dandoci delle raccomandazioni. Non dovevamo mai tirare indietro le gambe: si doveva essere rispettosi dell’avversario, ma decisi. La stessa accorta preparazione della partita veniva effettuata nella Doria.”
(Sergio Pavan)

US Condor, 1950-51.

US Condor, 1950-51. Campo comunale di Battaglia Terme. Da sinistra, in piedi: Grossi Anselmo, D’Agostino Adalberto, Tasinato Ennio, Berengan Amos, Grossi Arrigo, Piazza Gerardo. Accosciati: Agostini, Pirovano Ilmo, Noventa Otello, Romano Antonio, Sanavio Giovanni.

(Raccolta Antonio Romano)

US Condor, 1952-53.

US Condor, 1952-53. Campo comunale di Battaglia Terme. Da sinistra, in piedi: Pirovano Ivos (dirigente), Alunni Antonio, Cuzzolin Renato, Alunni Alfredo, Piazza Lino, Zampieri, Carrari Adelino, Bottin Vittorio (“Capéto”), Romano Antonio (dirigente), Sanavio Giovanni (dirigente). Accosciati: Verganesi, ?, Bodon Danilo, Zanardi Giampaolo (“Zamora”), Sanavio Mario.

(Raccolta Antonio Romano)

 

“In una delle tre annate in cui ho giocato con la Condor abbiamo vinto il Campionato Provinciale e perso nelle successive finali regionali CSI (Centro Sportivo Italiano). Il risultato dell’andata, giocata al Campo Petron di Padova, è stato di 1-1. Ricordo che Vittorio Bottin, dopo aver dribblato due difensori, ha scartato anche il portiere e fatto partire un tiro che sarebbe sicuramente andato in porta da solo. Io sono intervenuto in gran velocità per segnare, ma ho “solo” deviato la palla, mandandola alta, sulla traversa. Anche il cappellano di allora, che ci seguiva, si è disperato, mettendosi le mani nei capelli. Questa partita è stata vista anche da quattro giocatori del Pernumia; ricordo l’incitamento che mi dava un certo Pigozzo: “queste sono partite fatte così; vai tranquillo”, mi ha detto, ma anche lui si era messo le mani nei capelli. Al ritorno, giocato a Mestre-Agnoletto, abbiamo perso 1-0 (io sono rimasto in panchina, non ricordo il perché: forse per il gol sbagliato?), e il trofeo è sfumato. Quel gol sbagliato me lo porterò dentro finché vivrò.” (Sergio Pavan)

Pavan Sergio con la divisa dell'U.S. Condor.

U.S. Condor, Pavan Sergio. Il laterale destro dell’U.S. Condor con la divisa da gioco.

(Raccolta Pavan Sergio)

Lo sviluppo delle officine Galileo

Nel 1950 le officine Galileo costruiscono la sala macchine, il reparto macchine automatiche, il magazzino infiammabili, l’ufficio spedizione e il capannone per prove e montaggio interruttori. Lo sviluppo della superficie occupata dall’azienda è rilevante. 20
La divisione sindacale è sancita dalla nascita di tre nuove organizzazioni. Il 5 marzo è costituita l’Unione Italiana del Lavoro (UIL), organizzazione sindacale di orientamento socialista. Il 24 marzo nasce a Napoli la Confederazione Italiana Sindacati Nazionali dei Lavoratori (CISNAL), fondata da sindacalisti legati al MSI. In maggio è costituita la Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori (CISL), di orientamento cattolico.

A partire dal concorso Totocalcio numero 20 del 1950 viene aggiunto un tredicesimo risultato; con l’aumento delle difficoltà nel pronosticare l’esito delle partite le vincite divengono più consistenti.
Il 24 giugno inizia la quarta edizione del campionato del mondo di calcio, interrotto per 12 anni a causa della guerra. Le 16 squadre partecipanti sono divise in quattro gruppi; l’Italia è nel gruppo C e per un punto non si qualifica alla fase finale. Il 16 luglio si gioca l’ultima partita del girone conclusivo a quattro: l’Uruguay, battendo la squadra di casa per 2-1 con reti di Schiaffino e Ghiggia, diventa campione del mondo per la seconda volta.
Dopo tre anni consecutivi in cui gli appassionati hanno potuto seguire da vicino le gesta dei corridori, nel 1950 il Giro d’Italia non passa per Battaglia; per poterlo seguire dalla strada ci si deve spostare verso Vicenza.

1950. Il 14 febbraio, ai campionati mondiali di sci ad Aspen (Stati Uniti), Zeno Colò vince slalom gigante e discesa libera. In marzo, a seguito di occupazioni di terre al Sud Italia e di proteste contro i licenziamenti al Nord, il governo istituisce il comitato interministeriale per l’ordine pubblico. Il 13 maggio viene inaugurato a Silverstone, con il Gran premio di Gran Bretagna, il Campionato Mondiale di Formula 1: la gara è vinta da Nino Farina su Alfa Romeo. Il 28 maggio la Juventus vince il suo 8° scudetto; il Padova è 10°. Lo svedese Gunnar Nordahl (Milan) vince la classifica dei marcatori, con 35 reti. Il 13 giugno lo svizzero Hugo Koblet vince il 33° Giro d’Italia: è il primo straniero ad aggiudicarsi la corsa rosa. Secondo è Gino Bartali. Il 26 luglio la squadra italiana partecipante al Tour de France, con Fiorenzo Magni in maglia gialla, si ritira in seguito all’aggressione subita da Bartali da parte di alcuni spettatori. Il 10 agosto per sostenere lo sviluppo delle regioni meridionali è istituita la Cassa per il Mezzogiorno; ci sono anche misure legislative per arginare la disoccupazione. Il 3 settembre Nino Farina su Alfa Romeo vince a Monza il Gran premio automobilistico d’Italia, ultima gara valevole per il mondiale, e si aggiudica il 1° campionato del mondo di Formula 1. Il 1° novembre 1950 Pio XII proclama il dogma dell’Assunzione di Maria. Il 27 dicembre l’assemblea regionale siciliana approva un progetto di riforma agraria. Nel 1950 tre centauri italiani vincono nel motomondiale: nella classe 125 Bruno Ruffo (Mondial), nella 250 Dario Ambrosiani (Benelli) e nella 500 Umberto Masetti (Moto Norton, Scuderia Gilera). Antonio Bevilacqua vince l’oro nella gara di Inseguimento Individuale ai Mondiali su strada di Moorslede (Belgio). Nel 1950 è proiettato Miracolo a Milano di De Sica.

NOTE

14) SERGIO SOTTOVIA, Polesine GOL Campioni & Signori, Apogeo editore, Adria, 2006, p. 161.
15) “Corriere dello Sport”, 17 maggio 1949.
16) “Il Littoriale”, 2 marzo 1949.
17) ANTONIO NAPOLI, op.cit., p. 215.
18) La Cavese ha giocato nel 1949/50 in I Divisione, vincendo il Campionato; nella stagione seguente ha giocato in Promozione, salendo in Serie C.
19) FIGC, Lega Regionale Veneta, Comunicato n. 35 del 24 maggio 1950.
20) ANTONIO NAPOLI, op.cit., p. 215.